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Autore: AlexVause    22/09/2015    2 recensioni
Chissà dove vanno i sogni che sogniamo e dimentichiamo: Atlantidi sommerse e perse che non visiteremo mai più.
È stato così anche con me Lexa?
I tuoi occhi freddi come il ghiaccio mi scrutano, mi feriscono ed io lì…a chiedermi ancora perché.
Una domanda a cui, forse, non potrò conoscer risposta.
CLEXA
(Scritta alla fine della seconda serie)
Genere: Angst, Avventura, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Clarke Griffin, Lexa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 6
 
Mi svegliai sola nella tua tenda.
Timidi raggi di sole, s’insinuavano dalle fessure del tessuto da cui era fatto il tuo rifugio per la notte appena trascorsa.
Il tuo profumo mi circondava…qui tutto sapeva di te.
Mi sdraiai a pancia in giù, gli occhi chiusi, tornando a pensare all’imboscata che ci avevano teso ieri. Aveva a che fare con l’attacco che avevi subito il giorno precedente?
In quel momento credetti di sognare.
Sentii il tuo corpo caldo adagiarsi su di me. Le tue mani s’intrecciarono alle mie, posate sotto alla mia guancia.
- Lexa.
Sussurrai. Stavo dormendo? Eri reale?
- Vuoi che me ne vada?
La tua voce…aprii gli occhi ed eri lì con me.
- No…resta.
Ti chiesi debolmente…una lieve supplica o una timida richiesta?
Il tuo viso posava sulla mia guancia. Momento di una dolcezza disarmante.
Sei una grande guerriera, letale e senza pietà…così ti aveva descritto Indra, ma con me ogni tuo gesto tradisce tutto ciò che così abilmente cerchi di nascondere dentro te.
Love is weakness…l’amore è debolezza...e tu fai tutto ciò che è in tuo potere per non mostrarti debole, mai.
Restammo in silenzio per un po’, ascoltando i nostri respiri.
In sottofondo il vociare dei grounders che occupavano l’accampamento.
Sei sempre stata molto enigmatica, una delle cose che ho sempre odiato e amato di te.
- A che pensi?
Ti domandai incuriosita dal tuo silenzio.
- A te.
Voltai un po’ il viso cercando di guardarti. Ti scostasti incatenando i tuoi occhi ai miei. Quei laghi verdi erano lo specchio della tua anima. Solo leggendo in loro, potevo comprenderti appieno o per lo meno avere un indizio in più su ciò che non mi dicevi a parole.
- A dire il vero, non ho fatto altro da quando ti conosco.
Questa tua confessione la pronunciasti distogliendo lo sguardo dal mio. Cosa ti spaventa Lexa?
Poi, però, mi guardasti nuovamente.
- In particolar modo, penso a quanto vorrei assaporare nuovamente le tue labbra.
Chiusi gli occhi a quel sussurro. Avvicinasti le tue labbra alle mie sfiorandole. Gesto che bastò a fermarmi il respiro.
Mi voltai approfondendo il bacio. Lo desideravo così tanto.
Le nostre lingue danzavano lente, cercandosi.
Le tue labbra calde sulle mie.
Ti guardai nuovamente. Nei tuoi occhi uno sguardo malizioso che non avevo mai visto prima d’ora, un sorriso sghembo lo accompagnava.
- Abbiamo mai fatto l’amore, Clarke?
Ok, il mio cuore si era fermato in quel preciso istante. Che cosa mi avevi chiesto?
Strabuzzai gli occhi.
Quello era uno di quei casi in cui, se si sta bevendo, si rischia di sputare tutta l’acqua sul viso di chi ti sta di fronte, tossendo come se non ci fosse un domani.
Tentai di riunire i pochi neuroni che non erano collassati dopo quella tua domanda, per aprire bocca e poterti dare una risposta sensata.
- No, Lexa…non eravamo ancora così intime.
Era la verità.
- Meno male. Mi sarebbe dispiaciuto ancor di più averlo dimenticato.
Mi sorridesti, con quel tuo sguardo dolce riservato solo a me.
Non potevo evitare di sorriderti di rimando.
Eri ancora abbracciata a me, quando Nyko entrò nella tua tenda.
- Heda, due soldati di pattuglia sono scomparsi.
Ti alzasti dopo averlo ascoltato.
- Nyko, chiama Lincoln e raggiungetemi al limitare del campo.
Ordinasti.
Amavo vederti così autoritaria. Il tono fermo e sicuro, il tuo sguardo fiero e concentrato.
- Uno dei soldati scomparsi è una guardia del Popolo del Cielo.
Ora fui io ad alzarmi di scatto alle parole di Nyko.
- Clarke, tu resta qui. Lo cercheremo noi.
Mi dicesti come se già fossi a conoscenza della mia intenzione di seguirti.
- Devo parlare con mia madre e Bellamy.
Sospirasti.
- Va bene, ma resta nell’accampamento…anche se…
Ti massaggiasti la tempia, un istante.
- …qualcosa mi dice che non ascolterai e farai di testa tua.
Con un cenno del capo indicasti a Nyko di uscire per poi seguirlo.
Forse ti stavi davvero ricordando di noi?
 
