Anime & Manga > Naruto
Ricorda la storia  |      
Autore: Erin    13/02/2009    5 recensioni
[...]Poi, istintivamente, si sollevò e gli passò le mani intorno al collo, facendo scorrere lentamente le mani anche sulle spalle e appena dietro, lungo le braccia. Le sue dita sapienti sfiorarono ogni centimetro della sua pelle, sotto il silenzio del suo paziente. I suoi occhi da medico esperto vagarono per un po’ sul corpo di lui, alla ricerca di qualche altra piccola ferita. D’un tratto il suo polso fu trattenuto dalle dita affusolate del ragazzo che stava toccando. << Ti ho fatto male? >> chiese prontamente Sakura, con il polso ancora imprigionato. << No...ma non toccarmi così >> fece Gaara, ma non risultò cattivo o nervoso. Anzi, sembrava implorante.[GaaraxSakura]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sabaku no Gaara , Sakura Haruno
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
1

 

 

 

 

 

L’uragano dopo la tempesta

 

šsšts

 

 

Era tutto molto tranquillo nella foresta. Il sole faceva capolino dietro le montagne, appena sorto dopo la lunga notte. Solo una leggera brezza agitava le fronde degli alberi, lentamente. Li accarezzava. C’era una gran pace adesso. Non si udivano più quei suoni agghiaccianti, kunai che spaccavano ossa, rocce gigantesche in frantumi e grida. Certo, le tantissime chiazze di sangue sul letto del bosco e i corpi che ancora stavano recuperando non potevano lasciare pensare ad altro. In vero avevano vinto, ma a che prezzo?

<< Tranquilla, disinfetto la ferita e poi la fascio. E’ superficiale >> disse con l’ombra di un sorriso Sakura, concentrandosi nelle sue arti curative.

<< Ne arrivano altri sono...sono...gli ultimi quattro! Ci sono tutti! >> gridò uno all’ingresso della grotta organizzata a mo’ di infermeria.

Sakura sollevò il viso di scatto, portando l’attenzione sulla soglia della loro tana.

<< Oh mio Dio... >> si portò le mani alla bocca, tremante << siete vivi! >>

Si alzò lentamente, poi corse all’ingresso, gli occhi verdi sempre fissi su quello scompigliato biondo del suo migliore amico con qualcuno in braccio e sugli altri due, dagli occhi bianchi.

<< Come state? Di cosa avete bisogno? Siete feriti? >>

Sakura sollevò le dita sui loro visi, sulla fronte di Naruto, per fortuna candida, non aveva ferite gravi ma solo superficiali; poi sulle spalle di Neji e sulle guance di Hinata, lui la teneva stretta a sé e sembrava preoccupato, ma erano tutt’interi. Poi la sua attenzione andò a quel ragazzo con i capelli rossi che Naruto proteggeva con tanta tenerezza. I suoi occhi erano chiusi, serrati, corrucciati.

<< Cos’ha? >>

<< Emorragia interna... >> balbettò Naruto con occhi vacui.

<< Bisogna subito curarlo! Piano, aiutami a stenderlo su quella barella! >> esclamò Sakura, seguendo i momenti dell’amico capendo quanto potesse essere provato in quel momento.

<< Andate, andate ci penso io qui. Li, vedete? A sinistra, ci sono degli apprendisti abbastanza in gamba. Tanto le vostre ferite sono superficiali >> disse Sakura, carezzando ancora una volta la guancia della giovane Hinata.

<< Sei stata coraggiosa a stare in prima linea. Il tuo clan sarà fiero di te. >>

Hinata abbozzò un sorriso, appoggiando stancamente il capo sul torace di Neji, mentre i tre sparivano alla vista del medico-ninja.

Sakura iniziò a sbottonare la blusa di Gaara, cercando di essere celere quanto attenta. Quel ragazzo non apriva gli occhi. Era svenuto? Era così grave?

