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Autore: Jordan Hemingway    22/09/2015    3 recensioni
Giusto una raccolta sulla coppia Doctor/Master e Missy/Twelve (perché non sono mai abbastanza), principalmente scritta sui prompt degli eventi del gruppo We are our for prompt.
***
“Potrei ancora riportarti in quel buco nero.” Minaccia Twelve, la fronte aggrottata e le mani salde sulle leve del Tardis.
“Non lo faresti mai.” Missy si aggiusta il rossetto utilizzando uno degli schermi come specchio. Manda un bacio alla propria immagine riflessa e rialza gli occhi. “Dottore.”
Genere: Angst, Commedia, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Doctor - 12, Doctor - Altro, Master - Altro, Master - Simm, Missy
Note: AU, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Scritta per l’event del gruppo Fb We are out for prompt, tutti i credits alla promptatrice (#DW, Doctor/Master, Non vedere più le stelle)
 
Se c’è una cosa che al Dottore piace è osservare dal Tardis le stelle che si dipanano attorno al suo passaggio.
Comete, supernove, nane blu, soli che brillano pigramente in lontananza… E’ uno spettacolo che non smetterà mai di stancarlo.
A volte si chiede se un giorno sarà costretto a rinunciare a tutto ciò, alla sua vita in perenne movimento: in effetti, ci sono stati dei momenti in cui ha preso seriamente in considerazione l’idea.
Certo, c’è stata Rose, ma alla fine non è mai stata davvero un’alternativa: ha preferito lasciare che fosse la copia di se stesso a camminarle al fianco fino alla fine delle loro vite mortali.
I suoi pensieri invece vagano molto più lontano, circa al tempo in cui tutto è iniziato, quando il Tardis non era che un idea vaga per una bravata adolescenziale, quando l’Accademia stava forgiando la sua esistenza in modi che essa stessa non aveva previsto.
Il periodo in cui correva nelle distese purpuree della sua tenuta di Gallifrey, all’inseguimento di quel che è stato e, in fin dei conti, è ancora l’altra metà della sua medaglia.
“Fai pena.” Kosch si ferma ad aspettarlo, ansimando: non ammetterà mai di aver avuto bisogno di una pausa pure lui. “Corri come un Gollopode con una zampa sola.”
“Non sono io ad essermi fermato.” Gli risponde Theta, e poi lo placca con le ultime forze rimastegli.
I due ora scrutano il cielo ormai sempre più scuro, alla ricerca di costellazioni conosciute.
“Un giorno le vedrò tutte.” Proclama Theta. “Fino all’ultima stella dell’universo.”
“Dove probabilmente non ci sarà nulla di interessante.” Kosch non sembra impressionato dalla vanteria, occupato com’è a cercare una posizione più comoda per la propria testa appoggiata allo stomaco di Theta.
“C’è sempre qualcosa di interessante. E tu verrai con me.” E’ un ordine e una domanda.
L’altro sospira. “Forse. Oppure potrei avere di meglio da fare.”
“Del tipo?”
“Potrei voler aprire una fabbrica di scherzi.” Theta spera con tutto il cuore che Kosch non sia serio, dato che i suoi scherzi sarebbero potenzialmente letali per la maggior parte dell’universo. “O potrei entrare nel Governo.” Ancora peggio, addio alla pace e tranquillità per Gallifrey.
Kosh sposta lo sguardo su di lui. “Potrei non venire con te, ci hai pensato?”
Sì, Theta ci ha pensato.
E tra il non vedere più le stelle e non vedere più Kosch, sa già a cosa non può rinunciare.
Lo afferra e lo fa rotolare sotto di sé.
“Se entrerò nel settore scherzi, voglio il 60% dei profitti.”
“Al massimo il 10%, e solo se lavorerai seriamente.” Kosch sogghigna e si allunga verso il suo viso. “Puoi essere il mio segretario.”
“O tu il mio.”
E’ passato tanto tempo da allora.
Il Dottore fissa le stelle, comete, supernove, nane blu e soli dormienti, ma non le vede davvero.
Infine chiude la porta del Tardis.
 
  
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