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Autore: kait    13/02/2009    4 recensioni
One-shot San Valentinesca ambientata al 5° anno di Ginny Weasley, tiene conto solo in parte del sesto e settimo libro di HP. "Beh, visto che domani è san Valentino... potresti mandargli un biglietto!" Spalancai la bocca così tanto che avrebbe potuto entrarci dentro un gufo. "Un biglietto? Per San Valentino? A DRACO MALFOY??" Buona lettura!
Genere: Generale, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley | Coppie: Draco/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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LetteraD'Amore

Disclaimer: non possiedo Harry Potter nè nessun altro frutto dell'incredibile intelligenza di J.K. Rowling, purtroppo. Mi limito a prendere in prestito i suoi personaggi! Kait

Lettera d'amore

Era una una giornata di Febbraio piuttosto fredda ma assolata ed io, Ginny Weasley, ovvero la protagonista indiscussa di questa assurda storia, procedevo a passo spedito verso l'aula di Erbologia, estremamente soddisfatta di me stessa: per una volta non dovevo correre perchè ero in ritardo. Stavo giusto complimentandomi (di nuovo) per il mio ottimo tempismo, quando tutt'a un tratto una mano pallida sbucò fulminea da dietro un'armatura e mi ghermì per la manica della divisa. Tentai disperatamente di divincolarmi e aprii la bocca intenzionata a lanciare l'urlo più selvaggio che si fosse mai sentito ad Hogwarts, ma un'altra mano me la tappò prontamente.

A questo punto ero già praticamente certa di essere vittima di un rapimento da parte di un seguace di Voldemort, riuscito Merlino sa come ad entrare nel castello, e stavo giusto meditando su come estrarre la mia bacchetta dalla tasca della divisa... quando il rapitore mi voltò a forza verso di lui e vidi che era mio fratello Ronald.

RONALD!” gridai, nonostante i suoi ripetuti cenni di fare silenzio. “Stupido surrogato di una creatura dotata di cervello! Ma che ti salta in mente??”.

Insomma, dopotutto mi aveva appena tolto dieci anni di vita per lo spavento!

Lui si accartocciò dalla vergogna e ci mise cinque minuti buoni prima di riuscire a spiegarmi il perchè di quell'agguato criminale, in capo ai quali io ero in ritardo per la lezione di Erbologia - di nuovo.

Ginny... senti...” cominciò lui balbettando pietosamente.

Sì?? Cosa? Ron, sono in ritardo!”

Lo so, scusami! Ma è urgentissimo, davvero!”

E allora parla, per Circe!”

Senti... lo sai che domani è San Valentino, no?”

Io sapevo, prima di quel momento, che mio fratello era uno stupido imbranato di cui ancora non si era trovata l'utilità su questo pianeta. Davvero, lo sapevo. Ma non mi ero resa conto che, oltre che inutile, poteva essere anche dannatamente pericoloso.

Io avevo sempre desiderato festeggiare San Valentino, in quanto esiste in me (lo giuro, esiste!) una parte svenevole e romantica che adora i mazzi di fiori, i bigliettini coi cuori rossi sopra e le dichiarazioni appassionate, il tutto condito da cioccolatini in tale quantità che neanche la fabbrica di Willy Wonka (l'unico libro babbano che abbia mai letto). Purtroppo, per un crudele scherzo del destino e nonostante mi ci fossi impegnata con dedizione quasi mistica, ogni anno in questa data mi ritrovavo sempre senza ragazzo. Sempre. Così, dopo tentativi su tentativi, e dopo aver ricevuto l'ennesima conferma che Harry Potter non pensava minimamente a me se non come sorella del suo migliore amico, quest'anno avevo gettato la spugna.

Mi ero arresa, insomma. Basta sognare scatole di dolcetti a forma di cuore, basta comporre lettere d'amore immaginarie, basta tentare di mandare avanti fino alla data fatidica rapporti che chiedevano solo di essere interrotti. Se non era destino che passassi il San Valentino da fidanzata, d'accordo.

