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Autore: Vanisher    22/09/2015    4 recensioni
(Dal capitolo 3)
- Dopotutto, è impossibile dimenticare una persona dall'oggi al domani. Sopratutto se quella persona è Tom Kaulitz -
Le sue parole sono maledettamente vere quanto dolorose.
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bill Kaulitz, Georg Listing, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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L'UNICA COSA CHE DI NOI RIMANE






Getto un'occhiata annoiata all'enorme auditorium in fase di allestimento per il concerto di stasera. Diversi uomini dai volti anonimi vanno avanti e indietro trasportando cavi, microfoni, amplificatori, telecomandi dai mille pulsanti colorati ed altre sofisticate apparecchiature di cui ignoro l'utilità. Stanno cercando di migliorare l'acustica dell'auditorium da quasi due ore, anche se a me sembra più che perfetta. 
La muscolosa figura di Georg è seduta accanto a me, mentre ripassa gli spartiti delle canzoni di stasera. Siamo entrambi seduti su due sedie di plastica blu, il mio sedere è diventato quadrato dopo tutte queste ore passate qui seduta a far niente e a guardare gli altri darsi un gran da fare per far si che stasera sia tutto perfetto.
- Sei nervoso per stasera? - chiedo improvvisamente al mio amico bassista, nella speranza di non disturbarlo. Mi rendo immediatamente conto di aver posto una domanda stupida : Georg è il bassista dei Tokio Hotel fin dalle origini, questi concerti per lui sono all'ordine del giorno, un'abitudine come un'altra. 
Georg scrolla le spalle, rimanendo concentrato sugli spartiti - Nah, il concerto d'apertura della tournée è sempre una merda -
- E questo chi l'ha detto? -
- Io -
Scoppiamo entrambi a ridere, e Georg smette di esercitarsi. Abbandona la schiena contro lo schienale leggermente inclinato della sua sedia, i suoi dolci occhi verdi si posano su di me - E tu? Sei nervosa? -
Sospiro, purtroppo non riesco ad essere tranquilla come il mio amico - Solo il pensiero che le vostre fan cominceranno ad etichettarmi come "troia" o "puttana" a prescindere dal fatto che sono la ragazza di Tom ... - lascio la frase in sospeso, improvvisamente mi è venuto freddo.
- Sono tutte semplicemente invidiose. Voglio dire, sei la ragazza di Tom Kaulitz, l'uomo che ogni ragazza tenterebbe di abbordare - Georg trattiene una risata, mentre mi posa una mano sul ginocchio fasciato dal jeans chiaro, come fa sempre quando tenta di confortarmi - Ma esistono anche fan con un minimo di intelligenza, che sono certo ti apprezzeranno per il  semplice fatto che riesci a rendere Tom felice -
Cerco il mio ragazzo con lo sguardo. Durante il viaggio non ci siamo degnati di uno sguardo. Lo trovo seduto poco distante dal palco che i tecnici stanno finendo di montare, seduto su una sedia di plastica blu identica alla mia. Con gli spartiti in equilibrio sulle ginocchia, anche lui si sta esercitando per stasera. Le sue dita accarezzano le corde tese della chitarra, un tocco gentile e deciso, ripetuto. Quanto vorrei che quelle dita tornassero a sfiorarmi come prima, quanto vorrei che quei polpastrelli sfiorassero il mio viso e le mie labbra, facendomi rabbrividire come hanno sempre fatto. 
Come se mi avesse appena letto nel pensiero, Tom smette di pizzicare le corde della chitarra. I suoi occhi cominciano lentamente a perlustrare l'auditorium, cercando qualcosa o qualcuno. E trovano me.
Sussulto appena il suo sguardo incrocia il mio. Rimaniamo qualche attimo a fissarci, in silenzio, un dialogo muto che non può essere tradotto in nessuna lingua del mondo e che non può essere compreso da nessun essere umano tranne noi. Attendiamo entrambi che uno dei due faccia la prima mossa, che muova il primo passo, che dica la prima parola. Ma nessuno dei due muove un passo. 
