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Autore: marinrin    21/09/2015    6 recensioni
[ Benvenuti al Grand Hotel~ ] [ RaMasa | Paring a sorpresa ( eh eh eh ) ]
[ AU ] [ Slice of life | Comico | Sentimentale ] [ Perché tutti vogliamo un Kariya cameriere ♥ ]
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« Domani devo partire per un viaggio di lavoro. » Ammiccò, portandosi la prima polpetta alla bocca.
Ne gustò il sapore, enfatizzando su come l’uso della salsa per farli rosolare fosse a dir poco straordinario.
Dannazione, avrebbe dovuto fare il cuoco da grande, altro che belle arti!
Il diciottenne mancò un battito.

« Masaki, tu ti occuperai dell’Hotel in mia assenza. »
« Cheeee?! »

Spero vi piaccia ♥
Genere: Comico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Celia/Haruna, Kariya Masaki, Kirino Ranmaru, Sorpresa, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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11 Grand Hotel

インテリア公共スペース- Interia kōkyō supēsu |Interior public spaces

If everyone in the whole world
Ran out into the streets, every boy, every girl
Meeting up in the center of town, everyone
Would join hands and we'd look up into the sun
 ~

 
 
 


 


~~
 

Si annoiava.
Suo zio era fuori da una buona oretta e la cosa lo stava iniziando a preoccupare.
Per quanto il suo carattere non poteva definirsi ‘esattamente’ amichevole, teneva comunque alle persone che si erano prese cura di lui, anche se, beh, aveva un modo piuttosto inquietante di dimostrarlo.
Erano ormai una decina di minuti che continuava a fissare il bancone, interrogativo, osservando con attenzione ogni angolo o rifinitura - scorgendo qualche scheggetta qua è là - verso il lato sinistro.
La Otonashi e la sua brutta abitudine di strisciare le unghie su superfici legnose – una sorta di tic che ormai Kariya conosceva alla perfezione.
Sbuffò, rigirandosi ancora il vecchio giornale risalente alla settimana passata, confermando l’ipotesi che sua madre fosse seriamente così pigra da non andare a comprare neanche una rivista se significava alzare il didietro dalla comodissima poltrona di pelle - (invidiata dall’intero personale, era riservata solo al direttore e Masaki c’era letteralmente spaparanzato con gli occhi socchiusi, beandosi delle occhiatacce degli inservienti) -.
Acutì l’udito: un misto di suoni diversi si impossessò della sua mente.
Dalle cucine proveniva un leggero stridio meccanico – forse la nuova lavastoviglie di cui Midorikawa gli aveva parlato?-  che lo incuriosì quasi quanto gli urli striduli di Beta che dettava legge al primo piano.
Scorse dai finestroni d’entrata delle gocce d’acqua che si infrangevano letteralmente sulla vetrata, aiutate dal vento caldo di fine giugno.
Non era raro, dopotutto era pur sempre la stagione delle piogge…
Eppure questa volta a Kariya sembrava diverso: c’era qualcosa in quel gocciolio che lo ipnotizzava.
Fin da piccolo aveva sempre amato gli acquazzoni: l’aria umida unita ai rombi dei tuoni e alla luce dei lampi lo affascinava.
Serrò le palpebre, beandosi di quella sensazione diaccia che gli percorreva la schiena, provocando leggeri brividi di freddo; un odore di erba bagnata mandò la sua mente in una sorta di apnea.
Finalmente il sonno – quel maledetto – si faceva di nuovo vivo.
Il problema era che doveva lavorare ora, in teoria.
Tentò a lungo una lotta contro se stesso,  l’omino del sonno e la ragione: cercò di focalizzare la propria attenzione su qualcosa di intelligente e dall’alto contenuto formativo ( ovvero alle urla al primo piano ).
Insomma, era una guerra persa in partenza.
Fece per appisolarsi, finché un rumore di cocci rotti squarciò la sua pseudo-tranquillità, ridestandolo dal suo sonno con lo stile ‘porta sbattuta in faccia’ –inutile dire che la cosa gli ricordava sua madre durante i suoi periodi.
Non ebbe il tempo neanche  di alzarsi che, subito, una folata di vento si riversò nella sala, unito allo stridio della porticina girevole; una ragazza era chinata sul tappeto rosso, tentando di riprender fiato.
Qualcosa nel cervello di Masaki era scattato come un campanello d’allarme.