Dopodiché avevo messo in atto tutta una serie di strategie di auto-ipnosi per indurre il mio cervello a dimenticare l'esistenza del 14 Febbraio e dell'amena festività ad esso abbinata. E dopo mesi e mesi di Oblivium autoindotti e di fette di salumi vari posate sulle palpebre per non vedere il mondo intorno a me che, verso i primi del mese, si cospargeva di cuori rossi come una malattia infettiva, QUEL CRETINO DI MIO FRATELLO RONALD, CHE NON SI E' MAI RICORDATO NEMMENO IL COMPLEANNO DI SUA MADRE, PROPRIO LUI VIENE A FARMI PRESENTE CHE DOMANI E' SAN VALENTINO!!

Ti odio, Ron...” mormorai stancamente, ma lui era tutto preso a supplicarmi di scegliere al posto suo un regalo per Hermione, alla quale sbavava dietro da secoli senza mai avere il coraggio di fare nulla al riguardo.


Così cominciò quest'assurda storia, che dura poco ma, vi assicuro, contiene più assurdità di tutti e tre i libri de “La Magica Tragedia” di Badante Malisperi (il noto mago poeta) messi insieme. Non vi anticipo nulla, perchè non voglio togliervi il piacere di un bel trauma giovanile ultimo stadio come io l'ho avuto.


Qualche ora dopo il subdolo attacco psicologico subito da parte di mio fratello, stavo andando a pranzo con Luna Lovegood, lamentandomi del fatto che il Mio Piano Perfetto per dimenticare San Valentino con tutti i suoi allegati era andato in fumo in dieci secondi netti.

Beh, ma perchè volevi dimenticarti che domani è San Valentino?” chiese Luna, sinceramente perplessa come solo lei sapeva essere.

Luna? Perchè San Valentino è la festa degli innamorati. E io non sono innamorata. E quindi odio vedere gli altri che festeggiano mentre io non posso far altro che stare in un angolo a deprimermi!”

Oh.” replicò lei pensierosa.

Poi arrivammo in Sala Grande e ognuna raggiunse il suo tavolo. Io andai a sedermi di fianco a Hermione e di fronte a Harry e Ron, come avevo fatto quasi ogni giorno da quando ero arrivata a Hogwarts. Fu un pranzo piuttosto noioso e indigesto, in quanto Ron tentava continuamente di attirare la mia attenzione per convincermi a indagare con Hermione su che cosa le sarebbe piaciuto ricevere per San Valentino. Era così nervoso e agitato che ad un certo punto persino Harry smise di pensare a come uccidere Voldemort quel tanto che bastava per chiedergli:

Ron, che diavolo ti prende?”

E ponendo così fine a quella tortura. Dopodichè, passai il resto del pranzo a fissare Harry e a domandarmi in che momento, esattamente, avevo smesso di essere innamorata di lui come una bambina. Forse quando mi ero resa conto che nel suo cuore proprio non c'era abbastanza spazio per una ragazza, una ragazza seria, e che io non ce la facevo più ad aspettare che quello spazio arrivasse.

Dopo pranzo avevo due ore di Storia della Magia con i Corvonero, così rividi Luna. La quale non appena mi vide disse:

Sai, pensavo. Non credo che San Valentino sia proprio la festa degli innamorati.”

Ah, no? E che festa sarebbe, scusa? Quella degli amanti del rosso?” risposi, leggermente infastidita dalla mia incapacità di seguire il suo ragionamento.

No, no. Io credo che sia piuttosto la festa dell'amore...” continuò lei, gli occhi spalancati e quell'aria spiritata che le si vede fin troppo spesso.

E che differenza ci sarebbe, esattamente?”

In quel momento svoltai l'angolo e finii dritta contro Draco Malfoy.

