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Autore: Lukeee    23/09/2015    0 recensioni
Se un fiore può crescere e sbocciare tra i sassi, può un amore sopravvivere a intrighi e guerre?
Dal testo:
“Sei pronta a seguirmi? Sarà una via oscura e…e molto difficile. Sei pronta a mettere in gioco tutta te stessa?”
Per un istante che durò millenni si fermò.
“Noi…noi danzeremo coi draghi”
Non sapeva se prenderla come un’affermazione o una domanda. Ma era sicura della scelta che aveva preso. E decise che era la seconda opzione.
Trovò la forza di parlare, mentre il cuore accelerava.
La notte era oramai scesa e le stelle assistevano a quello che forse sarebbe stato ricordato come il principio di una nuova era.
Lei gli sorrise sinceramente. E poi, lentamente, le sue labbra articolarono poche ma inequivocabili parole.
“Yes Trystane. We will dance with dragons”
- Myrcella Baratheon - Trystane Martell - Aegon VI Targaryen - Arianne Martell - Jon Snow - Cersei Lannister - Jaime Lannister - Tommen Baratheon - Howland Reed - Daenerys Targaryen - Mark Ramius (New) - Stone Temple/Jon Connington - Daario Naharis/Euron Greyjoy - Tyrion Lannister
Storia che rende giustizia a una delle tante inutili vittime del finale di stagione.
Ora e sempre, long live the lioness
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Myrcella Baratheon, Nuovo personaggio, Trystane Martell, Un po' tutti
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Cap 15



Long live the lioness








"Be my mirror, my sword and shield,
My missionaries in foreign field
For some reason I can't explain
Once you go there was never
Never an honest word
And that was when I ruled the world"

 

Viva la Vida, Coldplay

 

 


 

 

Approdo del Re, due mesi dopo

 

“Unbowed, unbent, unbroken” si ripeté mentalmente, per farsi forza, serrando ancora di più le dita. Continuando così sarebbe finita per ferirsi. Ma non le importava.
Sospirò, mettendosi a sedere. Aprì le dita, tornando a fissare per l’ennesima volta il piccolo sole di giada. Tre settimane. Dèi, non ce la faceva più.
Il monile sembrava quasi sorriderle, nella sua immobilità eterna.
Avrebbe tanto voluto che il sole non fosse nel suo palmo, ma nel cielo, nel cielo di Dorne. E che splendesse su loro. Su entrambi.
E invece…era lì, sola.
Non c’era stata altra soluzione… Del resto questioni di eredità minori, tasse e simili non richiedeva certo la sua presenza. Le rose si sarebbero fatte non poche domande se fosse andata con lui. E non c’era bisogno di richiamare ed attirare ulteriore curiosità, sguardi, sospetti.

Tutti gli alfieri si sarebbero riuniti in segreto attorno al loro principe e a Cletus Yronwood, tornato dall’oriente. Trystane non voleva farsi trovare impreparato quando…quando ciò che doveva succedere sarebbe successo.
Si alzò dal letto, avvicinandosi alla finestra.
Le stelle la accolsero sulla terrazza, insieme all’aria fresca e pungente della notte autunnale. Sentì la brezza accarezzarle le braccia, la schiena, il ventre.
L’abito che portava…beh, non si poteva nemmeno definire tale.
Due lacci di cuoio, ricoperti di minuscoli anelli metallici, uno attorno alla base del collo, l’altro intorno alla vita, reggevano ognuno sei lembi di leggerissima seta di un ocra pallido.
Era qualcosa di tipicamente dorniano, e la faceva sentire quasi a casa.

Casa…dèi, quanto le mancava Dorne. Ma presto…presto ci sarebbe tornata.
Con lui.

