13/02/2009
5 recensioni*Dedicato
alle Mosche Nere*
Che
la tragedia abbia inizio
Camminava distrattamente per le strade di Konoha, le mani sui fianchi e lo sguardo dritto davanti a sè. L'espressione sul suo volto mostrava impazienza, Temari detestava attendere, odiava i ritardi e soprattutto lo irritava quello sciocco di Shikamaru.
Allora perchè sei ancora qui ad aspettarlo?
Semplicemente perchè aveva voglia di sentire le sue mani accarezzarle il corpo, le sue labbra baciarle la pelle, vellutata e sensibile. A Temari piacevano quei momenti, la distaccavano dalla realtà, si sentiva finalmente una donna libera.
Sbuffò, tirando un calcio ad una pietra che le era capitata fra i piedi. Non era mai stata una tipa paziente, era risaputo, ma capitava un po' troppo spesso con quel coglione e la cosa la infastidiva.
Shikamaru sapeva benissimo quanto fosse irritabile la giovane kunoichi, ma nonostante questo continuava a fare di testa sua, ignorando la rabbia della bionda di Suna, ormai sapeva come prenderla.
La ragazza si sedette su una panca di pietra, sospirando rumorosamente, quell'attesa continuava a farsi prolungata. Portò lo sguardo verso la fine della via, scoprendola deserta e chiedendosi che fine avesse fatto quel benedetto ragazzo.
La verità è che ti senti usata, vero?
Ancora quella dannata voce a dare rilievo ai suoi pensieri, non la sopportava. E poi, perchè usata? Anche lei era dell'idea che i loro incontri erano solo per divertimento, per passare il tempo. Solo sesso, nient'altro. Ma davvero la pensava così? Affatto, cercava solo di auto convincersi e di questo ne era consapevole, solo che non voleva ammetterlo.
Tutto era cominciato per gioco, sì, ma via via che i loro incontri si facevano più frequenti, la cosa aveva preso tutta un'altra piega, ciò che provava Temari aveva cominciato ad essere troppo grande per definirlo divertimento.
Era accaduto un giorno, come al solito si erano trovati per lavoro e Temari puntualmente non faceva altro che punzecchiarlo. Le provocazioni si erano fatte pesanti e Shikamaru aveva deciso di assecondarla, di rispondere alle provocazioni, proprio come voleva la ragazza.
Fatto sta che le parole non bastavano più. Le labbra di Temari a solleticare il collo dello shinobi, lui che aveva cominciato a carezzarle i fianchi sensualmente e infine, quella stessa mano andò ad insinuarsi sotto il kimono.
Non passò molto tempo prima che Temari si trovasse contro al muro, ansimante, mentre lui si muoveva dentro di lei. Avrebbero potuto vederli, di questo ne erano consapevoli, ma era proprio quello che rendeva il tutto più eccitante.
Dopo quella volta ne erano capitate altre, sempre più frequenti, sempre più stimolanti. Un gioco. Si divertivano a punzecchiarsi e a suon di provocazioni finivano sempre allo stesso modo. Ormai era come un droga per la bionda di Suna, non poteva più farne a meno, ma ogni volta sentiva la sensazione di un coltello affondarle sempre più affondo nella carne, una ferita che allargava inesorabilmente.
Accadeva sempre, ma lei cercava di resistere, di non pensarci, non era da lei dare peso a certe sciocchezze, cercava di coprire la realtà con false auto convinzioni. Temari non sarebbe mai caduta in una simile trappola.
Purtroppo però non era così. Il danno era fatto, senza che lei potesse far niente, era una cosa incontrollabile, troppo più potente di lei.
Sentì dei passi che le si avvicinavano, lo avrebbe riconosciuto fra mille, per questo non alzò nemmeno gli occhi, aspettando che fosse lui il primo a parlare, cercando di nascondere la malinconia con la rabbia.
"Andiamo?" disse lui con un sorrisetto stampato sul volto. Solo allora lei lo guardò, ricambiando il ghigno, cercando di non ascoltare quella voce che dentro di lei gridava quella realtà che voleva nascondere.
"Andiamo." rispose Temari, seguendolo per le vie di Konoha che ormai conosceva a memoria. Aveva lo sguardo puntato per terra, il ciuffo di capelli a coprirle il volto, sapeva di avere un'insolita ombra nello sguardo, che mai avrebbe voluto mostrare all'altro.
Come al solito, da un po' di tempo a quella parte, aveva ricominciato a recitare, indossando una maschera di indifferenza, fingeva passione, ma in realtà dentro stava letteralmente marcendo.
Fu nel momento in cui varcarono la soglia di casa Nara, che per l'ennesima volta sentì quel dannato coltello lacerarle carne, accompagnato da quell'odiosa voce.
La giovane attrice ha messo piede sul palco, tra poco incomincerà il suo spettacolo.
Che la tragedia abbia inizio.
Note dell'autrice:
La mia prima ShikaTema, alla fine mi sono decisa. La prima storia di una piccola serie di tre capitoli intitolata "Flies' Collection", penso si capisca il perchè. Protagoniste in questa breve raccolta saranno le seguenti coppie: ShikaTema, ShikaIno, ShikaShiho.
Mi è venuta l'ispirazione e l'ho buttata giù. Semplice, concisa.
Ho voluto rendere questa Temari infelice, per variare un po' dalle solite storie che già ho letto. Un amore non corrisposto, un amore che si sta facendo strada dentro la nostra konoichi, ma che sta sfociando appunto nella tragedia. Si sta continuando a ferire.
Next time "ShikaShiho".
Ah, per la cronaca, anche sono Mosca Verde, sappiate che con questa storia non ho voluto nè sminuire Temari, nè tanto meno il pairing, altrimenti non avrei neppure scritto qualcosa su di loro. Sono aperta alle coppie e scrivo quello che mi passa per la testa. Perciò si astengano commenti che critichino questi tre pairing in generale. Non voglio sentire nessun "ShikaIno è meglio di ShikaTema, ShikaShiho" o viceversa. Insomma, non gradisco commenti del genere.
Se già sapete di dover criticare i pairing, beh evitate di recensire, grazie.