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Autore: yukiko_no_niji    12/02/2009    1 recensioni
"Il suono del campanello mi riscosse dai miei pensieri. Guardai l’ora e sulla mia faccia si allargò un sorriso. ‹‹Arrivo!›› urlai. Sicuramente anche lui era tornato da lavoro." Sequel di "New Life" - McFly
Genere: Romantico, Triste, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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IMPORTANTE: Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere dei Mcfly (e degli altri personaggi della mia storia), offenderli in alcun modo.

 

Capitolo 15.

Giuly’s POV.

 

La mia testa era affollata da mille pensieri confusi.

Da quando c’era stata la festa di Dougie le cose per me erano molto cambiate, e non in meglio.

Quella novità della nuova band mi aveva completamente distrutta. I giorni passavano e lui aveva iniziato a fare delle piccole riunioni con gli altri componenti della band, ma io non riuscivo ancora a comprendere perché mai lo stesse facendo.

Doug era parte dei McFly e i McFly erano parte di Doug. Per me la storia finiva lì.

Ma molto probabilmente per lui non era così.. O almeno era quello che mi stava dimostrando.

Dopo aver cenato, si recava dai nuovi compagni per delle riunioni, ma di lì a pochi giorni, lo vidi uscire con il basso e a quel punto capii che con quella band iniziava proprio a fare sul serio.

Aveva preso ad uscire tutte le sere, lasciandomi a casa sola come una scema davanti alla TV a pensare a lui. Avevo anche iniziato a chiedermi se andasse veramente a fare le prove con quella stupida band oppure se mi tradisse con una ragazzina più giovane e più bella di me.

 

Quelle sere solitarie mi avevano spinto a pensare alla situazione di Tom e Giovanna. Probabilmente stavo iniziando a capire come dovesse sentirsi Tom quando Giovanna non era in casa.

Per me la sera con Doug era il momento più bello della giornata, quando io e lui ci coccolavamo sul divano, dedicando del tempo completamente a noi stessi.

Ma da un po’ di tempo quella sintonia tra di noi non c’era più, ma solo perché lui non era più con me.

E io mi sentivo sola.

 

Invece Doug dal canto suo, probabilmente non sentiva affatto la mia mancanza, tutto preso com’era dalla sua nuova attività.

L’unica cosa che mi faceva distrarre da quella strana situazione che si era creata in casa con lui, era il lavoro. Mi concentravo talmente tanto quando ero in azienda, che nelle ultime settimane avevo portato il lavoro così avanti che se non mi avessero dato altro da fare sarei rimasta a secco per due o tre settimane. E i miei colleghi se n’erano accorti e si erano compiaciuti con me, che mi vedevano così indaffarata nel lavoro.

Derek, con il quale avevo quasi sempre i turni, continuava a comportarsi in modo strano nei miei confronti. Era sempre più gentile degli altri e appena aveva un minuto di pausa veniva a scambiare due chiacchiere con me. Era come se volesse prestarmi più attenzione del dovuto.

Ma sinceramente non avevo né tempo né voglia per cercare di capire che cosa pensasse di fare.

Anche se il lavoro mi aiutava a dimenticare la mia brutta situazione con Dougie, decisi di prendermi due settimane di ferie in previsione delle vacanze natalizie, per cercare di dedicare un po’ di tempo a me stessa.

 

Un pomeriggio, pochi giorni prima di natale, mi chiamò Giovanna dicendomi che avrebbe voluto invitare me e Doug da lei per il pranzo di Natale, così saremo stati tutti assieme come ai vecchi tempi almeno per quel giorno.

Accettai con piacere, anche perché probabilmente se fossi rimasta in casa da sola con Doug avrei finito per litigare con lui e rovinarmi anche quei giorni di festa.

 

E fui felice quella mattina di trovare un’aria di piacevole serenità in casa Fletcher. Probabilmente Tom aveva trovato il modo di parlare con Giovanna e quella novità mi rese particolarmente felice.

