Serie TV > Supernatural
Segui la storia  |       
Autore: Marra Superwholocked    23/09/2015    1 recensioni
Una misteriosa ragazza di nome Annabeth è l'unica che può fermare l'Oscurità.
Ma Crowley ha nascosto ai Winchester un segreto a dir poco imbarazzante... Cosa c'entra la dolce e potente Annabeth con il diabolico e sadico Re dell'Inferno?
Genere: Avventura, Drammatico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Castiel, Crowley, Dean Winchester, Sam Winchester, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Annabeth, la saga'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 2

Who's that girl?

 

Sacchetti antimaledizioni in ogni angolo della casa.
Argento che ricopriva ogni pomello.
Sale su ogni davanzale, porta e sul terrazzo.
Acqua santa a portata di mano.
Annabeth si teneva pronta.
All'improvviso, il buio invase la casa.
L'esperienza le aveva insegnato tutto il necessario per difendersi dai demoni, ma non era del tutto sicura che quella cosa fosse un demone o più demoni. Era qualcosa di più, forse. Strinse meglio la boccetta d'acqua santa e aspettò in silenzio.


Crowley teneva un pugno sulla bocca, stretta ad una sottilissima fessura. Era arrabbiato? No, piuttosto si sentiva confuso.
Che Rowena avesse fatto tutto quello apposta? Possibile: chiunque sarebbe potuto venire a conoscenza dell'Oscurità. Di Annabeth. Dei suoi giorni – secoli – peggiori. Come poteva biasimare Dean, che lì sotto ci aveva passato ben quarant'anni? Si diventa matti, in quel luogo, in quella fabbrica di morte e violenza. L'Inferno. E ora Crowley stesso ne era il capo! Be', poteva certo godersi una certa soddisfazione, almeno.
«Sergei!» urlò all'improvviso il Re.
Una montagna di demone dall'aria rude e irritabile fece capolino nella sala del trono. «Mi avete chiamato, Sire?» domandò con un inchino.
Gli piaceva, Sergei. Si impossessava sempre di tizi palestrati, probabilmente perché lo era stato anche lui, al suo tempo. Per un demone può essere una sorta di attaccamento al passato e in quel caso era cosa buona: non faceva solo uso dei suoi poteri, come la maggior parte dei demoni, ma si divertiva ad usare anche i muscoli. «Sì, ti ho chiamato perché ho bisogno dei tuoi servizi» gli disse nel suo solito tono persuasivo.
Sergei non disse niente, rimase solo lì dov'era. Immobile.
Crowley notò dal suo silenzio consenziente che quel demone era forse tra i suoi più fedeli, che poteva contare sulle dita di una mano, e che lo avrebbe accontentato. «Trovami i Winchester» ordinò voltandogli le spalle.
Sergei rimase impietrito più di quanto già non fosse. «C-cosa?» domandò incauto.
«Ho detto... Trovami. I. Winchester» ripeté Crowley. «Devo parlare con loro.»
Il demone, dopo qualche istante di incertezza, rispose che si sarebbe messo subito al lavoro e se ne andò con un secondo inchino.
A quel punto, Crowley si voltò, ma non vi era più nessuno che potesse contemplare l'espressione impaurita sul suo viso.


1723; Scozia
La finestra della cucina andò in mille frantumi, sparsi ovunque sul pavimento in cotto, le candele ruzzolarono a terra spente ma rumorose. Le tende svolazzavano per il vento di ottobre e la mancanza di una stufa fece gelare immediatamente la casa. Chiunque stesse cercando Fergus, lo voleva morto ...o peggio. L'uomo tremava, ma poteva reggere tutto quel peso. Ce la poteva fare.
Fergus sentì un rauco ruggito provenire dalla cucina e all'improvviso, come se avesse saputo esattamente cosa fare, prese a spargere sale davanti a sé e continuò a farlo fino a disegnare un cerchio con lui stesso al suo interno, una linea compatta fatta di inutili speranze.
«Sono stati i dieci anni più belli della mia vita» sussurrò a se stesso, girandosi verso il pericolo. Lentamente, rilassò i muscoli e attese.
Qualche istante dopo, ecco che "comparve" il cane infernale con la sua padrona.


