The end and the beginning
Autore Darik
EPILOGO
UNA SETTIMANA DOPO
Shinji stava cucinando, mentre Asuka giocava con Leonard.
“Ma davvero Giovanni è venuto e se ne andato nello stesso
giorno?” chiese Asuka.
“Si. Ha detto che era venuto perché impegnato in un giro di
conferenze in Inghilterra, e trovandosi li decise di passare a trovarci.
Ma aveva tempi ridotti al minimo. Ha detto comunque che un giorno sarebbe
tornato. Tu piuttosto, hai parlato col tuo produttore? Il film lo fate?”
“Si. Ma gli ho detto di aspettare per iniziare la lavorazione. Ho un
intero fine settimana che voglio, come sempre, passare con la mia famiglia”.
“Non ha avuto nulla da obiettare?”
“Se ci prova lo licenzio in tronco. Sono io quella che comanda lì.
Senza di me andrebbero tutti a fondo” disse orgogliosa la ragazza.
“Già, ma se non ci fossi io a cucinare saresti tu ad andare a
fondo per la fame in questa casa” le fece notare ironico Shinji.
Asuka rispose con un mugugno, non poteva dare torto al marito: la ragazza
sapeva fare tante cose, ma il cucinare non rientrava tra esse.
Comunque si alzò, tenendo sempre in braccio il bambino, andò
da Shinji, gli diede un piccolo calcio nella schiena, dicendo: “Stupido
Shinji” e si baciarono.
Dopo pranzo Asuka ,mentre giocava con Leonard, disse: “A proposito.
Ho ricevuto una telefonata da Misato. La settimana prossima lei e Rioji
festeggiano la laurea della loro figlia Mami. Una ragazza prodigio come me
ai miei tempi”.
“Accidenti, Mami è già cresciuta. Io mi ricordo come
ieri quando quei due si sposarono nel 2016”.
“Il tempo passa. Ma guai a te se dici che sono vecchia” disse
con tono finto minaccioso Asuka.
“Non mi sognerei mai da fare una cosa cosi stupida” rispose
Shinji prontamente.
“Comunque” riprese la ragazza “ci hanno invitato. Un bel
viaggio in Giappone sarà divertente, dopo tutto questo tempo. Ci
saranno tutti, la dottoressa premio nobel Ritsuko Akagi con il suo
maritino Koshiro, i coniugi Maya e Shigeru Aoba, Makoto Hyuga e signora e
anche quei due imbecilli di Toji e Kensuke con le rispettive consorti. Non
vedo l’ora di rivedere Hikari”.
“Anche per me sarà una bella esperienza rivedere tutti. Ora
devo andare. Ho promesso ad Anthony che avrei presenziato alla gara per i
ragazzi prodigio nel campo delle musica”.
“Lo so. Ma torna qui per le otto. Hai promesso al pupo qui presente
una passeggiata lungo il Tamigi, e l’hai promessa anche a me”.
“Spaccherò il secondo” rispose sorridendo Shinji che
baciò prima Asuka e dopo Leonard, per poi correre fuori casa a
prendere la metropolitana.
Leonard con la manina salutava il padre.
“Va sempre di fretta. Ah, che imbranato. Ma a me piace cosi. Adesso
andiamo di là a giocare. Ti va Leonard?” propose con tono
dolce Asuka a suo figlio.
Il bambino annuì felice.
Shinji era seduto davanti ad un tavolo del bar nel teatro.
Gli era piaciuta molto l’esibizione di quei ragazzi, una
cinquantina, come età andavano dai 12 ai 16 anni, provenivano da
diversi paesi ed erano accompagnati naturalmente dai genitori.
Il ragazzo stava sorseggiando un drink, quando Anthony lo avvicinò:
“Shinji, scusa se ti interrompo, ma c’è una ragazza tra
quelli che si sono esibiti oggi che moriva dalla voglia di vederti. Le ho
detto che non volevi essere disturbato ma ha tanto insistito e non ho
saputo dirle di no”.
“Va bene, se è solo una”. Shinji rispose cosi non perché
non gli piacesse stare con la gente, ma non voleva far tardi per tornare a
casa.
Anthony andò a chiamare la ragazza, Shinji si alzò in piedi
in attesa.
Quando Anthony tornò Shinji notò subito che c’era
qualcuno dietro di lui, come nascosto.
Prima che potesse chiedere qualcosa Anthony disse sorridendo: “Shinji,
ti presento Valery Craven, 15 anni, statunitense e grande suonatrice di
violino. Vieni fuori, non essere timida”.
La ragazza, tutte emozionata, uscì da dietro la schiena di
Anthony.
Era molto bella e con una espressione simpatica.
Shinji, quando la guardò, rimase di sasso: non l’aveva mai
vista prima, eppure le sembrò subito familiare.
La ragazza accennò ad un inchino e disse: “Sono felicissima
di conoscerla signor Ikari. Io sono una sua grande ammiratrice. Sa, ho
visto tutti i suoi concerti, e quando ho saputo che lei sarebbe venuto
qui, non stavo più nella pelle”.
Shinji non rispose, continuava a guardarla.
“Ma” disse la ragazza temendo di aver detto qualcosa di
sbagliato “qualcosa non va?”
“Shinji? Ehi Shinji?” Anthony lo toccò.
“Cosa?”
“Ti sei imbambolato”.
“Oh, scusa. E’… è la stanchezza, sai com’è.
Allora signorina, sono lieto di conoscerti”.
I due parlarono per una decina di minuti, ma Valery era cosi emozionata
che a stento trovava le parole.
Dopo Anthony la chiamò: la stavano cercando i suoi genitori.
La ragazza prima di andarsene chiese a Shinji un autografo, poi se ne andò
tutta contenta perché aveva potuto parlare con il suo idolo.
Shinji si avviò verso una grande vetrata posta sopra l’ingresso
del teatro.
Vide Valery uscire con sulle spalle la custodia del violino.
Le andarono incontro un uomo e una donna, sicuramente i genitori.
Shinji poteva ascoltare quello che dicevano.
Il padre prese la ragazza sotto le braccia e la sollevò: “Eccola
la mia bambina” disse felice.
Quando il padre la mise giù, la madre la baciò dicendole: “Ti
abbiamo sentita tra tutti. Il tuo stile è inconfondibile. Sei stata
bravissima”.
“ Mamma, papà, vi ringrazio. Non vedo l’ora di andare
all’hotel per fare una bella doccia. Ma lo sapete che oggi ho
conosciuto il famoso Shinji Ikari? Non potevo chiedere di meglio”.
La ragazza li prese sotto braccio e si avviò verso un taxi.
Shinji assisté al tutto.
Ne era certo: quella ragazza era Rei.
Pur avendo un aspetto e una voce diversa, pur non sapendosi spiegare come
avesse fatto a capirlo, l’aveva riconosciuta.
Kirishima aveva mantenuto la promessa, Rei ora aveva una famiglia, poteva
finalmente chiamare qualcuno mamma e papà.
Poi gli venne un sospetto: non poteva forse essere opera proprio di
Kirishima questo incontro? Magari aveva voluto esaudire il suo desiderio
di sapere quale fosse la nuova identità di Rei.
Oppure si è trattato solo di una coincidenza, chissà.
Ma non aveva importanza: Rei finalmente poteva condurre un esistenza
serena. Questo importava.
Shinji ricacciò una lacrima di commozione.
“Sii felice Rei. Ti auguro ogni bene”.
Detto questo si avviò anche lui verso l’uscita.
FINE