 
 
Ragazza -> Donna -> Essere umano di sesso femminile.

 
 
Si alzò dalla sedia come un razzo, filando subito in soccorso e aiutandola a rialzarsi.
Aveva dei lunghi cappelli rosa fino a metà spalla e una carnagione pressoché nivea.
L’abbigliamento era decisamente abbozzato: un pantalone a metà gamba, una camicia e delle scarpe da ginnastica (in modo da essere più comoda pensò).
Eppure, si ritrovò a chiedersi: perché indossava vestiti così poco femminili?
Insomma,  sapeva che non a tutte piacevano vestiti fru fru, o decorati ma… Era seriamente troppo maschile anche per una donna.
Tentò comunque sistemarsi in una postura più composta.
Allora…  Atsushi se non errava, gli aveva suggerito di utilizzare tono forte e sguardo seducente per i primi approcci, mentre Hikaru gli aveva raccomandato toni gentili e dolci.
Ora, quali dei due usare? Bella domanda da porre al proprio cervello, in particolare con tre secondi di tempo per agire.
Si dette mentalmente dell’idiota.
« O-Ohi vuoi una m-man- »
Il povero ragazzo non poté finire la sua frase che occhi color oltremare si posarono sui suoi, cancellando ogni traccia di pensiero razionale nel suo vocabolario.
Notando che la ragazza stava tremando, subito da bravo cavaliere fece per aiutarla ( forse ‘subito’ non era esattamente la parola esatta, visto che ci aveva messo ben cinque minuti buoni a smettere di essere uno stoccafisso ).
Il viso era tutto rosso, e si sentiva davvero bruciare: tanti anni passati a cercare una ragazza, che fosse quella finalmente la casualità giusta?
« Ehi, perché diamine mi fissi con quello sguardo stranamente allucinato? »
Finalmente la persona appena entrata si decise a parlare; lo sguardo che era praticamente un misto di ‘ma che diamine fai’, quasi disgustato.
Kariya sbiancò. Quella voce… no…
« Sei un maschio? »
Le certezze di Kariya, insieme ai suoi filmini mentali si erano frantumati in mille pezzi, così come il suo sorriso.
No, dai era impossibile! Capelli rosa, iridi azzurre e soprattutto: ‘codini’.
Non riusciva a crederci, si impegnò con tutto se stesso onde evitare di lasciar correre la propria immaginazione.
Magari aveva sentito male, si doveva essere così...
DOVEVA.
D’un tratto un rumore di passi  pesanti si fece strada e il rosa sobbalzò di scatto con uno sguardo perso nella sala, forse per trovare riparo o quant’altro.
Masaki lo guardò torvo, insicuro sul da farsi, finché questi non lo prese per le braccia, chiedendo disperatamente aiuto.
« Ti prego, nascondimi! »
I suoi occhi lo implorarono silenziosamente.
Insomma, chi diamine era? E soprattutto perché lo stavano cercando? Che avesse commesso qualche crimine o qualcosa di simile?
Per quanto tentasse non riusciva a fare spazio tra i suoi pensieri, e per agire non era rimasto così tanto tempo.
Preso dal timore e dall'esasperazione, afferrò saldamente la mano trascinando il ragazzo dietro al tavolo della reception- unico posto che a parer suo era il più sicuro di tutti nel giro di qualche metro.
 
 
 
