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Autore: Sarhita    25/09/2015    0 recensioni
ATTENZIONE: in data 25/9/15 sono stati aggiunti due capitoli, e non uno soltanto, di cui il penultimo era stato già pubblicato, ma è stata aggiunta una parte. Grazie per l'attenzione.
"Sei un bravo attore, Sasuke. Lo sei sempre stato. Anche questo sentimento, per quanto scoinvolgente e doloroso sia, verrà nascosto dalla gelida maschera che ormai fa parte di te. Sasuke Uchiha. Un nome vuoto e freddo." Perché quei pensieri sembravano così ingiusti anche a me stesso?
Genere: Drammatico, Malinconico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Konohamaru, Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler! | Contesto: Dopo la serie
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Inoichi passò molte ore studiando i rapporti sulle condizioni di Naruto e sull’accaduto, per decidere il da farsi.

Le sue tecniche erano potenti, ma poco potevano contro il grande potere del demone. Aveva pertanto eliminato sin da subito l’idea di usare qualche tecnica direttamente su Naruto, in modo da indebolire il demone. Quando aveva raggiunto sua figlia a casa dell’Uzumaki gli si strinse il cuore nel vedere l’ex Hokage in quelle condizioni. Non sembrava più l’idiota pasticcione di un tempo. Sì, quell’idiota che era ormai un EROE.

Però Ino e Sakura avevano escogitato qualcosa. Avevano scoperto che la tecnica che la volpe aveva usato per togliere la vista a Sasuke era un mero “specchio” che aveva ritorto contro la tecnica che cercava di usare lo stesso Uchiha. Inoltre credevano che facendo tornare Sasuke all’interno di Naruto, avrebbero potuto suscitare delle emozioni, in Naruto, che avrebbero potuto giocare a loro favore, il tutto mediante una tecnica segreta del clan Yamanaka.

In effetti, il demone è sempre stato legato alle emozioni di Naruto, approfittando in particolare della rabbia. La teoria era che Naruto, vedendo Sasuke, sia riuscito ad evitare il peggio, grazie ai sigilli di contenimento che si erano aggiunti negli anni. Naruto ormai non era più in sé, quindi aveva una mente alienata, che saltava di ricordo in ricordo come se il tempo non scorresse linearmente per lui. Probabilmente, ipotizzò Inoichi, vedendo Sasuke, il biondo si è sentito ritrasportato nel passato.

I sigilli però non avrebbero tenuto per sempre sotto controllo il demone. Erano solo varie toppe in una barca che si prepara comunque ad affondare.

E Shikamaru evidentemente aveva visto nel possessore dello Sharingan, un’ancora di salvezza.

Mentre il demone, vi aveva visto la minaccia. Strano che il demone temesse ancora lo Sharingan, dopo tutto.

Sospirò, mentre per il terzo giorno di fila attendeva l’ok degli Anbu di guardia per avvicinarsi a casa Uzumaki.

 

 

Fu Sasuke ad aprire la porta, quando lo Yamanaka bussò. Anche non vedendoci, aveva imparato a muoversi nel piccolo appartamento come se lo conoscesse da sempre.

Ino e Sakura, arrivate qualche minuto prima, erano ordinatamente sedute su due sedie avvicinate al letto, dove s’intravedeva la zazzera bionda di Naruto, che era sdraiato in modo fin troppo composto.

 

«Condizioni stabili e umore calmo» fu il freddo riassunto di Ino. «Entrambi.» aggiunse, riferendosi sia a me che a Naruto. In realtà, da quella mezza dichiarazione non avevo parlato molto con Naruto. E forse era solo per questo che era calmo. Ma sapevo che dentro non doveva esserlo così tanto come Ino pensava.

Non riuscivo ad alzare lo sguardo su di lui, da tre giorni. Io non potevo vederlo, certo, ma lui, invece, poteva benissimo vedere me. Per la prima volta in vita mia, mi mancava la faccia tosta di essere nel torto marcio e fregarmene. Era una tacita ammissione di aver sbagliato, ma che, fortunatamente, sentivo solo io.

«Qual è il piano?» canzonò Naruto, come se cercasse sempre di sminuire la gravità delle cose. Sembra funzionare, vero Naruto? Non è così, sappilo, e non fu così allora. A un orecchio attento, anche senza poterti vedere, le sfumature della tua voce non sfuggono. Ma non lo notarono. Non lo notarono allora, né MAI. Cazzo, ma sono sorde?

