Genere: | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il bosco ¨¨ un turbine di colori caldi e soffici che indicano l'avanzare dell'autunno. Il vento ulula tra le strade del piccolo villaggio situato tra il bosco e il fiume. Le foglie colorate danzano felici tra quelle raffiche andando qualvolta a sbattere contro qualche finestra o porta.
Dal camino esce un fumo denso e dentro quella casupola di legno e paglia vive una famiglia felice di contadini formata da due genitori affettuosi una figlia graziosa e un figlioletto dispettoso. A differenza di tutta la sua famiglia Tanisha, che era il nome della figlia del contadino, aveva un aspetto pi¨² da nobildonna che da contadina. Portava lunghi capelli neri e una carnagione chiara che nemmeno il sole dei campi riusciva a scurire. Una cosa molto particolare inoltre erano i suoi occhi, grandi e leggermente a mandorla e con un color arcobaleno, dico arcobaleno perch¨¦ ¨¨ difficile da descrivere. Una volta sembrano azzurri una volta verdi altre volte rossi o ambrati.
La ragazza era a pelare le patate con un coltello affilato, la madre le dice sempre di stare attenta con quel coltello ma a lei veniva naturale maneggiarlo, quando sent¨ª la madre lamentarsi e la risata divertita del suo fratellino. - Sta volta non la passi liscia Asif!-
- Cosa ¨¨ successo madre? -
- Asif ha bagnato tutta la legna! e ora come accendo il fuoco? -
- Aia, sta volta l'hai fatta grossa caro il mio fratellino- Disse Tanisha con una risatina vedendo il bambino correre verso di lei per nascondersi dietro la gonna della sorella. La madre usc¨ª dalla porta della cucina con un mattarello in mano, era giovane e si direbbe che al massimo avesse un bambino, capelli ricci e rossi e occhi verdi, vedendo che Asif si era gi¨¤ rifugiato nella sua tana sicura il suo viso si schiar¨ª in un sorriso caldo e complice con la figlia.
- Dai madre per questa volta lascialo andare, non succeder¨¤ pi¨², vero fratellino? - Chiese al fratello arruffandogli i capelli gi¨¤ arruffati e lo incit¨° a chiedere scusa alla madre, il bmbino chiese umilmente scusa con un faccino cos¨ª dolce chr madre e figlia non riuscirono pi¨² a trattenere le risate.
- Vado a raccogliere della legna - disse la figlia mettendosi sulle spalle un mantello.
- Oh si ti prego, senza non potremo ne cucinare ne riscaldare la casa.
Tanisha riusc¨ª a convincere il fratellino a rimanere a casa per aspettare il padre che era andato a fare le spese nel villaggio vicino, cos¨ª si inoltr¨° da sola nel bosco.
Era un bosco a lei conosciuto da sempre veniva a raccogliere legna o frutti a seconda delle stagioni. Faceva freddo e il vento non cessava di soffiare cos¨ª la ragazza si afrett¨° nel suo lavoro anche se avvolte aveva la sensazione di qualcuno che la osservava o la seguiva. L'inquietitudine in lei aument¨° quando vide una figura di animale grande che sfrecciava tra i cespugli e spariva. Corse a casa con quanto fiato aveva e con la legna che rallentava un p¨° il passo. Entr¨° in casa e lasci¨° cadere davanti all'uscio i fasci di rami
- Che hai figlia mia? sei tutta sudata e col fiatone-
- Oh, non ¨¨ niente madre- disse pulendosi il sudore col fazzoletto che teneva sempre nel taschino della gonna - Mi ¨¨ parso di vedere la figura di un animale e mi son affrettata a tornare a casa, la legna pu¨° bastare per questa sera? - La madre le porse una tazza d'acqua - certo baster¨¤-
- Ah, nostro padre ¨¨ tornato! - disse tutta gioiosa vedendo sul tavolo mucchi di alimenti come patate e cipolle . La paura e la stanchezza erano svanite in lei e si dimentic¨° pure cosa vedette nel bosco quel pomeriggio.
Arriv¨° sera e tutti insieme si misero a cenare amabilmente quando sentirono un ringhio vicino la finestra, da prima lo scambiarono per il rumore del vento, per¨° il ringhio continu¨° e si spost¨° verso la porta, il padre prese da un angolo un bastone lungo e resistente, solitamente cacciava via i cani selvatici con quel bastone. Apr¨ª la porta ma non vide nessuno e nel richiudere la porta disse - Non vedo nessuno, credo che i cani se ne sian- non riusc¨ª a finire la frase che qualcuno o qualcosa strapp¨° via la porta e la scaravent¨° nel cortile.