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Autore: Bad Bionda Bana    26/09/2015    1 recensioni
Taei, una normale ragazza interessata di giornalismo, porta sulle sue spalle il peso di un passato difficile e doloroso. Spinta dal dovere di scoprire la verità sul suo passato, si ritroverà a fare i conti con un segreto ancora più grande.
Genere: Avventura, Dark, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Quasi tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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-Stiamo facendo un errore, un grandissimo errore.- dico mentre stringo tra le mie mani tremanti quella di un ragazzo –Se ci dovesse scoprire- quell’unico pensiero mi fa rabbrividire, accadrà il finimondo.
-Non ti devi preoccupare.- una voce dolce e rassicurante mi culla con quella semplice frase, quella mano tiene strette le mie infondendomi coraggio e sicurezza. Ma purtroppo la paura non vuole saperne di scomparire, so benissimo che tutto ciò è accaduto a causa mia, che non avrei mai dovuto fare ciò che ho fatto, e la persona che ne avrebbe sofferto di più probabilmente non sarei stata io, ma il ragazzo del quale mi ero innamorata.
-Mi dispiace, è tutta colpa mia.- abbasso lo sguardo con gli occhi chiusi lasciando fluire le lacrime, non riesco più a trattenermi, è più forte di me. Poi una mano calda e delicata si posò sulla mia guancia appena umida asciugandola e mi alzò il viso costringendomi a guardare negli occhi il ragazzo davanti a me.
-Andrà tutto bene, tutto si sistemerà, e poi potremo passare il resto della nostra vita insieme.- il volto del ragazzo è avvolto dall’oscurità del vicolo, solo in posti del genere possiamo stare insieme senza incorrere nelle conseguenze di questo nostro gesto. Nonostante le sue parole, le lacrime non intendono arrestarsi, il mio cuore continua a battere forte per la paura e per l’amore che provo per quel ragazzo. Un rumore improvviso e familiare spaventa entrambi, i passi di quel mostro si stanno avvicinando, il nostro tempo sta per scadere, i pochi minuti che possiamo passare in nostra compagnia ormai si possono leggere sul palmo di una mano. D’istinto il ragazzo mi tira a sé e mi stringe tra le sue braccia come per proteggermi, si sarebbe fatto avanti al posto mio, e per quanto mi potrei opporre, lui non avrebbe sentito alcuna ragione. Mi amava, e questo amore lo avrebbe portato a fare qualsiasi cosa per me. Poso una mano sul suo petto.
-Non farlo, te ne prego, non finirà per niente bene.- sussurro tra un singhiozzo e l’altro –Non voglio perderti.- anche se non riesco a vederlo, percepisco un sorriso farsi strada sulle sue labbra, poi posa la sua mano sopra la mia.
-Questa cosa che riesci a leggere me e i miei sentimenti in certe occasioni non è proprio la cosa migliore.- per quanto tenti di sembrare tranquillo e scherzoso, nella sua voce sento una lieve nota di preoccupazione, di paura. Anche lui sa benissimo cosa accadrà. Toglie la mia mano dal suo petto e mi stringe di nuovo a sé, una mano pronta sull’elsa della spada. Ancora quei passi, sempre più vicini. Possiamo sperare nel perdono, che possa comprendere le nostre azioni, ma lo conosciamo bene, e non è altro che un mostro. Ormai possiamo sentire il suo respiro. Mi giro verso il ragazzo e prendendogli il viso tra le mani ancora tremanti gli do un bacio a fior di labbra. Quando mi allontano dal suo viso e apro gli occhi, riesco finalmente a vederlo in viso.
-Ti amo, Taemin.- e in un secondo un rumore simile ad una belva che ringhiava ci fa trasalire.

Mi sveglio spaventata ed agitata, come quando si sogna di cadere nel vuoto. La prima cosa che faccio è andare in cucina a prendere un bicchiere di acqua, poi cerco di ripensare al sogno che ho appena fatto, e la cosa strana è che me lo ricordo perfettamente, non come i sogni normali ai quali più pensi e più dettagli inizi a dimenticare. È indiscutibile, il ragazzo del sogno era Taemin, uguale in tutto tranne che nei vestiti, nel sogno erano di un’epoca passata, e non di pochi anni, ricordo addirittura che portava con sé una spada. Scuoto la testa e guardo l’ora, sono le tre di notte. Probabilmente il bacio di ieri sera mi ha condizionato un po’, non è la prima volta che sogno qualcosa riguardante ciò che mi è successo il giorno stesso. Non devo iniziare a farmi strane idee, in fondo i sogni sono solo sogni. bevo un altro bicchiere di acqua e torno in camera, domani devo assolutamente trovare qualcosa per il giornale, o il signor Kim potrebbe sul serio decidere di licenziarmi. Prima di rimettermi sotto le coperte, apro un po’ la finestra per far entrare un po’ di aria fresca, nonostante sia autunno e io dorma con il pigiama pesante e il piumone più grande che ho, piuttosto che svestirmi o togliere coperte preferisco aprire la finestra.

-Guardate che soave fanciulla abbiamo qua.- riconosco la voce e mi armo del mio sorriso più malizioso prima di voltarmi appoggiandomi con i gomiti sul bancone in legno.