Gli scoprì il torace, tolse tutte le fasciature di garza e tutto ciò che stringeva, optando per spogliarlo completamente. Era imbarazzante averlo tutto nudo sotto i propri occhi, ma in un momento come quello il lavoro del medico doveva essere rapido e non badare a formalità e pudore.

Mentre lo spogliava, individuò la ferita. Si portò le mani alla bocca, spaventata da quanto potesse essere profonda. Portò le mani su di essa e si concentrò più che poteva, emanando tutta la sua energia curativa.

<< Portami... >> disse senza fiato, ancora scossa. << Portami delle garze e distilla il disinfettante da lì! In fretta! >> ordinò ad una ragazza li accanto che con un rapido mezzo inchino, schizzò a portarle quanto aveva richiesto.

Sakura era preoccupata. Cercava di concentrarsi il più possibile ma tremava per la paura di vederlo morire sotto i propri occhi.

<< Sakura-sama...è profondissima. Povero ragazzo... >> mormorò sconvolta la ragazzina, una volta tornata con l’occorrente.

<< Ce la farà, vedrai. Aiuta gli altri alle prime barelle >> le disse ancora, così l’apprendista annuì e corse via.

Non distolse mai lo sguardo dalla ferita, strinse i denti e raddoppiò la potenza della tecnica. Con la mano destra restò sulla ferita a curarla poi con la sinistra dispiegò la benda che immerse nel disinfettante. Avvolse poi il ventre di Gaara con quest’ultima, fasciandolo ancora con altre garze pulite.

<< Ah... >> un gemito di dolore che rese felice Sakura più che mai. Gaara si stava riprendendo.

<< Non muoverti, resta disteso >> disse appena, ormai quasi priva di forza, continuando a usare le sue tecniche.

<< Dove...dove sono? >> sussurrò lui con voce flebile.

<< E’ finita, abbiamo vinto. Questo posto è un infermeria di fortuna >> spiegò Sakura, sorridendo nervosamente per lo sforzo.

Gaara sbattè le palpebre, guardandola dal basso. Sopra di lui, china, la fronte contratta per lo sforzo.

Sakura tolse le mani smettendo di usare la sua tecnica. Sembrò perdere per un attimo le forze, rischiando di svenire, e Gaara fece per alzarsi stendendo una mano verso di lei.

<< Resta...resta disteso. Non muoverti. Ce la faccio benissimo >> disse testarda, imponendosi di restare vigile per finire il lavoro.

<< Mi hai salvato la vita? >>

<< Beh...si >> soffiò senza guardarlo, prendendo un’ultima garza. La dispiegò tra le mani. Fece camminare le dita sul ventre di Gaara, lentamente, e sfiorandolo appena percorse tutto il torace fin quasi all’inguine, cercando di sentire il sangue pulsare nelle vene e il calore diffondersi di nuovo nel corpo.

<< Ora puoi sollevarti a sedere, ma piano >> gli disse, così lui si sollevò lentamente, mettendosi a sedere e reggendosi con le braccia muscolose sulla brandina.

Sakura si inginocchiò davanti a lui seduto a cavalcioni all’estremità della brandina, gli passò l’ultima garza attorno al basso ventre, strappandone poi l’ultimo lembo con i denti. Quando sollevò lo sguardo, Gaara aveva le labbra appena dischiuse, quasi a voler catturare meglio ossigeno. Sakura rimase quasi paralizzata sotto il suo sguardo limpido.

<< Non...non muoverti velocemente per almeno tre giorni, altrimenti la ferita si potrebbe riaprire >>  gli raccomandò.

Poi, istintivamente, si sollevò e gli passò le mani intorno al collo, facendo scorrere lentamente le mani anche sulle spalle e appena dietro, lungo le braccia. Le sue dita sapienti sfiorarono ogni centimetro della sua pelle, sotto il silenzio del suo paziente. I suoi occhi da medico esperto vagarono per un po’ sul corpo di lui, alla ricerca di qualche altra piccola ferita.

D’un tratto il suo polso fu trattenuto dalle dita affusolate del ragazzo che stava toccando.

