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Autore: Valerie Leyl Alekxandre    26/09/2015    4 recensioni
Come già qualcuno sa, questa Long-Fic è nata come NaLu Week, ma ho deciso di trasformarla in base alle mie esigenze e a quelle dei lettori in una Long.
Ringrazio gaia21 che senza di lei non avrei mai cominciato a scrivere questa long.
Spero possa piacervi quello che la mia mente ha dato origine.​
*§*§*§*
Lucy è una normale ragazza condannata a vivere una vita infelice sin dalla nascita.
Orfana di genitori e cagionevole di salute, si ritrova ad affrontare tante sventure nel corso della sua vita, finché è una delle sue stesse sventure a farle conoscere l'amore di una famiglia e l'amore della sua vita.
*§*§*§*
Un bacione a tutti e che la lettura sia di vostro gradimento!
[REVISIONE IN CORSO]
Genere: Angst, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Lucy Heartphilia, Natsu
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Non ho un cuore per poterti amare
Capitolo VII. Glory days
**❤**

-Non vuole ancora uscire?- chiese sospirando Gray seduto al tavolo della cucina con la testa appoggiata contro il muro.
-No, Lucy-san non ha intenzione di lasciare la sua camera- rispose triste la turchina per poi andarsi a sedere su una sedia emettendo un gemito dallo sforzo, il fardello che si stava portando era molto pesante, le era difficile camminare o stare in piedi troppo a lungo.
-Ha almeno mangiato qualcosa?- chiese preoccupato lanciando un'occhiata furtiva alla porta che conduceva alla sala, riuscì a scorgere la testa rosata del suo migliore amico, stravaccato sul divano a guardare la televisione.
-Anche se lo ha fatto avrà mangiato poco e niente- Juvia si appoggiò al tavolo posando i gomiti su di esso per poi sospirare preoccupata, la sua amica per qualche oscuro motivo non voleva più uscire dalla sua stanza, ogni volta che l'andava a trovare non vedeva più quel luccichio che aveva negli occhi, sembrava essersi abbandonata e scoraggiata a un qualcosa che sembrava più grande di lei.
Chinò il capo posando lo sguardo su un bicchiere d'acqua mezzo vuoto mentre si rattristava di più, Natsu si era chiuso in sé stesso, se ne stava sempre impegnato a far qualcosa, soprattutto cercava di andare a più chiamate possibili, pure durante la notte pur di tenersi distratto da qualcosa che nemmeno lei sapeva cosa.
-Quella scema.. se continua così la visita dal medico la dovremo anticipare sul serio- borbottò fra sé e sé il corvino portandosi una mano fra i capelli scombinandoseli un po' -a proposito di medico, anche tu Juvia, credo che uno di questi giorni sia meglio portarti a far qualche visita- riprese a parlare puntando il suo sguardo sul pancione poco nascosto dal tavolo di legno.
Lei annuì regalandogli un lieve sorriso, le premure del suo amato non erano mai troppe, nonostante il pargolo, o la pargola, non fosse ancora nato, o nata, già si comportava da padre e questo la inteneriva sempre perché ogni volta che lui si comportava in quel modo, l'amore che lei provava per lui aumentava sempre di più, soprattutto con i suoi piccoli grandi gesti.
-Bene, credo sia ora di preparare da mangiare, vado a chiamare Natsu, tu vai a riposarti un po', ok?- il ragazzo si alzò dalla sedia posando la sua mano sul capo color cielo di Juvia lasciandole una lieve a amorevole carezza.
-Va bene- rispose lei guardandolo uscire e dirigersi in sala, si alzò lentamente dalla sedia aiutandosi con tavolo per poi uscire anche lei dalla cucina, magari si sarebbe messa a riposare sul divano, la camera era troppo lontana e non le andava di certo fare le scale, tanto Natsu si sarebbe dovuto alzare comunque per cucinare.
 
Il letto non era mai stato così scomodo, eppure stare lì senza alzarsi quasi mai aveva reso il materasso fastidioso, quasi insopportabile da percepire sotto la schiena.
Aprì gli occhi puntandoli nel vuoto più assoluto, l'oscurità dominava la sua stanza senza permetterle di vedere niente, ma nonostante la barriera nera che le oscurava gli occhi, non avrebbe comunque visto niente per quanto era persa nei suoi pensieri.
Non sapeva nemmeno lei quanto tempo era rimasta in camera, aveva perso il numero dei pasti che Juvia continuava ogni giorno a portarle, e aveva impedito fino a quel momento alla luce di entrare nella camera, tutto questo perché voleva rimanere da sola a contemplare cosa aveva nel cuore e nella testa.
Dopo quel giorno si era chiusa in sé stessa più di quanto lo era già di suo, quella rivelazione sui suoi sentimenti più reconditi era stata così chiara che le aveva confuso tutto e sconvolto i suoi pensieri, non sapeva più cosa fare.
Lo aveva rifiutato e nell'esatto momento in cui aveva pronunciato quella frase fatale, aveva sentito il suo cuore venir pervaso da un dolore così forte che temeva che da un momento all'altro avrebbe ceduto definitivamente.
E invece aveva resistito, sentire il calore di Natsu l'aveva tranquillizzata giusto quel poco da permetterle di riprendere il controllo di sé e del suo cuore.
