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Autore: giambo    23/09/2015    1 recensioni
Il loro primo incontro non si seppe mai con certezza come avvenne. Si dice che Shanks, entrato come se nulla fosse al Mermaid Cafè, tra gli sguardi stralunati di cameriere e clienti, si fosse seduto ad un tavolo, ordinando una bella birra fresca. Catturando, ovviamente, la curiosità della proprietaria del locale, non abituata ad avere un Imperatore tra i propri clienti.
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Non si trattò di uno schiaffetto, di quelli fatti più che altro per esprimere disappunto. La sirena lo colpì con forza, con il chiaro intento di infliggergli più dolore possibile. Shanks incasso il colpo senza proferire parola, il sorriso appena incrinato.
“Questo è per non esserti fatto vivo per mesi.” fu la fredda spiegazione di lei, gli occhi color degli abissi che scintillavano.
Genere: Erotico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Shanks il rosso
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Ehm...salve! Non so proprio come mi sia potuta venire in mente una storia romantica su loro due, ma ormai...la frittata è fatta! Spero che vi possa piacere, e che vogliate lasciarmi un vostro pensiero, così magari da incoraggiarmi o meno sul scrivere ancora su questi due.

Un saluto e buona lettura!

 

Denti da squalo e capelli rossi

 

 

La porta si aprì all'improvviso, facendo entrare un fascio di luce azzurrina all'interno. All'ingresso si stagliava un uomo alto e magro, con una disordinata zazzera rossa in testa, ad incorniciare un volto sorridente.

“Salve!” dichiarò il nuovo arrivato, facendo il suo ingresso all'interno del Mermaid Cafè. “Sperò che abbiate voglia di accudire e dissetare uno stanco viaggiatore.”

Shirley alzò lo sguardo dal giornale che stava leggendo, con in faccia un'espressione tutt'altro che accogliente. La sirena veggente privò le proprie labbra dal conforto della sua pipa, alzandosi dalla propria poltrona in fondo al salone, il tutto senza smettere di fissare, con fare torvo, il nuovo arrivato.

“Andate pure ragazze.” ordinò alle sue dipendenti, i suoi splendidi occhi di un blu scuro e profondo fissi su quelli neri e magnetici del viaggiatore. “Qui me la sbrigo io.”

Le altre sirene non fiatarono, andando a servire subito gli altri clienti e lasciando i due soli all'interno della stanza. Del resto, era regola che al Mermaid Café, quando, molto raramente ultimamente, si faceva vivo il Rosso, se ne occupasse la proprietaria. Non era una novità che tra i due, nonostante in pubblico mostrassero una fredda cordialità, od almeno Shirley ci provava, ci fosse dell'intesa. Ma le cameriere del locale erano famose per la loro discrezione. Dopotutto, la privacy del loro capo non era affare loro.

“Allora, Madame...” esclamò il pirata, il sorriso immaturo sempre più ampio. “Ti sono mancato?”

Shirley non rispose subito. La sirena si limitò a squadrarlo per circa mezzo minuto con occhio critico, il cipiglio sempre più cupo. Infine, dopo essersi assicurata che stesse bene, con quel pazzo non si era mai sicuri, la mora lo schiaffeggiò in faccia.

Non si trattò di uno schiaffetto, di quelli fatti più che altro per esprimere disappunto. La sirena lo colpì con forza, con il chiaro intento di infliggergli più dolore possibile. Shanks incasso il colpo senza proferire parola, il sorriso appena incrinato.

“Questo è per non esserti fatto vivo per mesi.” fu la fredda spiegazione di lei, gli occhi color degli abissi che scintillavano.

Poi, quando il Rosso provò ad aprire bocca, per spiegare il motivo di quel suo silenzio, era pur sempre un Imperatore, non poteva chiamarla via lumacofono tutti i giorni come se niente fosse, lei lo afferrò per il bavero della camicia, baciandolo con forza e facendo danzare le loro lingue per più di un minuto.

“Questo per cosa è, invece?” chiese lui, il sorriso birbante sempre stampato sul volto, una volta che si staccarono.

“Sta zitto e scopami.” fu la secca replica di lei, cominciando a strappargli i vestiti di dosso. “Quando parli fai solo danni.”

