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Autore: Classicboy    27/09/2015    2 recensioni
Storia scritta a quattro mani con Lady White Witch
Pottertalia!AU, molti pairing
Un anno scolastico uguale a tutti gli altri può essere sconvolto da un giorno all'altro e portare a problemi a cui non si ha mai pensato. E così Ludwig, Arthur, Feliciano, Francis e tutti i loro amici si ritroveranno coinvolti in un'avventura più grande di loro con uno sfondo epico: il torneo Tremaghi!
Dal 1° capitolo:
“Ludwig Beilschmidt, nato a Berlino, trasferito in Inghilterra- disse porgendo la mano -Sono al primo anno”
“Ve, io sono Feliciano Vargas, sono italiano, piacere. Anch'io sono al primo anno” e prima che l'altro potesse rendersene conto lo abbracciò.
“M-ma che diavolo fai?!”
“Come cosa? Siamo amici, gli amici si abbracciano”
...
“Venduto? A chi?’’
“A me” rispose un ragazzino dalla zazzera bionda e occhi verdi che sembravano due specchi. Era così mingherlino, che Francis stentava a credere che fossero coetanei.
“Ehi, piccoletto…”
“Ho undici anni, rana!’’
“Rana a chi, scusa? Per tua informazione, sono al secondo anno della scuola di magia e stregoneria di Hogwarts!’’
“I loro standard si devono essere proprio abbassati, se adesso ammetto anche delle rane”
“Ma sentitelo… e da quando accettano i bruchi?’’
Genere: Commedia, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Francia/Francis Bonnefoy, Germania/Ludwig, Inghilterra/Arthur Kirkland, Nord Italia/Feliciano Vargas
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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I TRE CAMPIONI

 

 

Ariovisto era in parte orgoglioso che un suo nipote fosse stato scelto per il torneo Tremaghi come campione di Hogwarts. Significava che il Calice aveva scelto colui che riteneva più degno, ossia Ludwig. D'altra parte, considerata anche l'età del giovane, era legittimamente preoccupato. Era un buon mago, sarebbe potuto anche diventare ancora più grande continuando a studiare...ma non poteva far a meno di provare paura per lui. Il figlio di Alexei avrebbe partecipato al torneo, e lui di quell'uomo non si fidava. Nè di lui nè dei suoi figli. Eccezion fatta per Enkaterina, copia sputata della defunta madre.

Ariovisto sapeva che il minore dei suoi nipoti non era un idiota vanaglorioso alla ricerca di gloria. E dato che aveva sentito i suoi discorsi in Sala Grande per convincere quelli del quinto anno a non partecipare al Torneo, sapeva che mai e poi mai avrebbe contravvenuto alla parola data, quasi avesse stipulato un voto infrangibile.

Lo fece sedere in sala professori, rimanendo in silenzio per alcuni minuti. Non sapeva cosa dirgli, non voleva nè spaventarlo troppo nè mentirgli.

''Non ho messo il mio nome nel Calice'' affermò sicuro il ragazzo, mettendo così fine alla situazione imbarazzante in cui entrambi erano.

Il vicepreside sospirò: ''Lo so, Ludwig''

''Non so come ci sia finito''

''Mi pare logico: qualcuno ti ha iscritto senza che tu ne fosti consapevole. Cesare una cosa simile non l'avrebbe mai fatta, nè i suoi nipoti. Allora chi...''

''Non spremere troppo le meningi - esordì il preside, entrando in quel momento con Gilbert dietro di lui - So già chi ha tirato quel bel tiro a tuo nipote. Su, Gilbert caro... racconta a tuo nonno quello che hai detto a me mentre venivamo qui''

L'albino deglutì, sentendosi gli sguardi di tutti puntati su di lui: ''Uhm... il Magnifico ha una spiegazione perfettamente logica per tutto''

'' Gilbert Fritz Beilschmidt - ohi ohi, quando Ariovisto diceva il nome completo del Serpeverde, con quel tono di voce poi, si era sicuri al 100 % che stava per scoppiare una tragedia. L'unica persona che fosse in grado di incutere timore in quello scavezzacollo dagli occhi rossi, era proprio l'uomo che gli si stagliava ora di fronte - Di cosa sta parlando, Cesare?''

