Si avvicinano, lentamente.
Rimangono l’una di fronte all’altro, squadrandosi.
C’è elettricità, tra di loro, lo si percepisce chiaramente nell’aria tersa e densa che crepita come fosse percorsa da mille scariche impercettibili.
Sono vicinissimi, adesso.
Eppure attendono, aspettano qualcosa la cui esistenza è un mistero perfino per loro stessi.
Tutto è buio.
Tutto è perfetto.
Si alza un leggero refolo di vento fresco che accarezza i due amanti con un delicato bacio d’affetto.
Non possono più aspettare, è finalmente arrivato il momento, quel momento tanto atteso e desiato da entrambi fin dall’inizio della giornata.
I due innamorati di uniscono, fondendosi l’uno con l’altra fino a diventare una cosa sola, indistinta ed indissolubile.
Lampi di luce, veloci come un pensiero, si creano tra di loro, manifestando quell’amore dirompente che per troppo tempo è stato loro negato.
Sussurrano, gli amanti, mentre si abbracciano.
Si mormorano parole dolci, che conoscono solo loro e che sono incomprensibili alle orecchie di chiunque altro.
E piangono.
Calde lacrime di piacere, e di gioia, e di amore, in uno stillicidio continuo e senza fine.
Gli umani, intanto, assistono ammutoliti a quello spettacolo magnifico e devastante.
 
 
< Odio i temporali >, mormora un uomo, con il naso rivolto all’insù ed i vestiti completamente fradici a causa della pioggia incessante.
Una bambina, accanto a lui, lo guarda quasi con pietà per la sua stolta ingenuità.
< Non è un semplice temporale, questo >, sussurra in risposta. < Sono le nuvole che fanno l’amore. >
Ma l’uomo non la ascolta, e non capisce.
Gli adulti non lo fanno mai.