Dopo aver dato il cappellino natalizio ad Holly andai a salutare Giovanna, fermandomi a parlare con lei.

Poco dopo arrivarono anche gli altri e tutto pareva essere nella norma, fino a quando non vidi Candy sulla soglia della sala, proprio davanti a me.

Non capivo come potesse essere riapparsa dal nulla e scambiandomi una veloce occhiata con Gi, capii che lei sapeva che cosa era successo, ma che forse per questioni private Candy non me ne aveva parlato.

 

Durante il pranzo mi era sembrata la Candy di sempre, fino a quando non si alzò e lasciò la sala. Avevo capito che se ne stava andando perché non si sentiva bene e un attimo dopo che era uscita dalla casa, Danny la seguì.

Noi restammo in silenzio, probabilmente chiedendoci come sarebbe andata tra loro due, ma dopo 5 minuti sentimmo un fortissimo schianto e ci precipitammo fuori, per vedere che era successo. Trovammo una macchina sfasciata ad una staccionata e Candy stesa a terra dall’altra parte della strada, con Danny accanto a lei.

Da quel momento i fatti si susseguirono molto in fretta.

Chiamammo le ambulanze e poi ci dirigemmo verso l’ospedale. Giovanna rimase a casa con la piccola, mentre Tom andò in macchina assieme a Harry. Ero impaziente di sapere come stava Candy e volevo stare vicina a Dan.

 

Le ore, ma anche i semplici minuti, parevano interminabili in quel corridoio attorniato da pareti bianche. C’era un odore di farmaci fortissimo, il tipico odore dolciastro degli ospedali, che mi aveva sempre stordita un po’. Erano passate più di due ore da quando io, Doug e gli altri eravamo arrivati lì per capire cosa fosse accaduto a Candy. Poco dopo che noi eravamo arrivati un dottore aveva chiamato Danny, dandogli una notizia bruttissima. Candy durante l’incidente aveva perso il bambino che stava crescendo dentro di lei da poco più di due mesi. E proprio in quel momento i monitor a cui era attaccata Candy erano improvvisamente impazziti e i dottori avevamo mandato Danny fuori ad aspettare.

E come aveva detto lui eravamo li, ad aspettare, sperando in una notizia positiva da parte dei medici.

 

Dentro la mia testa si facevano spazio tanti pensieri, tante domande.

Perché Candy non mi aveva detto che stava aspettando un bambino?

Eravamo molto amiche e lei lo sapeva bene.. forse in qualche modo avrei potuto aiutarla o consigliarla sul da farsi, starle vicina.

Ma lei no. Aveva sempre avuto il problema di non voler “disturbare” le persone con i suoi problemi. Aveva sempre preferito chiudersi in se stessa, piuttosto che chiedere un consiglio per paura dare fastidio.

Io le avevo ripetuto più volte che quando aveva un problema doveva parlarmene, ma non lo aveva mai capito.

Danny l’amava veramente tanto e mi pareva ingiusto che in quel momento lei fosse in un letto di ospedale rischiando di andarsene e vedere  vicino a me Danny soffrire in quel modo, con il cuore distrutto, invece di essere felici assieme a crescere loro figlio.

Perché le cose dovevano sempre andare male?

Perché le persone a me vicine dovevano sempre soffrire?

 

La voce di Danny mi distolse dai miei pensieri.

‹‹La prego mi dica qualcosa!›› lo vidi andare incontro ad un dottore appena uscito dalla stanza dove si trovava Candy.

Il dottore lo portò un po’ più lontano da noi e cominciarono a parlare, ma man mano che parlava, gli occhi di Danny si riempirono di lacrime, facendo segno di no con la testa.

A quel punto temetti il peggio.

 

In quel momento sentii il bisogno di avere Doug vicino, così mi avvinai a lui prendendogli la mano e lui mi abbracciò a sé.