''Uhmm... ecco... diciamo che ho fatto un piccolo scherzetto a West, tutto qui''

''Uno scherzetto?''

''Niente di ché, qualcosa di assolutamente innocente che...''

''Cosa.Hai. Fatto?''

''Ecco... caro nonnino e caro fratellino... il nome di West nel Calice... beh, l'ho messo io. Vi è piaciuta la sorpresa?''

Ariovisto e Ludwig guardarono l'albino con lo stesso interesse di Gazza quando ricordava le vecchie punizioni del passato.
''Suppongo che non vi piacciano le sorprese, eh?''
''Per niente, Gilbert - mugugnò irritato il fratello minore, facendo per prendere la bacchetta - Sai che anche volendo, io non posso ritirarmi dalla sfida? Il contratto tra me e il Calice è inviolabile''
''Suvvia , ci sarà sicuramente un modo per...''
''No, ragazzo - fece Cesare, mentre si godeva tutta la scena. Ah, come amava i teatrini familiari - Non c'è modo per far ritirare tuo fratello dal Torneo. Ormai è stato estratto. Beh, almeno non sono stati scelti due campioni, come l'ultima volta''
''Preside, mi dia il permesso di schiantare mio fratello. Anzi, no... non ho bisogno di alcun permesso!''
Per far arrabbiare Ludwig, ce ne voleva. E Gilbert ci era riuscito benissimo, tanto che in quel momento il minore sembrava un nuovo Signore Oscuro.
''Ludwig, calmati. A tuo fratello, ci penserò io - intervenne il nonno, facendo abbassare la bacchetta al minore - Per il momento, toglierò cinquanta punti a Serpeverde per questa tua bravata. Per la vera punizione che ti aspetta, dovrai aspettare. Ci penserò questa sera''
Il Serpeverde deglutì. Ora era veramente fottuto. Per prima cosa, anche i suoi amici saprannno cos'ha fatto (sia mai che suo nonno non lo annienti completamente dopo un simile scherzo) e Antonio, saputo che ha iscritto a tradimento anche Romano, lo crucerà per tutto l'anno scolastico. E poi... altro che Gazza, le punizioni di cui tutti gli studenti avevano paura erano quelle del vicepreside.
Dovrà preparare il suo necrologio.

“Ora Gilbert, va in Sala Comune, ma sta sicuro che domani ti farò sapere tutto”

“Ehm nonno...”

“Sì?” chiese sorpreso il tedesco osservando il nipote che era diventato se possibile ancora più pallido.

“Ehm, non è che posso dormire qui in sala professori per diciamo... il resto dell'anno scolastico?”

“E perché? Ti prego non dirmi che ne hai combinata un'altra delle tue” gemette il professore.

“No no, è solo che, ecco... è possibile che, come posso dire, io... abbia messo oltre a quello di West... anche altri due o tre nomi nel Calice”

Il silenzio che regnava in quel momento in Sala Professori non ispirava per niente l'albino.

“Sta pur certo che ne riparleremo - replicò gelido Ariovisto - Ora però non ho tempo da perdere. Dobbiamo accompagnare tuo fratello dagli altri campioni e avvisare gli altri presidi del motivo del nostro ritardo” detto questo afferrò il minore dei nipoti per la spalla e lo condusse verso l'esterno seguito dal preside che aveva assistito allegro a tutta la scena. Mentre gli passava accanto Gilbert fu quasi sicuro di sentire il fratello sussurrargli: “Se speri di riuscire a passare un'estate tranquilla quest'anno, ricrediti. Ti farò sperimentare l'inferno in terra”

Perfetto, era spacciato. Ora doveva solo occuparsi del suo testamento. A West e al nonno poco ma sicuro non avrebbe lasciato niente.

 

“Era ora” esordì Alexei non appena preside, vicepreside e alunno fecero il loro ingresso in Sala Grande.

Tutti gli studenti erano andati a dormire, e le uniche persone presenti in sala in quel momento erano i presidi di Beauxbatons e Durmstrang e gli altri professori di Hogwarts.