Abbassiamo lo sguardo quasi in contemporanea. Tom torna ad esercitarsi come se non si fosse mai interrotto, e io provo un'improvviso interesse per le mie converse rosso fuoco. A Georg non è sfuggito l'intenso scambio di sguardi tra me e il mio ragazzo - Perché non vai a parlargli adesso? -
- Si sta esercitando con la chitarra - gli faccio notare, continuando a tenere lo sguardo basso. 
- Anche io mi sto esercitando, eppure sto parlando con te -
 Sbuffo, odio quando Georg ha ragione. Quindi praticamente sempre. 
- Se continuerete così finirete per non rivolgervi mai più la parola - continua il bassista, tristemente. A volte sembra credere più lui nella relazione tra me e Tom che io, e questo mi fa capire che splendida persona sia Georg Listing.
- Bene, allora che metta da parte il suo orgoglio e che venga a chiedermi scusa - 
- Potrebbero volerci anni -
- E allora aspetteremo anni - 
Georg sospira, lanciandomi un'occhiata severa - Ti odio quando sei così testarda, Reb -
- Quindi mi odi sempre? - sorrido amabilmente al mio amico, accavallando con disinvoltura le gambe. 
Georg scoppia a ridere, riprendendo ad esercitarsi - Sai che non potrei mai odiarti per davvero -
Con la coda dell'occhio vedo Tom alzarsi e posare la sua chitarra. Decido di non prestare attenzione a dove si sta dirigendo, dopotutto non sono affari miei. Comincio a canticchiare a bassa voce Covered In Gold, con l'accompagnamento impeccabile di Georg, cercando di non pensare più a Tom. Impresa alquanto difficile, dato che penso perennemente ed ininterrottamente a lui. Che schifo essere innamorati. 
Ho bisogni di distrarmi. Mi alzo in piedi, le gambe doloranti per tutte le ore passate seduta oggi - Vieni con me a fumarti una sigaretta, Geo? -
- Certo. Comincia pure ad andare, ti raggiungo subito -
Mi dirigo verso la larga doppia porta grigia, estraendo il pacco delle Malboro e l'accendino dalla tasca della felpa. Infilo una la stretta e lunga sigaretta tra le labbra, mentre con una mano spingo la pesante doppia porta, quasi accasciandomi sulla maniglia anti panico. 
Una ventata d'aria fresca mi investe piacevolmente, facendomi rabbrividire appena. Il cielo è coperto da diverse sfumature di grigio che si mescolano e si addensano l'una sopra l'altra. Una leggera pioggia, quasi invisibile, scende battendo appena sull'asfalto e sulle auto di passaggio. Una coppia passeggia sul marciapiede di fronte sotto ad un'unico ombrello, i corpi vicini e i sorrisi impressi sulle labbra arrossate dai troppi baci. Enorme è l'invidia che provo per loro.
Chiudo la porta, e il mio cuore fa una capriola, perdendo un battito. Appoggiato al muro di cemento accanto alla porta c'è Tom, lo sguardo fisso sull'asfalto bagnato e anche lui con una sigaretta accesa tra le labbra. Siamo entrambi riparati da una tettoia rettangolare, sento la pioggia batterci sopra con un ritmo irregolare e a tratti fastidioso.
Non sembra minimamente accorgersi della mia presenza, mentre lascia cadere della cenere dalla sua sigaretta mezza consumata. Noto che ai suoi piedi ci sono dei mozziconi di sigaretta già esauriti. Chissà quanto ha fumato. 
Mi accendo la sigaretta, la fiamma dell'accendino mi riscalda lievemente le guance. Inspiro una lunga boccata di fumo, e subito mi sento meglio. Butto fuori il fumo con un soffio, una piccola nuvola grigia si condensa davanti a me per poi disperdersi nell'aria. Ho cominciato a fumare dopo aver conosciuto Tom, ma non sono mai stata vittima del vizio. Fumo solo quando particolarmente stressata. 
Mi appoggio accanto a Tom, ma mantenendo qualche centimetro di distanza. Fumiamo in silenzio, ognuno avvolto nei propri pensieri. Cerco di ignorare la sua presenza, dato che lui sembra riuscire ignorare la mia alla perfezione, ma non riesco. 
