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Autore: Kittyna    12/02/2009    2 recensioni
Si liberò dal suo abbraccio per rimettersi nuovamente seduta, e strinse le mani nelle sue. “Sai che io posso far avverare i desideri?” gli chiese con un misterioso sorriso. “Davvero? E come?” stette a quello che credeva l’ennesimo gioco. “Bè allora, innanzitutto devi pensare a ciò che vorresti.
Genere: Romantico, Sovrannaturale, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dream of You

Dream of You

Cosi vicini (2 parte)

Si liberò dal suo abbraccio per rimettersi nuovamente seduta, e strinse le mani nelle sue.

“Sai che io posso far avverare i desideri?” gli chiese con un misterioso sorriso.

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“Davvero? E come?” stette a quello che credeva l’ennesimo gioco.

allora, innanzitutto devi pensare a ciò che vorresti. Devi averlo fisso nella mente, immaginando ogni dettaglio che ti riesce. Proprio come se fosse davvero davanti a te!” continuò lei, cercando di essere più chiara possibile.

“Bene, allora provo…Devo immaginare dettagliatamente quello che voglio giusto? E cosa devo fare? Chiudere gli occhi?” mormorò con un sorrisetto, lasciandosi trasportare dall’entusiasmo di lei.

Si, esatto. Dai, chiudi gli occhi e inizia a descrivermi ciò che vorresti, lentamente. Coraggio, prova” lo invogliò, stringendo di più le sue mani.

Il ragazzo chiuse gli occhi, concentrandosi sul primo pensiero che gli venne in mente.

Non era bravo a prendere decisioni improvvise, anche se gli veniva chiesto cosa desiderasse in quel momento.

Che poi, lui non desiderava altro che loro due insieme proprio come lo erano, e nient’altro.

Ma volle stare al gioco, anche solo per guastare ancora il suo luminoso sorriso che gli rischiarava l’animo.

“Allora, cosa vuoi?”

Mmh…voglio…Non so… ah, si voglio stare da solo con te!”

“Da solo con me? Ma già siamo soli…”

“Uh? Nono, ma io voglio stare da solo con te in un altro posto!

“Quale posto? Prova a descriverlo!”.

Lei lo guardò, osservando il suo viso concentrato e gli occhi serrati, provando ad immaginare cosa stesse vedendo.

“Ok..allora..ci siamo noi due. Ok, ci siamo noi due in una stanza, ovviamente soli. E poi…si, la stanza è debolmente illuminata. C’è un enorme vasca da bagno incassata nel pavimento. Una vasca di marmo bianco. Le finestre sono oscurate da tende bianche e il pavimento…oh, è bellissimo! Il pavimento è fatto di tanti specchi uniti, come un’enorme lastra di cristallo. E ci siamo noi due, dicevo…io ti tengo la mano e tu sei bellissima con solo quell’ asciugamano a cingerti il corpo…”

Cosi preso dal suo sogno, continuò a raccontare perdendo per un attimo il senso della realtà come se qualcuno lo avesse sollevato dal divano a di piuma, per farli fare un breve volo, quasi impercettibile, e poi riportarlo a terra.

Entrò quasi in uno stato di dormiveglia, e quando mosse le dita in uno spasimo involontario, si accorse che lei non gliele stava più stringendo. Allora le sollevò, fendendo l’aria attorno a sé, gli occhi ancora chiusi.

Ma non trovo nulla.

Quell’amara consapevolezza gli fece perdere il filo di quel mistico sogno e di colpo gli fece aprire gli occhi.

Ciò che vide lo indusse a credere di stare ancora sognando. Infatti si passò una mano sul viso per far passare quell’attimo di stordimento, e tornò a guardasi intorno.

Ma evidentemente non riusciva proprio a svegliarsi.

Era sdraiato a terra, in una stanza in penombra: una stanza completamente bianca.

Le parenti erano bianche, le tende che coprivano le finestre erano di pesante velluto bianco ricamate con sottili fili d’oro che davano forma a bizzarri fiori dai grandi petali.

La poca luce che riusciva a sfuggire da quella rete di panno, si andava a rifrangere contro un pavimento lucido, trasparente, da sembrare quasi bianco se non fosse stato per le incanalature tra una mattonella e l’altra.

In realtà, realizzò sbigottito lui, quelli erano proprio specchi.

Vide la propria immagine riflessa, la sua espressione di perfetto stupore e incredulità.

Com’era possibile tutto questo? Dov’era la calda stanza con il divano in pelle marrone e il caminetto? Dov’era il temporale, il gelido vento e la notte?

E soprattutto, dov’era la sua donna?

Quasi come risposta a quel pensiero, gli giunse alle orecchie un rumore, lo sciabordio dell’acqua quando qualcosa infrange la sua superficie.

Girò di scatto la testa e ciò che vide, da un lato gli fece seriamente temere per la sua sanità mentale, dall’altro gli scombussolò i sensi, acutizzando quella leggera eccitazione che già in precedenza aveva iniziato ad avvertire.

In un angolo di quella stanza incantata tra il reale e il metafisico, il pavimento di specchi spariva sotto il marmo bianco e perfetto di un’enorme vasca da bagno circolare, incassata nel pavimento.

Sul bordo danzavano le fiamme di tante candele di ogni colore, creando un’atmosfera cosi provocatoriamente intima da strappargli un gemito sottovoce. Tra una candela e l’altra c’erano tanti rubinetti dorati da cui scorreva acqua limpida e chiara, o leggermente rosata, color madreperla e violetta. Erano cosi tanti i colori da creare una sorta di arcobaleno acquatico, dove le luci delle candele si riflettevano a di lucciole ballerine.