“Perdonateci il ritardo” rispose con un sorriso Cesare “Si trattava di questioni urgenti. Ad ogni modo lasciate che vi presenti definitivamente il terzo campione del torneo Tremaghi: Ludwig Beilschmidt!”

Il biondo alzò imbarazzato la testa. Vide i professori guardarsi tra di loro leggermente preoccupati mentre la preside di Beauxbatons lo osservava come per calcolare che rischio potesse rappresentare per la sua scuola. Fu poi quasi sicuro di vedere sul viso del russo dipingersi invece un'espressione di... gioia, come se quella fosse la conferma della notizia più bella al mondo. Ma fu solo per un attimo. Esattamente come l'espressione di paura che aveva assunto la prima volta che lo aveva visto, anche questa era scomparsa per lasciare spazio ad una di totale indifferenza.

“Ludwig, ora va dagli altri campioni, mentre noi discutiamo di una cosa” ordinò il vicepreside e al ragazzo non restò altro da fare che incamminarsi verso una porta laterale.

Di fronte all'uscio prese un respiro profondo ed entrò.

Era uno stanzino appartato, molto simile alla Sala Comune con poltrone rivolte attorno al fuoco, quadri ed una libreria con tomi non meglio definiti sopra.

Ivan se ne stava fermo a fissare il fuoco come rapito dalle fiamme, mentre Elizabeta faceva su e giù per la sala. Al suo ingresso l'attenzione di entrambi fu portata sul tedesco.

“Ehm, ciao. Io sono l'ultimo campione, mi chiamo Ludwig Beilschmidt”

Gli altri due rimasero alcuni minuti in silenzio a scrutarlo mettendolo a disagio, fino a che l'ungherse non si esibì in un sorriso furbo: “Bene, piacere sono Elizabeta, e ti straccerò”

“Come scusa?” domandò sorpreso il biondo chiedendosi se per caso non avesse capito male.

“Ho detto che ti straccerò - replicò lei continuando a sorridere fiera - Perché così sorpreso? Non dirmi che pensavi di avere una speranza? Di un po': quanti anni hai?”

“Quindici...”

“Appunto: sei ancora un bambino. Io vincerò: perché al che se ne dica io sono un vero uomo, non di certo un bamboccio che probabilmente si è buttato pensando semplicemente che partecipare fosse una cosa divertente”

“Ehi! - replicò leggermente irritato Ludwig - Non ho chiesto io di partecipare. È stato quel cretino di mio fratello a mettere il mio nome a mia insaputa nel Calice. E poi... bamboccio a chi? Sono uno dei migliori studenti della scuola”

“Tutto fumo e niente arrosto. Questo torneo si baserà sulla pratica e non sulla teoria che si impara sui libri”

“Sai? Mi ricordi molto mio fratello”

Il sorriso scomparve dal volto della castana sostituito da un'espressione seccata: “Non paragonarmi a uno stupido maschio. E tu poi cos'hai da ridere tanto?”

Ivan si aggiustò la sciarpa mentre sorrideva angelico: “Oh, niente. Solo è buffo vedervi litigare, quando qualunque sarà il risultato di questa sfida finirete comunque per diventare tutti e due un tutt'uno con la grande madre Russia”

I ragazzi lo fissarono a bocca aperta.

“Ed eccoci qui, scusate il ritardo giovani. Ma ehi, va tutto bene? Parete terrorizzati”

Cesare non aveva tutti i torti, ma visto che né Elizabeta né Ludwig rispondevano scrollò le spalle e proseguì col suo monologo: “Ad ogni modo, mi congratulo con voi per aver avuto il coraggio di accettare una sfida così pericolosa come quella che andrete ad affrontare. Le prove si svolgeranno durante tutto l'arco dell'anno scolastico. Di volta in volta vi daremo degli indizi per aiutarvi ad affrontare meglio le prove che vi saranno poste davanti. Il primo indizio ve lo recapiteremo domani mattina a colazione. Non è necessario essere in grado di decifrarli ma se ci riuscirete allora partirete avvantaggiati rispetto agli altri campioni. Ogni prova sarà giudicata da una giuria composta dai tre presidi della scuole che cercheranno di essere il più possibili imparziali. Solitamente ci sono anche due membri del Ministero a fare da giuria però essendo questo avvenimento capitatoci così all'improvviso non sono riusciti a trovare nessuno che fosse libero da impegni e che potesse quindi fare da giudice. Con questo credo di aver detto tutto, pertanto direi che è ora di andare a letto che domani sarà una splendida giornata!”