In quel momento avrei voluto urlargli che l’amavo e che non lo avrei mai lasciato per niente al mondo..

Avevo paura e mi rendevo conto che quella era una situazione troppo pesante.

 

Pochi minuti dopo il dottore lasciò Danny e lui tornò da noi.

Con le lacrime agli occhi ci disse:

‹‹Il.. il dottore mi ha appena detto c-che Candy è entrata in uno stato coma..››

Il mio cuore si gelò.

Le sue poche parole mi avevano pietrificata.

L’unico gesto che riuscii a compiere fu quello di portare una mano alla bocca.

Non era possibile.

Qualche ora prima Candy era seduta vicino a me, a mangiare e chiacchierare per il pranzo di Natale, e adesso si trovava in un letto di ospedale in stato di coma.

Danny continuò.

‹‹Il dottore ha detto che è successa una cosa molto strana..›› la sua voce tremava e le lacrime scendevano copiosamente ‹‹.. ha detto che è come se Candy avesse smesso di reagire ai farmaci e che si fosse indotta quello stato da sola. H-ha detto che non resta che aspettare››

A quel punto andai incontro a Danny e lo abbracciai.

 

Non riuscivo a credere che tutto quello stesse succedendo veramente a lui, a tutti noi. In quel giorno le cose avrebbero dovuto rimettersi a posto, non sarebbero dovute peggiorare.

Poco dopo un’infermiera ci disse che se volevamo, potevamo entrare un po’ nella stanza.

Così entrammo, in silenzio.

Ma quando la vidi, stesa su quel letto con il volto pallidissimo e le ferite dell’impatto dell’incidente, non ce la feci a trattenere le lacrime.

Candy era attaccata a tantissimi monitor che contavano i battiti del suo cuore, aveva degli aghi ai polsi e una flebo vicino al suo letto.

 

Avevo le mani sul volto per coprirmi le lacrime, quando a un certo punto sentì due braccia avvolgermi.

Stavo per sussurrare il nome di Doug, quando voltandomi trovai Tom a sostenermi, con un piccolissimo sorriso sulle labbra. Un sorriso amaro, adatto a quella situazione.

Ma anche se ringraziai mentalmente Tom per il sostegno, le mie lacrime continuavano a scendere.

Mi voltai per cercare Dougie con lo sguardo e lo vidi in fondo alla stanza, vicino a Danny, che apparentemente guardava verso Candy, ma il suo sguardo era perso nel vuoto.

Chissà a che cosa stava pensando in quel momento…

 

Restammo in silenzio per qualche minuto, poi mi avvicinai al letto e in un impulso diedi un piccolo bacio sul una guancia a Candy, sussurrandole:

‹‹Torna presto da noi ti prego. Abbiamo tutti bisogno di te. Soprattutto Danny.››

Poi mi allontanai.

Osservai Doug che era ancora immerso nei suoi pensieri e mi voltai di nuovo verso Candy. Dopo di che uscii dalla stanza.

Non ce la facevo a vederla li distesa. Mi sentivo stare male e avevo bisogno di rinfrescarmi, avevo bisogno si un po’ d’aria.

Andai nel bagno dell’ospedale e mi rinfrescai il viso con dell’acqua ghiacciata.

 

Pochi minuti dopo ero di nuovo in quel corridoio, seduta su una sedia, poco distante dalla camera di Candy.

Anche se provavo a pensare, non riuscivo a capacitarmi di quello che stava succedendo.

Quella mattina a pranzo avevo sperato il meglio per loro… e invece mi ritrovavo lì.

‹‹Hey come ti senti?››

La voce di Doug mi riscosse.

‹‹Bene..›› sussurrai.

Dietro di lui c’erano anche Tom e Harry.

‹‹Danny ha detto che vuole stare un po’ solo con lei.. e non vuole che noi stiamo altro tempo qui, teme che sia un peso per noi›› disse Tom amaramente.

