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Autore: Puffola_Lilla    23/09/2015    6 recensioni
Ce lo siamo chiesti tutti che cosa fosse successo non appena finita la guerra. Ecco allora una piccola One-Shot su quei primi istanti subito dopo la battaglia vissuti da Ginny.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Weasley, Ginny Weasley, Harry Potter, Neville Paciock, Ron Weasley | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Dopo la II guerra magica/Pace
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Primi attimi dopo la guerra

La Sala Grande di Hogwarts non era mai stata così gremita di persone, oltre che di qualsiasi altro tipo di creatura prendente parte alla battaglia. Elfi domestici, Centauri, Mezzi Giganti, Giganti veri e propri, Fantasmi erano tutti lì, persino Mirtilla Malcontenta. Chi a festeggiare la vittoria, chi a piangere la morte di uno dei loro cari. Ginny alzò la testa dalla spalla della madre, guardando intorno a sé. In tutta quella distruzione e confusione, l’unico sguardo famigliare che incontrò fu quello del suo migliore amico Neville. Egli stava seduto in un angolo, con la spada ancora in una mano. Lui le accennò un saluto con la testa, prima di prestare nuovamente l’attenzione alla ragazza accomodata al suo fianco. Ginny sorrise, felice di vedere, che fosse Hannah Abbott. Neville aveva un debole per lei sin dalla fine del suo quinto anno, era stato lui stesso a confessarglielo. Il sorriso formatosi sul suo volto però scomparve presto, lasciando nuovamente il posto alla tristezza. Finiva sempre così. Ogni volta che un pensiero felice la invadeva, un altro triste le tornava alla mente. Certo la guerra era finita, ma a che prezzo? Il suo amico e spesso compagno di banco Colin era morto. Erano diventati amici fin da quando si erano ritrovati nella stessa barca, nel loro primo anno di scuola e si erano avvicinati ancora di più, dopo che lui l'aveva perdonata per beh... averlo pietrificato. Sembrava solo ieri quando in realtà, da allora, era passato tanto tempo, ed ora egli non c'era più. Così come Tonks e Lupin... O suo fratello Fr… Non riuscì nemmeno a terminare il suo pensiero. Improvvisamente tutta quella folla le sembrò soffocante. Alzandosi in piedi decise di uscire da quella sala.

“Io ho…Ho bisogno di un po’ d'aria fresca.” Disse lei alzandosi. Sua madre annuì soltanto senza dire una parola. Ginny era dispiaciuta a lasciarla, ma sapeva che tutto il resto della sua famiglia, fatta eccezione per Ron, sarebbe rimasta lì con lei. Il forte dolore provato fino ad allora, si mischiò ad un’improvvisa rabbia nei confronti di suo fratello. Quello che tutti pensavano come il suo fratello preferito. Beh, non era vero. Per quanto gli volesse bene, Ginny aveva sempre odiato alcuni suoi comportamenti, molto spesso fuori luogo. Questo era solo uno di quelli. Come poteva essere l’unico della famiglia a non essere presente? Poteva accettare che non ci fosse Harry, anzi quasi lo capiva. Tutta quella folla, non aspettava altro che il Salvatore del Mondo Magico, fosse stata nei suoi panni sarebbe già scappata in un Eremo. Ma qual era la scusa di Ron per non essere con la sua famiglia?
“Ginny so di non avere il diritto di dirtelo, ma sappi che se vuoi che qualcuno ti accompagni, posso farlo io.” Disse Percy e per la seconda volta nel giro di poco, Ginny riuscì nuovamente a sorridere, grata a quel fratello, che mai avrebbe pensato di rivedere, figuriamoci tutto il resto. Anche quella volta però il suo sorriso si spense in fretta.
“Grazie Percy davvero, ma in questo momento ho solo bisogno di stare qualche minuto da sola.” Percy annuì tornando ad abbracciare George, così come un fratello maggiore era giusto facesse. Di nuovo il suo pensiero andò a Ron con ulteriore rabbia. Quante volte aveva avuto bisogno di Ron e lui non c’era stato? Non era tutta colpa sua, Ginny ne era consapevole, ma era come se lui in quel momento fosse diventato la sua momentanea valvola di sfogo.

