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Autore: The Girl With Green Eyes    22/09/2015    1 recensioni
Draco da un mese a questa parte sogna sempre una donna , o meglio delle labbra. Si sente così piccolo in confronto e così felice con lei che matura la convinzione che si tratta di un ricordo. Ma chi è lei? E perchè non ricorda? Sembra star per impazzire ... poi vide Hermione.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Famiglia Potter, Famiglia Weasley, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: Lemon, Lime, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Triangolo | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Capitolo 12.

Draco’s pov.

Aveva bisogno di una giornata normale.

Di quelle che non se ne vedevano da anni, ora ne aveva un disperato bisogno.
Da quando era cominciata la storia del sogno e di Hermione le giornate erano state tutte un pugno nello stomaco. Una climax che lo ha portato in breve tempo alla pazzia e infine allo sconvolgimento di tutta la sua vita.
Eppure ormai era chiaro che quello che voleva era lei, la vita sconvolta e i pugni nello stomaco.
Si erano rinchiusi in casa per tre giorni interi, senza parlare con nessun altro e senza mai smettere di recuperare tempo perduto.
Eppure era come se un’aria grave pesasse sui due.
L’ansia del domani, di come l’avrebbe presa il resto del mondo, di come l’avrebbero presa i loro figli, la paura che possa ancora una volta finire li condizionava e li scartavetrava.

Dopo l’ultimo ricordo Draco fece una cosa che era solito fare raramente, da solo quando nessuno lo poteva vedere, seduto in un angolo, demoliva momentaneamente le sue difese e piangeva, dando sfogo a quello che in realtà era la sua peculiarità. Era fragile ma non doveva, era spaventato ma non doveva.
E così cullato dal buio e dal frusciare delle onde e dallo sfragorare del vento, accarezzato dai lunghi e tristi rami del suo salice piangeva insieme all’albero e solo con lui.
Una sola volta pianse di fronte ad una persona, e il tragitto di quell’unica lacrima gli aveva bruciato come assenzio in gola, eppure fu quell’unica lacrima a dare inizio a tutto.

Quella volta pianse ma non come allora ne come le altre volte prima.

Pianse come piangeva Scorpius nel letto quando la mamma non gli leggeva le favole di Beda il Bardo, singhiozzò come si piange ad un funerale, forte e senza sosta. Un pianto di quelli che ti fanno venire l’emicrania e ti disidratano a forza di cacciar lacrime, un pianto di quelli che dopo ti fanno sentire vuoto, la mente annebbiata e i ricordi sfumati. Sei quasi felice dopo un pianto del genere. Poi vuoi solo dormire.

E così  fu.
Chiese ad Hermione di aspettare qualche giorno prima di raccontargli come era andata quel giorno in cui la OBBLIGO’ a prendergli i ricordi e lei accettò sussurrandogli che non era colpa sua, che era la cosa giusta e che lo aveva amato così tanto in quel momento che le fece ancor più male. Gli sussurrò sul viso quasi addormentato che sarebbe andato tutto bene, sapendo che, seppur non ne fosse convinta, quella frase serviva a Draco come a lei serviva lui.
 
E così per tre giorni interi non aveva chiesto nulla, aveva attinto dalla carica che quell’incoraggiamento gli dava fino ad esaurirla completamente.
Aveva prosciugato ogni singola goccia di forza che aveva nel suo corpo cercando di vivere quello che gli era sta si era fatto portare via.
Lui ed Hermione vissero solo l’uno dell’altro come avrebbero sempre voluto, non parlarono mai di ciò che avrebbe prospettato loro il domani ma sapevano che era un punto di domanda inchiodato fisso nella loro mente, qualsiasi cosa facessero l’ansia faceva capolino dietro l’angolo.

Il terzo giorno in sul calar del sole erano seduti davanti al caminetto avvolti solo da una coperta.
Stavano in silenzio, uno di quelli che parla però.
Un silenzio che fa ridere perché logorroico e fa piangere perché ambasciator di brutte nuove.