 

 

Nessuno sapeva di preciso come era iniziata. Shanks non era tipo da stare fermo in un posto per troppo tempo, e raramente gli era capitato di stazionare sull'isola degli uomini-pesce per più tempo di quello necessario alla sua ciurma per fare rifornimento, pronti a sfidare per l'ennesima volta le acque selvagge del Nuovo Mondo.

Eppure, una volta, per qualche strano scherzo del destino, l'irrequieto capitano Shanks il Rosso aveva deciso che poteva permettersi il lusso di fare il turista per alcune ore. Il fatto di trovarsi su un'isola nemica, appartenente all'epoca a Barbabianca, non lo sfiorava neppure. Ed ogni volta che Ben gli ricordava di non fare stupidaggini, fiato sprecato ma non si sapeva mai che gli entrasse in testa una buona volta, lui scoppiava a ridere, dicendo al suo secondo che essere un pirata implicava cacciarsi nei guai.

“E' del tutto bacato.” borbottava Beckman, ogni volta che lo vedeva dirigersi fischiettando verso il centro cittadino dell'isola. “Si farà ammazzare uno di questi giorni.”

“Nahhh, io non credo.” replicava spesso Yasopp. “Del resto, come si dice? L'erba cattiva non muore mai!”

Il loro primo incontro non si seppe mai con certezza come avvenne. Si sospetta che Shanks, entrato come se nulla fosse al Mermaid Cafè, tra gli sguardi stralunati di cameriere e clienti, si fosse seduto ad un tavolo, ordinando una bella birra fresca. Catturando, ovviamente, la curiosità della proprietaria del locale, non abituata ad avere un Imperatore tra i propri clienti.

Da lì in avanti era nata una turbolenta, quanto passionale, storia d'amore. Shirley, nonostante trovasse i modi ingenui, infantili e chiassosi del rosso estremamente irritanti, si era accorta di non potere fare a meno di lui, mentre Shanks, nonostante prendesse tutto alla leggera, si era affezionato fortemente alla sirena, e cercava di andarla a trovare appena poteva.

 

 

Si baciavano con passione, o meglio, lei lo baciava con passione. Essendo mentalmente ancora un bambino di circa otto anni, Shanks a letto non aveva un briciolo di iniziativa, causando non poco fastidio nella sua donna.

“Sii uomo.” gli diceva, spesso, a muso duro, mentre si trovavano completamente nudi ed avvinghiati sul letto di lei. “E fammi vedere di cosa sei capace.”

Allora il Rosso, muovendosi con la grazia di un elefante, cominciava a guidare la situazione, facendo impazzire la sirena. Shirley non aveva ancora capito come diavolo faceva quel bambino troppo cresciuto ad essere così bravo a letto senza neanche sforzarsi troppo. Sapeva dove mettere la sua unica mano rimasta con precisione millimetrica, riusciva con la bocca e la lingua a solleticare i centri del piacere di lei più nascosti. In particolare, il pirata andava letteralmente pazzo per il seno della sirena. Lo baciava per minuti, succhiandole i capezzoli turgidi, mentre era dentro di lei, e facendola gemere di piacere.

“Oh...” la mora morse la spalla del suo uomo, lacerandogli la carne con i suoi denti affilati da squalo. “Shanks...non ho idea di cosa tu stia facendo...ma continua, ti supplico...”

Lui le sorrise, ma stavolta fu un sorriso dolce, adulto, da uomo innamorato.

“D'accordo Madame...” le sussurrò all'orecchio, muovendo il bacino con ritmo cadenzato, donandole ad ogni colpo nuove fitte di piacere. “Se è questo che desideri...”

L'orgasmo colpì entrambi con violenza, quasi di sorpresa. Troppo impegnati a godersi la loro vicinanza per badare eccessivamente ai bisogni dei loro corpi. La prima a raggiungere il picco fu Shirley, che nel tentativo di contenersi baciò con tutta la carica erotica che possedeva il Rosso, mentre anche lui, pochi secondi dopo, esplodeva il proprio piacere dentro di lei.

Poi, entrambi sudati ed affannati, rimasero fermi immobili, abbracciati, a coccolarsi sotto la luce azzurrina che filtrava dalla finestra chiusa di lei.

