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Autore: Elissa_Bane    23/09/2015    1 recensioni
Seguito di "Cercatevi una stanza".
Questo è ciò che accade, un anno dopo l'epilogo.
E' una storia sull'amore.
Perchè l'amore è il primo motore del nostro mondo. Ed è in nome dell'amore che si compiono i gesti più belli e quelli più terribili.
[dal prologo]
Ho capito che non puoi meritare o meno l'amore. L'amore è un difetto chimico, una mutazione pericolosa quasi quanto un tumore, che ti si attacca prima ad una cellula e poi infetta tutto il resto, fino a portarti via anche il cuore. Tanti pensano che il cuore sia la prima cosa che l'amore ti porta via. Non è così: è l'ultima, e quando te ne accorgi ormai è troppo tardi.
Non lo puoi controllare, così come non puoi controllare le tempeste solari. L'amore non ha regole: non puoi scegliere a chi darlo, nè da chi riceverlo. Non puoi smettere di amare a tuo piacimento. Non puoi rifiutarti di amare, per quanto tu ti sforzi. Non puoi controllare l'amore, ed è per questo che ci fa così paura.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Jim Moriarty, John Watson, Mycroft Holmes, Nuovo personaggio, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Deduction Is Easy, Life Is Not.'
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Note dall'autrice:
Ebbene, fanciulle (e fanciulli, nel caso ce ne fossero) questa è proprio la fine di una storia che mi è costata ormai tre anni di fatiche, ripensamenti, indecisioni e infine soddisfazione una volta iniziato a pubblicarla. Mi avete reso con le vostre recensioni una persona, un'autrice felice, e sono fiera ed orgogliosa di avervi avuto come pubblico. Questa è la mia ultima nota come autrice qui, ma per chi di voi volesse ancora passare un po' di tempo a sognare avventure bizzarre, sappiate che ho iniziato un nuovo progetto, che spero di terminare al più presto.
La mia scelta di mettere le note a inizio capitolo non è casuale: le ultime parole di Cecilia che leggerete, il suo ultimo messaggio per voi, non è solo suo, ma anche mio. Perchè lei è cresciuta con me in questi anni, incominciando da una vocina che mi chiedeva di darle un volto e una storia e trasfomandosi nella me che a volte vorrei esistesse e che a volte vorrei solo cancellare. Io e lei siamo affini, ma non la stessa persona: non ci sono capitate le stesse situazione (per mia fortuna e sfortuna assieme) e non abbiamo reagito nello stesso modo a ciò che ci è stato fatto, ma abbiamo entrambe imparato che non è vero che non c'è speranza. C'è sempre speranza, per ciascuno di noi, per ogni giocattolo rotto e cristallo spezzato, c'è sempre la speranza di risalire, di rialzarci, di riprendere il controllo della nostra vita. Di lasciare che l'amore ci attraversi e ci lasci splendere come stelle.
Sono troppe le parole che vorrei dire, e non abbastanza il tempo e lo spazio.
Vi ringrazio ancora tutti e tutte voi che mi avete letta, accolta, amata od odiata, che mi avete consigliata nei momenti di stallo e mi avete spinta a non mollare.
Grazie.


 

Epilogo

I Chose You.

 

All is lost, hope remains, and this war's not over
There's a light, there's the sun, taking all shattered ones
To the place we belong, and this love will conquer all

Yesterday I died, tomorrow's bleeding
Fall into your sunlight.

 

Tre mesi dopo, ovvero il presente.
Ed eccoci alla fine. Questa è l'ultima volta che prendo in mano il laptop e scrivo di noi, di me e Sherlock e Jude.
Non solo io aspetto un bambino: tra due mesi mia sorella darà alla luce tre gemelli, tre maschietti, lo abbiamo scoperto qualche mese fa. È strano vedere Sherlock entusiasta per qualcosa che non sia un omicidio, in senso positivo, naturalmente. E ora scrivo, seppure contro il volere di Sherlock, di mio marito, che vorrebbe solo andare a letto, dopo la giornata più stancante della nostra vita.
Ci siamo sposati stamane.
Seriamente, speravo di poter evitare l'abito bianco e la chiesa e la messa e il pranzo e i balli che durano fino a tarda sera, ma Giulia aveva previsto la mia risposta e mi aveva praticamente già organizzato il tutto. Non mi sono potuta opporre al suo sorriso quando, dal letto in cui la tenevano in osservazione, me lo ha annunciato sorridente.
Ho chiesto a Giulia di essere la mia testimone e John è stato quello di Sherlock. C'erano fiori d'arancio e mughetti e nontiscordardimè a decorare la chiesa di cascate colorate d'azzurro e bianco. Il mio abito era a collo alto, di pizzo, una gonna che si apriva lievemente e una fila di bottoncini di madreperla che Sherlock maledirà innumerevoli volte nei prossimi minuti.