-Buonasera, lei e i suoi compari desiderate qualcosa da bere?- stringendo appena le braccia faccio in modo che lo sguardo del ragazzo scenda dal mio viso verso il mio decolté. Trucchetto che funziona con qualsiasi uomo.
-Da quando il locandiere ha deciso di offrire questa mansione a ragazze così carine? È la prima volta che ti vedo qui.- il ragazzo prende posto su uno degli sgabelli davanti al bancone.
-Sono arrivata da poco. Vedendomi in difficoltà il locandiere ha deciso di aiutarmi.- sorrido e preparo le bevande –Sarebbe bello incontrare più spesso giovani uomini disposti ad aiutare una fanciulla in difficoltà.- poggio i vari bicchieri davanti ad ognuno.
-Tu sei una ragazza fortunata, aiutare le fanciulle in pericolo è la mia specialità.- il ragazzo prende un lungo sorso per poi poggiare quasi brutalmente di nuovo il bicchiere –Potrei mostrarle un po’ il posto, così da orientarsi meglio.- dice con tono di voce più basso. Preso all’amo.
-Peccato che la locanda chiuda così tardi la notte.- dico sospirando e alzando le spalle –Penso che abbiate di meglio da fare. In più non posso lasciare la locanda, visto che è l’unico posto in cui posso dormire per il momento.-
-Non c’è alcun problema, posso ospitarti da me. Non so se lo hai notato il castello alla fine del bosco, ma quella è la mia dimora.- lo so bene, e come so che farai di tutto per portarmi sotto le tue lenzuola, stai certo che io farò di tutto per non andarmene a mani vuote.
-Ma è sicuro che non le crei disturbo? Non mi conosce nemmeno.- ridacchio, ormai è fatta.
-Penso che troveremo il modo per conoscerci meglio.- il suo sorrisino dice tutto, si possono leggere benissimo quali sono le sue intenzioni, cosa vuole farne di me, o meglio del mio corpo. Ciò che non sa è quello che ho intenzione di fare io –Intanto mi presento, io sono il conte Kim Jonghyun.-

Il suono della sveglia interrompe il mio sonno. Per quanto fosse stato un sogno normale, soprattutto rispetto al primo in cui ricordo chiaramente il viso di Taemin, anche questo mi ha lasciato una strana sensazione, come un brutto presentimento. Per di più il viso di quel ragazzo, Kim Jonghyun, mi sembra familiare pur sapendo di non averlo mai visto. Scuoto la testa per l’ennesima volta, non devo lasciarmi influenzare da certe cose, sono solo sogni.
Mi do una lavata veloce, mi armo di blocchetto e penna, pronta per partire alla ricerca di notizie, anche se so già che non sarà facile. Potrei chiedere ai miei colleghi se hanno trovato qualcosa, e tra Minho e Yoona preferisco di gran lunga chiamare quest’ultima, difficilmente chiamerò o rivedrò Minho di mia spontanea volontà, ancora non mi è andato giù il suo scherzetto di quella sera. Premo il tasto della chiamata e sento il telefono squillare a vuoto. Provo a richiamarla ma ancora nulla, forse la sorellina le ha nascosto il telefono per dispetto. Ridacchio tra me e me ed esco di casa con i migliori propositi, i quali cesseranno di esistere nel momento in cui mi accorgo che per strada non c’è nessuno. Capisco che sia domenica, ma un deserto del genere mi sembra un po’ esagerato, ogni tanto incrocio qualche ragazzo o donne adulte, alcuni vecchietti seduti al bar a giocare a carte mi guardano come sorpresi di vedermi, come se non dovessi essere qui. Un flash momentaneo mi fa ricordare la nonna di Yoona e non so perché mi aspetto che possa spuntare dal nulla per lanciarmi qualche maledizione o cose così, invece trovo un’altra persona.
-Ragazza, ti consiglio di tornare a casa e rimanerci.- mi dice il signore anziano che avevo incontrato davanti alla casa della famiglia Kang.
-Perché, è successo qualcosa? Come mai per strada c’è così poca gente?- chiedo un po’ allarmata, forse è proprio questa la notizia che stavo cercando, o meglio che ha trovato me.
-Le persone che vivono in questo paese da molto tempo si può dire che siano superstiziose, e qualcosa nelle mie ossa mi dice che quest’anno più degli scorsi.- lo ascolto non sapendo se prenderlo sul serio o se annuire semplicemente come se mi raccontasse una storiella –Oggi è il ventuno di Ottobre.-
-Il giorno in cui si ricordano le fanciulle che venivano uccise misteriosamente la notte del loro ventiduesimo compleanno.- il signore annuisce –Ma quello è un fatto accaduto molto tempo fa, e in ogni caso dovrebbero rimanere chiuse in casa solo le ragazze di ventuno anni, mentre vedo che un po’ tutte le ragazze abbiano deciso di non uscire.- puntualizzo razionalmente, ma una piccola parte del mio cervello si sveglia.
-E tu quanti anni hai?- mi chiede all’improvviso.