Solo quando il dolore scomparve, si rese conto che il ragazzo la stava abbracciando tenendo il proprio viso nell'incavo del suo collo, le lacrime ancora perse in quel fiume che continuava a strariparle dagli occhi gli bagnavano la spalla nuda.
Si rese conto sempre in quel momento di non esser stata in grado di sentire più niente dopo aver pronunciato quelle parole per loro due così tanto dolorose, riuscì ad udire soltanto le ultime delle parole dette da lui.
-Ti prego, non arrenderti-
Eppure lei non se l'era sentita di rispondere, si lasciò coccolare dal calore emanato da quell'abbraccio mentre i singhiozzi interrompevano il silenzio bagnato dalle lacrime che continuavano furiose la loro avanzata.
Quello fu l'ultimo giorno in cui Lucy ebbe contatti con Natsu, lei uscì dalla stanza una volta che Gray giunse per aprire la porta qualche ora più tardi, passate in totale silenzio.
Scosse la testa per non pensare più all'accaduto, ogni volta che succedeva un macigno le si posava sul cuore senza permetterle di respirare mentre gli occhi riprendevano a bruciare, segno che da un momento all'altro le lacrime sarebbero tornate a scorrere sulle sue gote.
Si rigirò nel letto con stizza stringendo tra le sue mani le candide e morbide lenzuola cercando di sfogare quell'oppressione in un altro modo invece che con le lacrime.
Avrebbe preferito urlare e prendere a pugni qualsiasi cosa, ma non ne aveva la forza, sia fisica che mentale, la vitalità di cui era disposta si era volatilizzata lasciandola da sola nel dolore.
Girò lo sguardo verso la finestra, dalla quale filtravano piccoli buchi di luce attraverso la tapparella abbassata, probabilmente era ora di pranzo se Juvia era venuta qualche ora prima a portarle da mangiare, quella doveva esser stata la colazione.
Si stupì della velocità che aveva utilizzato nel sedersi per poi venir colta da un terribile mal di testa, si portò le dita alle tempie cercando di affievolire il dolore, dovuto a come si era alzata pochi istanti prima.
Una volta essersi ristabilizzata lasciò cadere le braccia lungo ai fianchi cominciando a guardarsi attorno scrutando nell'oscurità della sua camera.
Sospirò stanca per poi alzarsi dal letto e mettersi in piedi con qualche difficoltà, non mangiava da giorni e quello era il risultato della sua testardaggine.
Con fatica camminò verso la sua scrivania tenendo gli occhi chiusi a due fessure sforzandosi di vedere nel buio, non voleva cadere o andare a battere contro qualcosa che le avrebbe sicuramente fatto male.
Sbuffò cominciando a cercare a tentoni l'interruttore della luce, era stufa di camminare tirando ad indovinare, prima o poi avrebbe fatto uno di quei voli da record e non voleva rischiare di ritornare in ospedale per una tale scemenza.
Toccò l'interruttore venendo in seguito accecata dalla luce, non più abituata a quest'ultima, abbassò le palpebre di scatto mentre un lieve dolore si ripresentò agli occhi e alla testa.
Una volta essersi abituata camminò verso la finestra per aprirla e alzare la tapparella venendo subito dopo inondata dall'aria fresca e pulita.
La luce del sole entrò nella camera cominciando a riscaldarla, i raggi solari si posarono delicati sulla carnagione nivea di lei.
Si lasciò sfuggire un mugolio di piacere nel percepire il calore mentre chiudeva gli occhi cercando di assaporarsi al meglio quella sensazione, le era mancato il calore dell'estate.
Sgranò gli occhi a quelle parole mentre gli occhi ripresero a bruciare, un brivido le percorse la schiena "Natsu" pensò per poi scuotere nuovamente la testa e prendere un profondo respiro come a volersi sbarazzare di quei pensieri.
Si girò verso la scrivania per poi andarle incontro e spegnere la luce, doveva smetterla di rimanere a crogiolarsi in quella solitudine, non voleva passare il resto dei suoi giorni in quel modo.
Uscì dalla sua camera dopo essersi cambiata e aver sistemato il letto, camminò per i corridoi della caserma fino a giungere alle scale che avrebbero portato al piano di sotto.
Si aggrappò al corrimano stringendolo convulsamente vedendo la figura di Juvia stesa sul divano e i rumori e l'odore di cibo arrivare dalla cucina, Natsu doveva essersi messo a cucinare.
Il panico si impossessò di lei al pensiero di rivedere il ragazzo, forse non era ancora pronta ad avere un confronto diretto con lui, ma sentiva il bisogno di vederlo, parlarci e percepire il suo innaturale calore, sentiva di aver bisogno di lui e solo in quel momento si chiese come aveva fatto a rinchiudersi per così tanto tempo senza nemmeno poterlo vedere.
Camminando lentamente cominciò a scendere un gradino dopo l'altro senza far rumore, la sua amica stava dormendo e non voleva disturbare il suo sonno, probabilmente l'aveva fatta preoccupare più del dovuto in quegli ultimi giorni e quello era il risultato del suo comportamento.
Sempre cercando di non farsi notare si avvicinò all'entrata della cucina appoggiandosi subito dopo allo stipite della porta cominciando a fissare la figura del ragazzo dai capelli rosati intenta a fare il proprio lavoro tra i fornelli.
Rimase immobile, incapace di pensare ad altro se non a lui, a fissarlo mentre il suo cuore batteva prendendo il galoppo, correndo sempre più veloce come a volerle uscire dal petto solo per potersi donare a Natsu.