Il quel momento il silenzio con i suoi sussurri acuti alimentava la paura dei due maghi come era alimentata la fiamma davanti a loro.
Danzava come le chiome degli alberi.
Leggera ed elegante. Eppure così meschina.
Il silenzio stava raccontando una storia, la loro di storia, di come in quei giorni si fossero lasciati incantare dalla fiamma e presto quella li avrebbe bruciati ancora una volta.

-Vuoi che ti racconti quel giorno?

Le dite di Draco intrecciate con le sue si irrigidirono.

-Ancora no.
-Come vuoi.

Ripiombò il silenzio per alcuni minuti poi fu il mago a squarciarlo.

-Prima o poi dovremo uscire fuori da qui e lo sappiamo entrambi, ma prima dovremmo dirlo ai nostri figli.
-A tal proposito, Rose è venuta qui l’altra sera per parlare con me e le ho detto tutto. Avrei voluto aspettare e dirlo quando c’eri anche tu ma non ho avuto scelta. E devo raccontarti anche un’altra cosa.

Hermione si mise seduta meglio, con la schiena dritta e lo sguardo basso.

-Rose non è figlia di Ron ma di George, ricordi l’altro giorno quando sono arrivata piangendo? Fra le cose che ho detto a Ron gli ho confessato anche questa e lui l’ha detto a Rose, era venuta qui per parlare di questo. Ormai il padre le aveva detto tutto, anche dove trovarmi. Non ho potuto aspettare, era meglio che venisse a sapere le cose da me, ma stai tranquillo l’ha presa bene, relativamente. E’ una ragazzina molto matura.
-Aspetta un secondo… che vuol dire che non è figlia di Ron? Sei stata anche con George? Ne eri innamorata?
-Assolutamente no Draco! Lo sai bene che non amato altri fuorché te e un tempo anche Ron. È diverso.

Gli raccontò tutto, della storia con George  e del concepimento.
In quel momento Draco si rese conto di quanto ombreggiata fosse anche la vita di quella donna, era forte all’apparenza e tutti, compreso lui, avevano dato per scontato che non potesse passare momenti difficili o commettere errori. Era riuscito lui insieme a lei a smontare quella corazza ma solo un po’, ovviamente era rimasto talmente concentrato su se stesso che non aveva pensato a come anche lei potesse soffrire o aver vissuto brutte esperienze. Brutte almeno come le sue.

-Draco di qualcosa, è stato l’errore di anni e anni fa, tu eri via chissà dove e io avevo perso la strada
-Ascolta non mi porta, o meglio, mi importa eccome perché che sia successo oggi o anni fa sono estremamente geloso di te ma abbiamo passato entrambi brutti momenti, non me la sento di condannarti o dirti qualcosa. Pensiamo al presente okai? Ci manca tanto così per buttarci il passato definitivamente alle spalle, quando finirò il puzzle potremmo iniziare la nostra vita insieme ed è l’unica cosa che mi importi.

Hermione gli si scaraventò addosso ridendo davvero, grata di quelle parole, grata di averlo li, grata di quello che avevano.

-Draco io ti amo. Ora, prima e sempre okai?

Il biondo la baciò dolcemente e sorridendo.

-Allora ti va domani di andare ad Hogwarts a prendere i ragazzi e andare in un posto tranquillo?
-Mi sembra un’ottima idea.

I due riacquistarono colore nel viso e finalmente non avevano più voglia di piangere. Per ora.
 

Il giorno dopo.

Hermione's pove.

-Mamma perché siamo andati via da scuola? Con loro?

Hugo indicò Draco e Scorpius poco più avanti.

-Vi dobbiamo dire una cosa, a tempo debito tesoro siamo quasi arrivati.

Davanti a loro, pochi passi dopo, si aprì un’immensa distesa di erba e di salici.
Draco si girò verso di loro mentre il vento gli scompigliava i capelli.

-Venivo sempre qui da bambino, i salici piangenti sono sempre stati i miei migliori amici.

Hermione sorrideva mentre lo guardava e si disse che non lo aveva mai visto così, mai.

-E’ bellissimo Draco!