Andai da mia madre per informarla dell’accaduto e mi disse che Bellamy, si era allontanato dall’accampamento andando verso est per cercare la guardia scomparsa.
Mi diressi nel punto indicato e lo trovai poco distante dall’accampamento.
Si era inoltrato nel bosco da poco.
Appena lo raggiunsi si rilassò un attimo stiracchiandosi prima di voltarsi verso di me.
- Devi tornare all’accampamento. Qui è pericoloso.
Gli dissi preoccupata.
- Sono uscito a cercarli, ma sembrano scomparsi.
Mi rispose sospirando. Si aspettava anche lui l’ennesima guerra?
Dietro le spalle udii un fruscio.
- Cos’è stato?
Chiesi a Bellamy voltandomi a guardare il punto da dove provenne il rumore.
Nessuna risposta. Mi girai a guardare che stava combinando e notai di essere sola.
Non feci nemmeno in tempo a guardarmi in torno che qualcuno mi afferrò da dietro tappandomi la bocca.
Mi dimenai per liberarmi, ma fui sovrastata dalla forza dell’aggressore che mi spinse contro il tronco di un albero.
Le mie mani poggiate sulla corteccia dura e quel profumo che in un attimo mi calmò.
Mi voltasti.
Il tuo corpo, ora, era addossato al mio.
Mi sussurrasti di non fare rumore e restare in silenzio. Il tuo respiro affannoso.
Cercavi di proteggermi. Che cosa stava accadendo?
- Ti avevo detto di restare all’accampamento.
Bisbigliasti vicino al mio orecchio.
- Bellamy…
Tentai, ma mi facesti tacere mettendomi una mano sulla bocca.
Eri in silenzio, concentrata ad ascoltare i suoni che ci circondavano.
Con la coda dell’occhio notai un grounder pattugliare la zona.
Un grido si levò nel bosco e il terrestre non c’era più.
Ti addossasti ancor più a me costringendomi ad abbassarmi tra la fitta vegetazione.
Riuscivo a sentire la tua paura.
Tenevi stretto nella mano il tuo pugnale dalla lama damascata.
Un altro urlo riecheggiò fra gli alberi.
Girai il viso e notai Bellamy poco distante da noi. Lincoln lo stava proteggendo.
Con la mia mano, poggiata ora sul tuo petto, riuscivo a sentire il battito frenetico del tuo cuore.
Un fruscio si udì dietro di te, rumore che t’immobilizzò all’istante.
Il silenzio ci circondò, infranto solo da una lieve brezza che accarezzava le fronde degli alberi.
Con un balzo, affondasti il pugnale contro l’uomo che ti assalì in quell’istante alle spalle.
Il guerriero sembrò prevedere il colpo e lo schivò facendolo andare a vuoto.
In quel momento Lincoln si preparò a colpire ma l’assalitore, velocemente, riuscì a parare i fendenti del grounder senza tanta fatica.
Lo colpisti alle spalle con l'impugnatura del coltello facendolo accasciare al suolo.
Con agilità impressionante l’uomo si rialzò mettendosi a correre.
Gli lanciasti contro il tuo pugnale ferendolo a una gamba.
Prima che lo raggiungessimo, però, l’aggressore si tagliò la gola morendo all’istante.
- Assassini dei mari dell’Est.
Borbottò Lincoln visibilmente contrariato da tale scoperta.
Sospirasti frustrata.
- Dobbiamo raggiungere Ton DC al più presto.
Dicesti poi serrando la mascella.
Lincoln fece un fischio leggero e due grounders, dapprima nascosti fra la vegetazione, ci raggiunsero.


Nota di Alex: chi saranno questi? Saranno collegati ai soldati che hanno aggredito prima Lexa e poi Clarke?
Alla prossima :D
  
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