Si portò una mano al petto a quel pensiero "Donargli il mio cuore.." un senso di vergogna le fece chiudere gli occhi e scuotere la testa, come poteva anche solo pensare di potergli donare il suo cuore? Che cosa ne avrebbe fatto di un cuore malconcio come il suo? No, non poteva illudersi.
Il rumore si una stoviglia che cadeva nel lavandino la distolse dai suoi pensieri, aprì gli occhi rimanendo bloccata nel vedere Natsu immobile che la guardava sorpreso.
-Lucy?- sussurrò lui mentre il cuore di lei riprese a scalpitare peggio di un matto, si strinse allo stipite della porta sentendo le gambe all'improvviso molli e prive di consistenza, la gola le si era seccata di colpo senza permetterle di poter emettere anche un solo verso.
Lo vide ridestarsi e girarsi subito dopo per prendere l'oggetto che gli era caduto poco prima nel lavandino e riprendere a cucinare con un innaturale calma.
Lucy cercò di tranquillizzare il suo battito cardiaco e il suo respiro diventato improvvisamente troppo pesante mentre i suoi pensieri tornarono ad occupare la sua mente, ma non ebbe nemmeno il tempo di formularli che di nuovo la sua voce tornò ad entrarle calda nelle orecchie.
-Come ti senti?- disse il ragazzo senza mai voltare lo sguardo verso la sua interlocutrice, tenendosi nel frattempo impegnato a cucinare, pur di non incrociare nuovamente lo sguardo con quello di lei.
La ragazza chinò il capo per poi incamminarsi verso la sedia e sedersi lentamente, era così indebolita che i suoi movimenti erano rallentati vertiginosamente.
-Mi sento più debole del solito, ma sto bene- mentì, non stava affatto bene, come poteva pretendere da sé stessa di riprendersi velocemente dopo quello che era successo con lui?
-Stupida- disse il rosato per poi girarsi, era troppo evidente che non stava bene, lo urlavano i suoi occhi, coperti dalle occhiaie, la sua pelle aveva perso la sua lucentezza, per non parlare della sua voce o dei passi strascicati, no, lei non stava per niente bene -ora rimani qua a mangiare, non voglio obbiezioni-
Lucy non poté fare a meno di sorridere stanca, quanto ammirava quel ragazzo, la sua forza e la sua voglia di vivere, soprattutto quella determinazione che aveva, sapeva che sarebbe stato inutile contro ribattere, sospirò.
-Va bene-
Natsu sorrise, come se una nuova energia gli fosse entrata dentro insieme ad un nuovo obbiettivo.
 

Il pranzo andò tutto liscio, i ragazzi che vi parteciparono rimasero molto contenti della presenza della ragazza, non si era fatta vedere per un po' e rivederla a mangiare a tavola con loro li aveva risollevati facendo scivolare via la loro preoccupazione.

Juvia fu quella più felice, si era aggrappata al collo dell'amica senza più staccarsi nemmeno un secondo, mentre le lacrime continuavano a scorrere sulle sue guance, deformate da un radioso sorriso.
Passarono un paio d'ore a tavola tra schiamazzi e chiacchierate, il sorriso sembrava riaver preso il suo posto sul volto di Lucy, così come su Natsu, ma la verità era che quelli non erano niente meno che falsi sorrisi, creati solo per non destare preoccupazione a coloro che gli stavano vicino, i loro amici non meritavano di soffrire per una colpa che non era loro.
Da quel giorno le cose sembravano esser tornate normali, nonostante quell'alchimia che legava Natsu e Lucy sembrava essersi affievolita, certo, si vedevano e si parlavano, ma c'era qualcosa che li teneva comunque lontani l'uno dall'altra.
Eppure Gray era riuscito a capire che qualcosa non andava in Natsu, come Juvia capì che qualcosa non si era 'riparato' in Lucy, entrambi sapevano che tra quei due era successo qualcosa, qualcosa di davvero grave se era quello il risultato.
 
-Adesso devi spiegarmi cosa diavolo sta succedendo- erano di ritorno da una delle chiamate che avevano ricevuto dalla campagna, poco lontano dalla città.
Gray era alla guida del veicolo, mentre il ragazzo dai capelli rosati se ne stava apparentemente tranquillo contro il finestrino con il braccio a penzoloni da quest'ultimo.
-Cosa?- chiese distrattamente Natsu senza voltare lo sguardo per incontrare quello del suo amico, il quale si era girato per qualche secondo verso di lui mentre stringeva convulsamente il volante.
-Non prendermi per il culo Natsu- disse poi tornando subito dopo a guardare la strada prendendo un profondo respiro per potersi tranquillizzare, se avrebbe perso la calma avrebbe fermato l'A.P.S. per poter mettere le mani al collo del suo migliore amico.
-Lo faccio sempre, perché non dovrei farlo anche ora?- rispose con disinvoltura il ragazzo mentre distendeva la mano fuori dal finestrino prendendo aria.
A quel punto Gray frenò bruscamente prendendo alla sprovvista il rosato, il quale distratto, andò a sbattere la testa contro il cruscotto.
Si massaggiò la fronte imprecando mentre teneva gli occhi chiusi e una smorfia di dolore in viso -Brutto bastardo, che cazzo fai?!- urlò poi girandosi verso il corvino pronto a cominciare lì, in mezzo ai campi una rissa con i fiocchi.