Molto confusa sul suo attuale stato emotivo, Ginny lasciò la Sala Grande, ma invece di dirigersi fuori, decise di continuare a camminare fino alla sua amata Sala Comune. La Rossa non era più tornata a scuola da dopo Pasqua e fino ad allora, era stata quello il rifugio per tutti i Grifondoro, membri dell’ES. Lei e Neville all’interno di essa s’erano curarti parecchie ferite. Arrivare davanti alla Signora Grassa però non si rivelò una cosa tanto semplice. Tutti i corridoi erano sgombri di persone, ma pieni di polvere, calcinacci e qualsiasi tipo di detrito. Alcune scale sembravano pericolanti, ma la ragazza continuò per la sua strada, apparentemente incurante del possibile pericolo. Fu proprio mentre Ginny saliva i gradini di una di queste scale, che un incantesimo pronunciato in un grido disperato la fece finalmente fermare. Un’improvvisa barriera invisibile, formatasi davanti a lei, la sbalzò all’indietro, facendola cadere.
“Sei per caso impazzita? Non hai visto che la scala non aveva più gli scalini?” Disse Ron corso subito al suo fianco con ancora la bacchetta in mano. Il viso pallido e tirato, mentre si accucciava per controllare che tutto fosse apposto. Ginny sembrava malconcia, ma non più di quanto già non fosse in precedenza. Niente di rotto comunque. “Maledizione Ginny, potevi morire!”
“Io stavo…stavo…” Tutta la rabbia provata dalla ragazza in Sala Grande scomparve e lacrime copiose riempirono il suo viso. Ron, ancora tremante, abbracciò la sorella con tutta la forza, che ancora gli restava. Improvvisi singhiozzi la percossero, mentre egli un po’ goffamente le accarezzava la schiena.
“Va tutto bene, sei al sicuro ora. Scusa se prima ho urlato.” Gli disse Ron. Ginny continuò a piangere tra le braccia del fratello che lasciò che si sfogasse, conscio di tutti i possibili significati di quelle lacrime.

“Ginny.” Disse una flebile voce alle spalle di Ron. Fu allora che la ragazza vide Harry ancora sotto shock, bianco come un cencio, appoggiato ad Hermione, certamente non con un'espressione migliore. Ron si staccò dalla sorella ed Hermione fece altrettanto da Harry, permettendo ai due di abbracciarsi. L’abbraccio di Harry per poco non le tolse il fiato per quanto intenso. “Non azzardarti mai più a farmi prendere uno spavento del genere.”
“Mi dispiace io non so che cosa mi era preso.” Disse lei ora terribilmente mortificata. Harry le alzò il mento con una mano, guardandola negli occhi, poi ardentemente poggiò le sue labbra alle sue. Non l’avrebbe mai fatto, se non avesse visto nello sguardo della ragazza, il suo stesso desiderio. Così l’aveva baciata e Ginny aveva risposto al bacio assaporandone ogni istante, dimenticandosi di ogni cosa. Le labbra della ragazza ancora sapevano di sale, per le precedenti lacrime, ma per Harry fu comunque il bacio più bello che si fossero mai dati. Perché finalmente era libero di poterlo fare.
“Beh, noi andiamo in Sala Grande.” Disse Ron intrecciando le dita a quelle di Hermione. Diciamo quasi libero, lei aveva pur sempre dei fratelli iperprotettivi. Ginny si staccò da Harry, prima che Ron se ne andasse.
“Ron. Grazie per prima. Per essere il fratello che sei. Grazie per tutto.” Ron la guardò perplesso. “Ti spiegherò ogni cosa un giorno. Te lo prometto.” Lui annuì ancora confuso.