«C’è questa tecnica… del mio clan...» iniziò Ino «che dovrebbe permetterci di far tornare Sasuke dov’è sigillata la volpe…»

«Dentro… di me?» Naruto si sfiorò il ventre, non del tutto convinto. Avrei voluto far notare a tutti che da quello che mi era stato raccontato del quarto Hokage e via discorrendo, ormai Naruto era un po’ un condominio. Ma non sono mai stato famoso per il mio sense of humor… quindi tacqui. Come sempre.

«L’obiettivo sarebbe? Provocare quell’essere rabbioso?» sputai, forse in modo troppo acido, perché avvertii l’aria farsi pesante. Non pensavo che quella frase potesse ferire Naruto più di quanto la situazione non lo facesse già.

Fu Inoichi a rispondermi, anche se con tono ostile, lo stesso da tre giorni, in altre parole da quando ha scoperto cosa il Nara gli aveva nascosto per tutto questo tempo, ovvero Naruto.

«L’idea è di studiare le reazioni del demone, in base alle reazioni di Naruto… a te. Inoltre abbiamo scoperto che la volpe non ti ha reso cieco, ma ha usato una specie di trucchetto per rigirarti contro le tue stesse mosse. Per fare tutto questo pensavamo di spostarci in un luogo più sicuro. Stiamo attendendo che Sai arrivi per condurci lì, mediante uccelli d’inchiostro, tra un paio d’ore, ovvero quando sarà abbastanza buio.»

 

 

 


Shino riferì a Kiba la conversazione che si era scambiata nell’appartamento dell’Uzumaki, in una versione ristretta. Kiba era appena tornato da una missione durata due giorni, e aveva lasciato i suoi animali a riposare, poiché molto provati. I due sostavano non molto lontano dalla casa di Naruto, appoggiati ad un muro di un edificio.
«Allora, li seguiamo?» chiese l’Inuzuka.
Il ninja degli insetti aveva un brutto presentimento, ed era seriamente combattuto sul da farsi…
La cosa che i loro compagni volevano fare era pericolosa, inoltre avevano accennato alla sorveglianza ristretta di un corpo speciale. Lo stesso che sorvegliava Naruto. Ninja con tecniche adeguate a fermare ed eliminare la forza portante prima che essa diventi un pericolo, ma che non avrebbero potuto nulla invece contro il demone in persona.
Un intervento di prevenzione, insomma, che avrebbe però potuto condannare Naruto in qualsiasi momento.
Shikamaru aveva convinto tutte le autorità di Konoha con la sua astuzia e intelligenza.
Shino avrebbe voluto seguirli volentieri, per tener d'occhio la situazione, ma anche se si fidava di Shikamaru, il suo gesto a molti ninja sarebbe quasi parso tradimento. Un ostacolo a una missione interna non da poco. Inoltre voleva vederci chiaro su molti aspetti.

«No, Kiba. Noi facciamo un salto dal nostro caro amico Shikamaru.»

 

 

 

Ci fermammo in una radura ai confini di Konoha, dopo ben tre ore di volo. Sai ci fece notare che se la volpe si fosse liberata, per un demone di tale portata quelle nostre tre ore di viaggio non sarebbero stati che pochi minuti, ma superare il confine per quel tipo di missione sarebbe stato peggio che una dichiarazione di guerra.

Con dei sigilli che io non potei vedere, gli Yamanaka eseguirono la tecnica, mentre io e Naruto stavamo stesi a terra a pochi metri l’uno dall’altro.

Fu un attimo, e mi ritrovai in un corridoio buio, che riconobbi subito, umido e con quella pesante sensazione d’infinito. Ricordavo ogni dettaglio di quel luogo e rivederlo mi diede un brivido inaspettato…

Rivederlo…

«Ci vedo…» appurai sorpreso. Evidentemente essendo solo una proiezione di me stesso avevo lasciato l’handicap visivo nel mio corpo. Oppure riguardava quella storia del “trucchetto” di cui aveva parlato il padre di Ino.

“Devi trovare Naruto e parlarci. Devi dirgli qualcosa che susciti qualcosa in lui, cosicché possiamo capire come e quanto questo influisca sui livelli di chakra, dato che noi della volpe ne sappiamo poco e siamo ancora lontani dalla soluzione, ma questo è il primo passo.” mi aveva spiegato l’Haruno al riparo delle orecchie di Naruto.

Tutto si basava sull’assurda teoria che la rabbia repressa di Naruto nei miei confronti avesse rifatto tornare a galla l’ira della volpe, ma contemporaneamente l’affetto che lui provava per me avesse in qualche modo prevalso, anche se non abbastanza in fretta.

“Inoltre”, aveva aggiunto Sakura, “dovrai trovare un modo per annullare ciò che ti ha fatto.”
Eh, però se dentro Naruto il trucco della volpe semplicemente non vale? Come risolvo la situazione?