In quel momento il corvino scese dal veicolo battendo la portiera, disse qualcosa, che Natsu non riuscì a capire ma che dovevano essere delle scuse, ai colleghi che erano dietro per poi riprendere a camminare.
Passò davanti il muso dell'Autopompa per poi aprire la portiera del rosato, si guardarono entrambi negli occhi con aria di sfida.
Alla fine Gray lo prese per la tuta e lo trascinò fuori, pronto a prenderlo a cazzotti se ne necessario, era stufo di quella situazione, voleva capire cosa stava succedendo tra lui e Lucy, perché sembravano tanto uniti quanto il contrario, perché Lucy non era uscita per giorni dalla sua camera dopo che lui li aveva chiusi nella stanza di Natsu, non riusciva a capire e questo gli faceva saltare i nervi perché non gli piaceva vedere i suoi amici ridotti in quello stato, soprattutto Natsu che aveva perso quella sua vivacità esplosiva, se non tutta almeno in parte.
Natsu invece fu preso alla sprovvista, appena aveva visto il suo amico d'infanzia aprirgli la portiera aveva alzato un sopracciglio in modo confuso, il comportamento di Gray era stato così strano da averlo distratto.
Cadde a terra sentendo in seguito la guancia sinistra bruciargli, un sapore metallico gli si insinuò nella bocca facendogli portare di conseguenza una mano sulla guancia scoprendo che oltre a questa, il labbro gli si era spaccato.
Sputò il sangue a terra tra l'erba gialla e secca, si trovavano sul ciglio di una delle strade extraurbane ai confini con la città, dietro di lui c'era solamente il canale a dividerlo dal campo di grano, già maturo.
-Dimmi cosa diavolo sta succedendo- ripeté Gray senza rispondere alla precedente domanda fattagli da Natsu poco prima.
Quest'ultimo si alzò puntando le sue iridi smeraldine in quelle scuri del suo migliore amico mentre si ripuliva lentamente dal sangue fuoriuscito.
-Non so di cosa stai parlando- rispose infine sorridendo facendo innervosire ancora di più il corvino, il quale strinse i pugni digrignando i denti.
-Dimmi perché Lucy si è ridotta in quello stato fino a qualche giorno fa- rispose mentre corrugava la fronte serio e allo stesso tempo arrabbiato e preoccupato.
Il sorrisino di Natsu scomparve così velocemente che sembrava non esserci mai stato sul suo viso, uno sguardo grave cadde sul corvino il quale non si arrese nonostante il silenzio da parte del rosato.
-Lo so che in qualche modo c'entri tu e scommetto anche che è colpa tua- Gray puntò il suo dito contro il suo amico sciogliendo l'espressione seria che aveva tramutandola in modo da far comparire lo stesso sorriso che aveva poco prima Natsu.
Quest'ultimo distolse lo sguardo mentre la sua espressione cominciò a trasmettere il dolore che si stava portando dentro da ormai troppo tempo.
-Parla dannazione!-
Il ragazzo dai capelli rosati alzò di scatto la testa guardando serio il suo compagno -Cosa vuoi che ti dica?!- esclamò facendo un passo avanti mentre una folata di vento irruppe tra di loro scombinando loro i capelli.
-È colpa tua se adesso è tornata a fingere di sorridere, te ne rendi conto?!-
Un urlo, dopo di che un tonfo seguito poi da diverse imprecazioni e il rumore dei pugni che andavano a segno.
Entrambi per terra cominciarono a picchiarsi a vicenda senza esclusioni di colpi -Bastardo! Come ti permetti!- esclamò il rosato sovrastando il suo migliore amico, finché quest'ultimo con una spinta riuscì a capovolgere la situazione cominciando a restituire i pugni che gli aveva 'gentilmente regalato' il suo compagno di squadra.
-Qui il bastardo sei tu che fuggi come un fifone dai problemi!- un ultimo pugno e si alzò da terra tutto barcollante con un occhio mezzo chiuso mentre guardava il suo compagno rialzarsi lentamente dopo essersi dato una ripulita con la mano dove il sangue gli era fuoriuscito -ti conosco molto bene Natsu!- riprese prima di sputare saliva e sangue, diventati troppo fastidiosi da tenere in bocca -e so che qualunque cosa tu le abbia fatto da farla soffrire in quel modo, tu non l'hai fatto intenzional..!- venne subito interrotto da un altro pugno che lo fece sballottare all'indietro senza però cadere.
-Io non le farei mai del male!- un altro pugno in mezzo alle costole fece tossire il corvino, che reagì subito dopo spintonando il rosato.
-E allora dimmi cosa cazzo sta succedendo!- corse placcando il ragazzo per poi cadere assieme a lui nel canale vuoto, ricoperto solo dall'erbaccia secca e gialla.
Lo bloccò con il suo corpo nel canale tenendolo fermo abbasta da riuscir a parlare senza che Natsu potesse reagire.
-Sono tuo collega, tuo amico e tuo confidente, capisco solo guardandoti quando ti cacci nei guai oppure quando qualcosa in te non va- disse con il fiatone a spezzettagli le parole mentre gocce di sudore cadevano lungo le loro tempie e i loro colli, sporchi della polvere che avevano alzato durante lo 'scontro' -perché non vuoi capire che voglio solo aiutare te e Lucy?- sospirò lasciando la presa su Natsu per potersi sedere anche lui dentro il canale.
