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Autore: imperfectjosie    22/09/2015    1 recensioni
«D'accordo, adesso Alex... voglio che sollevi Jack sulla schiena, tenendolo da dietro, per le braccia»
Nella saletta non volò una mosca. Gaskarth si voltò di scatto, ad osservare il fotografo già in posizione, pensando si trattasse di una battuta. Perché quella doveva per forza essere una battuta.
«Come, prego?» domandò retorico, con la voce gracchiante di chi aveva un enorme macigno incastrato in gola.

|Jalex|
Genere: Commedia, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alex Gaskarth, Jack Barakat, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Fandom: All Time Low
Rating: Verde
Pairing: Alex/Jack
Note: Durante gli scatti per un photoshoot ben conosciuto, Alex fa un passo falso.
Josie's corner:
Secondo me un po' vi mancavo. Dai, illudetemi.
No, stavo ascoltando questa canzone e mi è venuta in mente una OS davvero flash! Spero vi piaccia. Enjoy.



When you smile the whole world stops and stares for a while


 

 

Si sentiva abbastanza stupido. E percepiva lo stesso pensiero attraversare la mente del fotografo in quel preciso istante.
Accanto a lui, l'amico di una vita sorrideva ignaro verso l'obbiettivo, giocherellando con la zip della giacca in pelle e ampliando il sorriso ad ogni parola dell'uomo di fronte.
Alex, invece, lo fissava di sottecchi, meravigliato, muovendosi troppo e finendo per uscire dall'inquadratura!
«No, non ci siamo Gaskarth! Devi stare nella X gialla»
La frase colma di frustrazione lo riscosse, facendolo avanzare con un sopracciglio inarcato al centro dell'enorme telone bianco, dove Jack lo guardava divertito.
«Tutto bene, Lex?» domandò ironico, innervosendo il leader, che sbuffò prima di usare la sua manica come appiglio per non cadere rovinosamente a terra.
«Alla grande, Bassam, vogliamo muoverci? Mi sto già esaurendo» fu la risposta piccata del castano.
Cominciava ad averne abbastanza di quel photoshoot. Cominciava, nello specifico, ad averne abbastanza del sorriso di Barakat e dei suoi modi carismatici.
Sembrava che ovunque andassero, il moro si divertisse un mondo a rubargli la scena. Non che ne fosse cosciente, ovvio. Di poche cose, in effetti, Jack aveva il pieno controllo.
Il fatto era che bastava un solo sorriso. Uno solo, nemmeno troppo impegnativo.
Alex serrò la mascella.
«D'accordo, adesso Alex... voglio che sollevi Jack sulla schiena, tenendolo da dietro, per le braccia»
Nella saletta non volò una mosca. Gaskarth si voltò di scatto, ad osservare il fotografo già in posizione, pensando si trattasse di una battuta. Perché quella doveva per forza essere una battuta.
«Come, prego?» domandò retorico, con la voce gracchiante di chi aveva un enorme macigno incastrato in gola.
Barakat scoppiò a ridere, aggrottando la fronte per poi avvicinarsi all'amico.
«Andiamo! Sarà divertente!» proferì eurofico, prima di costringerlo a farsi tirare su, senza prestare particolare attenzione alle ginocchia del cantante, che tremavano vistosamente.
Alex digrignò i denti, piegandosi un pelo per riuscire a mantenere un minimo d'equilibrio.
«Pesi un quintale! Devi smetterla di imbottirti con tacos e tortillas» proclamò ironico, faticando persino a parlare.
Di tutta risposta, Jack gli mollò una tallonata sul polpaccio, costringendo entrambi a fare qualche passo vacillante in avanti, prima che il maggiore riuscisse a puntare un piede ben saldo per terra, inveendo contro tutta la famiglia Barakat.
«Fermi così... perfetto ragazzi, non muovetevi, ci siamo quasi!»
Ma la voce raggiante del fotografo sembrava lontana anni luce. Neppure si erano accorti del flash e rimasero in quella posizone per svariati secondi, almeno finché Jack non ebbe la brillante idea di scoppiare a ridere, solleticando con i capelli il collo di Alex.
In un attimo, la costruzione umana si sfasciò. Cadderò entrambi a terra, Alex soffocò un rantolo di dolore, mentre il gomito di Jack andò a conficcarsi nel suo sterno.
«Maledizione Bassam!» riuscì ad articolare, tenendosi il petto e provando a sollevarsi.
Il moro, di tutta risposta, continuava a ridere senza sosta.
«Finiscila di fare il coglione, levati di dosso» lo apostrofò, scansandolo abbastanza malamente, ma bloccando le mani sulla giacca marrone dell'altro, che in quel momento lo guardava con un largo sorriso e gli occhi luminosi di un bimbo curioso.
Sospirò infine, arrendendosi all'uragano che lo aveva investito in pieno, e lasciandosi baciare un angolo della bocca.
«Non è il momento» lo ammonì piano, dando una veloce occhiata al fotografo di spalle, che si stava complimentando da solo per l'ottimo lavoro.
La luce negli occhi scuri del minore mutò, trasformandosi in un sottile spiraglio di pura lussuria.
«Jack» lo chiamò di nuovo, con tono rassegnato.
«È colpa tua, mi guardi così...» cominciò con finta innocenza.
«No, veramente» lo bloccò Alex, riuscendo a tirarsi in piedi e a scrollarsi i jeans strappati che Lisa, ignara, gli aveva regalato il Natale prima «la colpa è tua, Bassam! Quante volte ti ho detto di non sorridermi in quel modo?»
Non c'era neppure una nota di incazzatura in quella frase, ma si sentiva stanco ugualmente. Stanco di non riuscire mai a frenarsi, quando si trattava di Jack.
Bassam scrollò le spalle, senza smettere di sorridere, chiaro segno di sfida. Il maggiore imprecò, incrociando le braccia al petto.
Lo guardava e vedeva solo quella fila di denti imperfetti, ma bianchi come il latte. E un volto sereno, che riusciva a sorridere persino con gli occhi.
Soprattutto con quelli.
Si ricordò di amarlo così tanto, da fargli male al cuore. Perciò abbozzò un lieve sorriso di resa.
«Le stanze si illuminano quando passi tu» disse soltanto.
«Mhm» Jack sembrò rimuginarci sopra, prima di raggiungere l'amico e sussurrare direttamente al suo orecchio. 
«Può darsi che tu abbia ragione Lex, ma solo perché tu sei il mio interruttore»
Basta.
Quel giorno, il fotografo si chiese svariate volte il perché del lieve rossore che imporporava le guance di Alex Gaskarth nell'ultimo scatto, ma non trovò mai una spiegazione tecnica.

A qualche chilometro di distanza, un mese più tardi, seduto al tavolino del tour bus con i suoi amati boxer, Jack sorrideva sghembo fissando una pagina del magazine di musica e addentando con gusto la prima frittella della giornata.


END.

  
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