Ludwig non era sicura dell'ultima affermazione del preside, difatti sentiva che quella di domani sarebbe stata una delle giornate più faticose di sempre.

Seguì i presidi che uscirono pian piano dalla saletta con passo mesto e pieno di sconforto.

Una volta fuori però una voce attirò la sua attenzione: “Ve, Ludwig!”

Alzò il capo e vide Feliciano e Kiku venirgli incontro.

“Che ci fate qui?” domamdò sorpreso il tedesco.

“Ecco... - provò a giustificarsi l'italiano - Visto che parevi parecchio giù quando ti hanno estratto, io e Kiku abbiamo pensato che potessi avere bisogno del conforto di alcuni amici”

Il castano gli sorrise e Ludwig sentì una strana stretta allo stomaco. Fece per dire qualcosa quando sentì quello che pareva essere un isterico urletto femminile.

Si voltò stupefatto...

Elizabeta poteva sembrare una dura, ma c'era una cosa che nessuno, nemmeno Atena, sapeva di lei: era un amante delle cose carine, o anche kawai in linguaggio tecnico.
E appena vide Feliciano Vargas, il suo istinto ebbe il sopravvento sulla faccia da ''campionessa di Quidditch/se non stai attento ti meno''.
''O. Mio. Dio. Ma sei carinissimo!''

Feliciano si ritrovò ad essere spupazzato dalla campionessa della scuola francese, sotto lo sguardo allibito di tutti i presenti.
''Atena...''
''Cesare, meglio non fare domande. Sinceramente, non so cosa le sia preso''
<< Uhm- pensò intanto Ivan - E' così che si fa amicizia? Che strani metodi che hanno gli europei >>
''Sei più adorabile di quella gatta antipatica!'' esclamò l'ungherese, riferendosi alla gatta del bidello, Mrs Purr, di cui era risaputo il caratteraccio.
Nessuna sorpresa che abbia ''combattuto'' con la giovane, appena quest'ultima aveva tentato di abbracciarla.
''Chi? Mrs Purr? Ma lei odia gli abbracci!'' fece l'italiano, sottoposto a una nuova e incredibile cura contro le rughe.
''Oh, non l'avrei mai detto sai? Ma piuttosto tu come ti chiami?'' chiese la ragazza

''Feliciano... Feliciano Vargas''

''Oh, allora sei il nipote del preside''

''Toh - fece Atena, rivolta a Cesare - Non avrei mai detto che uno dei tuoi nipoti sarebbe finito a Corvonero''

''Beh, ne ho uno anche in Serpeverde. I miei ragazzi...''

''Oh no - biascicò Ariovisto - Adesso ci si mette pure lui nella fase "coccole estreme". Meno male che qui non c'è anche Romano''

''Vuol dire che ce n'è un altro adorabile come lui?'' Elizabeta era in estasi. Forse la permanenza ad Hogwarts non sarebbe stata poi così brutta come aveva immaginato fino al giorno prima.

''Mhm... non proprio...''

''Ve, Lud! Aiutami''

Elizabeta fissò il biondo: ''Siete amici?''

''Ehm ... si'' rispose esitante il ragazzo, sentendosi come se fosse sotto interrogatorio. Non che fosse poi tanto lontano dalla realtà.

''Oh... quanto amici, esattamente?''

''Dormono nello stesso letto''

''Kiku!'' esclamò rosso in viso il tedesco, mentre l'altro faceva spallucce.

''Qualcuno glielo doveva pur dire''

Intanto, qualcuno non aveva preso bene la notizia: ''Il mio nipotino...''

Ariovisto sbuffò. Perchè gli italiani dovevano essere sempre così melodrammatici?

''Ha detto solo che dormono nello stesso letto, Cesare. Non hanno fatto niente di ché''

Lo sguardo dell'ungherese, nel frattempo, si era acceso di nuovo interesse: ''Dormite nello stesso letto, eh....?''