‹‹Perché non vai a salutarlo?›› mi sussurrò Doug.

Io annuii.

Bussai alla porta ed entrai.

Danny era alla finestra della camera e stava osservando fuori, con il volto rigato dalle lacrime.

‹‹Hey›› sussurai.

Lui si voltò e fece di tutto per sforzarsi di sorridermi.

Lo raggiunsi e lo abbracciai, sussurrando:

‹‹Ti prego cerca di non abbatterti.. Lei è forte e tornerà sicuramente da noi, da te. Lo sai che ti ama! E io sarò qui ogni volta che avrai bisogno, ok?››

Mi scostai un po’, per sapere la sua risposta.

Sentivo che anche il mio viso era nuovamente rigato dalle lacrime e ciò non aiutava in quella situazione.

‹‹Grazie›› sussurrò solamente.

Ma mi bastò.

Lui sapeva che io sarei stata lì se lui avrebbe avuto bisogno.

Gli diedi due baci sulle guance e lo lasciai da solo con i suoi pensieri.

In realtà mi sentivo il cuore in una morsa perché avrei voluto tenergli compagnia, ma forse lui preferiva stare un po’ da solo in quel momento.

 

Tornai dagli altri e silenziosamente ci avviammo alle macchine, nel parcheggio.

Era già scesa la sera e il cielo si stava completamente rabbuiando.

Nessuno osava dire niente, eravamo tutti troppo shockati per quello che era successo.

Quando arrivammo alla macchina ci salutammo e poi io e Doug andammo verso casa.

Durante il tragitto ero troppo immersa nei miei pensieri per dire qualcosa, ma ad un certo punto la voce di Doug mi riportò alla realtà.

‹‹Ehm.. Lo so che forse non è il momento adatto, ma… Domani avrei delle prove importanti con la band e non posso proprio mancare.››

 

Sbarrai gli occhi.

Come osava parlarmi della sua band da quattro soldi in un momento come quello?

Cercai di restare calma.

‹‹Già. Hai ragione tu. Non è il momento adatto›› gli lanciai un’occhiata piena di odio. Volevo che sapesse che quella situazione non mi andava giù. Avrebbe dovuto capirlo subito, il giorno del suo compleanno, ma lui aveva fatto la sua scelta, fregandosene di me e dei suoi migliori amici.

E io mi stavo comportando da vigliacca, perché fino a quel momento lo avevo sempre coperto.

Ma non sapevo quanto avrei retto ancora.

Lui mi guardò un secondo, con una espressione vuota, e poi si voltò dall’altra parte.

Per il resto del viaggio non volò una mosca.

 

Candy, una delle mie amiche più care era entrata in coma dopo aver perso un bambino e lui veniva a parlarmi della sua nuova band.

Come se potesse importarmene qualcosa.

Ma come poteva pensare ai suoi impegni in un momento del genere?

Che poi non era il suo lavoro.

Lui era un insegnante.

E aveva dei bambini meravigliosi che gli volevano bene.

E la sua band erano i McFly.

Erano.

E io invece ero ancora la sua ragazza.

E in quel momento mi stava trascurando, non c’erano dubbi.

Dopo tutto quello che era capitato quel giorno, avevo sperato che sarebbe stato un po’ con me quella sera, che mi avrebbe coccolata un po’, visto che era ormai troppo tempo che non stavamo più insieme.

Ma probabilmente avrebbe preferito pensare ai ragazzi della band, piuttosto che a me.

Cercai di non pensarci.

 

Quando scesi dalla macchina e entrai nel vialetto di casa, vidi che c’era un uomo abbastanza alto che stava bussando alla porta di casa nostra.

Anche se non avrei voluto guardai furtiva Dougie, che mi ricambiò con un’occhiata stranita.

