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Autore: kissenlove    23/09/2015    4 recensioni
Dal capitolo #1
Era sempre una grande impresa riabituarsi a spazi nuovi, a compagni che ti guardano come se avessero davanti uno straniero, come se non avessero mai assistito a una cosa del genere.
Ciò mi portava inesorabilmente ad impegnarmi a ricercare tra una miriade di parole che mi ronzano nei pensieri qualcosa che potesse andare bene, qualcosa che desse un impatto positivo. Ero ferma, dinanzi alla figura del professore, che aveva appena concluso il suo consueto discorso agli studenti sul loro impegno nello studio, per poi accennare in modo vago il mio arrivo come nuova studente della Seiyo Accademy. Dopo di quello, un veloce chiacchierio di sottofondo si diffuse fra i miei nuovi compagni che si stavano chiedendo il motivo per cui non parlassi.
Era un problema presentarmi come si deve. Mostrarmi come ero in realtà, senza costruirmi una falsa me, ma anche questa volta riuscii a stravolgere tutto con un tono freddo che non mi apparteneva. Accennai un inchino, verso il basso, spingendomi in avanti, e poi alzando gli occhi color blu cobalto mi presentai.
-Piacere. Yumiko Hinamori. -
Il silenzio.
/STA A VOI SCOPRIRE COSA CENTRANO I PERSONAGGI CON AMU E IKUTO/
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amu Hinamori, Ikuto Tsukiyomi, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                 Io, il lucchetto. Tu, la chiave.

