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Autore: koopafreak    26/09/2015    2 recensioni
Breve long-fic incentrata sulla commedia contorta tra il sovrano delle ombre e l'impacciato acchiappafantasmi del reame.
Genere: Dark, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Crack Pairing | Personaggi: Luigi, Re Boo
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Personaggi: Luigi, Re Boo, Mario (menzionato), Peach (menzionata), OC.
Genere: Soprannaturale, Dark, Commedia.
Pairing: Shonen-ai (unilaterale), Crack Pairing.
Note: Tematiche delicate.



Allegretto



Oriella scoccò nervosa un altro sguardo verso i tavolini di fuori, scostando con una mano tremante le tendine col motivo a fragoline di bosco. Re Boo era stato il primo ad arrivare, incedendo sui tacchetti squadrati ed occupando la sedia dove si era seduto la prima volta come se ormai fosse riservata a lui. In principio la toad aveva stentato a riconoscerlo dietro l'infida facciata di nobiluomo d'altri tempi, ma l'inconfondibile coroncina a cinque punte, il ghigno terrificante e soprattutto quegli occhi profondi come l'oblio che le avevano mostrato visioni atroci nell’attimo in cui aveva osato soffermarvisi, non si potevano certo individuare addosso a chiunque.

Quella mattina la toad aveva trovato una lettera sul suo zerbino, dove in una manciata di parole tracciate con una calligrafia ondeggiante e affilata le era stato comunicato, cioè ordinato, di attardarsi oltre il solito orario serale. Il fatto che fossero risaliti addirittura alla sua casa significava che ormai ci era dentro fino al collo. Aveva già accarezzato più volte l'idea di supplicare l'intervento della principessa o di Mario, ma il timore delle conseguenze a venir meno al ricatto la bloccava ed era sicura che il lugubre sovrano avrebbe comunque escogitato il modo di farle rimpiangere un suo tradimento. Neanche tutti i soldati dell'intero reame parati davanti la porta d'ingresso sarebbero stati capaci di costituirgli ostacolo alcuno.

La toad udì l’avvicinarsi di un secondo motore e si domandò ansiosa se persino Luigi fosse rimasto intrappolato in qualche modo, come lei, nella tela del fantasma. Eppure l'improbabile convitato non pareva proprio palesare l'espressione di chi non desiderava essere lì in quel momento, anzi le sembrava incredibilmente rilassato a dispetto delle circostanze. Avvertì il cuore riempirsi di speranza non appena quest'ultimo, scendendo dal kart, estrasse il Poltergust 5000 da sotto il sedile e se lo mise in spalla. Tuttavia le aspettative della giovane cameriera ebbero vita tristemente breve quando lui non diede segno di farne uso, prendendo posto davanti allo spettrale interlocutore e sistemandosi con lo schienale di lato per stare più comodo.

Scorse Re Boo manifestare una smorfia di fastidio alla vista dell'odiato aggeggio, per poi borbottare qualcosa all'idraulico che rimase indifferente alle lamentele e mosse le labbra per rispondergli senza scomporsi. Non si poteva definire quella aria di battaglia.

Sconfortata, Oriella aggiunse qualche altra goccia di tintura madre di passiflora nel suo mezzo bicchier d'acqua. Il sol pensiero di sostenere nuovamente quello sguardo le provocava tremori incontrollati e doveva concentrarsi per evitare di rovesciare il rimedio sul pavimento. Aveva smesso di chiedersi come era possibile che Luigi se ne restasse così impassibile persino a quella vicinanza, come se gli fosse garantita immunità dall'effetto funesto degli occhiacci bui forse riservato a lei soltanto in un crudele ammonimento a non dimenticare a chi doveva lealtà ora.

