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Autore: Vincibosco934    24/09/2015    0 recensioni
Naga Aosugi, studente universitario di animo riservato alle prese con una deludente vita sociale, si fa convincere da un suo conoscente a partecipare ad un seminario del professor Zaccheus Steinmarder, noto studioso del folklore ed eccentrico romanziere ossessionato dagli eventi misteriosi. Ritrovandosi affascinato dalle lezioni dell'uomo e circondato da compagni che sembrano accettarlo per quello che è, accoglie con piacere la proposta di una escursione con la propria classe nella piccola cittadina di Gloom Hill, dove si narra accadano avvenimenti inquietanti. Naga non sa che quella gita sarà l'inizio di un incubo e che il sipario di un mondo buio e pericoloso sta per aprirsi davanti ai suoi occhi.
Genere: Romantico, Sovrannaturale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il lungo marciapiede era ricoperto da un tappeto fradicio di foglie di un rossiccio sporco.
Una serie di villette tutte uguali  sfilavano monotone al fianco di Naga che, lo zaino verde in spalla, camminava curvo e con lo sguardo fisso al terreno.
Ogni tanto avvertiva le inquiete occhiate dei passanti. Lui si definiva di aspetto scialbo, ma sicuramente il blu elettrico che tingeva gran parte della sua lunga chioma corvina e gli innumerevoli piercing che pendevano dalle sue orecchie lo rendevano piuttosto vistoso. Negativamente vistoso, in quel noioso quartiere borghese di Fallen Town.
Lui viveva più in periferia, tra i grigi e fatiscenti palazzoni della città vecchia, al terzo piano di un edificio squadrato e dalla facciata così umida e piena di muffa da aver assunto il colore di una pesca putrefatta.
Dopo aver salito gli stretti gradini, si sfilò dalla tasca della giacca le chiavi scure dal lungo stelo e le infilò nella serratura della porta di casa sua.
L’ingresso era stretto e lungo, piuttosto spoglio se non per un vecchio appendiabiti di ottone, un basso mobiletto di faggio e, sopra esso, appesa alla parete, una piccola tela rappresentante un ciliegio in fiore.
Naga si tolse le scarpe inzaccherate sull’uscio, una vecchia abitudine che sua madre gli aveva inculcato sin dall’infanzia, e raggiunse la cucina a passi svelti.
Yoko Aosugi accolse il suo arrivo con un breve tremore delle labbra, senza mai staccare gli occhi d’ossidiana dallo schermo bluastro della tv accesa.
Indossava un vestito sbiadito e largo per il continuo consumo e i lunghi e neri capelli scarmigliati erano raccolti in una coda di cavallo. Il viso magro ed esangue non aveva perso del tutto l’elegante bellezza di un tempo, ma dell’antica Yoko ormai rimaneva poco; era solo un guscio vuoto.

- Sono tornato, mamma.Come se quelle parole l’avessero svegliata lei si alzò e a piccoli, titubanti passi lo raggiunse, abbracciandolo.
Il ragazzo sorrise e si liberò gentilmente dalla ferrea stretta, andando poi a posare lo zaino e a indossare una tuta smessa ma comoda per stare a casa.
Aprì il frigo e afferrò un contenitore dal coperchio lillà, osservandone il contenuto:

- Ci sono ancora i fagioli di soia fermentati. Che ne dici di una zuppa di miso, per stasera? Oppure i cari vecchi hamburger? Li ho visti nel congelatore, ieri.Lei mormorò un assenso.
Naga si allacciò il grembiule e cominciò a cucinare. Era diventata la normalità per lui, occuparsi della casa.
Non avevano grossi problemi di soldi, o almeno, non rischiavano di rimanere senza un tetto sopra la testa. Ogni mese arrivava loro giusto quello che permetteva di tirare avanti ancora per un po’. Non sapeva se era il padre che non ricordava che glieli mandava; oppure la famiglia Aosugi, che viveva a centinaia di chilometri da lì, e che forse compieva quel gesto per mettere a posto la propria coscienza.
Il donatore misterioso utilizzava volutamente uno pseudonimo: Usige.
La parola non gli diceva nulla.
Kasey Murray, giovane irlandese dai capelli corvini e studioso di culture orientali, ventidue anni prima, durante un viaggio in Giappone, aveva incontrato e si era innamorato, reciprocato nei sentimenti, dell’ avvenente Yoko Aosugi, al tempo studentessa presso un prestigioso istituto scolastico femminile. Proveniente da una severa famiglia di antiche tradizioni residente a Kyoto, la ragazza aveva dovuto affrontare una strenua e logorante opposizione da parte dei familiari finché, convinta da Kasey, si era decisa a fuggire con lui in Europa.
Invece di andare a recuperarla, gli Aosugi, indignati da quel gesto di disubbidienza, avevano deciso di esiliarla per sempre dal clan.
Kasey e Yoko, giunti intanto in Inghilterra, si erano sposati e Naga era nato un anno dopo il loro matrimonio.
La famiglia Murray aveva vissuto felicemente in una graziosa villetta della periferia londinese finché Kasey, nel periodo in cui Naga aveva compiuto il suo settimo anno d’età, aveva cominciato a mostrare segni d’instabilità mentale. Sentiva voci e vedeva persone che non c’erano, soffriva d’insonnia e aveva sviluppato un’inusuale e inquietante fobia dell’acqua. Laghi, fiumi, persino le fontane e i rubinetti accesi instillavano in lui un terrore puro. I suoi comportamenti si erano fatti via via più pesanti e pericolosi finché una sera, dopo essere uscito per andare a comprare le sigarette, non era più tornato.
Non si era più fatto sentire, e ormai erano passati più di dieci anni.
Yoko aveva sviluppato una strana forma di apatia che era andata peggiorando con gli anni. Era riuscita a crescere Naga quasi normalmente ma ora che il ragazzo era diventato maggiorenne, si era completamente lasciata andare.
Non c’erano familiari a supportarli, quindi entrambi vivevano così, alla giornata.

- Tiriamo avanti- mormorò tra sé lo studente.Il resto del pomeriggio passò tranquillo e la sera, terminata la cena, il ragazzo lasciò la madre a guardare un programma televisivo, augurandole la buonanotte e ritirandosi finalmente in camera sua.
Si chiuse la porta alle spalle e, dopo aver acceso la lampada sulla sua scrivania, raggiunse la piccola libreria vicino al suo letto e prese un libro dalla copertina di un rosso lucido.
- Musica e dannazione. Da Marsia al pifferaio di Hamelin- lesse;
- Di Zaccheus Steinmarder.
Si sedette sulla poltroncina di vimini posizionata sotto alla finestra e, alla luce bianca e artificiale della lampadina, si mise a leggere febbrilmente il saggio.
Steinmarder era il suo autore preferito, e questo Kyle lo sapeva.
Come aveva potuto lasciarsi sfuggire la notizia di un suo seminario, proprio a Fallen Town.
Eppure quel volantino stropicciato, ora poggiato sul comodino, era autentico.
Non ne aveva visti in giro, e all’università non mancavi di ricevere decine di bigliettini e volantini ogni giorno, per non parlare della bacheca all’ingresso che lui controllava periodicamente.
Eppure come era riuscito Kyle a ritrovarselo tra le mani?
Che fosse un evento dedicato a pochi, e quel foglietto che ora custodiva così gelosamente una sorta di invito?
Scosse il capo, scacciando quei pensieri.
Anche se aveva mostrato indifferenza, non vedeva l’ora che arrivasse la sera seguente. Non gli interessava fare nuove conoscenze; lui voleva stringere la mano al Professore.
Trattenne un brivido e chiuse il libro, ringraziando silenziosamente l’amico.
   
 
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