Si sedettero sotto il salice più grande e si strinsero nei loro cappotti pesanti, faceva freddo.
Hermione e Draco si strinsero vicini in un imbarazzo palpabile, come due bambini alla loro prima cottarella quando la mamma lo viene a sapere.

-Inizio io?

Draco annuì, gli sembrava giusto visto che era lei che aveva un quadro completo della situazione.

-Lo dirò senza mezzi termini visto che ormai siete tutti abbastanza grandi da capire. Io Draco stiamo insieme, e per insieme non intendo che un giorno ci siamo incontrati e abbiamo deciso di rovinare tutte le nostre famiglie. Per insieme intendo qualcosa che va avanti da quando avevamo sedici anni, il che è forse peggio. Ma perché voi non saltiate a conclusione affrettate devo raccontare tutta la storia fin dal principio.
 
Ci volle tutto il pomeriggio per raccontare decenni di storia. Decenni di sofferenza di quella più pura e liquida.
Nessuno dei tre fece domande, solo Hugo qualche volta sembrava sul punto di dire qualcosa ma poi sembrava ripensarci.
Quando alla fine Hermione non ebbe più fiato per raccontare per l’ennesima volta quella storia il silenzio cadde per buoni dieci minuti.
Non che ci fosse molto da dire.

A tre ragazzini fu sconvolta la vita in un pomeriggio ventilato sotto i salici piangenti.

Hermione ringraziò il cielo che non avessero vissuto con loro la guerra e che il pregiudizio sui Malfoy era stato, anche se in parte, spazzato via dal secondo dopo guerra.

-Perfavore dite qualcosa
-Sei felice mamma?

Il serpeverde e la grifondoro si  guardarono con due paia d’occhi che dicono tutto.

-Si
-Per me è l’unica cosa che conta, anche se papà ha sempre detto che lui e la sua famiglia erano cattivi. Ma mi fido.
-Grazie Hugo, tuo padre ha molti pregiudizi su di me e sulla mia casata ma voglio dimostrarti che sono solo questo. Pregiudizi.

Draco e il piccolo ometto cresciuto in fretta si guardarono come si guardano due uomini che hanno appena stipulato un tacito accordo, di quelli che una stretta di mano ed è tutto apposto.
Rose aveva già detto alla madre che a lei non interessava con chi stava, era abbastanza matura da capire che la situazione a casa era diventata ingestibile e l’improvvisa magrezza della madre, come la sua d'altronde,  le aveva fatto capire che stava male, ma male davvero. Si sforzava di capire come avesse fatto ad innamorarsi di un nuovo come lui ma, in fondo, non era affatto quella che poteva parlare in termini di scelte amorose.

L’unico che non si pronunciava era Scorpius.
Era da sempre legato al padre e aveva vissuto in una famiglia conservatrice, purosangue che gli era difficile qualsiasi contatto con famiglie come quella dei Weasley. L’unica volta che aveva deciso di fregarsene di quelle stupide lagne della mamma circa i Grifondoro fu quando al ballo del ceppo ebbe il coraggio di invitare la figlia di Harry Potter.
Dopo il ballo non avevano avuto molte occasioni per approfondire l’unico gesto di coraggio del piccolo Malfoy di conseguenza si era rintanato nella sua Casata.
Non aveva invece un  grande rapporto con la madre, non era mai andato a trovarlo e quando tornava non faceva altro che ricordargli quanto gli fosse d’intralcio, per questo adorava il padre, l’unico vero rapporto che gli aveva visto instaurare era quello con lui.
Lo ammirava nonostante tutto quello che aveva fatto e lo amava profondamente come non avrebbe mai rivelato a nessuno.

Era geloso ora di Hermione.

Draco era sempre stato preso da lui perché non era preso da nessun altro e questo a lui piaceva, piaceva avere il padre tutto per se.

-Che ne sarà di noi due Papà? Di quello che abbiamo?
-Scorpius, lo avremo sempre e rimarrà sempre tale. Tu sei la mia ragione di vita, quello che mi ha spinto ad andare avanti.
-Ma adesso che c’è lei sarà lei a farti andare avanti, non io. Troverai il tempo per stare con me come una volta? A me piaceva il nostro rapporto, non voglio che venga rovinato.