«Ho ucciso Morte...»
«Dean,» cominciò Sam per l'ennesima volta, «è impossibile, avanti! Morte che muore? A questo punto, se qualcuno mi sparasse, la ferita – che ne so – si rimarginerebbe all'istante e io continuerei a vivere normalmente!»
«Vogliamo provare?» gli chiese il fratello bevendo un sorso di birra. Guardava il tramonto. Amava farlo. Forse perché gli sembrava di terminare un incubo e sperava di svegliarsi e di ritrovarsi fra le braccia della madre, il tre novembre del 1983, chissà?
Sam puntò lo sguardo in basso e sospirò. «Mi dispiace» ammise.
Il maggiore dei Winchester bevve ancora un sorso dalla bottiglia, appoggiato alla sua Baby. «Hai permesso a Rowena di aiutarti. E quali sono stati i risultati? Ah, già! Charlie è morta, Castiel è sparito, Crowley sarà più incazzato del solito. Ed è tutta colpa tua.»
Le parole di Dean furono taglienti e Sam chiuse per un attimo gli occhi. Era un duro colpo, ma nel profondo sapeva che suo fratello aveva almeno un po' di ragione dalla sua parte. Come al solito, il piccolo Sammy voleva aiutare e ha combinato un casino. Prima Charlie, ora Castiel. Il prossimo? Non voleva neanche pensarci.
«Rimetti il culo in macchina» riprese Dean.
Sam si passò una mano sulla faccia. «Dove andiamo?» chiese già sapendo la risposta.
Dean, ovviamente, voleva una sola cosa, in quel momento: «Dobbiamo trovare Castiel.»


Vista da fuori, la casa di Annabeth sembrava imprigionata in una cupola di inchiostro nero. Metteva i brividi, anche senza sapere cosa fosse e cosa – chi – vi fosse racchiusa all'interno. Il sale sembrava reggere, i sacchetti erano ben nascosti, l'acqua santa in abbondanza, ma Annabeth non era del tutto sicura ormai che quella nube fosse un agglomerato di anime tormentate dell'Inferno.
Infatti, come lei stessa aveva pensato, il sale non si mosse di un solo granello, ma, ahimé, l'essere misterioso era comunque riuscito ad entrare nella sua modesta casa e procedeva lento verso di lei.
«Non può essere!» esclamò Annabeth, impietrita. Sentiva il sudore gelido che dalla testa le scendeva sul collo, le mani cominciavano a perdere le presa sulla boccetta e la vista annebbiata non le permetteva di vedere bene il suo nuovo ospite.
Annabeth cadde a terra insieme alla boccetta d'acqua santa, la testa tra le mani. «Ehilà, sai già chi sono?» le stava dicendo una voce. Era la sua, nella sua testa, ma a parlare era quella nube, non lei. La ragazza cercò di urlargli contro qualcosa, ma la sua voce si disperse nell'aria come un semplice respiro; l'unica forma di dialogo sembrava essere la telepatia: fu così che Annabeth pensò di avere un solo modo per scacciare almeno momentaneamente il nemico. Ad occhi chiusi e con le mani sulle orecchie in una posizione istintiva, cercò di tranquillizzarsi e recitò mentalmente l'incantesimo.
«Lux caelestis quae me formaris,
te invoco.
In nomen mihi equitem fumi bella,
Quies diffunde et malum aliena.
Lux caelestis quod fact sum,
me auxilium tuum ne eiuraveris,
nunc ille qui tibi dico fac:»
Ad incantesimo quasi finito, Annabeth non sentiva più il bisogno di allarmarsi, il peggio era andato: ricordarsi un incantesimo in latino imparato secoli prima era un'impresa. Allontanò le mani dalle orecchie e tutto quel silenzio la soprese: stava funzionando, quindi ora aveva la certezza che non si trattasse di un demone e dato che lo aveva solo congelato nello spazio, mancava solo il tocco finale: con gli occhi ancora serrati, si rialzò in piedi, più stabile di prima e spalancò gli occhi come quando ci si sveglia dopo un incubo: erano pieni di una luce blu così scura da farli sembrare neri, così forte da far paura. Inspirò e finì l'incantesimo: «volatum auge et gladium argenti destringe!» Dai suoi occhi, la luce si irradiò immediatamente intorno a lei e – fulminea – spazzò via la nube nera, spedendola lontana da lei ed il sole tornò raggiante a invadere le sale della casa di Annabeth.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Supernatural / Vai alla pagina dell'autore: Marra Superwholocked