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Autore: Frasca94    23/09/2015    2 recensioni
dal testo:
"Ti dedico questo fiore!" le aveva detto Dougal, porgendole un cardo selvatico.
"Sei sicuro di volermi onorare con un cardo?" aveva chiesto una giovane McGranitt, un po' offesa dal confronto.
Il ragazzo sorrise e, prendendole le mani nelle sue, disse queste parole:
"Minerva, tu sei come questo fiore: fiera, rigida e piena di terribili spine ..." disse, mentre la ragazza si rabbuiò e cercò di liberare le mani dalla presa del ragazzo.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Minerva McGranitt
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Ti dedico questo fiore



 
Minerva McGranitt era appena entrata nel suo studio, prima di recarsi alla lezione con gli studenti del secondo anno.
Nella sua mano aveva due lettere, una rivista e la Gazzetta del Profeta, che presentava un piccolo titolo in basso a destra: "8 Babbani uccisi in Scozia".
Aprì subito il giornale, girò a pagina 22 e lesse preoccupata l'articolo:
 
Nei dintorni di Caithness, in Scozia, ieri sera sono stati massacrati otto Babbani: quattro donne, due bambini e due uomini.
Tra questi Colin e Hannah Mackintosh e i loro due figli, Rosmary e Steven, che sono stati trovati morti nella loro casa. Le autorità babbane non riescono a capire come sia successo, ma il Ministero sostiene che sia stata usata una maledizione senza perdono.
Due donne, Isabel Boot e Nancy Elliot, invece, sono state trovate in un bosco da un turista.
Stavano facendo una passeggiata quando qualcuno le ha aggredite e mutilate.
Mentre nella notte, sempre nei paraggi, sono stati uccisi e trovati senza vita nel loro cottage tra i campi, John Cameron e sua moglie, Helen Duncan.
 
 
L'articolo non diceva molto, ma almeno riportava i nomi dei malcapitati.
Minerva lo lesse velocemente con una ruga in mezzo alla fronte, poi lanciò il giornale su una sedia e trasse un sospiro di sollievo.
Quando aveva letto quel titolo in sala grande, era dovuta letteralmente scappare e salire nel suo ufficio, per leggere da sola l'articolo.
Aveva avuto paura, Minerva.
Aveva avuto paura di leggere quei nomi.
Aveva avuto paura di conoscere quelle persone.
Per sua fortuna, questa volta, non conosceva quelle famiglie, che erano vissute nella sua città d’origine.
Ringraziò che sul giornale non ci fosse scritto il nome di Dougal McGregor.
Si ricordava ancora quel bel giovane babbano, che lavorava i campi vicino a casa sua.
 
"Ti dedico questo fiore!" le aveva detto Dougal, porgendole un cardo selvatico.
"Sei sicuro di volermi onorare con un cardo?" aveva chiesto una giovane McGranitt, un po' offesa dal confronto.
Il ragazzo sorrise e, prendendole le mani nelle sue, disse queste parole:
"Minerva, tu sei come questo fiore: fiera, rigida e piena di terribili spine ..." disse, mentre la ragazza si rabbuiò e cercò di liberare le mani dalla presa del ragazzo.
"... Ma, una volta che si superano le spine che usi per tenere a distanza la maggior parte delle persone, si scoprono dei delicati e dolci petali di un lilla intenso" finì il suo discorso.
Minerva smise di lottare contro la sua stretta e vide i suoi occhi, che la guardavano intensamente.
E dopo quello che parve un secolo, il ragazzo le strinse più forte le mani, portandosele al petto.
"Lo senti il mio cuore? Io mi sono innamorato di te!" ammise con una luce negli occhi.
"Dougal..." provò a fermarlo la ragazza.
"Minerva …” la interruppe lui e, sempre tenendole le mani, si inginocchiò nel campo che aveva arato il giorno prima.
"… Vuoi sposarmi?" le chiese, speranzoso.
Minerva non ci pensò un attimo: si gettò tra le sue braccia, facendogli perdere l'equilibrio.
"Sì! Sì! Sì!" urlò lei dalla gioia, cadendo insieme a lui per terra.
Risero tutti e due e si rialzarono.
"Oh, mi dispiace! Ti sei sporcata tutta di terra" commentò Dougal, troppo contento per essere realmente dispiaciuto.
"Oh, non fa niente, tanto adesso con un gratta e netta risolvo..." si bloccò la strega. E all'improvviso la gioia che prima l’aveva inondata, l’abbandonò completamente.
"È un modo di dire "con un gratta e netta"? Non l'avevo mai sentito" disse il ragazzo troppo felice per notare la sua strana espressione.
"Sì, una cosa del genere" rispose lei senza entusiasmo.
Stava per farsi scoprire da Dougal, da un babbano.
"Ora devo andare" concluse triste Minerva, correndo lontano da lui, mentre le lacrime sfuggivano a loro volta sul suo viso arrossato.
 