Non ce la faccio più ad ignorarlo. - Tom, possiamo parlare? -
Tom butta fuori del fumo dal naso - Di cosa? -
- Di quanto è accaduto tre giorni fa - 
Le immagini del nostro litigio tornano vivide nella mia mente, come le scene di un film che conosco a memoria. 




- Tom, che hai? -
- Tom? -
- Amore, va tutto bene? Che ti succede? -
- Perché non parli? E' successo qualcosa? -
- Di qualcosa, dannazione! - 
- Mi stai facendo preoccupare, Tom! - 
- Tom? Ci sei ancora? Tom? -
- PORCA PUTTANA, REBECCA, STA' ZITTA! -
-No che non sto zitta, cazzo! Mi stai facendo preoccupare! -
- Sta' zitta, ho detto -
- Che succede, Tom? -
- Niente, porca troia, niente -
- Non ti fumi due interi pacchetti di sigarette per niente, smettila di prendermi per il culo e dimmi che cazzo c'hai! -
- TOM! -





Silenzio. E così per i tre giorni a venire.
Sospiro, cercando di scacciare quelle immagini - Mi dispiace -
Tom alza un sopracciglio, girandosi finalmente a guardarmi - Per cosa? -
- Sono stata troppo addosso, forse - 
Il chitarrista scuote la testa, con decisione. Inspira una lunghissima, interminabile boccata di fumo prima di riprendere a parlare - Sei la mia ragazza, è tuo dovere starmi addosso -
Esito prima di porgli la domanda fatale - Perché eri incazzato? - 
Trattengo il respiro, in attesa di una risposta. Tom sfila lentamente la sigaretta dalle labbra ed espira, una nuvola di fumo grigio si disperde veloce nell'aria. Continua a tenere lo sguardo fisso sulle coppie innamorata che si è fermata a sussurrarsi frasi dolci e a scambiarsi qualche bacio sotto l'ombrello che reggono insieme. Anche lui starà provando la stessa gelosia che provo io, verso quella coppia? Anche lui immagina di camminare con me, sotto la pioggia, come una coppia qualsiasi?
Ma non non siamo una coppia qualsiasi.
Gli occhi di cercano i miei. Afferra il mio mento con le dita della mano libera, sollevandolo e girandolo delicatamente nella sua direzione. La sua fronte si appoggia sulla mia, il suo viso occupa tutta la mia visuale. Non che la cosa mi dispiaccia, naturalmente.
Alzo entrambe le sopracciglia, in attesa di una risposta - Allora? - 
Dopo qualche istante, Tom mi sfila la sigaretta tra le dita e la lascia cadere a terra insieme alla sua. Le nostre sigarette giacciono a terra, una sopra l'altra, e la pioggia le bagna fino a spegnerle completamente. Le sue labbra si posano sulle mie, premendole appena. Un bacio leggero, stranamente casto. La sua lingua accarezza il mio labbro inferiore, tentando un'approccio molto meno casto, ma lo allontano con una leggera spinta sul petto muscoloso.
- Non hai risposto alla mia domanda, Tom - gli ricordo, leggermente stizzita. Tipico di lui, cercare di rimandare le cose spiacevoli fino a dimenticarsene per dedicarsi completamente a quelle di suo gradimento. 
- Non ha importanza - 
- Per me ne ha molta, invece -
Il mio ragazzo alza gli occhi al cielo, e la sua mano scivola via dal mio mento - Andiamo, Reb, non possiamo andare avanti e comportarci come se non fosse mai successo niente? Ti ricordo che abbiamo litigato per cose ben peggiori -
- Ma non ci siamo mai comportati come due perfetti sconosciuti per ben tre giorni consecutivi! - 
Tom sospira, esasperato - Eravamo semplicemente tutti e due incazzati -
- Tu eri incazzato, e per una ragione ancora sconosciuta! - 
- Ma tu non sei venuta a cercarmi per chiedermela - replica Tom, sarcastico.