Sospirò.
In quelle settimane, in quelle notti, si era ritrovata più e più volte a chiedersi cosa davvero la unisse a Trystane. Lo amava, certo. Ma…in che modo?
Non aveva mai davvero pensato a cosa fosse, a come definire il loro rapporto.
E riflettendoci sopra, era arrivata a pensare che…
Beh, il loro rapporto, senza che mai loro se ne accorgessero davvero, era mutato molto nel corso degli anni. Quello che sentiva, quello che provava per lui, da quando era tornata ad Approdo del Re…si era…evoluto?
Gli anni a Dorne erano stati qualcosa di follemente, di magicamente, di stupendamente bello, dolce, innocente, spensierato. Lo stare insieme…li rendeva felici. Stare insieme era l’unica cosa che volevano, ed erano liberi di farlo. Aveva a lungo vissuto con il costante pensiero di lui, con un’inestinguibile voglia di passare ogni momento con lui. Lui era la felicità, la spensieratezza, l’unico che la faceva sentire speciale, l’unico che, alla fine, davvero contava.
Ma poi…erano stati, o forse si erano, scaraventati all’improvviso nel gioco del trono.
E quello che fino ad allora erano stati…non poteva sopravvivere. Non erano più due ragazzini soli, liberi di fare ciò che volevano, senza preoccuparsi di nulla al di fuori di loro.
Aveva iniziato inconsapevolmente a rendersi conto, in modo più maturo, più sincero, più interiore, di quanto lo amasse. Non era più solo quella folle felicità interiore, quella voglia, quel desiderio inarrestabile di passare ogni istante insieme.

Era davvero difficile spiegare quel cambiamento. Dentro di sé ora ne era pianamente consapevole. Lo sentiva. Ma trasformare quella consapevolezza, quella percezione, quella certezza in parole era impossibile.
Forse…avevano iniziato ad amarsi per quello che erano, marito e moglie, e non più come due ragazzini che giocavano, assaporavano, si riempivano di quella straordinaria e dolce felicità nel conoscersi, nello stare insieme, nell’essere innamorati.
Le stelle, quando alzò lo sguardo al cielo, parvero quasi lanciarle un’occhiata di dolce comprensione.
All’improvviso si rese conto di avere freddo. Era oramai notte fonda, e l’aria si era fatta alquanto pungente. L’abito poi…era tanto leggero che era come non indossarlo.
Fece per voltarsi, decisa a rientrare, sdraiarsi, provare a dimenticare tutto e scivolare nel sonno. Sapeva già benissimo che tutti quei pensieri, l’assenza di lui, del suo calore, e quello che sarebbe accaduto il giorno dopo non le avrebbero permesso di chiudere occhio.
Si voltò, ma non poté muovere nemmeno un passo di più.
Per un lungo e interminabile istante si sentì come pietrificata, nella sorpresa più totale. “Cosa? Come? Domani…” pensò confusa e attonita.
Ma subito una forza interiore spense, o meglio attenuò, tutti quei dubbi.
Smise di chiedersi perché.
Tommen…” sussurrò con un filo di voce, guardando il fratello. Come aveva fatto ad arrivare fin lì?
Lui mosse qualche passo verso di lei, con lo sguardo fisso sulla sorella.
“Dèi, Myrcella…” rispose lui, quasi…meravigliato?
La luna la illuminava, mentre sorrideva sincera al fratello e una leggerissima brezza animava di vita le frange dell’abito.
Sembri un angelo...sei...sei la cosa più bella che abbia mai visto…” le sussurrò, senza riuscire a staccare gli occhi dai lei.
Fece scivolare una mano tra le fessure del vestito. Accarezzò il fianco della sorella, andandosi a perdere con il volto tra i suoi lunghi capelli dorati.
Quel profumo…riusciva sempre a estraniarlo, a staccarlo dal mondo, a fargli dimenticare tutto e tutti. Ogni altre cosa cessava di esistere. Per quei brevissimi ma interminabili, malinconici ma dolcissimi momenti poteva credere di essere tornato indietro nel tempo e che quando avrebbe riaperto gli occhi avrebbe trovato di fronte a sé quella bambina, quel viso che era scolpito in maniera indelebile nella sua memoria.
Quando li riaprì invece…ritrovò davanti a sé sua sorella, la donna che era diventata.
“Come…come stai?” gli chiese lei, con voce nervosa per l’emozione e al contempo straordinariamente dolce, come le veniva sempre naturale quando parlava con il fratello.

“Sono qui insieme a te…non potrei stare meglio…” rispose lui sospirando.
Myrcella si morse un istante il labbro. Aveva di nuovo… Perché? Gli sarebbe servito molto in futuro…
Ancora dolcesonno? Ne avrai bisogno in…”
Lui la interruppe, prendendole una mano tra le sue.
Avrò un milione di occasioni in cui potrò stringere i denti e rinunciarci. “
Sospirò, sorridendole. La guardò negli occhi, serio e sincero allo stesso tempo.