La prima volta che vi si era imbattuta, le avevano proiettato nella mente come si sarebbe spezzata il collo scivolando giù dalla rampa di scale di casa sua; la seconda invece come si sarebbe fritta le cervella se la radio che lei aveva il vizio di tenere sul bordo della vasca fosse malauguratamente caduta nell'acqua schiumosa; la terza come si sarebbe spiaccicata per terra se fosse precipitata dal tetto mentre era intenta a ripulire la canna fumaria del camino da quello che si sarebbe rivelato essere un grosso favo di api, dopo essere stata sfigurata dalle punture ed entrata in shock anafilattico. I dettagli vividi del suo cadavere tumefatto dai ponfi violacei ancora la perseguitavano in sonno. E prima di quella che, si augurava con tutta l'anima, era stata solo un'illusione anziché un presagio, non aveva avuto idea di essere allergica.

« Chérie? » Un sussurro all'orecchio la colse di soprassalto.

Oriella trasalì strozzando un gridolino. Riacchiappò al volo il bicchiere sfuggitole tra le dita, ma il contenuto strabordò macchiandole il vestitino che indossava per lavorare. Si girò intorno atterrita trovando il locale deserto, esattamente come doveva essere oramai che la clientela non aveva più ragione di bazzicare nei paraggi della pista inutilizzata, escludendo le due eccezioni di fuori attualmente impegnate in un'imprevedibile chiacchierata. Era richiesta anche la sua, di presenza.

« Ah, la mia cameriera preferita! » la accolse Re Boo arricciando un angolo della bocca zannuta nell’accorgersi della chiazza umida sull’abito non appena si fu appropinquata per ricevere il loro ordine. Si divertiva a tormentarla e la vedeva come una cosettina graziosa e indifesa, allo stesso tempo non meno anonima di tutte le altre toad. « Che ci propone la casa stasera? » Puntò i gomiti sul tavolino ed intrecciò le dita poggiandovi il mento per rivolgerle la propria attenzione, costringendola a ricambiare il suo sguardo.

Gli occhi diabolici calarono ancora una volta su di lei ed Oriella sentì le vertigini, visualizzando nella sua testa la scena nitida in cui si accingeva a far ritorno dal bosco con una cesta di bacche appena colte, saltellando leggiadra come una farfalla, e all'improvviso veniva calpestata a morte da un branco di Yoshi affamati.

Luigi la osservava completamente ignaro e col sorriso gentile a fior di labbra.

La toad ripartì con le gambe tremanti ed il compito di portare una fetta di torta casareccia ciascuno, preparata quella mattina guarda caso con le stesse bacche per le quali aveva inconsapevolmente rischiato un brutto Game Over. Allontanandosi afferrò stralci della tranquilla conversazione ripresa tra i due compagni.

« Dunque i boo mantengono l'identità della loro vita precedente? »

« Non è detto. Molti profittano di questa rinascita come un nuovo inizio. Inoltre, vi sono mortali che hanno sempre avuto l'anima di una donna e, allo stesso modo, vi sono donne che hanno avuto un'anima maschile dentro di loro e senza i limiti di un guscio corporeo sono liberi di essere loro stessi. »

« Perché rinascono? »

« Non v'è una spiegazione razionale, accade e basta. Pur tuttavia sono giunto a supporre che, al momento del loro ultimo spiro, si siano rifiutati di tagliare alfine i ponti con questo mondo ingiusto e crudele che non ha permesso loro di realizzarsi. »

Luigi increspò la fronte ponderando sulla risposta ed Oriella si intromise con la discrezione di un ninja per consegnar loro la torta, accompagnata con panna fresca e frutti di bosco, fallendo purtroppo nello sfuggire alla vista inclemente dello spettro re che premiò la sua solerzia nell'accontentarli con un'ammiccatina.

Nulla di tremendo le balenò nella mente, né incidenti domestici né decessi avventurosi. Le divenne definitivamente chiaro che l’unica soluzione per sottrarsi a quelle visioni, terribili quanto realistiche e dettagliate, era non dare motivo al fantasma di tenerla sotto il mirino, eseguendo in fretta gli ordini e recitando la sua piccola ma necessaria parte di quel teatrino segreto, che le fosse piaciuto o meno. Filò via senza fiatare.