Il ragazzo dai capelli rosati chiuse gli occhi portando la testa all'indietro, percosso anch'esso dal fiatone provocato dallo sforzo.
Con il pollice asciugò il rivolo di sangue che gli scendeva dalle labbra -Non puoi fare nulla, amico- disse dopo aver ripreso un po' di fiato, il sudore gli era andato negli occhi facendoglieli bruciare, con il dorso della mano si asciugò la fronte facendo cadere subito dopo la mano in mezzo all'erba.
Subito sentì il pizzicore delle piccole erbacce attorno al braccio, ma era troppo stanco per poter reagire.
-Perché dici così?- chiese Gray dopo aver udito il suo amico -non è da te arrenderti senza nemmeno tentare- voltò il capo per poter guardare il rosato, quest'ultimo ancora con gli occhi chiusi e il viso rivolto verso il cielo limpido.
-Ho fatto le stesse cazzate che faccio quando mi ubriaco, ho aperto bocca una volta di troppo- sospirò stanco, aprendo gli occhi riflettendo nelle sue iridi smeraldo le bianche nuvole che in quel momento stavano cavalcando il cielo azzurro disteso sopra di loro.
Il corvino si fece più interessato, corrugò la fronte senza mai smettere di guardare il suo compagno di squadra -Cosa è successo?- chiese mentre lo osservava scompigliarsi piano i capelli per poi gemere ad un movimento brusco, probabilmente per via delle botte ricevute.
-Cosa vuoi che sia successo? Mi sono fatto scappare quello che provo per lei nel momento più sbagliato che mi potesse capitare- rispose strappando qualche ciuffo d'erba dall'agitazione.
Non era riuscito a capire il motivo di quell'isolamento da parte della ragazza, gli sembrava esagerata una reazione del genere, ma ormai conosceva bene Lucy, sapeva che c'era qualcos'altro che la turbava e che la faceva star male.
Chiuse gli occhi ricacciando un pensiero che gli si era insinuato nella mente scuotendo poi impercettibilmente la testa.
-E lei cosa ha detto?- chiese Gray dopo esser rimasto in silenzio per qualche minuto nell'attesa che il suo migliore amico continuasse, ma quando lo vide chiudere gli occhi capì che si era perso tra i suoi pensieri, e ciò lo preoccupava molto.
Scosse la testa, quelle parole non le avrebbe dimenticate così tanto facilmente, lo aveva colpito così tanto che gli erano rimaste indelebili dentro di lui, nonostante non gli pareva molto chiaro ciò che lei gli aveva detto -Non riesco ancora a capire cosa intendeva con quello che mi ha detto- rispose infine voltando lo sguardo verso il corvino -perché l'amore è così difficile?-
Questo chiuse gli occhi sospirando -Non lo so, a volte credo che al destino piace giocare con i sentimenti delle persone- disse cominciando poi anche lui a fissare il cielo.
Lo seguì anche Natsu che riprese a parlare -Non riesco ancora a capire se lei mi ricambia o meno- rivelò sconcertato -mi ha dato una risposta così confusa che mi ha lasciato davvero senza parole- aggiunse portandosi le mani dietro la testa nel tentativo di appoggiare la testa su qualcosa di più morbido.
Gray rimaneva immobile e in silenzio pronto ad ascoltare qualunque cosa lui volesse dirgli, quello era uno di quei rari momenti in cui il suo migliore amico buttava fuori i suoi dubbi e le sue incertezze, perché sì, anche Natsu era in grado di perdersi e abbandonare quel carattere solare e allegro, esponendo le sue paure e le sue debolezze solo a chi riteneva il più fidato, sicuro che questo avrebbe tenuto tutto nascosto, al sicuro da orecchie indiscrete.
-Credo che lei abbia paura, ma non so di cosa- disse di getto troncando il silenzio che si era venuto a creare, interrotto qualche volta dal chiacchierio che proveniva dall'A.P.S. causato dai loro colleghi.
-Pensaci Natsu, non sai quasi niente di lei, non puoi pretendere di sapere cosa la spaventa talmente tanto da rifiutarti e isolarsi da tutto, ignorando ciò che prova per te- il rosato si voltò verso il suo amico d'infanzia confuso -perché sono sicuro, quello che lei prova per te è amore-
Gray sorrise imbarazzato grattandosi la testa, da quand'è che si era sciolto così? Non era da lui parlare di cose simili, eppure quelle parole gli erano uscite così, frutto delle sue osservazioni verso i suoi amici, forse Juvia lo stava davvero cambiando, in meglio naturalmente.
Non poté evitare di sentire quel peso sul cuore diventare un po' più leggero udendo quelle parole così confortanti fuoriuscite dalla bocca del suo migliore amico.
-Prova a darle un po' di tempo, chiarisci con lei e falla sentire al sicuro come succedeva fino a poche settimane fa, falle capire che può sempre contare su di te- riprese con il suo monologo il ragazzo dai capelli corvini incrociando anch'egli le braccia dietro la nuca -e vedi che si aprirà ancora di più di quando lo abbia già fatto, ma non metterle fretta-
Ed era in quei momenti che Natsu si sentiva ritornare bambino, spesso gli capitava in quel periodo di ricevere le perle di saggezza del padre quando si sentiva confuso su qualcosa che lo turbava.