“But I have only one sister.”
Si strinse a lei, cingendola con le braccia, sfiorandole il collo con il viso.
Lei lo abbracciò, appoggiandosi alla testa del fratello. Serrò le labbra. Sentiva già quell’inconfondibile percezione, gli occhi che le diventavano lucidi.
Il dolcesonno era capace di veri e propri miracoli. La malattia era peggiorata terribilmente negli ultimi mesi, tanto che… Il re oramai faceva fatica a lasciare le sue stanze. L’ultima volta che gli aveva fatto visita…erano passate settimane oramai. I maestri erano molto restrittivi sugli incontri e poi…le faceva troppo, troppo, troppo male vederlo in quello stato. Avrebbe voluto tantissimo poterlo confortare, dargli forza, sostenerlo ma…non ce l’aveva fatta.
La voce del fratello interruppe i suoi tristi pensieri.
“Myrcella, stai tremando…qui fa troppo freddo”.
Dicendo questo, la prese per mano, quasi trascinandola all’interno. Lei si lasciò guidare, mentre una nuova sensazione la pervadeva. Era leggerezza, sollievo e…felicità. Era con suo fratello. Non poteva essere triste.
Si sedettero entrambi sul bordo del letto.
Tommen le stringeva le mani tra le sue, e per un po’ non ci fu bisogno di parole.
Volevano solo stare insieme. Il giorno dopo si sarebbero dovuti…
“Sapevo che ti avrei trovata sveglia…” disse lui, rompendo il silenzio.
Myrcella rialzò lo sguardo da terra, tornando a posarlo sul fratello.
“Sarei venuto anche prima, ma Margaery ha voluto…”
Esitò qualche secondo, cercando le parole.s
“Dato che avevo già preso il dolcesonno…mi ha chiesto di…”
Sospirò, a metà tra l’imbarazzato e il divertito.

“Vuole un principe…
Abbassò un istante lo sguardo, mentre gli occhi gli si intristivano.
Nel caso in cui io...non dovessi…”
Un lampo la attraversò. No. Non doveva nemmeno pensarlo.
Pronunciò d’impeto, d’istinto, con una forza e sicurezza che le vennero dal profondo.
Non dirlo nemmeno Tommen” sussurrò al fratello.
I loro occhi verdi si catturarono in uno sguardo magnetico.

“Siamo il sangue del leone. Niente e nessuno può imporci qualcosa che non vogliamo.”
Sentiva ogni istante di più lacrime sul punto di cadere, ma non avrebbe pianto. Non lì.
“Questo è un momento difficile, molto difficile. Ma se tu…”
Si morse il labbro con forza, per imporsi di continuare.
“Se metterai ogni tua forza in questa lotta, ogni tua energia, ogni determinazione…ce la farai. Ne sono certa.”
La vista le si annebbiò per un interminabile istante, mentre cercava di radunare ogni briciolo di forza rimastole.    
“Giura che lo farai. Giuralo a me, ma soprattutto…a te stesso.”
Chiuse gli occhi, ringraziando per essere riuscita a trattenere le lacrime.
Sentì il fratello avvicinarsi, prenderla tra le sue braccia.
Si abbandonò completamente a quell’abbraccio, lasciando che finalmente le lacrime le rigassero il viso.
Percepì anche quelle di lui caderle sul collo.
Lo strinse a sé con ancora più forza, per sentirlo vicino, per non lasciarlo scappare, per non permettergli di lasciarla.
Sapeva benissimo che non era possibile, che quella era l’unica soluzione possibile, l’unica che dava un ultimo briciolo di speranza. Eppure in quegli interminabili istanti pensò davvero che il giorno dopo non avrebbe permesso che glielo portassero via.
Non se ne erano nemmeno accorti, ma in quell’abbraccio erano lentamente scivolati sul letto, ritrovandosi ora sdraiati.
La voce di lui ruppe quel silenzio magico, immobile, surreale, quasi dolce.
Quando…quando partitisti per Dorne…mi promettesti che saresti tornata.”
Ingoiò a fatica, con la voce resa pesante dalla malinconia e dai ricordi.
I promise the same. I swear to you that I will give it all for come…for come back to you”
Myrcella lo strinse nuovamente a sé, posandogli un bacio sulla fronte. Gli accarezzò la testa con la mano, un gesto che le venne istintivo. Quante volte lo aveva fatto in passato?
We still have this night…” gli sussurrò all’orecchio.
Tommen tornò a guardarla, occhi verdi in occhi verdi, entrambi lucidi di commozione e malinconia.