Ma le parole che posso usare non saranno mai adatte a descrivere tutto il resto: il sole, l'odore di zucchero e fiori, la musica, Jude e Guinevre coi fiori nei capelli, Giulia e John sorridenti. E Dio, Sherlock.
C'era una luce così pura, mentre mi avvicinavo a lui, che avrei voluto mettermi a piangere per la pura bellezza di ciò che stavo, che stavamo per fare. In bianco e nero, il mio compagno mi guardava con l'ombra di un sorriso accennato all'angolo della bocca, di nuovo il protagonista di un film muto come mi era apparso la prima volta, e quegli occhi! Quegli occhi erano la cosa più simile al Paradiso che io possa immaginare. C'era dentro tutto, per una volta leggibile come un libro aperto, spalancato al mondo, armato della convinzione che ci saremmo stati l'uno per l'altra ad affrontare insieme la vita. E ha pronunciato le sue promesse con voce sicura, quello stesso Sherlock che ha faticato a dirmi che mi ama, ha detto cose bellissime con voce salda. «Io, William Sherlock Scott Holmes, accolgo te Cecilia Rosenthal, come mia sposa. Prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, e di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita.»
E se non ci fossero state altre persone in quella chiesa, sarei anche potuta saltargli al collo e baciarlo in quel momento. Ma, per una volta, ho scelto di non traumatizzare nessuno, e mentre mi metteva la fede, ho deciso di dire ciò che dovevo e che in quel momento mi sembravano le parole più adatte. «Io, Cecilia Rosenthal, accolgo te William Sherlock Scott Holmes, come mio sposo. Prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, e di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita.» e la mia voce è tremata lo ammetto, e Sherlock non ha nemmeno aspettato che il prete gli desse il permesso di baciarmi: lo ha fatto e basta, attirandomi a sé in uno slancio di gioia. È fatta, ho pensato, non si libererà più di me.

Non avevo mai creduto al matrimonio, ma forse sbagliavo solo a guardarlo: non è solo la promessa di essere sempre fedeli e leali. È la promessa di non essere più soli, in questa vita e se, mai ce ne dovesse essere un'altra, anche in quella. È la promessa di essere sempre presenti per l'altro, in qualsiasi situazione la Ruota della vita ci venga a far trovare. È la promessa di aspettarsi sulla riva del fiume, al di là della vita, per affrontare insieme anche ciò che ci sarà dopo. È la promessa di condividere le prime parole di Jude e il primo calcio di questa Cosina che cresce dentro di me e che a malapena fa vedere la sua curva attraverso il mio ventre. È la promessa di affrontare insieme ogni criminale e assassino e trovare un modo per non annoiarsi insieme. È la promessa di svegliarmi la notte se Sherlock non c'è ed è in sala che suona, pensieroso e con la porta chiusa per non disturbare Jude. È la promessa di svegliarmi al suo fianco ogni mattina e di addormentarmici ogni sera. È la promessa di donargli tutto l'amore che il mio cuore riesce a dare, e anche quello che non riesce.

Io amo Sherlock e so che lui ama me. Di uno di quegli amori malsani, bizzarri, probabilmente pericolosi, ma veri e limpidi come una lastra di cristallo. E quello che voglio dirvi è che non dovete mai smettere di lottare. Di amare, di piangere, di urlare fino a farvi scoppiare i polmoni. Non smettete di vivere, non smettete di pensare che ci sia qualcosa per cui vale la pena andare avanti, giorno dopo giorno, stringendo i denti, soffrendo e magari perdendo un po' di se stessi nel cammino. Ogni cosa ha un prezzo, tutto ce l'ha, ma alla fine ci sarà qualcosa per cui direte che è valsa la pena lottare. Per me è il sorriso di Sherlock.
E se me lo chiedessero adesso, in questo preciso istante, o se me lo avessero chiesto due anni fa, o se me lo chiederanno tra cent'anni, se mai qualcuno mi chiederà se sono pronta a riaffrontare tutta la mia vita da capo, i pianti e le umiliazioni e il non essere amata e il dolore e la paura e il rimorso, io direi di sì, che non ci penserei due volte. Sarei pronta a ributtarmi in quel marasma di buio e sangue e cicatrici, pur di approdare alla fine a questo momento. Al sorriso di Sherlock.
Perché non c'è niente che non valga la pena sopportare in cambio della felicità.

 

Nel silenzio della notte,
io ho scelto te.
Nello splendore del firmamento,
io ho scelto te.
Nell’incanto dell’aurora,
io ho scelto te.
Nelle bufere più tormentose,
io ho scelto te.
Nell’arsura più arida,
io ho scelto te.
Nella buona e nella cattiva sorte,
io ho scelto te.
Nella gioia e nel dolore,
io ho scelto te.
Nel cuore del mio cuore,
io ho scelto te.

                                                                                   -S. Lawrence

  
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