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Autore: Sono_un_unicorno_    25/09/2015    0 recensioni
Nina è una diciassettenne come tante, vive nel Midtown East a New York, ha una migliore amica, Jenny, e una cotta stratosferica per uno dei ragazzi più belli della scuola, Theo. C'è solo un problema: Theo è anche uno dei ragazzi più misteriosi e problematici della scuola. E quando provieni da una famiglia più che benestante dove il conto bancario di una persona conta più della persona stessa, "misterioso e problematico" non è il tipo di ragazzo che tuo padre accetterebbe.
Si incontreranno ad una festa in uno dei quartieri più ricchi di New York, parleranno, succederanno molte cose, ma è risaputo che quello che succede alle feste dell'Upper East Side, rimane nell'Upper East Side. Cosa succederà il Lunedì quando torneranno a scuola ? E il padre di Nina come mai è cambiato così tanto ? Avrà qualcosa da nascondere ? Mentre Theo sarà davvero il ragazzo dei sogni di Nina ? Potete continuare a porvi domande, o leggere e scoprire cosa succederà in "NYC life".
Wattpad : https://www.wattpad.com/166421505-nyc-life-1
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Come fa ad essere così dannatamente perfetto anche mentre fuma !- dissi in una via di mezzo tra lo sconfortata e l'esasperata a Jennette, la mia migliore amica, mentre lanciavo uno sguardo fugace a Theo, uno dei ragazzi più fichi di tutta la Midtown East School. Era poggiato ad un muretto, dall'altro lato del cortile della scuola, con Jake, il suo migliore amico e Emma, la puttana della scuola. O almeno io la ritenevo tale; agli occhi degli altri invece era solo una semplice ragazzina ricca come chiunque altro in questa scuola di ricchi.

-E a te come fa a piacere l'unico ragazzo povero di tutta la scuola ?- domandò Jennette divertita. Lei, a differenza mia, pensava prima al conto in banca di un ragazzo e poi dopo aver appurato che avesse più di sei zero dopo il primo punto, passava all'aspetto fisico. Il carattere era l'ultimo dei suoi problemi.

-Non è povero !- lo difesi io mentre presi un tiro dalla sigaretta di Jenny e mi arrampicai sul muretto sedendomi sopra.

-Hai ragione, gli hanno solo congelato il conto a tempo indeterminato perché suo padre è finito in prigione per frode- puntualizzò lei riappropriandosi della sua sigaretta. Constatando che aveva ragione, decisi di rimanere zitta e accendermi una sigaretta dal mio pacchetto mentre continuavo a fissarlo, come del resto facevo ogni mattina prima dell'inizio delle lezioni.

Credo che lui oramai mi avesse notato. Negli ultimi tempi quando mi giravo verso di lui, trovavo sempre il suo sguardo color smeraldo guardarmi al di sopra dei Ray-Ban neri. Mentre un riccio ribelle gli ricadeva sulla fronte. Come in quel momento. Ma senza timore, mantenni il suo sguardo.

Non ero mai stata una ragazza sfacciata con i ragazzi, anzi, di solito erano loro che venivano da me e facevano i cascamorti, ma l'unico con cui ero fissata dalla bellezza di sei mesi (e credetemi, per me non è un numero da poco conto) neanche sapeva della mia esistenza. O meglio, tutti in quella scuola sapevano chi ero, insomma, mio padre e i genitori di Jenny avevano finanziato un sacco di attività nella nostra scuola ed erano persone molto importanti a New York, e io e Jenny non facevamo poi molto per passare inosservate.

Quello scambio di sguardi tra me e Theo finì quando Emma lo chiamò, evidentemente dicendogli qualcosa di divertente dato che lui rise.

-Certo che quella Emma non si stacca mai un secondo da lui- sbuffai rivolta a Jenny, che nel frattempo stava cercando di allargare il nodo della cravatta blu e scarlatta che eravamo costretti a portare insieme al resto della divisa.

-Tu la giudichi solo perché passa del tempo con Theo, altrimenti la troveresti simpatica. Le ho parlato un paio di volte ed è una tipa apposto-

-Lo dici perché tra puttane ci si intende- ribattei io e lei rise perché sapeva di esserlo. Era questo il nostro modo di essere amiche: essere sincere. Io sapevo che lei era una puttana, lei anche lo sapeva e quindi ci ridevamo sopra.

In quel momento suonò la campanella, così buttai quello che rimaneva della sigaretta in un aiuola e mi affrettai ad entrare in classe seguita da Jenny.

 

 

-Senti, che fai oggi ? Mio padre è partito di nuovo per non so che posto sperduto e non voglio rimanere sola a casa- mi lamentai vicino a Jenny mentre andavamo verso la classe di Fisica, che fortunatamente era l'ultima che avevamo quel giorno.

-Rose ?- mi suggerì lei. Rose era teoricamente la cameriera di casa mia, ma considerato che mi conosceva da quando avevo appena sei mesi, oramai la consideravo una seconda nonna. Anche se, avendo cinquantacinque anni era ancora giovane per essere nonna.

-Ha il giorno libero- spiegai velocemente.

-Va bene, allora dopo scuola vieni direttamente a casa mia, però ti avverto ci sono sia i miei genitori che mia sorella- sbuffò lei. Non che non volesse loro bene, solo che in loro presenza (almeno in presenza dei genitori, dato che Lola, la sorella quattordicenne di Jenny era identica a lei) eravamo costrette a recitare la parte delle ragazze modello, quando da seguire in noi c'era ben poco. I suoi genitori, dopotutto, erano dei conti inglesi. Motivo per il quale lei aveva un leggero accento inglese.

