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Autore: Tefnuth    27/09/2015    3 recensioni
Georg è sempre stato diverso dagli altri: ha potenti poteri psichici che ha dovuto imparare a controllare sin da piccolo. Come lui anche suo fratello minore, Gustav, ha una capacità particolare: il suo corpo genera elettricità. Sarebbe stato tutto perfetto se una sera un mostro non fosse entrato nella loro casa e non avesse ucciso i loro genitori,una rigida sera d'inverno in cui le loro vite si incrociano con quelle di Bill e Tom, due gemelli dotati anche loro di capacità particolari (per di più sono figli del leggendario Hellboy). Da quella sera la vita di Georg e Gustav non sarà più la stessa, si popolerà di cacce ai demoni in un mondo in cui loro non sono i personaggi più strani e nemmeno i più pericolosi.
Genere: Dark, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Salì le scale lentamente, arrivò alla porta di una camera e la aprì senza bussare; sapeva che le persone che stava cercando, i figli, erano lì dentro e infatti loro erano seduti sui loro letti. Georg era seduto con le gambe incrociate, il suo sguardo era fisso sullo specchio, invece Gustav era sdraiato a guardare lo spettacolo sul soffitto : alcuni oggetti stavano svolazzando per aria formando diversi cerchi. Alcuni oggetti erano scomposti in diversi frammenti e tra questi Hans, il padre, riconobbe immediatamente i cocci che componevano la preziosa lampada in porcellana che gli aveva regalato qualche anno prima la cognata antipatica dai pessimi gusti. Tutte le volte che entrava in quella camere la trovava sempre in quello stato, ma lui sapeva che ogni singolo pezzo sarebbe tornato al posto giusto nel giro di pochi istanti: sarebbe accaduto non appena il figlio gli avrebbe rivolto l’attenzione sciogliendo l’incantesimo che faceva levitare gli oggetti.

Attese molto, forse una ventina di minuti, ad aspettare sulla porta aperta osservato dal figlio minore che si era accorto del suo arrivo. Hans  avrebbe potuto far qualcosa per attirare l’attenzione del figlio maggiore, ma la prima e l’ultima volta che lo aveva fatto ogni oggetto era ricaduto a terra frantumandosi e Georg aveva subito perso i sensi per risvegliarsi un paio di ore dopo ancora intontito; stava per dirgli che l’ex moglie nonché madre di Georg, Kelly, lo aveva chiamato per raccontargli del blackout…e di Gustav. Da allora era passato un po’ di tempo (Georg e Gustav avevano ormai rispettivamente 16 e 15 anni mentre Kelly aveva deciso di tornare a convivere con l’ex marito) e da quell’esperienza Hans aveva imparato ad attendere il segnale giusto sulla soglia.
Avrebbe anche aspettato per ore, ma la sua pazienza sarebbe sempre stata ripagata da una lunga e interessante conversazione. Finalmente, dopo tanta piacevole attesa, Hans vide che i cocci della lampada avevano iniziato a ricomporsi e anche gli altri oggetti avevano smesso di volteggiare per andare a posarsi sui mobili ai loro legittimi posti: quello era il segnale di via libera.

“Devi sempre decomporre la lampada a quel modo?” domandò Hans “E’ l’unico oggetto che posso scomporre senza rischiare di rovinarlo, se lo facessi con i libri correrei il rischio di comporre frasi senza senso o capitoli estranei al racconto” rispose Georg, ogni volta che i due iniziavano un discorso sembrava che stessero per litigare mentre in realtà era solo il loro modo per rompere il ghiaccio.

“Perché sei qui?” chiese Gustav sistemando gli occhiali da vista che gli erano leggermente scivolati sul naso “Ho avuto una telefonata dall’ufficio, hanno indetto una riunione e devo andare. Vostra madre è già andata al lavoro, badate voi alla casa?” domandò Hans “Certo, al massimo faremo un giro nei dintorni ma non staremo via per molto” rispose Georg, doveva fare alcuni acquisti per la scuola e voleva approfittarne per guardare i negozi di abbigliamento. “Come volete, ma ricordate di chiudere tutto e lasciare un biglietto sul tavolo nel caso che vostra madre rientri prima di voi. Non dimenticate i cellulari” preoccupazioni inutili “Agli ordini capo” disse Gustav facendo il saluto militare “Quand’è così…ci vediamo più tardi ragazzi” Hans uscì di scena salendo sulla BMW bianca che sparì velocemente dalla vista che la finestra della camera permetteva ai ragazzi.