~~

 
Due uomini sulla trentina si fecero avanti, con aria minacciosa; indossavano entrambi dei vestiti scuri: uno in tonalità nera e l’altro in blu.
Il primo aveva un aspetto massiccio, quasi tozzo.
Per qualche strano motivo, le clienti e il personale stavano iniziando a parlucchiare e spettegolare.
Un vociare straziante - che non cessò neanche con gli pseudo richiami di Kariya- si diffuse nella sala, seguito dal rumore di passi che accompagnava quegli omoni.
Sua madre aveva ragione quando diceva che i suoi dipendenti erano davvero perditempo – allora tutte le volte che con una scusa se ne scappavano dal proprio dovere non era una baggianata, vero?
Schioccò la lingua sul palato, mormorando qualcosa con fare scocciato.
Un vera noia; odiava situazioni stupide come quella ad essere sincero.
Seguì con gli occhi i nuovi arrivati mentre questi si aggiravano con circospezione, decisamente impacciati.
Sbuffò. Quegli energumeni dovevano sloggiare, poco ma sicuro, perché stavano spaventando i residenti d’albergo, e la Otonashi l’avrebbe probabilmente ucciso se il numero di ospiti fosse diminuito.
Intanto, anche Beta e le altre ragazze, civettuole come sempre, si erano affacciate ad osservare la scena.
Quel risolino della ragazza lo fece sobbalzare.
Dannazione, se non fosse intervenuto, da brava gatta morta sarebbe andata a raccontare tutto ad Haruna.
Ok, ci voleva il piano B.
« Buonasera, benvenuti al nostro kaminari juu ichi Gran Hotel, posso esservi utile?  »
Il tono affabile, il portamento perfetto e l’inchino delicato, fecero praticamente strozzare la verde acqua, che tutto si aspettava benché  un comportamento così adeguato.
« Noi, ehm, volevamo sapere se era stato visto un ragazzo…  » chiese il primo - un uomo alto e dalla barba verde e folta - mentre si stiracchiava la camicia.
Era piuttosto robusto e dalla faccia non sembrava qualcuno di realmente pericoloso; il contrario del compare, pensò.
Questo possedeva uno sguardo a dir poco raggelante -  le iridi celestine non facevano che aumentare la pressione addosso al diciottenne –  con una carnagione chiara sovrastata dalla chioma castana, decisamente folta.
« Dai capelli rosa. » precisò, fissandolo in malo modo.
Kariya si sentì attraversato da un improvviso brivido di freddo, seguiti da un’imminente pelle d’oca.
‘RagazzO.’
Quella parola gli stava rimbombando nella testa e fece non poca fatica a ricomporsi.
 

 
Maschio.
 
 
« Mi spiace non esserle d’aiuto ma mi rincresce avvertirla che non è concesso darle informazioni personali sui nostri clienti, nel rispetto della normativa sulla privacy. »
« Guardi che... »
« Sarò felice di aiutarvi solo ed esclusivamente nel caso abbiate un mandante della polizia. Se questo è tutto quello che volevate sapere, vi invito gentilmente a lasciare l’Hotel, state spaventando il resto della clientela. »
Rimasero di sasso alle parole di quello che a detta loro non era che un ragazzino arrogante; si dovettero correggere: sapeva il fatto suo il moccioso.
Il più basso ghignò spavaldo.
Fece per obbiettare, ma il verde lo bloccò prima che potesse parlare - accortosi probabilmente della razionalità delle parole – frenando il gesto avventato.
Sospirò e sorrise di getto verso Kariya che ricambiò schietto, come suo solito.
In pochi secondi i due uomini si ritrovarono davanti all’uscita; il castano si voltò un’ultima volta.

 
« La ringrazio per la pazienza. »
« Si figuri, arrivederla.  »