-Ho capito- disse soltanto per poi alzarsi emettendo qualche gemito di dolore, si sentiva così ammaccato che anche solo respirare gli sembrava una tortura, ma sapeva che era solo una cosa passeggera.
Porse una mano a Gray una volta essersi alzato, e dopo aver aiutato anche l'amico d'infanzia, entrambi si diedero delle pacche amichevoli sulla schiena, di nuovo tutti e due sorridenti.
Si diressero verso il veicolo carichi di una nuova energia e finalmente con un umore molto più solare.
 
-Siete due grandissimi stupidi- commentò Lucy con un rigido cipiglio in viso mentre metteva del ghiaccio sui lividi del ragazzo con stizza, facendo emettere a quest'ultimo un mugolio di dolore.
-Sei una persona perfida lo sai?- gemette un'altra volta stringendo i denti quando sentì il ghiaccio venire ancora a contatto con la sua bollente pelle, e in seguito sentire dolore dove Gray gli aveva dato uno dei suoi colpi.
-Non sono io quella che si è fatta pestare a sangue da Gray- rispose prontamente la bionda schiacciando più forte del solito sui lividi, ridendo quando lo sentì imprecare.
-Ti diverti a vedermi soffrire neh!- Natsu si girò ammiccando a un sorriso divertito, era felice di rivederla sorridere e sentirla ridere di gusto, soprattutto in quel modo.
-Ma non è vero- disse lei asciugandosi una lacrima, sfuggitale da un occhio, con la manica della sua maglietta -è che sei buffo quando fai così- aggiunse sedendosi anch'ella su una delle sedie della cucina.
Il ragazzo borbottò fra sé e sé grattandosi la nuca con disinteresse osservando nel frattempo la ragazza che poggiava il pacco di ghiaccio sul tavolo sospirando con fare stanco.
-Che hai?- chiese lui sporgendosi verso di lei preoccupato, in quegli ultimi giorni era diventata più pallida del solito e ciò lo preoccupava.
-Niente, sono solo stanca- sorrise lei portandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio mentre chiudeva gli occhi per farli riposare qualche attimo -oggi Juvia mi ha fatto correre per casa- aggiunse ridendo un po' nervosa, gli sbalzi di umore della sua amica erano davvero pericolosi se presi sotto gamba.
-Capisco- disse soltanto poggiandosi contro lo schienale della sedia senza però mai distogliere lo sguardo dalla figura della bionda, persa tra i suoi pensieri.
Brontolò sentendo il labbro spaccato dal pugno di Gray tornare a pulsare quando involontariamente ci passò su la lingua per via del fastidio della crosta.
-Mettici su qualcosa di fresco, almeno smetterà di far male- Lucy, non essendosi fatta sfuggire la smorfia di dolore del ragazzo, si avvicinò a lui perlustrando il labbro con occhio attento -possibile che voi due dovete ridurvi così ogni volta che litigate per qualcosa di serio?- sospirò allontanandosi senza notare le guance leggermente arrossate del rosato.
Lui incrociò le braccia al petto puntando gli occhi da un'altra parte -E allora? Ti da così tanto fastidio?- chiese con fare offeso, era vero che litigavano spesso, ma era il modo più facile per sfogarsi e poi gli piaceva, cha male c'era?
-Certo che non mi da fastidio, siete fatti così voi due- rispose lei sospirando -ma certe volte esagerate, proprio come oggi, e non voglio che vi facciate male seriamente, già fate un lavoro di per sé pericoloso- aggiunse guardandolo preoccupata.
Non poté fare a meno di sorridere, Natsu -Ma non devi preoccuparti- le posò una mano sul capo scombinandole affettuosamente i capelli ridendo -io ci sarò sempre, qualunque cosa accada, ok?- le prese il mento fra le dita per poter far scontrare le loro iridi.
Le sorrise caloroso e con una sicurezza tale che tranquillizzò Lucy -Ok- disse lei abbozzando un sorriso sincero, solo lui era in grado di farla sentire in quel modo, sicura, protetta e soprattutto non più sola, ma amata.
-Perfetto!- esclamò lui alzandosi in piedi scatto tutto sorridente, sapere che Lucy ci teneva davvero molto a lui lo aveva caricato ancora di più di energie, e quindi di altra determinazione, perché se lei davvero non lo ricambiava, avrebbe fatto di tutto per conquistarla.
La ragazza lo guardò confusa finché non capì cosa lui volesse fargli quando il rosato la prese in braccio a mo' di sacco di patate cominciando a correre contro il divano.
Con un urlo disumano lanciò la ragazza su di esso, naturalmente facendo attenzione a non farle male, dopo di che cominciò a stordirla con il solletico, facendola urlare dalle risate, incapace si sottrarsi a quella tortura piacevole, ma allo stesso tempo fastidiosa.
 
I giorni trascorsero felici, sembrava che tutto fosse destinato a sistemarsi nel modo migliore, regalando sorrisi e momenti felici e indimenticabili alla persone della caserma, tanto che passarono giornate di 'gloria' per quanta felicità e quanti sorrisi stavano popolando l'edificio.
E poi il fatto che Juvia ormai fosse vicina al giorno del parto, rendeva euforici i ragazzi, non vedendo l'ora di 'conoscere' finalmente il nuovo pupo o la nuova pupa da strapazzare di coccole.