Si prepararono ad uscire, gli bastarono dieci minuti (il tempo necessario ad indossare una maglia, i jeans e le scarpe). Avrebbero fatto anche prima se Gustav non avesse indossato la solita maglia improponibile “E smettila di indossare quella maglia, va a cambiarti” gli disse Georg non appena vide il fratello scendere dalle scale con una maglia bianca decorata con un bruttissimo disegno geometrico “Che devo mettermi?” domandò Gustav che non capiva cosa non andasse in quel pezzo di stoffa “Quello che ti pare ma non quell’orrore, hai un sacco di maglie più decenti nel tuo cassetto. Anzi te lo dico io che metterti, non vorrei ripetere la scena: la maglia nera dei Metallica”. Obbediente Gustav tornò in camera sua, cambiò la maglia bianca con quella che gli aveva suggerito il fratello e si presentò sulla rampa col nuovo outfit “Così va bene, se non impari a vestirti per bene come farai a trovarti una ragazza?” scherzò Georg mentre chiudeva la porta di casa con quattro giri di chiave, dopo aver atteso che Gustav uscisse.

Abitando a Jagerstrasse nella Berlino centro-est ai ragazzi occorse veramente poco per raggiungere Friedrichstrasse, una delle due importanti arterie commerciali di Berlino. Visitando la strada i due poterono fare gli acquisti necessari per la scuola e allo stesso tempo osservare le vetrine dei negozi di abbigliamento, dalle boutique costosissime a quelle più alla loro portata. Fu davanti ad una di queste che Georg iniziò ad avere una strana sensazione: era come se avesse un’ombra addosso o qualcosa che gli pesava sulle spalle.  Tuttavia preferì non pensarci e non dire niente a Gustav, anche se quel presentimento non lo abbandonò neppure una volta rientrati a casa.

Dal momento che nessuno dei due genitori non era ancora tornato (la madre aveva lasciato un messaggio in segreteria per avvertire che sarebbe tornata per cena) Georg propose a Gustav di fare un po’ di esercizio nel cortile dietro casa, coperto da sguardi indiscreti da un’alta staccionata in legno dipinto. Era un occasione di esercizio soprattutto per Gustav che aveva timore di esercitare il suo potere in casa o con intorno persone che non fossero Georg, aveva paura di ferirle e con l’elettricità non si scherza. Georg infatti riusciva a fargli visualizzare meglio l’elettricità che produceva il suo corpo (Gustav ancora non si rendeva conto di quanti volt raggiungessero le sue scariche) in  modo da poterla sempre tenere sotto controllo, e per aumentare ancora di più il livello di sicurezza Gustav preferiva realizzare delle sfere grandi più o meno quanto le sue mani piuttosto che cercare di creare veri e propri fulmini: quella volta che ci aveva provato aveva fatto saltare il generatore ausiliario dei vicini. Quella sera però Georg non sembrava molto concentrato sul suo lavoro, ancora percepiva quel senso di angoscia, perciò l’esercitazione durò poco.

Anche quando Kelly e Hans rientrarono a casa Georg non disse loro della sua sensazione, non voleva che i suoi famigliari si preoccupassero di qualcosa che avrebbe potuto anche non essere relativamente importante, ma non tutti furono ingannati dalla sua finta serenità “Qualcosa non va’?” gli domandò la madre mentre lui la stava aiutando a pulire i piatti dopo cena, era da lei che Georg aveva ereditato il colore degli occhi e, forse, anche il suo spirito indagatore “No, è tutto come al solito” sapeva già che la sua risposta non avrebbe soddisfatto la donna, era sempre stato così “Mmmmh, non me la stai raccontando giusta. Sputa forza” lei lo schizzò con l’acqua riuscendo a prenderlo in faccia “E va bene – Georg chiuse l’acqua e prese un canovaccio per asciugare i patti - . Oggi, mentre ero con Gustav, ho avuto…non so…una strana sensazione. Era come se ci fosse sempre qualcuno dietro di me” “E perché non l’hai detto subito?” domandò lei, aveva quasi fatto cadere un piatto “Non è niente di importante” “Tutto è importante, soprattutto se si tratta di te. Ce l’hai ancora questa sensazione vero?” Kelly aveva riposto l’ultimo piatto e aveva puntato il suo sguardo sul figlio, non si era lasciata sfuggire il fatto che Georg avesse parlato al presente “…Si” rispose Georg. Non poteva mentirle dato che più passavano i minuti e maggiore era il senso di angoscia che provava.
---Nota autrice------
Se siete ancora qui, grazie mille a tutti perchè non mi ritenete pazza. Siamo giunti al secondo capitolo e presto non solo faranno comparsa i gemelli ma anche tutti gli altri elementi che caratterizzano questa fan fiction per quello che realmente è.
Spero che ci sarete anche nei prossimi capitoli.
 
  
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