                                                                   Yumiko #1



Ennesima scuola nuova
Il pensiero che mi assilla il cervello da quel giorno in cui mia madre mi aveva ufficialmente messo al corrente del suo progetto lavorativo, che includeva non solo una grande possibilità dal punto di vista finanziario, ma anche un nuovo trasloco. Mia madre qualche settimana prima ricevette una chiamata da un famoso imprenditore aziendale informandola, che avendo saputo per caso del suo grande prestigio come editor e visto anche la sua bravura, aveva deciso di volerla incontrare per farle un colloquio, se fosse andata bene mia madre avrebbe trovato lavoro. 
La prospettiva non mi eccitava particolarmente, avrei dovuto abbandonare nuovamente gli studi a metà dell’anno, e anche le amicizie che mi ero trovata lì, senza contare che mi ero abituata al dialetto parlato in quella zona. Ma mia madre mi aveva assicurato che per lei era un occasione che difficilmente si ripresentava una seconda volta, e promettendomi che sarei stata a mio agio nella mia nuova scuola, mi convinse a lasciare Scotland. 
Il tempo di preparare i documenti, di smistare gli oggetti da portare in valigia, e vendere il nostro appartamento che fu un impresa molto veloce, che partimmo, con aereo internazionale, verso il Giappone. 
Dopo dodici ore lunghe, passate ad osservare la bellezza delle nuvole bianche e soffici come zucchero filato, eravamo atterrati all’aereoporto di Osaka, dove da lì avremmo preso un taxi e saremmo giunte alla nuova casa presa in affitto. 
Mia madre mi informò che dopo aver sistemato la trafila del trasloco, avrei iniziato a frequentare le lezioni alla Seiyo Accademy, e senza neanche avermi chiesto un parere, mi ero ritrovata iscritta. 
Ero capitata nella prima
Mia madre decise che per quella mattina mi avrebbe accompagnato lei, e io non protestai. 
-Allora... Yumiko sei contenta della tua nuova scuola? - iniziò, mostrando una lieve punta di emozione nel tono di voce.
Aveva gli occhiali posati sul naso, che le stavano quasi cascando, e gli occhi color ambra fissi sulla strada dinanzi a noi.
-Uhm, diciamo. - risposi io, titubante appoggiandomi con la testa contro il vetrino. 
-Oh, tesoro. Rilassati.. - mi ricordò mamma, sterzando velocemente in una curva. - Ci sono passata anche io.. - 
-Forse adesso so da chi ho preso questa ansia per le presentazioni. - dichiarai, scocciata. 
Non potevo prendere almeno qualcosa del carattere di mio padre? 
-Ah.. già. - mugugnò mamma, schiarendosi la voce. -Ricordati di stare sempre al lato della cattedra! - 
-Cosa centra? - 
-Ti sto dando un consiglio, tesoro. - fece mamma, mostrandomi per un momento il suo volto, ma solo per poco, quando era alla guida non si poteva permettere nessuna distrazione in particolare. 
Io annui, ancora decisamente spaventata. Non mi piaceva stare al centro dell’attenzione di tutti. 
-Andrà bene. Tu sta tranquilla! - 
-Sì, mamma. - reclamai io, cercando di suonare un poco convincente. 
Mia madre sospirò. Scalò molto velocemente le marce, dalla quarta alla prima, e spense la vettura, tirando il freno a mano, sbloccando con un gesto veloce le portiere, incitandomi a scendere. 
-Sai dove devi andare vero? - mi domandò nuovamente, quando fui fuori dalla macchina. 
Io sospirai. 
-Certo, lo so! - 
-Bene, buona fortuna amore mio - si congedò, chiudendo la portiera, e rimettendo in moto. 
Non appena accelerò la nostra Renault sparì, diventando invisibile all’orizzonte. Mi girai nel momento stesso in cui notai che non vi era nessuno da quelle parti, guardando l’immenso edificio di fronte a me, che sul davanti aveva un bel giardino. Vabbene, male non mi può andare, pensai facendo un veloce ragionamento sulle mie ultime presentazioni, e iniziai a muovere qualche passo verso l’ingresso. Chiesi a un addetto alle pulizie che stava dando una spazzata nei dintorni se mi sapesse spiegare dove fosse la mia classe, lui accennò un sorriso, e mi rispose chieda in segreteria. 
Lo lasciai riprendere il suo lavoro, e salii la rampa di scale, trovandomi ad accendere, tramite una porta a scrigno, che mi immise nel lungo corridoio, costeggiato da molti armadietto, rigorosamente chiusi a lucchetto. 
I miei occhi blu si spostarono velocemente fino a una specie di porticina, con su scritto segreteria. 
-Perfetto! - esclamai. Corsi velocemente, trovandomi ad affacciarmi vicino a quella porticina, trovandomi davanti una signora, diciamo anziana, piegata su una piccola scrivania, con la testa incassata nelle spalle, impegnata a riordinare i vari curriculum e circolari che provenivano dal preside. Picchiettai piano l’indice piegato. 
-Scusi? - 
La donna alzò lo sguardo, scrutandomi con un magnetico verde chiaro. 
-Prego, signorina. - 
-Mi dispiace disturbarla, ma vorrei sapere dove si trova la classe prima del liceo. - 
La signora mi sorrise. 
-Certamente. - si sporse. - Sali quella rampa di scale, in fondo al corridoio a destra. - sottolineò. 
Io la congedai, e andai verso una seconda rampa di scale, che portava a un altro corridoio, dove però vidi molte porte di aule chiuse; procedetti spedita finché non mi trovai di fronte l’aula interessata. Mi bloccai sul posto, con una mano portata verso il pomello della porta, con la vaga sensazione di paura che mi avvolgeva lo stomaco fino a stritolarmelo; serrai gli occhi, strizzandoli ferocemente, e dicendomi nella testa - Ora o mai più - sbucai, con la testa dentro, nella piccola aula i cui alunni, - li avevo contati - ne erano quaranta. Il professore di quell’ora, con corti capelli marroni, seduto comodamente alla scrivania, di fronte alla classe, si alzò per venirmi ad accogliere.
-Ti stavamo aspettando! - fece lui, increspando un sorriso. 
Io arrossii vistosamente. 
Lui guardò i suoi alunni e li informò del nuovo arrivo. Non appena concluso il suo discorso, gli occhi di tutti quei ragazzini della mia stessa età si impiantarono tutti nei miei, blu come il mare, mentre entravo in paranoia, cercando disperatamente di trattenere le mie gambe in modo che non schizzassero via. 
Era sempre una grande impresa riabituarsi a spazi nuovi, a compagni che ti guardano come se fossi uno straniero venuto nel loro territorio, quando poi era poca la differenza, come se non avessero mai visto nulla del genere. 
Ciò mi portò inevitabilmente a crucciarmi su che parole potessi usare per articolare bene quel discorso, per non suonare troppo falsa, ma al tempo stesso essere sincera e convincente, qualcosa che desse un impatto positivo. 
Ero ferma, quasi ferma, visto che ciondolavo su un piede, dinanzi alla gracile figura del professore, che aveva appena concluso la lezione, per poi accennare brevemente del mio arrivo alla Seiyo Accademy.
Dopo di quello, un veloce chiacchiericcio si diffuse fra i miei nuovi compagni che si stavano chiedendo il motivo per cui non parlassi e mi stessi prepotentemente zitta. Era un problema presentarmi come si deve, senza non inscenare una falsa determinazione. Mostrarmi come ero in realtà, senza una facciata di inganni, ma anche questa volta riuscii a stravolgere del tutto il mio comportamento con un tono freddo e di una indifferente, che sicuramente era un tratto comune in famiglia. Accennai un veloce inchino, verso il basso, e sporgendomi in avanti, con gli occhi fissi su loro dichiarai. - Piacere. Yumiko Hinamori. - 
Il silenzio. 










**Angolo di Yumiko!** 

Salve cari, premetto che è la seconda log fic che scrivi su Amu e in particolar modo su Shugo Chara! 
Ma questo nuovo sfogo avrà come protagonista Yumiko che, guarda caso, ha lo stesso cognome di Amu. 
Che cosa le accomuna? E che cosa centra Ikuto in tutto questo.. 
Se volete scoprirlo, mandatemi qualche recensioni, la prossima volta sarà più lungo XD 
Bacioni, Love 












                                                         
   
 
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