Draco quasi pianse dalla gioia, in quelle parole così piene di astio verso la donna che amava riconosceva un infinito amore filiale che gli fece esplodere il cuore come solo suo figlio sapeva fare.

-Nessuno, nemmeno Hermione si metterà fra noi due capito? Tu prima di tutti, tu sei più importante di chiunque.

Il padre abbracciò il figlio ancora un po’ restio con tutta la forza che aveva.

-Ti voglio bene figlio mio.
-Non ti aspettare che ti dica che ti voglio bene anche io perché non accadrà. Miss Granger ti sta facendo rammollire papà.

Draco rise e così anche Scorpius ed Hermione che da lontano guardava commossa quello che, quell’uomo così timoroso e freddo, era riuscito a costruire.

Si rese conto di aver peccato di ubris a pensare che fosse lei l’unica in grado di far sciogliere il suo cuore di ghiaccio, lei era stata solo la prima, era Scorpius ad averlo finalmente infranto e, se possibile, glielo fece amare ancora di più.

-Scorpius, chiamami Hermione perfavore.
-Non so se riuscirò ad accettarti ma mio padre è la cosa più importante nella mia vita e se lui vuole questo allora ci proverò, davvero
-Grazie.
 
Quando finirono di parlare era ormai scesa la notte ed era ora di tornare alla Passaporta che li avrebbe portati a Malfoy Manor, i ragazzi sarebbero tornati a scuola l’indomani e avrebbero dormito a casa, quella casa che ormai era diventata loro.
L’indomani Hermione avrebbe accompagnato Rose, Hugo e Scorpius a scuola smaterializzandosi direttamente nell’ufficio della preside così da non far spargere la voce che sicuramente si sarebbe venuta a creare se gli studenti avessero visto Scorpius smaterializzarsi con lei, poi sarebbe dovuta andare a casa di Ron a prendere le sue cose e quella dei ragazzi per trasferirsi ufficialmente a casa Malfoy.
Nel frattempo Draco avrebbe finito quell’ultimo progetto che aveva lasciato in sospeso in quegli ultimi giorni passati con la strega e che doveva velocemente consegnare all’ufficio del ministero per le pozioni.
Fra due giorni anche Hermione sarebbe tornata al suo lavoro al Ministero.

Sembravano quasi diventare una famiglia normale, Hermione quasi rise a quel pensiero.

L’indomani sarebbero diventati la famiglia Malfoy, mancavano solo le firme da parte del Winzegamot per porre finire ai loro precedenti matrimoni.
Forse prima o poi ce l’avrebbero fatta.
 
 
Tornati a casa Scorpius si chiuse di corsa nella sua stanza e nessuno gli disse niente.
Aveva molto da digerire.
Draco invece accompagnò Rose e Hugo a scegliere la propria camera, aveva così tante stanze che ne avrebbero potuta avere una per ciascuno.

-Sapete, potrete farla come più vi piace, avete carta bianca.

Rose scelse la più grande e Hugo quella affianco.
Erano tutte e due ben lontane dalla camera degli amanti ma abbastanza vicine a quella di Scorpius.
Quella casa sembrava un labirinto.
Un maledettissimo labirinto.

Il mago salutò i due augurando loro una buona notte, sperando che si trovino bene nella nuova stanza, poi tornò da Hermione e con l’aria agitata le chiese se era andato bene.
Il fatto che Draco ci tenesse così tanto a fare una bella impressione ai figli di Hermione la riempì di commozione, era così bello vederlo agitato per una cosa del genere, e tutto per farla stare meglio e più tranquilla.

Lo baciò sulle labbra davanti ai due rossi che aspettavano la mamma per la buonanotte, come da piccoli e come sempre.
 
Dopo aver dato la buonanotte a Hugo, Hermione passò da Rose.

-Rose come stai? Sei taciturna.

Si sedette accanto a lei nel grande letto a baldacchino.

