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Autore: Marra Superwholocked    23/09/2015    1 recensioni
Una misteriosa ragazza di nome Annabeth è l'unica che può fermare l'Oscurità.
Ma Crowley ha nascosto ai Winchester un segreto a dir poco imbarazzante... Cosa c'entra la dolce e potente Annabeth con il diabolico e sadico Re dell'Inferno?
Genere: Avventura, Drammatico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Castiel, Crowley, Dean Winchester, Sam Winchester, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Annabeth, la saga'
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Capitolo 5

Here and there, somewhere in the air

 

«Tutto qui? Non l'hai ucciso?» chiese Dean. «E io dovrei crederti?»
«Santa madre del peccato, no!» esclamo il Re degli Inferi. «Ma tutto ciò che vi ho detto è vero. Ripeto: stavo per ucciderlo per legittima difesa quando è semplicemente scomparso. Nessuno dei miei lo ha più avvistato. È volato via.» Crowley era libero di uscire dalla trappola rosa disegnata da Sam, ma rimase lì fermo dov'era: non aveva alcun pretesto per scappare, dato che i Winchester erano i migliori per fare quanto lui avesse in mente.
Dean, turbato, alzò il mento. Una parte di lui credeva alle parole di quel bastardo di un demone dagli occhi rossi; l'altra parte, tuttavia, combatteva ancora contro il Marchio e cercava a tutti i costi di ricordare a Dean stesso la sua vera natura, umana, per fargli dimenticare quanto lui, da demone, si fosse fidato del suo ex Re. «E non ha lasciato alcuna traccia? Tipo, non so, miracoli o roba del genere?» Din, din, din! Il Marchio vince il primo round da Dean di nuovo umano!
«No, nulla, zero, nada» rispose Crowley. Finalmente cominciò a camminare: era arrivato il suo turno. «Ora, se non sbaglio, avevamo un accordo» li sfidò con lo sguardo.
Dean annuì, silenzioso e meditabondo. Che fine aveva fatto il suo angelo?
«Bene» iniziò Crowley sorridendo. «Dovete uccidere una ragazza.»


Annabeth aveva appena fatto in tempo a prununciare l'incantesimo. La coltre nera non c'era più, al suo posto solo silenzio e una luce accecante di un sole tropicale. Era distesa sul bagnasciuga di una spiaggia la cui sabbia rifletteva la luce della Stella come se fosse l'unica cosa che sapesse fare. Le onde di un mare calmo e caldo le stavano bagnando le punte dei piedi sicché erano scalzi. Probabilmente aveva perso le scarpe durante la "fase di atterraggio".
«Ehi!» urlò all'improvviso un uomo alle sue spalle.
Annabeth si alzò a fatica e mise a fuoco l'immagine. Con tutto quel caldo che il luogo emanava, l'uomo aveva il coraggio di indossare un impermeabile sopra un pesante completo nero con cravatta blu incorporata. «C-Cast-Castiel?» balbettò rauca – l'incantesimo l'aveva prosciugata di ogni forza – crollando poi di nuovo sulla sabbia.
«Attenta!» Castiel corse da lei e l'aiutò a rialzarsi ed un suo semplice sorriso le riscaldò il cuore.
«Sei Castiel, non è vero?» gli chiese sottovoce.
«Sì» rispose lui gentilmente. «Chi ti manda?»
«Ah, magari lo sapessi!»
Castiel poi la fece sedere un po' più distante dal mare e le diede il suo impermeabile perché il vento, sulla pelle bagnata, era freddo e pericoloso.
«Come ti chiami?» le chiese Castiel, gli occhi corrucciati e arrossati.
«Annabeth.»
«Oh, è davvero un bel nome!» le disse radioso. «In enochiano significa dolce e amaro
«Sì, lo so. Grazie» rispose semplicemente lei, nascondendo un mezzo sorriso ironico. Non ne era per niente grata, maledizione!
Castiel, tuttavia, rimase sorpreso. Quella ragazza sapeva chi era e sapeva anche il significato del suo nome in enochiano, la lingua degli angeli. Chi era, dunque, Annabeth? «Sei una Nephilim?»