“Ogni volta sei sempre più famelica.” la prese in giro lui, togliendole i capelli sudati dalla fronte. Per tutta risposta, lei gli morse la spalla, conficcandogli i propri denti aguzzi nella carne.

“Sei un insolente!” borbottò dopo, infastidita nel constatare che il suo morso non aveva avuto l'effetto sperato. “Dovresti portare più rispetto alla tua donna.”

“Mia?” il pirata sembrò sinceramente perplesso. “Perché dici così?”

La sirena, sollevando gli occhi al cielo, preferì lasciar perdere. Era ancora troppo di buon umore per farsi il sangue cattivo con l'immaturità del suo uomo.

“Lascia stare.” replicò, avvolgendo la propria coda attorno alle gambe di lui. “Godiamoci il momento...”

 

 

L'acqua era limpida e fresca al contatto, ed era piacevole stare seduti sugli scogli, con i piedi, o nel caso di lei, le pinne, in acqua.

“Mi piace sempre venire qui con te.” esclamò Shanks, osservando la Baia delle Sirene in tutto il suo splendore fiabesco. “E' un posto...magico.”

Shirley sorrise, mentre soffiava fuori dalla propria pipa bolle di tutti i colori. Trovava che quell'atmosfera da favola fosse l'ideale per trascorrere insieme le ultime ore che erano loro rimaste, prima che lui partisse di nuovo.

“A cosa pensi?” le chiese lui.

“Pensavo a cosa direbbe di me mio fratello.” dichiarò lei, preferendo non affrontare quell'argomento con lui. “Odia gli umani oltre ogni altra cosa, chissà come reagirebbe se scoprisse che mi vedo con uno di loro.”

“Magari, vedendo quanto sono affascinante, potrebbe decidere di cambiare opinione su di noi umani.”

“Shanks!” lo rimproverò lei. “Possibile che devi sempre prendere tutto alla leggera? Sei insopportabile quando fai così!”

Il pirata scoppiò a ridere.

“Scusami, ma questi discorsi io non li capisco. Abbiamo così tante cose in comune che mi viene impensabile considerarti diversa da me.” il suo sguardo divenne dolce. “Se fossi così diversa da me, come tanti sostengono, come mai riusciamo a condivedere sentimenti, emozioni e passioni come quelle di prima? Il razzismo tra umani e uomini-pesce è sciocco, e credo che non abbia senso avvenelarci questo momento con simili discorsi.”

Lei sorrise, appoggiando la testa sulla spalla di lui. Forse era nel giusto, quando diceva di non rovinare quei momenti con pensieri cupi. Ed ultimamente, il ricordo di suo fratello non era stato tra i suoi pensieri più allegri.

“No, hai ragione.” sussurrò dolcemente, accarezzandogli il volto. “Certe cose lasciamole fuori.”

Rimasero fermi immobili per i successivi cinque minuti, godendo l'uno della vicinanza dell'altro.

“Tra un po' dovrò andare.” dichiarò lui all'improvviso, rompendo l'dillio. Shirley cercò di non dare a vedere che la cosa le dispiaceva, ma fallì nel suo intento, dato che Shanks le accarezzò i capelli, sorridendogli dolcemente.

“Non devi preoccuparti.” dichiarò. “Starò bene.”

“Lo so.” replicò lei, la voce amorfa. “Tu riesci sempre a stare bene.”

“Ed allora qual è il problema?”

“C'è bisogno di chiederlo?!” sbuffò la mora. “Sparisci per mesi interi, e poi pretendi che basti restare qui per una manciata di ore per sistemare tutto? Sei un dannato egoista, Shanks il Rosso. Come tutti i pirati, del resto. Una dannata razza dedita solo ai propri interessi: bere, mangiare e diventare sempre più ricchi e puzzolenti.”

Quando vide che lui scoppiò a ridere, la sirena si arrabbiò ancora di più, spingendolo in acqua con una spinta decisa.

“Ehi! Il bagno non era programmato!” si lamentò il Rosso, sputacchiando acqua salmastra.

“Anche la tua partenza non è programmata per oggi!” ringhiò lei, tuffandosi in acqua e nuotando con destrezza ed agilità attorno a Shanks, che la seguiva divertito con la coda dell'occhio.