“Venite in Sala Grande con noi?” Chiese Hermione, parlando per la prima volta. La testa appoggiata alla spalla di Ron. Che fosse finalmente avvenuto il miracolo? Sembrava proprio di sì.
“Voi avviatevi noi vi raggiungiamo dopo.” Rispose Harry.
“Si beh, non fate troppo tardi.” Aggiunse Ron, non riuscendo a trattenersi. Certe abitudini evidentemente erano davvero dure a morire. Il silenzio tornò a far da padrone, non appena Ron ed Hermione, sempre mano nella mano, lasciarono gli altri due da soli. Harry condusse Ginny nel corridoio di fronte a loro, dove si sedette contro il muro facendo appoggiare la testa della ragazza al suo petto. Rimasero fermi in quella posizione, senza dire niente solo per una decina di minuti, bastarono però a far calmare definitivamente Ginny e a far riposare per un poco il ragazzo. Harry avrebbe voluto chiederle tante di quelle cose, ma sapeva che era lui quello a doverle dare maggiori spiegazioni.
“Ti va di parlare?” Chiese infine Harry.
“No.” Disse lei alzandosi improvvisamente in piedi, facendolo allarmare. Che sia quello il momento in cui si sarebbe beccato la sua prima Orcovolante? “Cioè ovviamente si. Ci sono tante di quelle cose che vorrei sapere, solo non ora. Io se non ti dispiace vorrei poter tornare dalla mia famiglia. Si staranno già preoccupando.”
“Ma certo che non mi dispiace. Avremo tutto il tempo di parlare in futuro.” Disse lui alzandosi sollevato. Avrebbe dovuto dirle che era dispiaciuto per Fred, per il suo amico Colin, ma in quel momento proprio non ce la faceva. Non era nemmeno sicuro che a Ginny sarebbe importato sentirglielo dire. Dopo la morte di Sirius l'ultima cosa che voleva fare era parlarne.
“Lo avremo davvero, Harry?”
“Te lo prometto. Non ho intenzione di andare più da nessuna parte. Non questa volta.”
"Buono a sapersi." Harry le prese la mano, e i due si incamminavano insieme verso la Sala Grande. Durante il lungo tragitto un nuovo sorriso apparve sulla faccia di Ginny, ma questa volta nessun nuovo pensiero triste ne seguì.
“Sono così contento che la Ginny capace di sorridere, di cui mi sono tanto innamorato, sia ancora nascosta lì da qualche parte.”

“Si anch’io, ho quasi avuto paura di me stessa.” D’altronde era difficile essere tristi con Harry che le sussurrava tali parole. Sarebbe stata di nuovo triste non appena tornati dalla sua famiglia, lo sapeva, ma aveva appena perso un fratello, ed era giusto che per un po' fosse così. “Ehi Harry?”
“Si?”
“E' successo quello che penso tra Ron ed Hermione?” Egli sembrò essere deluso da quella semplice domanda, chiaramente aspettandosi dell'altro dopo quella sua dichiarazione.
“Si credo proprio di sì. In realtà io li ho visti baciarsi nel bel mezzo di una battaglia. Quindi è più che probabile.”
“Era ora. E comunque anch'io ti amo, Harry. Davvero.” Le disse guardandolo. “E' solo che il fatto che ora non mi vada di parlare, non implica che tra noi non ci siano delle cose da chiarire.”
“Lo so Ginny credimi sono il primo a volere che le cose tra di noi ripartano nel modo giusto. Senza più segreti.” La ragazza non disse nulla, annuendo soltanto alle sue parole. Poco dopo i due arrivarono davanti all’entrata della Sala Grande. Harry si fermò appena dietro la porta, voltandosi a baciarla per una seconda volta, non sicuro di quando la cosa sarebbe potuta ricapitare.
“Non puoi immaginare quanto tutto questo mi sia mancato.”
“E' mancato anche a me. Sei sicuro di voler entrare? Posso andare solo io se tu non te la senti ancora di affrontare tutto questo. Sarai pure stanco.” Harry trasse un profondo respiro.
“Prima affronto tutto ciò e prima potrò cominciare a scoprire, cosa significhi avere una vita quasi normale e credimi non vedo l’ora.”


Angolo Autore: Lo so, sono una ragazza strana. Tutti lì a scrivere FF sulle coppie più strane: Hermione/Drago, Ginny/Drago, Fred/Hermione ed io ancora a preferire le classiche coppie descritte dalla Rowling. Che ci posso fare sono fatta così. Spero comunque che la mia storia vi sia piaciuta.
  
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