Ora, converrete con me, svoltare un angolo così vicini al muro da non accorgersi fino all'ultimo che dall'altra parte c'è qualcuno, e soprattutto che tutte e due le persone in questione facciano lo stesso identico errore nello stesso momento, è un fenomeno completamente estraneo alla realtà delle cose, uno di quegli espedienti mediocri usati nelle pellicole babbane di scarso valore che mio padre tanto ama. Uno pensa: figurati se nella realtà succede una cosa del genere!

E invece successe proprio in quell'istante. Tra l'altro, con Draco Malfoy. Nella scala delle assurdità, viene subito prima del Ministro della Magia e di Voldemort in persona.

Guarda dove vai, stupida Weasley!” sibilò lui.

Ahio... perdona Malfoy se ho urtato la tua sacra persona...” risposi io, neanche troppo caustica, e sorpassandolo mi avviai verso l'aula del Professor Ruf seguita da Luna.

La quale mi fissava con uno sguardo estremamente sospettoso e indagatore che non le attribuireste mai a mente lucida.

Non l'hai insultato” iniziò.

Eh?”

Malfoy. Mi aspettavo che lo azzannassi a un polpaccio fino a farlo implorare pietà... Insomma, fino a poco fa bastava che ti guardasse e ti accendevi come un cerino, lo insultavi ancora prima che aprisse bocca.”

Ero talmente stupefatta per aver sentito una frase così asettica e ironica uscire fuori dalla bocca di Luna Lovegood che per poco non sbattei di nuovo contro la porta dell'aula.

Che dici??” balbettai mentre ci sedevamo vicine.

Secondo me non lo odi più così tanto!” rispose lei, sorridendo con gli occhi nuovamente spiritati.

Cosa? Ma sei impazzita?? Certo che odio Malfoy!”

Ma mentivo e sapevo di mentire.


Perché la verità effettiva e piuttosto scomoda era che io non odiavo più Malfoy. A parte qualche occasione particolare, diciamo.

Questo perchè dopo anni di faide e guerra sotterranea, tra lui e i suoi scagnozzi e Harry Potter e noi, suoi fidi alleati, io ero cambiata e non amavo più ciecamente né Harry né la causa Grifondoro, e lui, anche lui era cambiato.

Sapevo da voci quasi sicure che era diventato un Mangiamorte a tutti gli effetti, eppure forse era stato proprio quello a farlo cambiare... a farlo crescere. Non c'era più traccia, in lui, del ragazzino spocchioso e arrogante che tiranneggiava i più deboli e sfogava su di loro la sua crudeltà. Da alcuni mesi era diventato incredibilmente cupo e serio, quasi sempre andava in giro con delle occhiaie da far paura, e nemmeno si dilettava più ad insultare Harry, Ron, Hermione e tutti noi come un tempo. C'era qualcosa, in lui (ed io l'avevo osservato abbastanza a lungo da accorgermene), che gridava che stava facendo qualcosa di cui non andava fiero e che avrebbe evitato con tutta l'anima, ma non poteva. Era qualcosa che traspariva nitidamente dai suoi lineamenti d'un tratto più adulti... che, guarda oggi guarda domani, avevano finito per affascinarmi.

Draco Malfoy non avrebbe mai e poi mai potuto competere con Harry Potter quanto a lealtà e coraggio, perchè era un codardo riconosciuto, eppure io ero affascinata da lui. Draco Malfoy non avrebbe mai e poi mai rischiato la propria vita per fare l'eroe e salvare il mondo, magico o babbano che fosse; aveva l'aria di quello che appena può fugge lontano e si fa i fatti suoi. Forse non è onorevole, ma, beh, l'idea che noi donne amiamo gli eroi disposti a sacrificare ogni cosa in nome del Bene superiore è da dimenticarsi.