«Una ragazza?!» Dean, furibondo per svariati motivi – tra cui la sua intera vita – girò le spalle a Crowley e si passò le dita della mano sugli angoli della bocca. «Una ragazza? Dobbiamo uccidere una ragazza?» chiese nuovamente, ora più gentilmente.
«Crowley» disse Sam, «sei un demone» scherzò con un mezzo sorriso.
«Alce» replicò il Re, «ti facevo più brillante.»
Sam, divertito e al tempo stesso anche infastidito, scrollò le spalle e guardò altrove. Sapeva benissimo che Crowley ce l'aveva ancora con lui e che – prima o poi – gliel'avrebbe fatta pagare, quindi diede un calcio al di dietro del suo istinto e rimase zitto zitto nel suo angolino. Crowley, invece, assaporò quel briciolo di vittoria verbale che poté permettersi e rispose a Non Alce, tranquillo come sempre: «Sì, è esatto.»
«E perché?» chiese Dean, grattandosi una guancia. «Se un centinaio di persone ti danno fastidio, ti basta schioccare le dita ed ecco che le loro anime scendono nel tuo Regno e ora mi vieni a dire che hai paura di una ragazzina?»
«Non è una ragazzina, razza di imbecille» replicò Crowley. Si era fatto più cupo, più nervoso. «È una eflim...» biascicò il Re.
«È una cosa?!» stridì Dean. Sam, d'altro canto, preferiva starsene in disparte per un po', ad ascoltare.
Crowley camminò verso la finestra di quella catapecchia con il tetto. «È una Nephilim» disse, ora più limpido. «O qualcosa del genere. Nessuno sa cosa sia.»
Sam e Dean rimasero a bocca aperta. «Mi stai dicendo che una Nephilim-o-qualcosa-del-genere sarebbe più forte del Re dell'Inferno?» domandò sarcastico Dean. Gli veniva da ridere e così anche a suo fratello.
Crowley no, non rideva. Rimase a fissare la notte buia e silenziosa al di fuori di quella finestra fatiscente. Quando abbassò lo sguardo, il Re notò con dispiacere che parlare di quella cosa lo metteva a disagio. «È imbarazzante» confessò.
I Winchester gli si avvicinarono cauti alle spalle. Ai loro occhi, Crowley sembrava per la prima volta... senza forze, innocuo.
«Quella ragazza è una novità per tutti, in questo mondo. All'inizio sembrava che il Paradiso e l'Inferno avessero raggiunto una tregua, ma con l'andare degli anni, tutti noi capimmo che la ragazza stava diventando pericolosa, così Naomi la portò via con sé e da allora se ne sono perse le tracce.» Crowley parlava con malinconia, gli occhi fissi nel vuoto.
Dean ebbe un flashback: «Naomi?!»
«Sì, Naomi» rispose Crowley. «Naomi era la madre della ragazza.»
«E chi era il padre?» chiese Sam, finalmente uscito dal suo guscio. «Hai detto che è una novità, quindi non doveva essere umano, giusto?»
«Giusto» rispose ancora il Re. «Il padre è un demone.»
«Un demone?!» gli fece eco Dean. Sam, invece, si limitò a spalancare lo sguardo, ma entrambi erano rimasti parecchio shockati. «Bene!» riprese il maggiore. «Se la madre era un angelo e il padre è un demone... Come si uccide?»