“What do you want?” le chiese, con voce quasi… Forse era stata solo la sua immaginazione a fargliela udire così, ma alle sue orecchie giunse la voce inconfondibile del bambino che aveva lasciato anni prima ad Approdo del Re.
E quella domanda…cosa voleva davvero? Voleva che quella notte non avesse mai fine. Voleva che il giorno seguente non giungesse mai, in modo che lui… Voleva che lui non partisse. Voleva non doversi separarsi da lui. Voleva che la malattia non fosse peggiorata fino a quel punto. Voleva che lui non si fosse mai ammalato.

E voleva…
“No, no, no” si ordinò. Non poteva stare lì a sognare ciò che era impossibile, irrealizzabile. Sarebbe stato bello, certo. Ma erano solo stupide, inulti e soprattutto pericolose illusioni.
I don’t know. And you?” gli rispose d’istinto.
Mai e poi si sarebbe sognata di dare una risposta del genere…eppure…le sembrava di non poter trovare parole migliori. Voleva tanto e al contempo poco.
Il fratello tornò a stringerle le mani nelle sue.
“Me lo chiedi anche?” replicò, quasi divertito. Si fece però più serio, nostalgico, malinconico.
“Voglio te, te e nessun altro. Voglio stare con te, averti qui, vicino. Voglio lasciare tutto, voglio scappare, voglio tornare indietro e fermare il tempo.”
La guardò negli occhi, tanto in profondità che quasi avvertì lui entrare nei suoi pensieri.
“Voglio di nuovo quegli anni. Voglio essere felice, in pace, spensierato. Voglio rivivere tutto quello che abbiamo vissuto assieme. Voglio quella vita, quel mondo.”
Gli occhi del giovane re si persero con lui nei ricordi. E lei non poté non seguirlo in quel tuffo indietro nel tempo.
Rivissero insieme gli anni passati, in un’intesa, in una sincronia che forse scorreva sotto la loro pelle, incrociandosi e passando da uno all’altro attraverso le loro mani. O forse era telepatia. O forse…
Gods, they’ve been amazing years…” sussurrò lui, con un’espressione finalmente serena. C’era tanta nostalgia nei suoi occhi, ma anche…il solo ripensare a quei momenti aveva infuso felicità nel suo animo.
Myrcella gli sorrise, come milioni di volte aveva fatto in passato.
Yes…they were beautiful”
Tommen le strinse forte le mani, mente sorrideva, un sorriso malinconico e a tratti…un po’ folle.

Non smetterò mai di chiedermi perché...perché ci hanno divisi…” 
Lei sospirò, cercando parole che sapeva di non poter trovare. Non c’era davvero una risposta. Certo che per lei…
Lo so che per te Dorne…che lui…è stato…”
D’istinto lo interruppe, con voce dolce e sicura insieme. Non voleva che pensasse quello. Nonostante tutto, lei non aveva mai e poi mai…

“I know what you are thinking…and…you’re wrong”
Strinse con forza la mano destra di lui tra le sue.
“Non ti ho mai dimenticato. Non c’era giorno che non pensassi a te. Ma soprattutto…”
Chiuse gli occhi, andandosi ad appoggiare alla fronte del fratello con la sua.
Tommen…quello che ci unisce…nessuno, nessuno, nessuno potrai mai distruggerlo. E quello che provo per te, quello che sei stato, quello che sei e quello che sempre sarai per me…”
Un sorriso sincero le si dipinse nuovamente sul volto, mentre sentiva gli occhi tornare a farsi lucidi, quasi più di felicità che di amarezza.
Nessun altro lo è mai stato, lo è e mai lo sarà…”
La reazione di lui fu…seppe in un istante di avere fatto centro. Di avere colmato un dubbio, un vuoto, una domanda che il fratello si portava dentro da tanto, troppo tempo.
Lui provò a replicare, ma…
Chinò il capo, avvicinandosi alla sorella.
Myrcella lo strinse a sé, contro il suo seno, accarezzandogli la testa.
In quell’istante le pareva di rivedere il bambino di tanti anni prima, di stringere tra le sue braccia il fratello che aveva dovuto lasciare…per compiere il suo dovere.
Quella parte di Tommen…non era mai davvero morta. Era rimasta sepolta per tanto, nascosta, chiusa in un angolo. E solo lei ne aveva la chiave.
In quegli istanti le pareva impossibile pensare al peggio. Eppure…
No. No. No.
Quelle parole…quella notte…quell’occasione…era grata per aver potuto passare quel tempo insieme a lui. Questo contava. Il ricordo di quello che si erano detti quella notte, di quello che realmente erano li avrebbe accompagnati per sempre.
Sorrise, tornando a sussurrare al fratello.
Quando dovetti partire mi dissero che ero nata per questo…per sposarmi e suggellare così un’alleanza”
Abbassò un istante lo sguardo, arrossendo leggermente.
E gli dèi non mi avrebbero potuto concedere marito migliore…” aggiunse, con gli occhi che andavano a perdere fuoco, mentre un’ondata di ricordi le invadeva i pensieri.