Quindi, insomma. Draco Malfoy era diventato affascinante tutt'a un tratto e, come logica conseguenza, neanch'io lo insultavo più come prima. Ero riuscita fino a quel momento a far passare la cosa inosservata e avrei voluto continuare, ma lo sguardo di Luna diceva chiaramente che lei non ci sarebbe cascata.


Oh, e va bene. Non odio più Malfoy. Potrei arrivare a dire che è quasi affascinante, ma non te ne approfittare.”

Luna sorrise.

Beh, lo è... un po'.”

La guardai esterrefatta e feci inavvertitamente cadere la mia boccetta di inchiostro, che si frantumò per terra facendo girare tutta la classe ma non il Professor Ruf. Del resto, era troppo preso a spiegare il Concilio di Svento tenuto dalle istituzioni magiche nel sedicesimo secolo.

Vuoi dire che anche tu lo trovi... affascinante??”

Lei sorrise di nuovo – la odio quando sorride così tanto – e disse:

Beh, visto che domani è San Valentino... potresti mandargli un biglietto!”

Io spalancai la bocca così tanto che avrebbe potuto entrarci dentro un gufo.

Un biglietto? Per San Valentino? A DRACO MALFOY??”

Beh, perchè no... dopotutto, te l'ho detto, San Valentino è la festa dell'amore, non degli innamorati.”

Ma io NON amo Draco Malfoy!!” esclamai, cercando di controllare il volume della voce. Lei continuò a prendere appunti per nulla impressionata (io non avevo neanche tirato fuori la piuma).

Tu cosa credi” iniziò pensierosa, come se stesse riflettendo su una grande verità filosofica “Che tutto ciò che non è amore sia odio o che tutto ciò che non è odio sia amore?”.

Eeeh? Luna, ti senti bene??”

Lui ti piace, no?” domandò di punto in bianco. Avrei voluto rispondere NO E POI NO ma temevo che il fatto che fossi arrossita dalla testa ai piedi avrebbe giocato a mio sfavore.

Beh, ehm... cioè... non è che...”

E quindi, visto che domani si festeggia l'amore in tutte le sue forme, credo che potresti mandargli un biglietto.”

Non le risposi nemmeno. Ero troppo sconvolta anche solo per far uscire l'aria dalla bocca. Che era successo alla Luna Lovegood che tutti conoscevamo? Evidentemente l'arrivo del maledetto San Valentino aveva fritto anche il suo cervello, oltre a quello già notevolmente compromesso di mio fratello Ronald.

Non trovi strano” proseguì lei come se io non stessi per svenirle di fronte “Che ci si mette davvero poco a dire a qualcuno quanto ci è antipatico, ma molto di più a dirgli quanto ci piace? Forse è a questo che serve San Valentino... a mantenerci con un minimo di allenamento.”

Dopodiché tornò ai suoi appunti come se nulla fosse, e tempo mezz'ora mi stava già raccontando di come suo padre avesse avvistato pochi giorni prima un rarissimo esemplare di Ricciocorno Schiattoso color magenta.


Ma io non riuscivo assolutamente a smettere di pensare a quello che mi aveva detto. A cena mi sedetti al mio solito posto ma infilzavo le cose con la forchetta senza vederle, e per sbaglio lanciai una patata al forno addosso a Harry, che mi fissò stranito e poi, per la prima volta da settimane, si fece una lunga ed entusiastica risata a mie spese.

Ginny non c'è proprio con la testa stasera!” esclamò, con un sorriso quasi luminoso. Io lo guardai e pensai a quanto tempo aveva passato sempre serio e pensieroso e a come era basta una stupida patata al forno sulla sua camicia perchè ridesse. O forse non era stata la patata al forno. Forse chi parlava della magia di San Valentino, così come la magia del Natale, non era proprio completamente pazzo.

