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Autore: laolga    13/02/2009    10 recensioni
Cio, Ehm, Come avrete notato non si chiama più POESIE perché questa raccolta ormai raccoglie di tutto^^ Sono capitoli indipendenti fra loro, perciò non vi curate di partire dal primo o cose simili... ehm, sì, insomma, fate come diavolo vi pare. Però se leggete recensite, per favore! Grazie, tolgo il disturbo^^
Genere: Poesia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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TERRORE



Sentivo bisbigli inconsueti,

battiti d'ali di farfalla,

fruscii di tessuti setosi,

l'odore acre e muschioso diffuso nell'aria,

come sepolta fra macerie secolari,

sola con ricordi lontani e soffusi.


Correndo per vie abbandonate,

pestando cocci levigati,

scappando dai propri pensieri,

rincorrendo sogni estranei,

disprezzando la propria vita,

sussultavo.


Sussultavo,

piangevo,

singhiozzavo,

gridavo,

scivolavo,

stramazzavo a terra.


E poi mi rialzavo,

correvo ancora,

fino a mancarmi il fiato,

fino a dolermi le ginocchia,

fino a che non sbattevo violentemente il volto sul lastricato bollente,

bollente per il sole arido che picchiava sul mio capo.


Allora un brivido di orrore percorreva la mia schiena,

curvata sotto il peso della disperazione più totale,

schiacciata contro quel terreno bollente,

e il sole ardente si trasformava in gelo e paura,

e tutto ciò che pareva ovvio era in realtà incomprensibile,

illuminato da questa nuova, terribile, livida luce.


Una luce fredda, agghiacciante,

che si divertiva a spaventare una ragazzina stravolta,

accasciata per terra,

tremante, terrorizzata, desolata.


Se solo ci fosse stato qualcuno,

anche solo un'immagine irraggiungibile,

anche solo l'ombra di bisbigli inconsueti,

lei non sarebbe rimasta lì, immobile,

tanto spaventata da non riuscire a muovere un muscolo.

Gli occhi fissi davanti a sé,

in attesa di qualcosa, qualcuno...


Guardava, scrutava, cercava,

senza voler permettersi un attimo di distrazione,

senza chiudere gli occhi neppure per un istante,

fino a che non cominciarono a bruciare,

arrossandosi,

finché lacrime di dolore non scivolarono sulle sue gote,

finché non dolevano a tal punto da non riuscire anche solo a socchiudere le palpebre tremanti.


Allora sentì una fitta alle pupille contratte,

un dolore immenso, impossibile...

poi più nulla:

il buio comprimeva la sua vista,

l'oscurità completa offuscava il suo sguardo,

annaspando in quel mare di buio e terrore.



E ancora spalancava gli occhi,

in cerca di un filo di luce,

grattando con le unghie tutto quel nero che si ostinava a non andar via,

scavando, presa dal panico, in quelle pareti opprimenti,

dimenandosi invano nel nulla,

fino a perdere coscienza di tutto.


Tutto ciò che la circondava non c'era più.

Tutto il terrore che la invadeva era scomparso,

cedendo il posto ad una strana sensazione sonnolenta,

amara, con un pizzico di ilarità.

Era la pazzia nella sua mente incosciente.



24 Maggio 1946, trovata morta una ragazzina di circa quattordic'anni nella periferia di Londra.

Ancora ignota la causa della morte,

trovato solo il corpo inerme sul terreno, con, poco più in là,

gli occhi cavati dalle orbite.

Si pensa al suicidio, ma al momento ancora siamo immersi nel dubbio” dice l'ispettore Boorlin, del tutto privo d'immaginazione.

IH IH IH...

   
 
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