''Non è come pensi '' si affrettò a dirle il Corvonero, assumendo nel frattempo quindici tonalità di rosso, dal prugna al malva. Tutti nel giro di pochi istanti.

''Se ti interessa - sussurrò Kiku all'orecchio di Eliza, facendo attenzione a non farsi sentire dagli altri - Ho delle loro foto. Te le posso vendere a una modica cifra''

''Kiku... tu mi inviti a nozze, ragazzino''

''Ehm... potresti lasciarmi andare?'' chiese il povero Feliciano, ormai quasi viola per via di tutte le attenzioni ricevute.

''Oh, giusto... scusa, non sapevo che fossi così amico di Ludwig... Sai, credo di averti giudicato male prima. Mi farà molto piacere gareggiare contro di te, durante questo Torneo''

''Danke...''

Ok, ora la campionessa di Beauxbatons non sembrava più volerlo scuoiare vivo in nome del suo odio verso i ragazzi. Ma cominciò a preoccuparlo l'improvvisa sintonia tra lei e Kiku.

''Quante foto hai?''

''Sono il loro compagno di stanza, ne ho in quantità. In più, ci sarebbero delle doujinshi...''

''Doujinshi? Cosa sono?''

''Fammi indovinare: purosangue, giusto? Non preoccuparti, insieme alle foto ti porterò anche dei campioni di altro materiale di cui dispongo...''

Ci pensò Ariovisto a riportare la calma tra i presenti: “Su, avanti! Adesso non è il momento di lasciarsi andare in comportamenti del genere. È tardi e il coprifuoco è già stato passato da un pezzo. Ciascuno torni nelle proprie stanze!”

I vari ragazzi con i rispettivi presidi si separarono. Elizabeta lanciò un occhiolino in direzione dei suoi tre nuovi amici prima di uscire, mentre Alexei prese per la spalla il figlio e cominciò a parlargli in russo. E a giudicare dal tono di voce il discorso non doveva affatto essere allegro.

Il professor Beilschmidt accompagnò i tre Corvonero fino alla torre. Per tutto il viaggio se ne stettero zitti, ciascuno che pensava a quanto successo quella sera. Una volta arrivati di fronte all'ingresso della sala, il professore di Trasfigurazioni si fermò e osservò il nipote diritto negli occhi: “Ludwig, voglio che tu stanotte dorma il meglio possibile. Lo so che sei agitato, e anche leggermente arrabbiato, ma devi fare questo sforzo. Ora che partecipi al torneo non puoi permetterti sonno arretrato”

Detto questo volto le spalle e se ne andò.

“Ve, che tensione. Sembra quasi che tu debba andare in guerra...” mormorò Feliciano abbattuto. Il biondo non si prese la briga di rispondere.

Non appena mise piede nella Sala fu accolto da un boato di applausi. All'istante si trovò circondato da varie persone che si complimentavano con lui e gli davano pacche sulle spalle urlando “E bravo Ludwig!”, “Sono certo che ce la farai!”, “Il Calice non poteva fare scelta migliore!”, “Faremo vedere alle altre Case di che pasta è fatto Corvonero!”

Il ragazzo non seppe bene come, ma riuscì a sfuggire ai complimenti con qualche scusa, come il fatto di essere stanco o roba simile, ed andò diritto in camera.

Chiuse la porta alle spalle e si accasciò con un sospiro contro di essa. Perché? Perché questo genere di cose accadevano solo a lui? Possibile che la sfiga si fosse davvero accanita così ferocemente sul biondo?

Si alzò ed andò verso il letto. In silenzio si cambiò e si mise sdraiato nel letto. Aveva tutte le intenzioni di seguire i consigli di suo nonno, ma era davvero troppo agitato. Continuava a voltarsi, a cambiare posizione, ad alzarsi, a mettersi il cuscino sopra la testa e cose del genere.

Ad un certo punto sentì la porta aprirsi e qualcuno aggirarsi in maniera più o meno silenziosa per la stanza. Cercò di ignorarlo, ma il tutto cambiò quando sentì le coperte spostarsi e provò la sensazione di un corpo che si sdraiava accanto al suo.

Spalancò di scatto gli occhi e si trovò a fissare i capelli castano chiari di...