-Ventuno.- cade il silenzio e il signore si allontana senza aggiungere nulla. Rifletto un attimo sulle varie informazioni che ho immagazzinato in queste settimane, e quella piccola parte di cervello che si era svegliata prima, ora mi sta dicendo di provare a collegare le due storie, quella delle fanciulle uccise e quella del fratello maggiore della famiglia nobile. Yoona aveva detto che i media le avevano collegate solo per attirare turisti, che in realtà quella della famiglia nobile era solamente una favola come un’altra per spaventare i bambini che non facevano i bravi, ma allora mi chiedo perché non ci sia alcun dato sulla famiglia che veramente ha abitato in quella casa. Sembra essere scomparsa nel nulla, e ciò sembra ancora più strano, come se avessero voluto nascondere qualcosa. Per saperne di più di sicuro devo sentire Yoona, è stata lei la prima a darmi informazioni certe su tutta questa storia. Prendo di nuovo il telefono per chiamarla ma ancora non risponde, richiamo ma ancora nulla, così cambio numero.
-Pronto?-
-Pronto, Minho sono Taei.- rispondo decisa, con un tono anche un po’ seccato, non ho proprio voglia al momento di sentirlo, ma la situazione mi sta spaventando.
-Buongiorno Taei, a cosa devo questa piacevole chiamata?- dal suo tono sento che sta sorridendo e ciò mi da sui nervi.
-Piacevole lo sarà per te, non ti avrei mai chiamato se non fosse per un’emergenza. Per caso hai sentito o visto Yoona?- chiedo stizzita.
-Scusa tanto se almeno io cerco di essere amichevole. Comunque non ne ho la minima idea, non l’ho né sentita né vista, e da quella che so in questo periodo dell’anno deve sempre combattere con sua nonna per uscire, sai le sue fissazioni con le leggende, in particolare con la storia delle ragazze morte. È oggi il giorno in cui si ricordano, giusto?- una brutta sensazione mi lancia un brivido per tutta la spina dorsale.
-Ho capito, grazie Minho, ci si vede domani a lavoro.- e senza nemmeno aspettare una risposta riattacco il telefono.
Cerco una cabina telefonica nei paraggi e preso l’elenco cerco il numero di casa di Yoona, a rispondere è come l’ultima volta la sua sorellina minore, la quale poi passa il telefono alla madre. Le chiedo se per caso sa dove si trovi Yoona e cordialmente mi risponde che è solo andata a fare delle commissioni e nel momento in cui varca la soglia di casa me la passa al telefono.
-Pronto, Taei? Come mai mi chiami a casa?-
-Ho provato a chiamarti un paio di volte sul cellulare ma non rispondevi, suonava libero e poi andava in segreteria telefonica.- sento dei rumori dall’altra parte della cornetta, probabilmente era Yoona che cercava il telefono nella borsa.
-Che idiota che sono! Scusami Taei, avevo il telefono in silenzioso e non l’ho proprio sentito. Spero non ti sia preoccupata troppo.-
-Tranquilla, pensavo che la tua sorellina te lo avesse nascosto.- ridacchio appena –Senti, non è che potremmo vederci? Ho bisogno di alcuni chiarimenti.- senza volerlo il mio tono di voce cambia.
-Certo, su cosa?-
-Sulla leggenda del nobile che era stato tramutato in mostro. Ti va bene tra una decina di minuti davanti all’ufficio?-
-Va bene, ma, Taei, mi sembri un po’ strana. È tutto ok?- dal suo tono capisco che è lievemente preoccupata.
-Tutto ok Yoona, sai che la mia curiosità è tanta. A tra poco.- fingendo una risatina riattacco e mi incammino velocemente verso l’edificio dove lavoriamo ritrovandomici davanti dopo pochi minuti. Aspetto con impazienza di vedere Yoona arrivare. Controllo frequentemente l’orologio notando quanto lentamente scorra il tempo, mentre quel brutto presentimento si fa sentire sempre con più insistenza. È ancora sera presto, ma essendo autunno inoltrato il cielo è già buio, e uno dei lampioni non tarda a creare un’atmosfera più che inquietante spegnendosi ogni tanto. Comincio a fare avanti e indietro sul marciapiede quando un urlo agghiacciante mi fa accapponare la pelle. In un primo momento mi paralizzo, incapace di muovere un solo muscolo a causa della paura, poi mi giro piano nella direzione dalla quale ho sentito provenire l’urlo, e vedere un vicolo buio pesto non mi rasserena per nulla. Faccio un passo avanti e vedo una sagoma nera apparentemente familiare alzarsi dal terreno e piano venire verso di me. Mi si raggela il sangue nelle vene e di nuovo mi blocco fissandogli il viso completamente nero, non riesco nemmeno a distinguere naso, occhi e bocca. Non momento in cui sta finalmente per arrivare sotto la luce del lampione, questo si spegne spaventandomi e la figura fugge via scomparendo nell’ombra. Con le mani tremanti prendo il telefono e accendo la luce del flash come torcia per vedere dove è andata a finire quella strana sagoma nera, ma ciò che vedo mi terrorizza facendomi urlare come non avevo mai fatto prima.

  
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