Verso il finire della cena mi concessi una lunga occhiata al tavolo Serpeverde, dove Draco Malfoy sedeva fingendo di mangiare quello che aveva nel piatto. Era pallido, cupo e sciupato come sempre, ma non potevo farci niente, a me piaceva. E anche se probabilmente era un Mangiamorte e io di sicuro sarei rimasta dalla parte dei Buoni per tutta la vita, a me piaceva. Mi piaceva e basta, e il sentimento sembrava perfettamente in grado di auto alimentarsi, di vivere per sé stesso indipendente dal resto del mondo. E tenere nascosto un sentimento così semplice e caldo mi sembrò tutt'a un tratto una stupidaggine.

Quando tornammo in Sala Comune presi da parte Ron e lo costrinsi a sedersi su una poltrona mentre io troneggiavo su di lui.

Ron” gli dissi “tu sei mio fratello e io ti voglio bene anche se i tuoi neuroni sono molto pochi.” Lui sembrò protestare ma lo bloccai con un cenno. “So esattamente cosa devi regalare a Hermione per San Valentino, domani. Vai da lei con un bel fiore, non una rosa che è banale, e poi le dici: 'Hermione cara, tu mi piaci un sacco. Mi piaci e vorrei passare tanto tempo con te a farti divertire perchè non desidero altro dalla vita...' Ci ho preso con le parole?”

Ron mi fissò assolutamente sbalordito. Ha! Luna Lovegood insegna.

Comunque, tu dille questo, più o meno. E vedrai che lei sarà felicissima e si getterà tra le tue, ehm... forti braccia e sarete felici e contenti. E piantala di rompere le scatole!”

Ron continuava a guardarmi come se improvvisamente mi fossero spuntati dei tentacoli sulla fronte, poi pigolò timidamente un:

Ma non riuscirò mai a dirle una cosa del genere...”

Io alzai un sopracciglio e sospirai molto teatralmente.

L'ora delle confidenze è già finita” dissi con un ghigno divertito “Buonanotte Ron!”


Più tardi, nella mia stanza, aspettai che le mie compagne fossero addormentate e cominciai a scrivere. Una lettera, la mia prima lettera d'amore. Scrissi su una delle vecchie pergamene avanzate dagli esami di fine anno, un po' ingiallita e arricciata ma per questo molto più romantica. Ero un po' incerta all'inizio, perchè in verità non mi era mai successo di esprimere i miei sentimenti in modo così diretto e, beh... fine a sé stesso. Ma dopo le prime righe, le parole cominciarono magicamente (fa ridere, lo so) a scivolare fuori dalla mia piuma senza quasi che ci pensassi sopra...


Caro Malfoy. Anzi. Siccome questa è ufficialmente una lettera d'amore, Caro Draco.

Oggi è San Valentino e per questo motivo ti scrivo questa lettera, perchè siccome è la festa dell'amore in tutte le sue forme mi sembra il giorno adatto per dirti che mi piaci. Sicuramente ti sembrerà strano che te lo venga a dire, e forse storcerai il tuo delizioso naso aristocratico pensando: 'Per Merlino, la Weasley!'. Però un'amica mi ha fatto riflettere giusto ieri su quanto sia facile manifestare la propria antipatia, mentre fare il contrario ci riesce sempre molto difficile. Il che è strano, se pensi che in fondo stiamo parlando di un sentimento che ti fa stare bene! A questo punto forse avrai qualcosa da obiettare, ma devi credermi se ti dico che a me fa stare bene. Mi piace che tu mi piaccia. E mi piace dirtelo, perchè spero che questo faccia stare un po' meglio anche te. Dopotutto, è sempre una bella cosa quando piaci a qualcuno. E farlo il giorno di San Valentino magari è banale... ma non credo, sinceramente, che esista un'occasione migliore.