“Feliciano?! Che diavolo credi di fare?!” urlò in tono un po' troppo brusco il teutonico.

Il giovane sobbalzò: “Ve, scusa Ludwig, scusa scusa scusa scusa! Il fatto è che ecco... avevo paura del temporale...”

All'istante la rabbia dell'europeo svanì. Guardò fuori dalla finestra e notò che stava effettivamente diluviando. Non aveva mai visto così tanta acqua.

In quel momento un fulmine schiarì il cielo, presto seguito da un rombo che fece tremare le mura del castello.

All'istante il mediterraneo andò ad accoccolarsi contro il petto del compagno urlando uno spaventato “Ve!”.

Ludwig arrossì di botto: “M-ma che stai facendo?! Staccati subito!”
“No, ti prego Lud, non mi mandare via! Io ho paura! Permettimi di dormire con te, per favore”

Il biondo lo fissò negli occhi e sentì una strana morsa nel petto. Voleva proteggerlo. Il suo istinto gli stava urlando di fare di tutto per non fargli correre alcun rischio.

Allora, fece una cosa davvero curiosa. Si accovaccio e lo strinse a sé sussurrando imbarazzato: “E va bene, resta pure. E stai tranquillo: dopo un temporale torna sempre il sereno”

Il castano sorrise. Mise la testa contro il petto del ragazzo e, annusando a fondo il suo odore, si addormentò. Stessa cosa fece Ludwig, cullato dal respiro regolare dell'altro.

 

Ludwig aprì lentamente gli occhi. Sbadigliò e cercò di tirarsi a sedere ma un braccio sullo stomaco gli impediva qualunque movimento.

Per poco non urlò quando vide Feliciano steso affianco a sé intento a dormire pacificamente mentre gli avvolgeva il torace con entrambe le braccia. Poi si ricordò la sera prima, il temporale e la richiesta dell'italiano di dormire con lui e si tranquillizzò. L'attimo dopo però calò su di lui anche il ricordo della selezione dei campioni e i dialoghi fatti la sera prima.

E così per colpa di quell'idiota di suo fratello ora a lui toccava concorrere in una sfida mortale contro un ragazzo e una ragazza che avrebbero potuto farlo a pezzi da un momento all'altro.

<< Sono davvero, davvero, fottuto. Dubito che riuscirò ancora a dormire. Tanto vale alzarsi >>

Pensato questo staccò man mano da sé le braccia di Feliciano e si fece sostituire dal proprio cuscino, per poi cambiarsi in silenzio e scendere al piano di sotto.

Ma neanche nella Sala Comune riusciva a rilassarsi, quindi pensò bene, visto che non era più l'ora del coprifuoco, di andare a passeggiare per i corridoi del castello nel frattempo che aspettava che le cucine fossero aperte.

Stava camminando per il quinto piano quando sentì un rumore simile a quello di bottiglie sbattute assieme. Incuriosito svoltò l'angolo e si trovò di fronte...

“Professoressa Cooman?”

“Mio caro Ludwig, che ci fai alzato?” domandò sorpresa la donna, fissandolo da dietro le grosse lenti degli occhiali. Il tedesco fu quasi certo di vederla nascondere dietro la schiena quelle che erano bottiglie vuote di sherry scadente.

“N-non riuscivo a dormire - spiegò il biondo - Così, visto che era ormai ora di alzarsi sono sceso. Ma lei cosa...?”

“Caro ragazzo, non dovresti comunque andare in giro così di soppiatto a quest'ora. L'Occhio mi messo in guardia di fronte a ciò che il destino ha in serbo per te...”

“Un futuro nero, oscuri presagi...” borbottò annoiato il giovane.

“Un futuro nero! Oscuri presagi!”

“Morirai a causa di misteriose prove...”

“Ahimè! Mi dispiace dirtelo ma vedo che morirai a causa di misteriose e pericolosissime prove!”