Ma nonostante ormai fosse passato quasi un mese da quando Lucy aveva intravisto Sting, ancora non se la sentiva di uscire di casa, aveva ancora troppa paura di poterlo incontrare perché sapeva che questo fosse molto conosciuto per essere un tipo molto vendicativo e violento, ma lei non aveva bisogno delle voci per esserne sicura, lo aveva già vissuto.
 
Quella sera i ragazzi erano riuniti tutti in sala per chiacchierare dei vecchi tempi, nel tentativo di riportare alla luce fatti divertenti accaduti nell'età infantile, soprattutto di Natsu e Gray, dato che entrambi ne avevano combinate di tutti i colori da piccoli.
Le grasse risate non mancavano mai ogni volta che Juvia raccontava di scenate e figuracce che facevano i due assieme ai loro padri, infatti, da quello che poté appurare Lucy, anche i genitori dei ragazzi erano conosciuti, ma soprattutto ricordati, uno per il carattere esplosivo e sempre allegro, e altro invece sempre tranquillo pronto a sistemare i casini combinati dai figli con l'uso esclusivo della testa, letteralmente.
Lucy era felice, felice di condividere momenti del genere con i suoi amici, con la sua nuova famiglia, era felice di poter assistere a quei racconti sull'infanzia di Natsu e Gray, era un modo per poterli conoscere ancora meglio e ciò non poteva che rendere entusiasta di sapere sempre di più sul loro conto.
Ma prima o poi si sa che i momenti felici non sono destinati a rimanere per sempre, c'è sempre qualcosa pronto a rovinare tutto, perché era proprio come aveva detto Gray, 'il destino si diverte a giocare con i sentimenti delle persone'.
-Chi vuole il caffè?- Juvia si alzò in piedi proponendo, si stava facendo tardi e un buon caffè non avrebbe di certo fatto male a nessuno.
-Juvia, siediti pure, lo vado a fare io- Lucy si alzò facendo sedere la sua amica sulla poltrona, regalandole un sorriso gentile che non fece altro che far morire le parole in gola alla turchina.
Quest'ultima annuì guardando la bionda camminare verso la cucina, per poi riprendere a parlare con gli altri un po' più tranquilla, in un certo senso aveva percepito ciò che Lucy stava provando in quel periodo e non poté fare a meno di acconsentire e sorridere.
La ragazza dai capelli biondi si sentiva inutile per il semplice fatto che per via della sua salute aveva perso il lavoro e che quindi non poteva essere di alcun aiuto economico ai suoi amici, ormai viveva lì già da diverso tempo e sapere che loro la stavano mantenendo la faceva sentire un peso, quindi l'unico modo che aveva per rendersi utile era di tenersi impegnata con le faccende domestiche e aiutare Juvia il più possibile.
Era anche vero che non fosse per niente brava in cucina, ma almeno il caffè era capace di farlo, così si mise lì in cucina a farlo.
Con un sorriso stampato sulle labbra ascoltava dalla cucina i racconti, unendosi qualche volta a qualche risata generale.
Le si allargò il sorriso quando vide Natsu raggiungerla sedendosi al tavolo evidentemente felice.
-Allora? Hai quasi finito?- chiese passandosi una mano sul capo spettinandosi un po' i capelli già sbarazzini.
-Sì, non dovrebbe mancare molto- rispose lei poggiandosi su una sedia, rimanendo in piedi davanti al ragazzo -ma tu che ci fai qui? Non ti unisci agli altri?- chiese poi dando qualche veloce occhiata verso il salone.
-Nah, dopo tutto parlano di me, soprattutto di cose che ho fatto, non ho bisogno che me le ricordino- ridacchiò imbarazzato per le numerose figuracce raccontate in quelle ultime ore -e poi non mi sembra giusto che tu stia qui tutta sola- aggiunse sorridendole dopo essersi appoggiato contro lo schienale della sedia incrociando le braccia al petto.
-Grazie, ma non ce n'è bisogno- imbarazzata Lucy si girò verso i fornelli cercando di tranquillizzare il cuore, il quale aveva cominciato per l'ennesima volta a galoppare veloce, più veloce del vento.
-E invece sì- rispose lui alzandosi dalla sedia -e poi neanche se lo volessi non riuscirei a lasciarti sola in qualunque situazione-
La ragazza si girò con le guance imporporate e gli occhi lucidi, ma non di lacrime -Natsu.. io..- il cuore prese a battere ancora più forte quando lo vide più vicino di quanto lo era prima.
Natsu appoggiò le sue mani sulle spalle di lei per poi abbracciarla dolcemente -Devi capire che su di me puoi sempre contare- cominciò a parlare lui stringendola a sé premendo le sue mani sulla schiena della ragazza facendole appoggiare il mento sulla sua spalla -quindi non avere paura, perché ci sarò sempre io a proteggerti-
Un qualcosa si sentì gravare al petto, ma non era una sensazione di disagio o una triste, anzi, era tutt'altro che questo.
Si ritrovò a piangere contro di lui nascondendo il viso nella sciarpa bianca mentre sentiva la calde braccia di Natsu stringerla con più possessione e comprensione.
Sorrise tra le lacrime sentendo un bacio posarsi sul suo capo dorato, si strinse ancora di più a lui non sapendo che dire, la gola le si era seccata così tanto e la mente svuotata che non possedeva più la capacità di parlare.
Alzò lo sguardo per poter finalmente incontrare quello smeraldo di lui, vide il suo sorriso, quel sorriso che dedicava solo a lei, e Lucy ne era consapevole.