 
~~
 

 
Le figure erano sparite velocemente, forse mischiate al caos fuori dall’albergo.
Finalmente poteva respirare – anche se i mormorii tutt'intorno erano piuttosto fastidiosi e li sopportava davvero controvoglia.
Quando le acque furono calmate sgusciò fino al bancone dove, al livello dei piedi del tavolo, era appena visibile un codino color rosa caramella; due occhi oltremare presero a fissarlo non appena Masaki fu abbastanza vicino.
Si alzò in piedi come a dire ‘era ora’ mentre lo sguardo di Kariya brancolava nel buio.
Quello era un maschio. Ed era anche più alto di lui.
I complessi mentali erano partiti a go go senza che neanche se ne accorgesse.
Bene,  benissimo.
« Decisamente una meravigliosa performance. »
Il rosa lo stupì, o meglio, avrebbe dovuto aspettarsi che il comportamento di quella specie di ragazzo non fosse effemminato; lasciò comunque basito il giovane direttore.
Fece per controbattere finché non sentì due braccia stringerlo alla vita, seguito da un pianto isterico ed un rumore decisamente metallico.
« Masakicchi, gomenneeeee! » Urlò l’uomo dopo un paio di secondi tra un Kariya che tentava invano di liberarsi, lanciandogli praticamente tutto ciò che c’era sul mobile ed un ragazzo che li guardava basito, ancora più sconcertato da una figura che piangeva in piedi, nascondendo le lacrime con una – ahem - padella.
Decisamente era Hiroto, ergo l’altro doveva certamente essere Midorikawa, nessun dubbio.
« Masakicchi ti sarai spaventato, vero? La prossima volta ti salveremo, vedrai! »
Frignava come un bambino di sei anni e mezzo, e la cosa lo stava preoccupando: che avesse sbattuto la testa, oppure…
« Rimettiti gli occhiali, pervertito. »
Il verde gli aveva proprio sfilato le parole di bocca e, prima che se ne accorgesse, colpì il rosso con una padellata, stecchendolo all’istante.
Nessuno ci fece molto caso, anzi, non dettero neanche un po’ retta a quell’accesa scenetta da soap-opera.
Che fosse quella la normalità nell’albergo?
Midorikawa si ricompose rapidamente, incitando Kariya a chiamarli la prossima volta che fosse accaduto qualcosa di simile, ottenendo come risposta solo un’tch’ - come a voler intendere che avrebbe potuto farcela tranquillamente da solo.
Dopo qualche altro minuto impiegato in piagnistei infiniti, - accompagnata da una modica folla che comprendeva Beta (che lo fissava acida, non una novità, insomma) in tripletta con Sorano e Midori, e l’intera scia di camerieri del primo piano (che invece lo guardavano adorante )- Ryuji chiese nuovamente scusa al neo direttore e portando via con sé  le spoglie mortali del compagno dai capelli rossi che in quella confusione ancora non si era ripreso.
Finalmente congedati i dipendenti, poté concentrarsi su quel ragazzO che pochi istanti prima che si voltasse  si era permesso una modica risata.
Lo fulminò con lo sguardo, ed il rosa tacque, facendosi subito serio, acquistando un’espressione decisamente matura che lasciò il minore perplesso.
« Su, forza… » ostentò il più alto portando le mani al retro del jeans e cacciandone un portafoglietto nero-, « … qual ‘è il prezzo? »
« Che? »
L’azzurro rimase di sasso, congelandosi.
Ma che diamine di pensieri aveva quel tipo per la testa? Pigne?
E per quale diavolo di-
« Il tuo silenzio mi hai salvato dopotutto, quel che è giusto è giusto. »
Ah ecco.
Il suo flusso di pensieri venne nuovamente interrotto; tutto aveva senso ora.
Sospirò, grattandosi leggermente la chioma cerulea, portando le iridi al pavimento per poi rialzarle, palesemente scocciato.
« Bah, sparisci e siamo a posto, non voglio problemi. »
« Ma… »
L’altro sobbalzò costatando che quel ragazzino non aveva voluto un soldo.
Era la seconda volta che gli capitava di conoscere qualcuno che non desiderava il denaro; la gente con cui aveva sempre avuto contatto era facilmente comprabile, eppure…
« Lasci che almeno mi sdebiti!  »
« Seh certo, e allora prenda una stanza! »
Ridacchiò l’azzurrò quasi cantilenando, ritornando dietro la scrivania.
Il rosa rimase impietrito per la seconda volta, lasciando che un sorrisetto gli scorresse sul volto.
 
 
 
« Ok. »
« Cos- »
« Prendo una stanza per due giorni. »
« Eeeeeeh? »
 

 
~~

Ok, ce la poteva fare psicologicamente.
Ma… Come diavolo si faceva a registrare un cliente?!
Ostentò finta sicurezza mentre goccioline di sudore gli scendevano lungo il volto e l’altro ragazzo lo guardava incerto.
Dopo una sorta di caccia al tesoro fra i cassetti, trovò finalmente una strana agendina, e da quella capì che vi erano riposti i nomi dei clienti momentanei.
Soddisfatto, cacciò una penna a caso dall’astuccio e con una faccia stramba alla ‘ma sei serio?’ ritornò a guardare l’altro che in tutta risposta mostrò una smorfia strafottente, ricambiata immediatamente.