Mi addentrai in quei cunicoli scuri, beandomi della capacità di vedere, anche solo per poco. Il gocciolio aumentava, e sentivo già il ringhio roco del demone, quando scorsi una figura davanti a me, avvicinarsi, correndo verso di me.

«Sasuke!»

Era Naruto… ma non il Naruto di quel momento, ma il Naruto dodicenne! Quasi come se fosse uscito direttamente dalla nostra foto ricordo. Sembrava volermi venire addosso, ma per qualche motivo non mi spostai. Anziché urtarmi però, la figura mi attraversò, come se io fossi stato un fantasma, o come se lo fosse stato lui… chi lo sa.

Quanto… quanto deve averlo ferito la mia assenza? Per vendicare la mia famiglia, e poi Itachi, non mi ero reso conto di cosa stavo lasciando indietr

«Sas’ke… sono qui.» un altro richiamo, ed ecco un’altra figura che stavolta si avvicinava lentamente. Ed ecco il Naruto del mio presente di allora.

«Vedo con piacere che ci vedi!»

Notai la sua voglia di abbracciarmi felice, e il suo buffo trattenersi.

«Cosa vuoi fare? Andare direttamente dalla volpe?» mi chiese.

Notai che quelle erano le prime parole che rivolgeva direttamente a me da quando mi aveva chiesto se volevo tagliami i capelli, dopo che avevo stroncato ogni suo tentativo di svelarmi i suoi sentimenti.

Anche stavolta avevo sbagliato. Una lista infinita di errori avevano segnato la mia vita.

«Avevi ragione, mi starebbero meglio corti.» dissi, scostandomi una ciocca dalla spalla, ricordandomi appunto della sua innocente richiesta. Era come se volessimo tornare indietro per poi recuperare.

La mia uscita era completamente fuori luogo, e nel momento più sbagliato possibile… ma vidi Naruto ridere. Ridere.

La sua risata durò per un paio di minuto, che sembrarono un’eternità. Da quanto ero lì? Il tempo si era come fermato, e tutta la nostra schifosa realtà era passata in secondo piano. C’eravamo solo noi. E c’era la risata di Naruto.                                                                                                                                  

Rideva felice perché gli avevo dimostrato di non aver dimenticato quella conversazione. Avevo ammesso di voler tornare su quel discorso, un giorno.

Nella mia vita avevo fallito. Su tutta la linea.

Lo capii sentendo quella sua risata.

I miei propositi di tornare il Sasuke Uchiha di sempre, quello perfetto, freddo e distaccato, anche dopo esser stato tormentato dal rimorso e aver perso tutto, erano falliti.

Falliti al suono di quella risata.

Quel discorso in cui voleva addentrarsi Naruto…

Quel “Ma io credo di non essermi mai arreso perché tu, per me, sei più di un amico.”…

Era ora di sapere come andava a finire. Volevo sapere cosa avrebbe detto poi.

Soprattutto se alla fine avrei risentito quella risata.

I miei pensieri subirono una svolta. Furono una vera dichiarazione di guerra.

«Demone del cazzo!» urlai nel buio, all’improvviso, con rinnovato fervore. Non sapevo se con quel gesto avrei compromesso qualcosa oppure no, ma come ho già detto, la realtà era in secondo piano. Il mio gesto avventato aveva sorpreso anche Naruto, oltre che me stesso

 «NON AVRAI IL SUO CORPO, O TANTOMENO LA SUA ANIMA!».

Le mie parole echeggiarono per un po’ nel buio, mentre Naruto si avvicinava ancora di più a me, e mi sorrise, portandosi al mio fianco, osservando anche lui il punto oscuro da dove proveniva il ringhio sommesso del demone, anche lui con rinnovata forza.

Un ringhio, più forte degli altri, esplose… mentre io sigillavo una promessa.

“Quel sorriso…

Non deve sparire mai più…”

 

 

«Cosa succede?» Sakura era confusa. Con le mani appoggiate ognuna su uno dei suoi ex compagni di squadra, stava tenendo sotto controllo i valori dei loro chakra.

«Non so, la tecnica sta funzionando.» rispose Ino.

Sakura chiuse gli occhi per concentrarsi meglio. Non c’erano dubbi. Il chakra di Naruto stava subendo delle fluttuazioni. Ma non vi era il chakra del demone.

«Sai, togligli la felpa! Io non posso!» ordinò l’Haruno accennando con lo sguardo all’altra mano che teneva sotto controllo il chakra di Sasuke.

Quando Sai ebbe finito, i suoi sospetti si rivelarono fondati. Il sigillo stava pulsando. L’unica cosa che la sorprendeva, era che era circondato dal chackra di Naruto. Eppure aveva la sensazione che la situazione potesse cambiare da un momento all’altro.