La professoressa McGranitt fu riportata alla realtà da una lacrima, che come nei suoi ricordi, scendeva sulla sua guancia.
Ripensò a quando, il giorno dopo, era andata da lui per dirgli che non lo amava e che non lo avrebbe sposato, senza dargli ulteriori spiegazioni.
Quanto aveva pianto, quanto aveva sofferto quel giorno.
Aveva completamente perso la testa per Dougal, si era innamorata. Ma non poteva permettere che il matrimonio con lui finisse come il matrimonio dei suoi genitori.
Sua madre, una strega, aveva abbandonato e tenuto nascosta a suo padre, un babbano, la sua vera natura, finché la piccola Minerva non diede segni di magia.
Ricordava ancora la frustrazione di sua madre, quando non poteva esprimere le sue abilità magiche e come suo padre si sentisse tradito per i segreti di sua moglie.
Così dopo che anche i suoi due fratelli, Malcom e Robert, furono cresciuti, l'intesa tra i suoi genitori a poco a poco si era sfiorita fino all'indifferenza.
Minerva aveva deciso di non voler condannare a un matrimonio del genere Dougal. Voleva lasciarlo libero e felice; e questo implicava che lei non facesse parte della sua vita.
 
Di nuovo la professoressa McGranitt fu riscossa dai suoi malinconici pensieri dal bussare alla porta.
"Avanti" disse, cercando di ricomporsi.
"Minerva, sono venuto a vedere come stai" spiegò il professor Silente, entrando nell'ufficio.
"Cosa ti fa pensare che non stia bene?" rispose, cercando di mantenere un tono indifferente.
Il preside la trafisse con i suoi occhi azzurri e Minerva capì di non potergli nascondere nulla.
"Non è lui, per fortuna. Cioè, mi addolora molto la morte di otto persone, ma io avevo paura di leggere il suo nome, invece Dougal e sua moglie stanno bene, almeno spero..." spiegò tutto d'un fiato.
"Minerva! Calma! Ho capito, tranquilla!" la rassicurò Albus.
"Ora scendo. Ho lezione" concluse la McGranitt, alzandosi in fretta.
"Il passato è passato, Minerva. Buttalo via!" le disse Silente.
Minerva lo guardò intensamente.
"Ci proverò Albus... A patto che lo faccia anche tu!" disse, notando un'ombra nei suoi occhi.
“Come sai, io non sono molto bravo” commentò, prima di cercare qualcosa in tasca.
"Ah eccola! Questa è arrivata dopo che tu hai lasciato la sala grande" spiegò Albus, porgendole una lettera.
Minerva la prese e vide chi le scriveva.
"È Elphinstone Urquart, era il mio capo, quando lavoravo al Ministero" commentò lei, appoggiandola sulla scrivania.
"Non la apri?" le chiese il preside.
"Magari più tardi, l'ultima volta voleva vedermi per un consiglio" concluse la McGranitt.
"Bene! Ora vado" esclamò Silente con un sorriso.
"Grazie Albus!" disse lei, mentre lui usciva, lasciandola sola.
Minerva guardò le tre lettere e le mise insieme a Trasfigurazione Oggi nel primo cassetto.
Poi uscì dal suo ufficio per recarsi a fare lezione, pensando che non sarebbe mai riuscita a dimenticare Dougal.
 
 
 



 
 
Ciao a tutti!
Sono tornata con una one-shot dedicata alla professoressa McGranitt.
Sono rimasta molto colpita dalla storia di Minerva raccontata dalla Rowling su Pottermore (qui vi inserisco il link, se volete conoscere più particolari e capire perché ho inserito tale Elphinstone Urquart XD https://www.pottermore.com/writing-by-jk-rowling/professor-mcgonagall) e da lì ho preso ispirazione per questo racconto.
Spero che vi sia piaciuto.
A presto
 
FRASCA
 
 
  
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