~~
 
« Nome? »
Esitò un attimo, mordendosi la lingua.
« Kirino, Kirino Ranmaru
 
 ~~


 
 


24 Giugno, venerdì, 20:30
 
Socchiuse gli occhi, beandosi delle note meravigliose delle pioggia accompagnate dal suo pianoforte.
La sala di musica era completamente deserta: a quanto pare era rimasto solo lui.
I suoi colleghi a quest’ora, con molta probabilità, erano in giro in qualche bar a festeggiare ( ridacchiò al pensiero di Hamano  che tentava di far mangiare qualcosa ad Hayami –con scarsi risultati come sempre ).
Con uno scricchiolio leggero, chiuse il coperchio dell’imponente strumento, alzandosi lentamente, attento a non far cadere tutti i fogli pentagrammati sopra i leggii.
Kurama era troppo sbadato negli ultimi tempi e questo non faceva che ritardarli.
Pregò più per se stesso che per il compagno, sperando che questo si ricordasse ogni tanto che le mansioni assegnate andavano portate a termine.
Si cambiò velocemente; un semplice pantalone nero ed una camicia bianca, null’altro.
Fece per sciogliere il codino in cui i suoi capelli color cioccolato erano raccolti ma si bloccò nel mentre dell’azione, spaventato dall’improvvisa porta spalancata.
Al ciglio, un ragazzo dai capelli color argenti e gli occhi ametista – un po’ più basso di lui-, continuava a fissarlo scocciato.
« Shindou, sono le otto dannazione, hai intenzione di rimanere qui per caso? »
In tutta risposta il castano afferrò di corsa la borsa – che più che altro sembrava una valigia – e  gli sorrise quasi sprezzante della domanda che gli altro gli aveva posto (ottenendo in cambio solo un altro brontolio).
« Sta tranquillo, ho terminato Saryuu, non c’è bisogno di tutta questa fretta. » Aggiunse il maggiore, prendendo la giacca e chiudendo la porta dietro di se.
« Gli strumenti hanno bisogno di cura e- »
« A volte mi domando se tu non abbia solo le note nel cervello. »
Lo bloccò prima che potesse aggiungere altro ritrovandosi così costretto a sospirare per non rispondere al ragazzino in malo modo.
L’albino lasciò cadere la cosa.
« Hai intenzione di fermarti a lungo in città? » Obbiettò poi, mentre apriva lo zaino, gettando un occhio - ogni tanto - alla figura del più grande, ferma sotto al portico.
« Lo stretto necessario, lo sai che i miei scoprirebbero facilmente ogni mio movimento. »
Le iridi nocciola lo raggelarono, eppure la cosa non toccò minimamente Evans, che d’altro canto era abbastanza concentrato nell’aprire l’ombrello.
 


 
 ~~
 
« Hai già un posto dove stare? »
«Sinceramente no, non ho guardato ancora in giro, qualche consiglio? »
« Parlano bene del  Kaminari juu ichi Grand Hotel, potresti provare. »
« Suona bene… »
«  Takuto smettila di parlare di musica per favore, tre ore di concerto mi sono bastate, grazie. »
 
 
 


 
 
 

Angolo autrice.

Ma buonsalve! Oggi no, sono in orari QUASI decenti :D 
Sono a dir poco in ritardissimo! >---<
Cioè, è da tantissimo che non aggiorno! LO SO CHE MI STATE MANDANDO MALEDIZIONI, ME NE ACCORGO/?/
Finalmente, dopo un casino di tempo posso pubblicare.
MI SIETE MANCATI MIEI TESORIH LETTORI/RECENSORI <3
( Mi perdonate, vero? cvc *le lanciano pomodori, gatti, sedie e bitter -wut )
(Per chi se ne è accorta, si, il capitolo è più lungo del solito uvu!)

Nel tentativo di pubblicare il più presto possibile non ho avuto modo di ricontrollare il testo (gomennasaaaaaai) quindi se ci sarà qualche errore, pls, non uccidetemi, prometto che sistemo entro fine settimana! cvc
Anyway spero che questo terzo capitolo vi piaccia <3
Finalmente fa la sua entrata in scena miss rosetta 2015 Kirino con tanto di bodyguard fiGHI (più o meno)
A CHI INDOVINA CHI SONO QUEI DUE DO' UN BISCOTTO/?/

E boh, Beta continuerà a prendere in giro il pover KaryKary, al seguito di un certo musicista e del suo compare LOL
HO UNA BELLE NOTIZIA.
DAL PROSSIMO CAPITOLO OLTRE AD ESSERE PIU' VELOCE COI TEMPI... MASAKI MAID VI ASPETTA CON ANSIA. *in realtà vuole uccidermi, e vbb*

Mi raccomando, fatemi sapere cosa ne pensate, un commento è sempre più che gradito!
Conto su di voi!

 
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