Boccheggio un paio di volte prima di ribattere, tentando di mantenere la calma già al limite - Voglio ricordarti, caro il mio Kaulitz, che quando ti chiesi il motivo del tuo mutismo e del tuo evidente malumore hai cominciato ad urlarmi addosso dicendomi di stare zitta! -
- Stai dicendo che è colpa mia? -
Sorrido, sarcastica - Come sei perspicace. Mia non è di certo - 
Tom rimane impassibile, ma nei suoi occhi riesco a vedere il fuoco che divampa. I suoi occhi scuri s'impiantano nei miei con durezza e distacco, incutendomi quasi paura e mettendomi addosso una soggezione inimmaginabile. Gli occhi di Tom possono ferire più di qualsiasi lama, a volte. 
- Quindi tutto quello che vuoi è delle scuse? - la sua voce è priva di emozioni.
Sbarro gli occhi - Mi stai prendendo per il culo? -
- No, cazzo, no, sto cercando di capire quale sia il tuo problema! -
- Il mio problema è che tu non vuoi dirmi quale sia il tuo, di problema! - sento le lacrime cominciare a crearsi ai lati degli occhi, il segnale di un pianto che presto esploderà se le cose non si sistemano in fretta. Ma non voglio piangere davanti a lui, non voglio dimostrargli che questa situazione mi sta lacerando dentro. Perché tanto lui già lo sa, li vede i miei occhi lucidi, le lacrime che si formano veloci.
- Io non ho nessun problema - replica Tom con decisione, eppure vedo il suo ego vacillare lentamente, come davanti a un dirupo troppo profondo dal quale sa non riuscirebbe mai più a risalire.
- Ah no? - incrocio le braccia sul petto, appena sotto il seno, rivolgendogli  un'occhiata sarcastica - Allora cos'è, una nuova moda? Urlare addosso alla propria fidanzata per il semplice divertimento di farla piangere? -
Tom rimane impassibile ancora una volta. Sembra una statua incapace di provare emozioni, senza un cuore e senza un'anima. Immobile di fronte a me, con le mani infilate nelle ampie tasche dei jeans scoloriti, i capelli scuri raccolti che gli scoprono il viso coperto solo dalla barba curata.
Rimaniamo entrambi in silenzio, cercando di sbollire almeno in parte la rabbia che ci attanaglia. Abbiamo sempre avuto modi contrastanti per mostrare le nostre emozioni : quando io sbraito e gesticolo, Tom rimane immobile ed impassibile; Quando io rimango immobile e impassibile, Tom sbraita e gesticola. 
Improvvisamente, Tom tira fuori dalla tasca dei jeans il pacchetto delle Malboro e pesca una sigaretta dal mucchio allineato nel rettangolo di carta bianca. 
- Cosa ti costa rivelarmi il tuo problema? - riprendo, mentre si accende la sigaretta - Sono la tua ragazza, è mio dovere starti addosso. L'hai detto tu -
- Forse stai troppo addosso. L'hai detto tu - replica, con cattiveria.
Le sue parole mi colpiscono con violenza, ferendomi. E' incredibile come siamo riusciti a rigirare il discorso, ad usare le cose dette in precedenza come arma per difenderci ed avere ragione. Ma quel che mi fa più male è la cattiveria con la quale mi ha ritorto tutto contro, la cattiveria con la quale si permette di parlarmi.
Abbasso leggermente le palpebre mentre lo guardo fumare - Mi preoccupo per te, razza di deficiente -
- Perché non lasci perdere per una volta? - mi suggerisce Tom, il tono cattivo smorzato dalla sigaretta che ha tra le labbra.
La prima lacrima scende dall'angolo dell'occhio sinistro, correndo veloce lungo la guancia. Ne parte una seconda, ma la asciugo velocemente col palmo della mano, cancellando anche la scia bagnata lasciata da quella prima. Stronco altre lacrime sul nascere, prima che possano scivolare sul mio viso.
- Okay - la mia voce è quasi impercettibile. Vorrei dire molto di più, vorrei urlargli addosso, piangere per fargli vedere quanto fa male senza di lui, ma quell'invito a non preoccuparmi di lui cancella tutto.