“Ma soprattutto…non mi avrebbero potuto concedere un fratello a cui mi sarei potuta legare, fidare, ritrovarmi di più.”
Il silenzio anelò per qualche interminabile secondo. La voce di lui lo spezzò.
“Gli dèi fanno strani doni…”
Si fermò un instante, tirando su col naso, eliminando gli ultimi residui di quel pianto liberatorio.
A me hanno concesso un trono che non avrei mai voluto…”
Tommen si staccò da lei.

“Te l’ho già raccontato così tante volte…ho provato a reagire ma…”
Sospirò amaramente, tornando a fissarla negli occhi.
For some reason I can't explain, once you go there was never…
Si fermò un istante, a soppesare quelle parole.

“Never an honest word.”
I loro occhi verdi erano catturati in un’attrazzione magnetica indisolubile, indistruttibile, inalienabile. Come quello che li univa.
“And that was when I ruled the world”

Myrcella capiva, comprendeva quello che lui sentiva. Era poco più di un bambino quando l’avevano gettato in mezzo a quel nido di serpenti che era il potere.
E lui aveva perso lei, il suo più grande punto di riferimento. Dovevano essere stati tempi terribili per lui.
Ma non era quello il momento di avere rimpianti per ciò che li aveva fatti soffrire in passato. In quella c’era posto solo per i loro ricordi migliori, per quella cosa speciale che li aveva sempre e che sempre li avrebbe uniti, e per…per la speranza, ora come mai forte, di poter tornare insieme, un giorno.
Mancavano oramai poche ore all’alba, che avrebbe portato il fatidico giorno.

Ma per qualche strana ragione il tempo rallentò, come per dargli il tempo di dirsi un ultimo addio.
E a loro, quella notte, parve non avere mai fine.

 

 

 

 

Note dell’autore:

 

Rieccoci di nuovo
Per questo capitolo devo ancora ringraziare tantissimo i Coldplay, ho risentito Viva la Vida dopo un sacco di tempo e…beh sembrava fatta apposta per quello che volevo scrivere. Quando Chris Martin e compagni parlano di vita, morte, amore, destino…non c’è niente da fare, sono insuperabili.
Ok, dopo questo ringraziamento speciale, vi annuncio che ho perso ogni tipo di fiducia nel genere umano. No, non mi riferisco a Miss Italia.
Ragioniamo due secondi. Essere stronzi è brutto, ma essere premiati perché si è stronzi è ancora peggio. Ora io mi chiedo: i giurati che hanno assegnato a Benioff & socio l’Emmy Award per miglior sceneggiatura o sono degli incompetenti totali, o hanno preso qualche sostanza prima di guardare la 5X10 oppure è tutto un complotto. Quando ho letto la notizia…
No vabbè lasciamo perdere.
Parliamo di quello che veramente conta: il capitolo. Sapete che il rapporto di Myrcella con i fratelli è uno degli argomenti che mi piace di più e quindi…ho voluto scrivere questo addio. Forse è un filo troppo mieloso ma...ciò che unisce lei e Tommen...beh, spero di averlo reso a dovere.
Qualcuno di voi forse voleva più progress nella storia ma…ma sentivo di dover scrivere così questo capitolo.
Spero davvero che vi possa piacere.
Ringrazio ancora tantissimo i recensori, siete davvero un punto di riferimento importantissimo.
Che altro dire? Mi scuso in anticipo, sto facendo davvero tanta fatica a trovare tempo per scrivere, se il prossimo capitolo dovesse arrivare un po’ in ritardo.
Ho lasciato giusto qualche indizio qua e là con cui potete capire cosa vi aspetta.
Non dico nient’altro.
Alla prossima quindi e, ovviamente, long live the lioness.

 

Luke

 

   
 
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