Annabeth raccontò tutto – più o meno tutto – a Castiel. Non tralasciò quasi alcun particolare della sua vita, da quando le venne insegnato come gestire il potere a quando era scappata dal suo rifugio. Gli raccontò anche della possessione da parte del demone degli incoci, di Fergus e del dolore che provava ogni volta che tentava di ribellarsi al demone. «Mi trovo sempre in bilico e a volte sento di star per cadere» stava dicendo Annabeth. Le lacrime cominciarono a gonfiarle gli occhi e Castiel le prese il viso tra le mani.
«Calmati, okay?» le disse cercando il suo sguardo. «Non c'è nulla che non vada, non è colpa tua!»
«Non è vero!» gli urlò contro, singhiozzando. «Metà angelo, metà demone! Non so nemmeno cosa sono!»
Castiel si morse il labbro; gli si strinse il cuore, vederla così. Così potente e fragile al medesimo istante. L'abbracciò, fu l'unica cosa che gli riuscì di fare. Imitando il gesto umano, sentiva di poter togliere almeno una piccola parte del peso che opprimeva la piccola Annie, che tanto piccola non era, dopotutto.
La ragazza, poi, si liberò dell'abbraccio e si asciugò le lacrime. «Che stupida» disse fra sé e sé. «Son venuta fin qui per uno scopo ben preciso, invece ecco che mi metto a piagnucolare sulla mia vita!»
«Non sei stupida» disse Castiel serio. «Però c'è un problema: non posso localizzare Sam e Dean.»
Annabeth rimase di sasso. «Cosa?»
«Ho inciso sulle loro costole delle protezioni e...»
«Per la miseria, Castiel! E adesso?!» e boom una palma vicino a lei prese fuoco tra mille scintille.
Castiel, ovviamente, notò con quanta facilità quella specie di Nephilim poteva perdere la pazienza, caratteristica del padre. «Usa i tuoi poteri, no?»
«Ah-ehm... Non credo sia possibile» confessò. Forse si era dimenticata qualcosa...
Castiel, infatti, si accigliò.
«Un uomo è entrato in un mio sogno, recentemente, e mi ha detto che per arrivare al mio obiettivo, avrei dovuto per prima cosa trovare te. E poi, se usassi ancora i miei poteri, l'Oscurità potrebbe trovarmi e...» Annabeth buttò un occhio all'orizzonte; il mare era tranquillo, ma era molto preoccupata.
«Okay, allora possiamo fare una cosa» disse Castiel.
«Cosa?»
«Unire le forze.»
Così ecco Annabeth e Castiel in piedi, l'una di fronte all'altro. I loro occhi erano concentrati e sereni, ma dentro di loro avvenne qualcosa di unico: per la prima volta nella storia, un angelo legava se stesso all'anima di una Nephilim, anche se questo non è il termine giusto. I loro corpi si illuminarono e divennero sempre più impossibili da guardare, da fissare. L'aria intorno ad essi parve congelarsi, ma lontano da loro qualcosa di nero e vivo si avvicinava ad una velocità incredibile. Né Annabeth né Castiel riuscirono a prevedere l'arrivo di quella cosa, almeno fino a che l'angelo – tramite i poteri della ragazza – non riuscì a localizzare i Winchester.
«Li vedo! Tieniti forte!» le disse Castiel.
Lei sorrise e per un solo istante perse la concentrazione e intravide con la coda dell'occhio la nube nera, sempre più vicina. «Sbrigati, è qui! Mi prenderà!»
Ma a Castiel serviva più tempo, non era facile, non sapeva nemmeno lui cosa stava facendo con esattezza. Pensò, tuttavia, di non dire nulla ad Annabeth e di sforzarsi sempre di più, tanto che gli uscì una gocciolina di sangue da una narice. Strinse i denti e proseguì; avvertì dolore ovunque, testa, petto, muscoli, gambe, stava per crollare, ma non si arrese e finalmente riuscì a catapultarsi nel luogo che voleva, ma...
Annabeth e Castiel persero il contatto giusto mezzo secondo prima che egli fosse riuscito definitivamente nell'impresa e solo Castiel arrivò ansimante e quasi privo di conoscenza dai due fratelli.
Annabeth, come prima lo era Castiel, sparì nel nulla.
Crowley, avvolto come i due umani dalla luce che Castiel portò con sé, si voltò stringendo gli occhi a fessure sottilissime e, quando vide Castiel, poco prima che questi svenisse, esclamò: «Ehi, Culo Piumato è vivo!» [1]

 


Note:
[1] Citazione di Lucifer Wings (prima Sullivans Dream) Grazie, cara :3

   
 
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