E come quando un bambino corre incontro all’arcobaleno per scoprire se le leggende, che narrano di tesori misteriosi e bellissimi che dovrebbero trovarsi alla sua fine, siano vere lui si avvicinò , rimanendo a contemplare la sua compagna seduta sul bordo di marmo.

Le apparve come una ninfa, avvolta in quel panno di candido lino, la carnagione lattea che risaltava contro il tessuto e rendeva eterea la sua figura, sfumandone i contorni.

Sembrava avvolta da quell’ aura di purezza che spesso le attribuiva; aveva i capelli corvini sciolti ad accarezzarle la schiena, tranne che per uno trattenuto in una delle sue piccole manine, che lo accarezzavano lascivamente.

Il collo leggermente inclinato di lato, le gambe per metà immerse nell’acqua, una mano in grembo, e quel panno che lasciava intravedere lo scollo tra i seni...

Chiuse per un attimo gli occhi, ancora cercando di capire se quello era un perfido sogno che lo scuoteva da dentro, facendolo fremere di impazienza ed eccitazione.

Ma l’eco della risatina cristallina di lei risuonò come un campanello nella sua testa e quando riapri gli occhi, il sorriso languido che danzava sulle sue labbra, gli fece perdere ogni controllo. Istintivamente si avvicino al bordo della vasca, si accovacciò e spezzò con un dito l’incanto di quell’arcobaleno, saggiando l’acqua calda e profumata.

Si sedette sul bordo e scivolo giù, scoprendo che la vasca era profonda tanto da immergerlo fino alla vita.

L’acqua diede un momentaneo sollievo alla sua impellente eccitazione, che si diffuse per tutto il corpo.

Scivolò in ginocchio, e si voltò verso di lei.

Solo in quel momento si accorse di essere completamente nudo.

Il pensiero gli balzò davanti agli occhi quando vide che l’asciugamano della sua compagna si era leggermente allentato, rivelando un’altra porzione di seno.

La guardò con l’intenzione di chiederle spiegazioni, ma fissando i suoi occhi, tutto perse di significato.

Il suo sguardo bruciava, ardeva di una passione che lo investi, eccitandolo oltre ogni limite.

Lei aveva gettato la maschera, che si era frantumata cadendo in quella vasca, si era dichiarata sconfitta, ormai pienamente appagata e con il solo desiderio di darle quello che lui voleva di più.

Il suo essere.

La recita era cosi finita, ed erano rimasti solo loro due, senza maschere e senza palcoscenico, completamente esposti l’uno all’altro, vulnerabili e nudi dinnanzi all’immensità di quel sentimento.

Anche lui infine gettò la sua maschera dalle mille sfaccettature, e i suoi pezzi si mischiarono a quelli di lei, sparendo in quell’arcobaleno brillante.

Si avvicinò alla sua donna, con un sorriso che le sembrò il più bello che le avesse mai rivolto.

Con una delicatezza infinità scostò i lembi di quel panno che le fasciava il corpo, e lo lascio cadere.

Poi la bacio con impeto, con tutta la forza di quella passione trattenuta per troppo tempo.

Le artigliò i fianchi stringendola contro di sé, lasciando che l’acqua calda avvolgesse i loro corpi e scese lentamente a coprirla di baci, lambendo con le calde labbra la pelle del collo, scivolando sul petto e infine su un turgido capezzolo. La senti gemere, fremere di piacere contro di lui, le sue mani nei capelli, sulle spalle, sulle braccia. Continuò a torturarla dolcemente, finchè lei non lo travolse in un altro bacio caldo e appassionato, come i molti che seguirono. Si accarezzarono, scoprendo i punti erogeni del loro corpi, gareggiando anche li nel dare più piacere possibile.

Ma adesso che stavano gustando la loro ricompensa, non avevano nessuna fretta di fare altro: esistevano solo loro due.

Ancora tornarono a baciarsi, i loro occhi tornarono a contemplarsi in una dolcezza intrisa di violenta passione.

E quando lui la spinse contro il bordo della vasca, i loro occhi finalmente si fusero in un solo sguardo, le loro menti fluirono in una sola mente e i loro cuori batterono dello stesso ritmo. Con un movimento fluido lui scivolo dentro di lei, dopo essersi scambiati un’occhiata d’intesa.

La ragazza si aggrappò alle sue spalle e seppellì il viso nell’incavolo del suo collo, lasciandosi cullare dai suoi dolci affondi.

Lui cercò le sue labbra, muovendosi come piaceva a lei, beandosi dei suoi gemiti, portandola a implorarlo di continuare, mentre sussurrava a mezza voce il suo nome.

Infine entrambi furono colti da quell’estasi che precede il piacere, e giacquero esausti, l’uno tra le braccia dell’altro.

Entrambi sfiniti da quel sentimento che sconvolgeva i loro cuori, rinvigorendoli e sfiancandoli allo stesso tempo. I loro sguardi si diviserò, le loro menti si sperarono ma i loro cuori rimasero allacciati saldamente.

Il giovane la strinse forte a sé, immergendo il viso tra i suoi capelli bagnati “Ti amo, piccola” sussurrò.

Lei lo strinse a sua volta, emozionata, “Anche io, Matteo. Più di quanto tu possa immaginare.”

Alle sue parole lui sorrise e allontanandola un po’ per guardarla in viso le disse “Si può sapere cosa hai fatto, mia piccola strega?”.

La sua risata gioiosa fu l’unica risposta che ottenne.

Spazio autrice:

Ok, finita! Spero che sia stata di vostro gradimento^^

1 bacio e 1 ringraziamento a tutti quello che hanno avuto la pazienza di leggerla!.

Alla prossima fan fiction^^

F

  
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