Strinse la maglia nera del ragazzo tra le mani quando si accorse di volere qualcosa di più, quella sensazione che aveva provato quando lui l'aveva baciata sul capo, la voleva ancora, ma stavolta sulle sue labbra.
Natsu provava lo stesso, prima non era riuscito a trattenersi dal baciarla in quel modo, al di fuori dell'attrazione fisica, sentiva come se fosse il bisogno di entrambi avere quel contatto così intimo.
Inconsapevolmente si ritrovarono ad avvicinare le loro labbra mentre le palpebre lentamente si chiudevano come per rendere ancora più magico quel momento.
Ma poco prima che ciò avvenisse Lucy venne attirata da qualcosa, si irrigidì facendo preoccupare all'istante il ragazzo -Cosa c'è?- chiese preoccupato, ma non sentendo una risposta arrivare seguì lo sguardo della bionda indirizzandolo laddove sotto la porta giaceva una busta bianca.
Aggrottò la fronte, ma non fece in tempo neanche a formulare un pensiero che vide Lucy camminare attraverso il salotto e giungere dove vi era la busta.
La seguì raggiungendola quasi subito dopo che questa aprì la lettera, evidentemente destinata a lei.
Qualcosa nella sua testa cominciò a muoversi, Lucy non aveva parenti o conoscenti, allora da dove proveniva quella lettera? E poi chi si metteva a spedire le lettere a quell'ora tarda?
Vide Lucy impallidire mentre stringeva quel pezzo di carta convulsivamente, cominciò a preoccuparsi seriamente quando la vide ansimare, segno che un attacco di panico l'aveva colta.
-Lucy!- esclamò interrompendo il chiacchierio dei suoi amici attirando la loro attenzione, ma Natsu non ci fece nemmeno caso, tanto era la preoccupazione che stava provando per lei.
La prese in braccio ancor prima che le gambe le cedessero, mentre la vedeva stringersi una mano al petto e gli occhi serrati in una smorfia altro che dolorosa, ormai era evidente, Lucy era in pieno infarto.

 
**❤**
Angolo dell'autrice super-mega-giga-ritardataria
Non so davvero come scusarmi.
Sono quasi due mesi se non di più che non aggiorno, e davvero, non so come farmi perdonare per un ritardo del genere, ma le idee, l'ispirazione, la scuola e i miei genitori non avevano proprio l'intenzione di collaborare con me.
Se oggi sono qui a pubblicare questo capitolo, devo ringraziare il mio Gabibbo, gaia21 e Sayaka, non so come avrei fatto senza di voi, il vostro sostegno e i vostri pareri sono stati assolutamente indispensabili per la mezza riuscita di questo capitolo.
Infatti questo doveva essere più lungo, ma ho dovuto spezzarlo sia per comodità mia che vostra, ho pensato che sarebbe stato troppo pesante aggiungere scene soprattutto in cap così lunghi e pallosi, perchè si, non sono soddisfatta di quello che ho scritto.
Tornando al capitolo..
Avrete senz'altro molteplici motivi per mandarmi al rogo in questo cap ahahah soprattutto per il mancato bacio e il finale ^^' vi prego tenete duro, ci tengo ancora alla mia insulsa vita XD
Avevo promesso la comparsa di Sting ma ho dovuto rimandarla al prossimo cap, proprio perchè non volevo appesantire troppo questo.
Siete curiosi di sapere che cos'è quella lettera? Beh.. non mancherà molto per scoprirlo perchè ne parlerò iusto giusto nel prossimo aggiornamento.. nel quale ci sarà una piccola sorpresina per voi ^^
Con questo vorrei cominciare i ringraziamenti, dato che non voglio spoilerare ahahahah
Grazie a coloro che leggono e che aggiungono la mia fiction alle ricordate/seguite/preferite, aumentate sempre di più piano piano e mi rendete davvero felice, soprattutto e poi solo da un paio di giorni ho raggiunto le 900 visualizzazioni con così pochi cap.. sono davvero felice, sul serio.
Un grazie gigantesco a quei dieci che hanno recensito lo scorso capitolo, davvero non so come ringraziarvi per il vostro sostegno e per i vostri incitamenti, è sapere che voi ci siete che mi fa andare avanti a scrivere con determinazione ❤
Grazie a BleackSmile, a Sayaka chan 94, a naujlafullbuster, a tanomax, alla mia amata Gabibba o Gabibbo (XD), a Fairytail_nalu, a MichelaChan, a _LucyHeartphilia_ (non so come ringraziarti, con la tua segnalazione all'amministrazione per l'inserimento alle Scelte mi hai spiazzata così tanto che ora ho paura di deludere con i prossimi cap ahahah grazie davvero tanto, mi hai acceso davvero tanta speranza e soprattutto ancora più determinazione a continuare ❤), a FairyChocolate e infine a LadyQueen per aver recensito, spero di non avervi deluso con il finale e di avervi fatto sorridere con i NaLu Moments.
Ho già cominciato il day 7 e ho già in mente cosa dovrò scrivere anche per il bonus day, quindi spero di non tardare ancora molto anche perchè ho un due-tre sorprese per quelli che mi seguono e che seguono le mie NaLu.
Mi scuso ancora, per il ritardo e per i ritardi che ci saranno in futuro.
Un abbraccio a tutti voi ❤

Mary
   
 
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