Mi avvicinai piano con lui verso la porta e quando fui a poca distanza mi accorsi che i capelli dell’uomo erano rossi.

Il mio cuore cesso di battere per un momento.

Non era possibile…

Lui non poteva essere lì.

Dopo la giornata che avevo appena passato, poteva essere stata benissimo una allucinazione dovuta dalla stanchezza.

 

‹‹Mi scusi sta cercando qualcuno?›› chiese Doug.

‹‹Eh?›› la figura si voltò. Guardò Dougie con noncuranza, ma quando vide me i suoi occhi si illuminarono ed esclamò:

‹‹Giulia! Finalmente!››

Parlava in italiano e sentii il respiro mancarmi.

Daniele era davanti ai miei occhi, dopo dieci anni che non lo vedevo.

E i suoi occhi verdi erano sempre i soliti.

Quegli occhi color smeraldo che mi avevano fatta innamorare di lui, tanto tempo indietro.

Era alzato ancora ed era effettivamente diventato un uomo.

A malincuore dovetti ammettere a me stessa che era diventato un bell’uomo.

Che diavolo ci faceva li?

 

Doug mi guardò di traverso:

‹‹Hey lo conosci questo qui?››

Io annuì solamente, troppo shockata per poter dire qualcosa.

‹‹Pensavo di non riuscire più a trovarti! È tutto il giorno che ti cerchiamo!››

Chi altro c’era con lui?

Nel frattempo Doug stava diventando sempre più impaziente.

‹‹Chi è questo Giuly? Me lo vuoi dire?››

Lo guardai e sussurrai.

‹‹Da-Daniele… Si lui è Daniele››

Dissi a Doug indicandoglielo.

Doug sbarrò gli occhi.

Probabilmente aveva intuito di quale Daniele stavo parlando.

‹‹E lui è Dougie›› dissi rivolta a Daniele.

‹‹Il suo attuale ragazzo›› precisò lui acido.

Tsk. Era il mio ragazzo solo quando pareva a lui.

Daniele non lo considerò minimamente e iniziò a tempestarmi di domande.

‹‹Allora come stai? Spero che tu stia bene! È così tanto che non ci sentiamo… figuriamoci che non ci vediamo! Sono dieci anni! E tu sei cambiata un bel po’! Lavori? Che fai nella vita? Ti trovo in gran forma sai?››

 

In quel momento nella mia testa c’era veramente tanta confusione.

Che ci faceva lui lì?

Chi c’era con lui?

Perché mi era piombato davanti proprio quella sera?

Non ero proprio in vena di ricevere visite in un momento come quello.

‹‹Digli di smetterla di parlare in italiano. Siamo in Inghilterra no? Beh, dovrebbe parlare in inglese.››

Guardai Doug esterrefatta.

Che diavolo voleva adesso pure lui?

Stavo per ribattere, quando un vociare di persone mi interruppe.

Doug imprecò:

‹‹E adesso che caz..››

Ma la voce di Daniele lo bloccò:

‹‹Iris! Vane! L’ho trovata! È qui!››

Un attimo dopo vidi le facce sorridenti di Iris, Vanessa e di Walter venirmi incontro.

Non credevo ai miei occhi.

I miei vecchi amici erano li davanti a me.

 

Ero troppo distrutta da quello che mi era successo, per poter essere felice in quel momento.

‹‹Ragazzi!›› sussurrai soltanto.

Andai incontro alle ragazze e le abbracciai.

‹‹Fatevi vedere, vi trovo proprio bene. Ma quanto tempo è passato dall’ultima volta? Troppo, troppo tempo››

Iris e Vane mi sorrisero e poi salutai anche Walter.

‹‹E lui chi è?›› chiese curiosa Iris.

Mi voltai e vidi Doug completamente shockato.

Probabilmente era rimasto qualche passo indietro.

Mi avvicinai a lui.

‹‹Lui è Dougie››

‹‹Il suo ragazzo›› aggiunse nuovamente.