<< Ti ho fatto male? >> chiese prontamente Sakura, con il polso ancora imprigionato.

<< No...ma non toccarmi così >> fece Gaara, ma non risultò cattivo o nervoso. Anzi, sembrava implorante.

<< Scusami...controllavo che non avessi altre ferite o graffi >> disse lei, con voce persa.

Ma Gaara non lasciò quel polso. Le sue dita scivolarono solo su, intrecciandosi con le dita di lei. Sakura seguì quel movimento inaspettato e quando tornò a guardarlo in viso, lesse nei suoi occhi uno strano desiderio.

<< Ti...ti aiuto a rivestirti >> farfugliò, lasciandogli la mano.

Si voltò a prendergli gli abiti, velocemente. Lo aiutò ad indossare la blusa nera, chiuderla appena senza stringerla, dicendogli che avrebbe fatto meglio a non indossare borse o cinghie troppo strette su tutto l’addome e soprattutto in prossimità dell’inguine. Rivestendolo, s’impose di guardare tutto fuorché il suo viso, ma per tutto il tempo avvertì gli occhi di Gaara fissi su di lei.

<< O-okay, adesso puoi andare! Naruto era preoccupato, lo trovi lì, accanto a Neji ed Hinata! >> esclamò voltandosi sul tavolo dei medicinali, iniziando a sistemare le garze e le erbe. Non si voltò più, ma lo sentì esitare e osservarla, per poi allontanarsi dopo una manciata di minuti.

 

šsšts

 

 

Quella sera il villaggio di Konoha era immerso nei petali dei fiori di ciliegio e tutti erano in festa per la Festa di Primavera. Bancarelle di legno chiaro, tantissima gente e lampade di carta di riso colorate, che donavano al villaggio un’atmosfera magica.

Era passato un mese dalla loro vittoria e i festeggiamenti erano anche per il mese intero di pace e tranquillità.

Ma lei si sentiva sola. Quella sera aveva indossato un kimono verde bottiglia con disegni rosa stilizzati, aveva raccolto i capelli e si era preparata ad uscire con i suoi amici. Formavano un bel gruppo, loro, ma lei si sentiva stranamente insoddisfatta. Come se non riuscisse ad essere felice come tutti gli altri che quella sera si stavano divertendo. Ridevano, scherzavano e lei si sentiva messa un po’ in disparte. Sola.

Aveva ripensato molto a quel giorno di un mese prima. Sentiva ancora il cuore di Gaara pulsare fortissimo sotto le sue mani nude che scorrevano sulla sua pelle nuda anch’essa; ricordava quegli occhi bruciare su di sé e quei muscoli fremere sotto il suo tocco. L’aveva fatta sentire viva. Come un fuoco dentro s’era acceso, e poi da quel giorno mai più. Come dimenticare simili emozioni? Come sperare di non sentirne la mancanza?

<< Gaara, no, non ci posso credere! Che ci fai al nostro villaggio! >> sentì gridare Naruto sopra le voci e le risa.

Alzò gli occhi di scatto davanti a sé. Gaara avanzava verso di loro, con accanto Temari e Kankuro che alzarono le mani per salutarli.

Sakura si bloccò dietro gli altri, che a loro volta si erano fermati per salutare i nuovi arrivati. Vide subito gli occhi di Gaara vagare tra la folla dinanzi a lui e poi posarsi su di lei. Il suo viso assunse un’espressione colpita. Attraversò tutti, quasi noncuranti e presi nel loro chiacchierio e nei loro racconti e domande, raggiungendola.

Sakura non l’aveva mai visto così. Indossava un kimono nero con delle piccole foglioline azzurre stilizzate, elegante e raffinato. Era così incredula di vederselo davanti, che non si accorse dell’ espressione estasiata che lui aveva dipinta in viso.

<< Gaara...come stai? >> esordì lei, con un sorriso.

