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Autore: Saphyria    24/09/2015    2 recensioni
" E volò.
Volò via.
Lontano da tutti e da tutto.
Felice, come solo chi è libero sa essere."
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Una storia che sfiora la libertà.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il Volo del Corvo


E volò.
Volò via.
Lontano da tutti e da tutto.
Felice, come solo chi è libero sa essere.

Nessuno lo richiamava all’ordine.
Nessuno gli chiedeva disperato di tornare indietro, di restare.
Nessuno pretendeva da lui ciò che non poteva dare.
Nessuna diceria maligna lo toccava; sentiva solo il fruscio del vento e le correnti che lo trasportavano.
Nessun peso sul cuore lo opprimeva.
Nessun bisogno od obbligo di tornare indietro.
Nessun attaccamento alla terra.

Solo libertà.

Solo la volontà di poter fare tutto ciò che voleva;
la volontà di poter andare dove voleva;
la volontà di poter perdere tempo, di non preoccuparsi dei secondi, dei minuti, delle ore che passavano.

Nessun obbligo,
solo quello di continuare a volare e vivere a pieno quelle emozioni, godendo del paesaggio che scorreva sotto di lui.
Gli alberi, i fiori, i dolci suoni e gli sgargianti colori che la natura offriva alla sua vista, mentre la brezza fredda lo sospingeva.

Volò tra le nuvole, tra le soffici nuvole che sognava da sempre di toccare; bianche come panna montata.

Due grandi e splendide ali nere lo sorreggevano in quell’avventura; nere come la pece, nere come il male più puro.
Ma allora come potevano procurargli simili emozioni se rappresentavano qualcosa di così oscuro?
Giunse alla conclusione che non gli importava; era finalmente libero.
Ogni legame che lo incatenava al suolo si era spezzato, reciso, disintegrato.

Rise, forte;
non si preoccupò che qualcuno lo potesse sentire, c’era solo lui in quel momento; 
lui e il cielo immenso e tutto il mondo che lo aspettava.


Iniziò a farsi buio e non si era ancora fermato.
La gioia che lo pervadeva, incomprensibile per un essere terreno, gli suggeriva di continuare a volare e di godere di quei momenti.

Il sole, così immenso, così luminoso, lasciava il posto pian piano alla bianca e calma luna, mentre irradiava tutto di rosso col suo ultimo abbraccio.

E lui ancora volava, mentre vedeva tornare a casa le persone e spuntare le stelle.
Meravigliato le contemplò.
Splendenti e fisse, immutabili e indimenticabili, protagoniste di mille lodi e di mille sogni, sorvegliavano gli esseri terrestri nel periodo più buio della loro coscienza, quando le loro menti erano più fragili e suscettibili, più vulnerabili alle ombre che la luna giocosa creava nell’oscurità impalpabile.
Ferme e rassicuranti, vegliavano sui sogni.


Vagò, quella notte.


Dagli alberi poteva osservare le vite delle persone.
Poteva trovare una ragione per essere felice senza essere libero?

Vide un padre di famiglia tornare a casa stanco e provato, ma che appena apriva la porta spalancava le braccia all’assalto dei suoi figli e salutava la moglie con un bacio.

Pensò che tutto ciò fosse finto;
pensò che la felicità richiedeva sacrificio;
pensò che fosse legata solo a quei momenti, così semplici, così effimeri;
pensò che quell’uomo fosse schiavo: 
schiavo della vita;
schiavo dell’opinione della società;
schiavo degli obblighi per poter vivere una vita decente.
Ma non era vita senza avere la possibilità di andare dove si vuole, di reagire come si vuole, di poter essere felice come si vuole.

Lui invece lo sapeva;
sapeva cos’era la vera vita;
sapeva cos’era la felicità, così illimitata ed irraggiungibile:
l’aveva provata quello stesso giorno.

Sapeva che nulla sarebbe cambiato.
Il tempo era solo un mucchio di granelli di sabbia in una clessidra: irrilevante.
Lui avrebbe sempre volato, lo sapeva; il volatile che era glielo affermava con certezza.
Nessuno lo avrebbe privato di quel dono, di quella libertà.


Fu proprio in quel momento che si svegliò. 



 
N.D.A:

Salve a tutti!

Eccomi qui con una storia completamente diversa.
Diciamo che questa mi è venuta più spontanea da scrivere, più vera, più vicina; perchè, insomma, non è forse vero che una parte di noi traspare sempre dalle storie che scriviamo, anche solo inconsciamente?

Spero vi sia piaciuta e che possiate dare un'occhiata anche alle altre storie che ho scritto.

Nel caso voleste seguirmi anche su Wattpad, pubblico le mie storie sotto il nickname di GothicAlis :)

Grazie a chi passa di qua e porta un pezzo di questo testo nel proprio cuore e, a maggior ragione, grazie a chi lascia una recensione.

_Tiger_


 
  
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