<< Seh, bel mistero proprio - pensò stizzito il teutonico - Sai com'è: sono appena stato scelto per partecipare ad una competizione molto probabilmente mortale >>

La Cooman era fatta così, ormai non se ne lamentava più. Sin da quando avevano messo piede nella sua classe, la professoressa di Divinazione aveva preso di mira lui e Arthur predicendo la loro morte circa quindici volte per anno, ogni singola volta per cause diversa. Aveva molti difetti, tra cui spiccava quello di essere un'impostora a cui potevano credere solo gli ingenui come Feliciano, però doveva concederle di avere una fantasia davvero fervida e un'incredibile talento per la recitazione.

“Permettimi di leggerti la mano mio caro”

“N-nein, grazie, non ce ne è bisogno. Io...” ma la donna aveva già stretto in una morsa ferrea il braccio e stava scrutando avidamente il suo palmo.

“Oh sì. Hai la linea della vita è estremamente corta, mio caro. Inoltre quella della fortuna non promette granché bene. Infine la linea dell'amore mi rivela che sei destinato ad avere una vita sentimentale pieno di sofferenze. Ora unendole io potrò prevedere il tuo destino e...” si irrigidì.

“Professoressa?” domandò preoccupato il giovane.

“... l'antica colpa...”

“Come dice, scusi?”

La donna alzò la testa e il biondo fece un salto indietro: aveva gli occhi spiritati e privi di qualunque luce. Se avesse potuto sarebbe fuggito ma lei continuava a tenere stretta la sua mano.

Quando parlò lo fece col sottofondo di un eco: “Vita e morte, luce e tenebra...il simbolo maledetto risplenderà su Hogwarts, il cavaliere dovrà scegliere tra l'amato e la gloria. I legami saranno ristabiliti, un'antica colpa verrà punita...”

Pronunciata l'ultima parola si accasciò e il ragazzo fu costretto a sostenerla. Dopo una decina di secondi rinvenne: “Oh, perdonami caro, devo essermi assopita”

“Aspetti: mi sta dicendo che non si ricorda nulla di ciò che ha detto?!”

“Ti riferisci alle linee sulla tua mano, mio caro?”

“No! Quello che ha detto dopo!”

La Cooman lo fissò sorpresa per un attimo per poi mettersi a ridacchiare: “Mio caro ragazzo, devi essere davvero stanco e teso a causa di questa novità di essere il campione. Io non ho detto nulla. Ora ti suggerisco di andare in Sala Grande, ormai la colazione sarà iniziata e tutti vorranno complimentarsi con te. Ci vediamo a lezione” e se ne andò con le sue bottiglie di sherry.

Ludwig rimase fermo in mezzo al corridoio.

<< Cavaliere? Legami? Colpa? Amato? Ma che diavolo succede?! >> si chiese mentre sentiva dentro di sé crescere un'ansia sempre più intensa.

Solo di una cosa era certo: quella appena pronunciata dalla professoressa era una profezia, ed era quasi certo che riguardasse un futuro molto prossimo! Ed era ancora più certo che in quel futuro lui avrebbe giocato un ruolo fondamentale!

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo autore (solo uno, ma qualunque complimento farete, sarà gradito da entrambi):

Salve, stasera con il nuovo capitolo non mi dilungo troppo, 1) perché è tardi e 2) perché oggi per me è stata una giornata davvero stancante.

Spero che abbiate apprezzato questo capitolo stracolmo di momenti GerIta, inoltre mi volevo scusare con quelli che recensiscono se le mie risposte arrivano tardi, ma fra scuola, impegni extra-scolastici e (lo ammetto) la mia poca voglia di fare riesco a rispondere solo dopo un bel po', ma ciò non significa che il vostro parere non sia importante per me, sappiatelo!

Mi auguro che la profezia vi abbia lasciato col fiato sospeso, e nuovi misteri si intrecciano con le vite dei nostri giovani amici.

Suddivisione capitolo: introduzione e Elizabeta che strapazza Feliciano sono da attribuirsi alla bravura di Lady White Witch.

Momento di dialogo tra i tre campioni, momento GerIta e finale con profezia (eccetto la profezia vera e propria) sono da attribuirsi al sottoscritto.

Spero davvero che abbiate apprezzato e che ce lo facciate sapere con un commento (potete anche scriverci che ci dovremmo dare alla coltivazione di pomodori con Spagna, eh? XD ), alla prossima settimana.

Byeeee!!!!!!!!

   
 
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