<< Ti devo ringraziare. La ferita si è rimarginata perfettamente, c’è solo una cicatrice sottile >> rispose lui.

<< Sono contenta. Quando sei arrivato da me ero spaventata. Era molto profonda >> disse Sakura e le sue mani corsero inconsciamente al ventre di Gaara. Poi si bloccò.

<< Oddio scusami! E’ un riflesso condizionato dei medici...>>

Ma non finì di parlare che la mano le fu bloccata e portata dentro il risvolto del kimono. Gaara le portò le dita sulla ferita, facendole scorrere lungo la sottile cicatrice rialzata della pelle, che iniziava dall’ombelico e scivolava obliquamente verso l’inguine. Quando scese all’estremo infondo, Sakura si ritrasse, imbarazzata.

<< Sakura... >>

<< Mh? >> mormorò appena, senza voltarsi a guardarlo.

<< Sakura, guardarmi >> disse.

Due mani decise le presero il viso, alzandolo verso di lui. Finalmente poté specchiarsi in quegli occhi color del cielo.

<< Tu mi hai salvato la vita >> fece. << Ti ho visto quando stavi per svenire, dopo avere usato la tua tecnica curativa. Rischiavi di sentirti male solo per salvarmi. Nessuno aveva mai fatto una cosa del genere per me. >>

Gaara sollevò leggermente le dita arrivando a sfiorarle i capelli tenuti alti dal fermaglio, lasciando i palmi sulle sue guance.

<< Che nome perfettamente adatto. Sei così bella e così dolce, come questi ciliegi in fiore >> sussurrò.

Delle piccole lacrime bagnarono le mani chiare di Gaara, prima che il ragazzo si accorgesse che Sakura stava piangendo.

<< Grazie, Gaara...>>

<< Grazie? Perché, Sakura...>>

<< Perché quando sto con te mi sento di nuovo viva. Sei tu ad avermi dato la vita, quel giorno. Non io. >>

Non riuscì neanche a ragionare. Ed in più non voleva, un fortissimo connubio. La vista annebbiata da quelle belle lacrime e un’improvvisa sensazione di calore sulle sue labbra, quando Gaara scese a sfiorargliele. Lento, poi si allontanò appena e Sakura si sporse, dischiudendo le labbra per riprendersi quel bacio. Così Gaara le catturò in un bacio passionale, le mani scesero sui fianchi e si strinsero, mozzandole il respiro.

Le sue dita salirono al viso di Gaara, ficcandosi nei suoi capelli.

<< Sakura, voglio fare l’amore con te... >> le sussurrò ad un orecchio, baciandola sul collo. << E’ da quel giorno che voglio fare l’amore con te >>.

Sgusciarono lontano da tutti, senza essere visti.

Sakura lo condusse a casa sua, tra la folla, le strade piene di persone, sapendo che con la festa in corso nel villaggio, i suoi non sarebbero rientrati prima di notte fonda.

Non aprì nemmeno la porta, che Gaara già le stava sfilando il kimono.

Mani, bramose, scorrevano lungo il suo corpo e mai Sakura era stata toccata in quel modo e mai aveva provato quelle emozioni così forti, e mai si era sentita così viva.

Fare l’amore con lui fu qualcosa di esplosivo. Sentirlo dentro di sé e quelle labbra sulla propria schiena e quelle mani su tutto il suo corpo, il bacino contro il suo, pelle contro pelle, caldo, fuoco, amplesso. Fu vorace, passionale, affamato. Fu necessario, importante, atteso. Fu un’esplosione d’energia, fu il culmine e l’inizio. Fu l’amore, in una manciata di attimi, in un miliardo di sensazioni.

 

 

šsšts

 

Ho scritto ieri sera questa storia e oggi l’ho un po’ riletta. Non so perché mi piaccia particolarmente questa coppia, su deviantart ne ho fatto anche due pagine di fumetto. Non avevo mai scritto nella sezione Naruto, però. Spero di essere stata all’altezza.

 

Baci, Erin.

 

 

  
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: Erin