Entrambe fumavamo. Ogni Sabato sera ci ubriacavamo così tanto che una volta, la mattina dopo una delle tante sbronze, ci ritrovammo agli Universal Studios di Orlando. I ragazzi oramai ci consideravano "sale giochi" e in più ogni volta quando uscivamo di casa dovevamo portarci una borsa enorme dietro per metterci dei vestiti di ricambio, dato che se i nostri genitori avessero visto i "pantaloncini" che indossavamo, sarebbero finiti in terapia intensiva.

In fondo, ma proprio tanto in fondo, eravamo ragazze normali, insomma, la nostra fama di "sale giochi" non ci rendeva affatto fiere, ma in una scuola dove conta di più quanto sei popolare che chi sei davvero, non potevi permetterti di mostrare chi eri veramente. Motivo per il quale era meglio non fidarsi della gente della Midtown East School.

-Oramai siamo abituate a recitare quella parte, Jenny - le ricordai io. E poi entrammo nell'aula di Fisica dove occupammo i soliti due banchi in prima fila.

 

 

-Desiderate qualcos'altro, signorine ?- ci chiese con gentilezza, Marie, la cameriera di Jenny.

-Il solito, Marie- disse Jenny quasi come un ordine, perciò io aggiunsi -per piacere-.

Il solito per noi era una scatoletta di frutti di bosco che si compravano solo in un supermercato a quindici minuti da New York. Era abbastanza pretenziosa, come merenda, ma era come una tradizione che io e Jenny avevamo da quando avevamo solo cinque anni e scoprimmo questi deliziosi frutti rossi e viola. Inoltre, dovevamo pur sempre mantenere la linea.

-Per quanto tempo rimarrai da sola questa volta ?- chiese Jenny accennando al fatto che mio padre a volte mi lasciava da sola anche per due mesi.

-Due settimane, fortunatamente però mio cugino, Jamie, ha una pausa dall'Università, e dato che gli stanno riverniciando casa, verrà a stare da me, da domani- sorrisi.

Jamie e io avevamo solo due anni di differenza, lui infatti stava al primo anno di università alla Brown, e da piccoli eravamo molto uniti. Entrambi avevamo genitori completamente assenti. Mia madre e suo padre morirono l'11 Settembre 2001, quando noi avevamo solo quattro e sei anni. Oltre a essere fratelli, erano anche colleghi. Mentre mio padre era sempre in giro per il mondo, e usava il suo lavoro come scusa per stare lontano da me dato che gli ricordavo troppo mia madre, la madre di Jamie non si era fatta troppi problemi a dire a Jamie che non era pronta a fare il genitore da sola e ad abbandonarlo a soli otto anni alla tata e trasferirsi nella romantica Parigi (dove non si era fatta altrettanti problemi a trovarsi un compagno ventinovenne appena uscito dalla rivista "playboy").

-Ahh, un gran pezzo di ragazzo tuo cugino- sospirò lei alzando gli occhi al cielo.

-Placa gli ormoni, Jenny; Torna qui anche per la fidanzata- mi misi a gambe incrociate di fronte a lei sul letto.

-Che hai intenzione di fare stasera ?- chiesi dopo una piccola pausa.

-Beh, è venerdì sera, è come ogni venerdì sera che si rispetti, daranno una festa in uno dei bar più esclusivi dell'Upper East Side- disse lei con voce innocente. Sapevo che le sue intenzioni erano delle peggiori. Ero tentata ad appendere dei volantini in mezzo alla strada con su scritto "ATTENZIONE, VENERDI' SERA PERICOLO JENNETTE HAMILTON" dato che mi facevano troppa pena i ragazzi che capitavano nelle sue grinfie.

-Giusto a titolo informativo, ma tu non eri in punizione ?- in quel momento entrò Marie nella stanza che poggiò il vassoio con i frutti di bosco sul letto e dopo averci rivolto un sorriso, scomparve dietro la porta.

Tornai a guardare Jenny aspettandomi una risposta.

-Cara Nina, dopo quattordici anni di lunga amicizia, ancora non hai capito che le punizioni non fanno per me ? Specialmente se c'è la White Night al TAG dell'Upper East Side-

-Cosa cavolo stai dicendo ? Come facevo a non saperne niente ?- esclamai alzandomi sulle ginocchia. I TAG erano una catena di locali sparsi un po' per tutta New York, ma naturalmente quelli più importanti erano quelli nell'Upper East Side e nel Midtown East. Quello a cui saremmo andate noi era in assoluto il più bello, considerato che affacciava sul fiume. Mentre la White Night era uno degli eventi più belli e glamour mai organizzati da questi locali e forse mai organizzati in tutta New York. L'evento consisteva nel vestirti tutto di bianco e vi partecipavano molte celebrità tra le quali Cara Delevigne, Paris Hilton e Taylor Swift.

-Semplicemente sei stata troppo presa dai tuoi film mentali su Theo, comunque Marie ha già detto che mi aiuterà a uscire- disse con nonchalance mangiando una mora.

-Ragazze ! Non ho potuto fare a meno di ascoltare la vostra conversazione- nella camera entrò una ragazzina sui quattordici anni, mora e decisamente troppo truccata per la sua età, meglio conosciuta come "Lola, la sorella ricattatrice di Jenny"

 

Spazio Autrice :

Voilà ! Ecco il primo capitolo di questa storia che ho cominciato a scrivere più di un anno fa. Sono davvero terrorizzata al pensiero che qualcuno la possa leggere perchè sotto alcuni punti di vista è molto personale ma allo stesso tempo voglio mettermi alla prova. OK, non ho intensione di annoiarvi troppo quindi mi limiterò a invitarvi a dirmi che ne pensate, come pensate possa andare avanti la storia o qualsiasi cosa vi passi per la testa e anche a lasciare un voto, ne sarei davvero davvero felice :D <3

  
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