«Sai, quanti sorvegliano la zona?»

«C’è tutto il corpo speciale, e Shikamaru dovrebbe raggiungerli a breve. Devo metterli in allerta?»

«È solo precauzionale, » rispose lei «però sì, fallo. Dobbiamo essere pronti.»

Si morse le labbra, sperando che quel presentimento non si avverasse mai.                                                              

 

 

I ringhi della volpe si facevano sempre più forti, mentre io e Naruto correvamo fianco a fianco verso il demone…

«Ehy, teme!» cazzo se mi era mancato sentirlo!

«Sì, dobe?» di nuovo, la sua risata. Quella vera, non quella finta che avevo sentito nel suo appartamento da quando ero tornato.

Sorrisi, impercettibilmente, ma abbastanza da essere notato da lui.

Poi arrivammo davanti alla gabbia. Il demone sorrideva sornione.

«Uchiha» sputò «Non pensavo fossi in grado di tornare fino a qui. Vuoi goderti forse la mia dipartita, stupido Uchiha? Vuoi forse venire con me?»

«Che cosa?» chiesi stupito. Da quando la volpe spiattellava così le sue verità? La cosa mi puzzava…

«Ma non sono immortali questi cosi?»
«Sì lo sono. Sembra che un cercoterio possa morire insieme alla sua Forza Portante se questa muore con il sigillo ancora funzionante; tuttavia, in poco tempo la bestia tornerà in vita. »
«Continuo a non capire… »
«A quanto pare da anni, a mia insaputa, la volpe sta cercando una strada per tornare in vita. Ha creato un forte legame con le mie emozioni, per prendere il controllo ed eliminare chi avrebbe potuto creare nuovi sigilli per rinchiudere il suo spirito, in modo da poter tornare libero. Ma ultimamente il legame era ad ambo i versi, e ho iniziato a capire il suo piano. Il tuo arrivo ha accentuato questo legame. Ha scoperto le sue carte involontariamente grazie all’odio che prova per gli Uchiha. Per ora non lo sei, ma potresti essere una potenziale minaccia… e i sigilli hanno indebolito il suo potere, per questo per prendere il controllo deve prima indebolire me. »
Non ti avevo mai sentito usare questi termini così tecnici, soprattutto per parlare di una cosa simile. Mi ricordava quanto fossi stato lontano, e soprattutto stupido. Inoltre capii che non volevi assolutamente dirlo agli altri. Ti fidavi ancora così tanto di me, dopo tutto quello che era successo?

Il demone sogghignava. Ti aveva lasciato parlare, come se sapesse che non avremmo potuto in alcun modo intralciare il suo piano.

Realizzai che la sua vendetta includeva anche Naruto. Non voleva solo il suo corpo… per tornare in vita, doveva ucciderlo. Ma prima, evidentemente, doveva eliminare me.

«E tu pensi…» iniziai, rivolto alla bestia «… tu pensi davvero che io te lo permetta?»

Un’improvvisa ondata di chakra ci investì, facendo tintinnare pericolosamente le sbarre.

Deglutii. Avevo agito d’impulso, e solo in quel momento mi resi conto di non aver pensato minimamente a cosa avrei fatto una volta faccia a faccia con quel brutto muso.

Naruto lo intuì, e mi prese la mano.

La mia mano, ancora una volta nella sua. La sua mano era un ancora. Era sicura, non tremava. Era calda. La strinsi e guardai la volpe. Mi chiesi fino a quale punto si spingesse la tecnica della Yamanaka, e quanto a lungo sarebbe potuta durare. Ma tanto non sapevo nemmeno da quanto tempo ero lì. Non sembrava essere passato molto, però dentro Naruto il tempo non scorre come all’esterno. O forse sì?

Mi beai ancora qualche istante della mano del dobe, e provai a capire se potevo usare il mio chakra.

Chiusi gli occhi e attivai senza aprirli lo sharingan, e in un battito di ciglia lo disattivai. Mi concentrai e richiamai il mio chakra e mi stupii di sentire che potevo disporne al cento per cento, cosa che non sarebbe accaduta se fossi entrato in Naruto con una delle mie tecniche oculari.

Funzionava. Che razza di tecnica era quella che stavano usando Ino e suo padre? E ci credo che era una tecnica segreta di famiglia… ecco anche perché servivano ben due persone per realizzarla. Doveva consumare molto chakra. Non ero una semplice proiezione! Era come se fossi davvero nel corpo di Naruto! “Ma se posso usare il mio chakra, perché allora qui dentro non sono cieco? E se mi succedesse qualcosa qui dentro, cosa accadrebbe?” mi chiesi.

   
 
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