“Cosa vuoi fare? Affogarmi?” domandò con tono ironico.

La testa di lei spuntò fuori dall'acqua, osservandolo in cagnesco.

“Ci sto pensando.” fu la secca replica. “Almeno non te ne andresti a fare l'idiota in giro per il Nuovo Mondo.”

“Oh, non credo che uccidermi sia la cosa migliore da fare.” osservò lui, il sorriso canzonatorio sempre stampato in faccia. “Facciamo così: resterò altri due giorni, e ti prometto che mi farò vivo più spesso.”

Lei lo squadrò con fare critico.

“Mi fido poco delle tue promesse...” borbottò. “Tanto so già che non la manterrai.”

“Ed allora cosa vuoi fare? Annegarmi?”

Per tutta risposta, Shirley si immerse, afferrandolo per le gambe, e trascinandolo giù. Poi, prima che il pirata potesse tentare di risalire, lei gli prese il viso tra le mani e lo baciò con dolcezza.

Rimasero lì per parecchi secondi, immobili, circondati dall'oceano blu, con i capelli che fluttuavano come alghe, mentre le loro bocche incollate non smettevano di danzare. Infine però, come tutte le cose, anche quel momento magico ebbe fine, ed i due risalirono.

“Sei...strana!” esclamò lui, guardando perplesso la sirena. “Prima dici che vuoi affogarmi, e poi mi baci!”

Per tutta risposta, Shirley risalì a riva, dove ondeggiò pigramente la sua lunga e sinuosa coda da squalo.

“Va.” disse infine.

Lui la osservò confuso.

“Come?”

“Parti!” gli ordinò la mora, senza guardarlo in faccia. “Non ha senso costringerti a restare qui se non vuoi. Vai a giocare a fare il pirata...” nel suo tono era presente una punta di amarezza che non sfuggì al Rosso. Quest'ultimo infatti, con una mossa fulminea, afferrò la sirena per la coda, ributtandola in acqua.

“Ma che diav...”

“Nessun sacrificio!” dichiarò lui, abbracciandola. “Devi smettere di pensare di essere un peso per me, perché non è così.”

Poi, senza darle tempo di ribattere, il pirata la baciò. Un bacio lungo, passionale, sfrenato, che fece ben presto sentire ad entrambi i vestiti come un impiccio.

“Shanks...” la voce di lei era roca, mentre la bocca di lui le regalava avidi succhiotti lungo il collo e sui capezzoli. “Sei un dannato idiota...ma ti amo.”

Lui sorrise nel sentirla parlare in quel modo, mordicchiandole il seno, e facendola sospirare di piacere.

“Anch'io, Madame.” le sussurrò all'orecchio successivamente. “Anch'io.”

Poi, i due si immersero nell'acqua cristallina, unendosi in un momento di sesso sfrenato e passionale, alla ricerca di quella felicità che, entrambi sapevano, non poteva durare per sempre. Lui era un pirata tra i più temuti degli oceani, e lei una semplice sirena con un inquietante potere preveggente, la separazione era inevitabile, anche se tutti e due speravano fosse solo momentanea.

 

 

Alcuni giorni dopo, dentro i suoi alloggi, Shirley guardò la sua sfera di cristallo, strumento indispensabile per permetterle di squarciare i veli del futuro. La sirena ci aveva pensato più volte di usarla negli ultimi tempi, ma poi si era sempre trattenuta, temendo di vedere, tra i possibili eventi futuri, anche il destino di Shanks.

Eppure quel giorno la sfera le sembrava così invitante. La richiamava con una forza intensa, quasi bramasse di essere letta e decifrata da lei. Stava per metterci le mani sopra quando un sorriso sbarazzino ed infantile squarciò la sua mente, facendola allontanare dalla sfera, di nuovo lucida di agire e pensare.

Non oggi...pensò con il sorriso sulle labbra. Voleva cullarsi nel dubbio e nell'incertezza di tutti gli innamorati, senza sapere se i suoi sogni più segreti si sarebbero avverati o meno.

Voleva godersi il presente

Oggi voglio essere...una donna innamorata...e basta.

Il futuro poteva attendere.

 

 

Fine

  
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