Lo guardai male, poi dissi:

‹‹E loro sono Iris, Vanessa e Walter››

‹‹Che ci fate qui?›› chiesi poi.

Parlò Iris.

‹‹Abbiamo deciso di fare un viaggetto e non sapevamo dove andare. Poi Daniele se ne è venuto fuori con la storia che saremmo potuti venire qui e vedere di trovarti. Siamo arrivati ieri. E caso ha voluto che oggi pomeriggio abbiamo incontrato tua madre in centro. A proposito›› sorrise ‹‹Il suo nuovo marito non è niente male!››

Sorrisi alle sue parole.

‹‹E quindi le abbiamo chiesto dove abitavi! E adesso siamo qui, fino al 2 Gennaio. E pensa che Vanessa e Walter hanno lasciato i loro due pargoletti per venire da te!››

Guardai shockata Vanessa.

‹‹Hai due figli?››

Lei annuì sorridendo.

‹‹Dobbiamo raccontarti un bel po’ di cose…››

‹‹Beh non ci resta che andare dentro, non vi pare?››

Mi voltai e mi accorsi che Daniele non aveva mollato gli occhi su di me per un attimo.

Mi sentii un po’ a disagio.

 

Doug aprì il portone e poi mi disse:

‹‹Io me ne vado in camera, tanto non ci capisco niente di italiano.››

‹‹Doug›› sussurrai afferrando il lembo del suo giacchetto.

Non volevo stare peggio di come già stavo.

‹‹Non preoccuparti. È tanto che non li vedi no? E poi io domani devo andare dai ragazzi per provare..››

Ah già. Lui doveva pensare alla band…

‹‹Beh.. Buona notte›› disse dileguandosi sulle scale che portavano al piano superiore.

‹‹Qualcosa non va?›› chiese Daniele preoccupato.

‹‹No, non preoccuparti›› dissi ‹‹Domani deve svegliarsi presto!››

‹‹Ma domani è San Stefano! Non può lasciarti sola››

Io mi limitai ad alzare le spalle.

Lui non lo sapeva, ma in quell’ultimo periodo mi ero abituata a starmene da sola.

Anche se era una situazione che odiavo.

Li feci accomodare in cucina e nel mentre preparai un po’ di the.

Non ero proprio in condizioni di stare a chiacchiera con loro, ma mi pareva scortese mandarli via. Così mi feci coraggio.

‹‹Beh, raccontatemi tutto›› dissi con un leggero sorriso.

 

Quel giorno non sarebbe mai arrivato al suo termine…

 

 

     *                                                                                         *                                                                                           *

 

Eccomi di nuovo qua. Ho dovuto aggiustarlo un po’ qui un po’ lì perché era mezzo monco questo capitolo. Non che il risultato adesso sia ottimale, ma spero che almeno buono lo sai diventato.

Lascio a voi i commenti!

 

Tsumika83 : grazie per avermi ricordato che dovevo postare, mi ha fatto molto piacere. E lo so.. sono stata un po’ cattivella con Danny.. ma speriamo che si risolva tutto.. non subito oc3 però piano piano..

Grazie Elsi <3

 

RubyChubb : Ehm.. questo è il massimo che gli farò accadere.. beh l’avevo detto che non era proprio l’allegria questa storia.. diciamo che se non ci metto di mezzo i problemi non mi piace moltissimo.. cioè, più che altro se non ho di mezzo dei problemi non mi riesce scrivere.. sono fatta male lo so.. per le tue domande, a suo tempo ci sarà una risposta. Arrivata a questo punto non è facile gestire tutti i miei personaggi, anche perché poi ognuno di loro ha dei problemi personali, ma cercherò di fare il più possibile per far capire che cosa provano tutti in questo momento. Grazie mille del commento, mi fa sempre molto piacere avere un tuo parere! <3

  

 

   
 
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