« Vorrei chiederti un'altra cosa, se non è troppo personale... » disse l'eroe del Regno dei Funghi, una volta certo di non essere più a portata d'orecchio.

Gli occhi dello spirito ebbero un guizzo divertito. « Sentiamo. »

« Come sei finito sulla ghigliottina? » Sperò davvero di non trovarsi al cospetto di un ex omicida seriale.

Per sua fortuna, si fa per dire, la risposta di Re Boo fu: « Mi sono offerto volontario ».

Luigi batté le palpebre. Nel dubbio, le batté una seconda volta, provvisoriamente a corto di parole.

Il fantasma interpretò il muto sbalordimento dinnanzi come un invito implicito ad illustrare una qualche delucidazione. « Non si può certo millantare la perfezione di uno strumento senza averlo prima messo in opera. Così mi accordai col mio caro amico Guillotin, il quale si assunse l'onere di organizzarmi un'esecuzione come si conface ad un aristocrate del mio rango, con tanto di boia e pubblico trepidante. Il prete non l'ho reputato un vezzo necessario al mio ultimo atto. Io in cambio avrei sperimentato in prima persona se la sua invenzione fosse stata così indolore ed elegante nella pratica come egli declamava cotanto fervidamente. » Non mancò di mettersi in bocca una cucchiaiata di dessert tra una frase e l'altra.

Il giovane continuava a fissarlo con pallida costernazione e le braccia inerti lungo i fianchi, tanto che il Poltergust 5000 scivolò lentamente a terra e lì rimase.

« Aveva ragione » concluse l'altro sorridendo soddisfatto come un bambino, con una guancia piena di torta e la coroncina lievemente sbilenca sul capo.

Qualsiasi incertezza da parte dell'idraulico sulla follia del sovrano si era appena estinta: era pazzo.

« Sin da fanciullo, o picciotto, come dite voi, » proseguì il boo, per nulla scoraggiato dal crescente sconcerto di fronte, « avevo l'abitudine di sognare, sia negli attimi di tristezza che di letizia, come sarebbe stato il giorno in cui mi sarei abbandonato all'abbraccio della dolce Morte. L'idea di spirare nel mio letto, magari avvolto nel sopore, consumato dal tempo e con l'inevitabile fardello di rimpianti accumulati con l'età, mi recava angoscia. Volevo lasciarmi tutto addietro prima che il corso della vita avesse principiato a derubarmi delle mie possibilità e volevo farlo quando lo avessi deciso io, non per un'imposizione della natura. Desideravo andarmene provando un'emozione intensa, la più forte di tutte, il coronamento delle passioni, non nell'anonima incoscienza del sonno, la fugacità di un incidente o, peggio, l'apatia di un morbo che mi avrebbe corrotto fino a imputridire. Quando il cammino di Guillotin ed il mio si sono incrociati, avevo compreso infine come avrei voluto abbandonare questo mondo in eterno decadimento e così ho fatto... gustandomi ogni singolo, ultimo istante ».

Un silenzio palpabile aleggiò loro intorno, interrotto dal leggero ticchettare della posata impugnata dallo spettro re che ricondusse l'attenzione al suo dolce, mentre quello di fronte era ancora intatto e probabilmente lo sarebbe restato.

« E tu? »

Il povero Luigi si riscosse come da una sorta di trance, ancora troppo incredulo per riappropriarsi pienamente delle sue facoltà linguistiche. « Ah? »

Re Boo inclinò la testa tonda, studiandolo molto attentamente. « Ti sei mai soffermato a pensare a come preferiresti defungere? »


Nota d'autrice:

Le cose si fanno sempre più creepy.

Oriella © Lulumiao/koopafreak
  
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