-E’ così tetro qui.
-Lo so piccola ma la famiglia di Draco non è mai stata una famiglia solare, è compito nostro ora portare un po’ di luce in questa casa. Ci penseremo quando verrete ad arredare le vostre stanze. Ora mi vuoi raccontare perché sei così smagrita? E’ per via di quello che ci siamo dette l’altra sera? Non riesci a perdonarmi vero?
-Non è per quello credimi, non sarò mai pienamente felice del fatto che tu me lo abbia nascosto ma c’è un’altra cosa.
-Quello che non mi hai voluto dire?

Rose annuì

-Ebbene?
-Ho fatto una cosa che sapevo essere sbagliatissima, ma che ora credo sia addirittura punibile.
-Tesoro mi stai facendo spaventare.. che è successo?
-Ho provato a dirlo alla Zia Ginny a Natale prima di sapere dello zio George e lei mi ha detto che non dovevo così ho smesso ma adesso ho paura di quello che ho fatto, non riesco a pensare ad altro.
-Non può essere così grave avanti che è successo?
-Non mi guarderesti più allo stesso modo se te lo dicessi. C’entra Fred jr. ma non posso dirlo a nessuno, ho promesso.

Hermione provò ad insistere ma la vide davvero provata per questa cosa e decise di non forzarla troppo, rispetto all’altra volta si era sbloccata un po’ di più il che aveva contribuito solo a farla preoccupare non poco, avrebbe chiesto a Ginny.

Le diede la buonanotte e raggiunse Draco in quella che adesso era la loro camera.

Lo trovò che guardava fuori dalla finestra fumando una sigaretta.
Con gesti lenti e posati, da vero Malfoy, fece salire la sigaretta fino alla bocca.
Un lento viaggio di rivoli di fumo che rendevano l’aria satura.
Ne ispirò ad ampie boccate e poi ricacciò il fumo dalle narici senza socchiudere le labbra.

-Fumi solo quando sei nervoso. Pensavo che oggi fosse andata abbastanza bene, pensavo fossimo quasi diventati una famiglia.

Hermione non lo vedeva in faccia, le dava le spalle piccole, magre e nude. La pelle lunare rifletteva come la superficie perlacea, i muscoli della schiena erano tutti in tensione, le vene azzurre ben visibili sotto l’epidermide color del latte. I piedi leggermente divaricati, il pantalone morbido nero non nascondeva i polpacci tirati. Una mano in tasca, l’altra a fargli male. Il braccio lentamente portava il mozzicone nel suo ultimo viaggio tendendo i tendini man mano che la bocca si avvicinava.
L’aria puzzava di ansia e paura.

Hermione non lo vedeva in viso, negli occhi eppure capì all’istante.

-Sei pronto. Vuoi che ti racconti l’ultimo tassello del puzzle.





 

Sam's Corner:

Chiedo perdono in ginocchio per l'immenso ritardo, ma sapete è ricominciata la scuola e quest'anno è il mio ultimo anno per cui mi stanno uccidendo di lavoro. Non vi nascondo che questo capitolo non mi voleva proprio uscire...
Anyway, non è uno dei migliori, un po' lento ma serve per chiarire la situazione "Nuova famiglia Malfoy".
1-Ho sempre immaginato Draco come l'esatto opposto del padre e, seppur abbia perso per un attimo quell'aria da cattivo ragazzo che, ammetto, amo alla follia, mi piace pensare che sia più o meno così con Scorpius ed ora anche un po' con Rose e Hugo.
2-Per il segreto di Rose avete tutti gli indizi ora, nel prossimo capitolo in cui ci sarà Rose svelerò questo macigno ma comunque voglio sapere le vostre ipotesi.
3-Draco finalmente metterà apposto tutti i tasselli del puzzle, credo che sarà il capitolo chiave e più impegnativo ma, spero di riuscire nell'impresa, anche il più bello.
 4-Per chi non fa il classico e non sa cos'è la ubris è la tracotanza e l'essere presuntuosi. Nell'antica grecia si macchiava di ubris chi osava sfidare gli dei.

Fatemi sapere che ne pensate.
Intanto grazie ai lettori silenziosi e soprattutto grazie ad Elizabetth che non manca mai. Ti aspetto <3




Alla prossima!

Sam.
 
   
 
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