- Anzi, sai che ti dico? - prosegue Tom senza guardarmi, tenendo la sigaretta tra indice e medio mentre la cenere cade per terra - Non c'è più bisogno che ti preoccupi per me -
Il mondo mi cade addosso - Mi stai lasciando, Tom? -
- E' meglio per entrambi, sopratutto per te -
- TU NON SAI QUELLO CHE E' MEGLIO PER ME! - replico, stringendo i pugni lungo i fianchi con tutta la forza che ho in corpo, le unghie corte si conficcano nei palmi delle mani lasciando delle mezzelune - MANDARE A PUTTANE UN ANNO E MEZZO DI RELAZIONE PER QUESTA CAZZATA NON E' MEGLIO PER ME! -
Tom aspira una lunga, esasperata boccata di fumo prima di rispondere, totalmente apatico - Sei tu che ce l'ha mandata, Rebecca -
Il mondo cade a pezzi su di me, schiacciandomi - MI STAI PRENDENDO PER IL CULO, THOMAS KAULITZ?! -
- REB! -
Le forti mani di Georg si posano sui miei avambracci, impedendomi di scattare contro Tom. Il mio ormai ex ragazzo indietreggia di qualche passo. Cerco di dimenarmi dalla presa del bassista per mollare un ceffone a Tom, ma la sua presa diventa ancora più salda e forte, fino a farmi male - Calmati, Reb, cerca di calmarti - 
Lo ignoro, continuando a dimenarmi come un animale furioso - PORCA PUTTANA, GEORG, LASCIAMI! -
- Tom, vattene via! - gli intima Georg, il suo tono non ammette repliche. C'è una punta di rabbia anche nella sua voce, ma è solo un decimo di tutta quella che vorrei sfogare io in questo momento.
Dopo qualche istante di esitazione, Tom annuisce e si allontana nella direzione opposta alla mia, la sigaretta ancora tra le labbra. Come può essere così menefreghista in una situazione del genere? Non vede come sto male per lui?
Tento nuovamente di liberarmi dalla stretta di Georg, ma con scarso successo - MOLLAMI! - urlo a pieni polmoni, la gola mi brucia e mi fa male - MOLLAMI, CAZZO! -
- Reb, cerca di calmarti adesso! - 
- Non posso calmarmi! - la mia voce si abbassa, diventando un sussurro rauco. Ho urlato troppo, e adesso non ho più voce. La gola mi brucia terribilmente, ho bisogno di un bicchiere d'acqua, ho bisogno di chiudermi in isolamento da qualche parte ad ingurgitare acqua su acqua - Mi ha mollata, quel figlio di puttana mi ha ... -
Non riesco a concludere la frase che le lacrime trattenute fino ad adesso mi appannano la vista, impedendomi di riconoscere e distinguere forme e colori. Tutto diventa informe e incolore, calde lacrime scivolano sul mio viso, racchiudendo tutte le emozioni soffocate. La rabbia, la tristezza, la disperazione ... non manca niente.
Georg mi abbraccia, e io mi accascio contro il suo petto. Gli inzuppo la maglia con le lacrime, che copiose sembrano non terminare mai. Violenti singhiozzi mi scuotono, facendomi sobbalzare di tanto in tanto, e il mio migliore amico tenta di consolarmi accarezzandomi i capelli con una mano, mentre con l'altra mi tiene saldamente per i fianchi, come per timore che possa cadere da un momento all'altro.
- Mi ha mollata - singhiozzo - Mi ha mollata, cazzo, mi ha mollata -
- Respira, Reb, respira profondamente - la voce di Georg è dolce come il miele. Rimaniamo abbracciati, la pioggia che si confonde con le mie lacrime e le sigarette mie e di Tom che lui ha gettato a terra rimangono inermi al suolo, e sono l'unica cosa che di noi rimane. 





Vanisher says : 
Ma ciao gente! Allora, è da tre giorni che lavoro a questo capitolo, quindi spero sia venuto bene. 
Ringrazio di cuore 
Tefnuth e Sommerfugl per aver recensito lo scorso capitolo, grazie davvero :*
A 3 recensioni posterò il prossimo capitolo, daje rega!
Popolo di EFP : Ma chi vuoi che recensisca questa cazzata di storia?
Siete cattivi fino al midollo osseo T.T



 
   
 
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