Avevo pensato di scrivere una lunga lettera, ma mi rendo conto che per dirti quello che voglio bastano due parole, oppure nemmeno un milione. Allego un cioccolatino al peperoncino, perchè presagisco che quelli normali li troveresti troppo dolci... Se non ti fidi e pensi che sia avvelenato, portamelo e sarò felice di assaggiarlo per te. Oppure dallo a Tiger o a Goyle, ritengo che siano sacrificabili per una giusta causa. In realtà mi sarebbe piaciuto darti anche un bacio a sorpresa insieme a questa lettera. Ma poi ho pensato che per arrivare alla tua guancia mi serviva una scala, e a quel punto la sorpresa sarebbe andata a farsi... beh, hai capito!

Buon San Valentino,

Ginny Weasley”


Finii la mia lettera di botto, senza ripensamenti, poi arrotolai la pergamena e sgusciai fuori dalla mia stanza verso la Guferia. Chiamai il gufo di Ron e lo incaricai solennemente della consegna, dopodiché me ne tornai a letto. E, cosa incredibile, dormii anche.

La mattina dopo era il famigerato San Valentino, e si vedeva. Cuori rossi appesi al soffitto della Sala Grande come tante bombe minacciose in attesa di cadere. Gente che si lanciava sguardi infuocati o sorrisi svenevoli da un posto all'altro. Ron e Hermione, stranamente, non erano ancora scesi per colazione... anche se io avevo un'idea piuttosto precisa del perchè. Eravamo io e Harry, che però era impegnato a parlare con Neville di qualcosa che io non stavo ascoltando, perchè troppo occupata a occhieggiare il tavolo di Serpeverde. Draco Malfoy era lì seduto, al solito posto, che faceva finta di mangiare come tutte le altre volte. Chissà se aveva già ricevuto la lettera? Nonostante non fossi per niente pentita di avergliela scritta, al solo pensiero mi sentivo un fascio di nervi.

Poi, d'un tratto, vidi come al rallentatore il gufo di Ron che planava verso di lui con una pergamena arrotolata nelle zampe. Pregai tutti i pronipoti di Merlino che Ron non entrasse in quel momento e non vedesse il suo gufo che portava qualcosa a Draco Malfoy, perchè avrebbe potuto compiere un gesto sconsiderato...

Il gufo atterrò vicino al succo di zucca di Malfoy, che lo guardò estremamente perplesso. Poi, lentamente, estrasse la pergamena e iniziò a leggerla. La richiuse dopo cinque secondi, con un'espressione in viso che non gli avevo mai visto e che purtroppo non potrei mai descrivervi nei dettagli. Immaginate di vedere Silente in maglietta a righe che balla un appassionato twist con la professoressa Sprite e probabilmente vi verrà la stessa espressione. Però non alzò lo sguardo verso di me, quindi forse non aveva ancora capito chi ero. Si alzò in piedi e uscì dalla Sala con la pergamena in mano.

Avrei – lo giuro - venduto l'anima a Voldemort pur di sapere se Malfoy stava leggendo la mia lettera e cosa ne pensava e che faccia aveva fatto quando aveva capito che ero io e...

Mi imposi di calmarmi e di continuare a mangiare. Poco dopo comparvero miracolosamente Ron e Hermione, lanciandosi certi sguardi che lasciavano intendere a tutta la Sala Grande quanto fossero felici. Il che significava che per una volta mio fratello ne aveva combinata una giusta! Esultai in silenzio e ricambiai il sorriso soddisfatto che Ron mi rivolse, e sperai che, in quel momento, un sorriso fosse arrivato anche sulla bocca aristocratica e perennemente sprezzante di Draco Malfoy.


Così si conclude la mia assurda storia. So che vi aspettavate qualcos'altro, ad esempio che Draco Malfoy entrasse in Sala Grande a passo di marcia e venisse dritto da me a chiedermi spiegazioni del mio insano gesto, o, ancora meglio, che mi bloccasse dietro un'armatura mentre andavo a Pozioni e mi baciasse appassionatamente dicendomi che anche lui provava la stessa cosa per me. Ma a volte le cose finiscono in maniera diversa da quello che ci aspettavamo... A volte la risposta che otteniamo dopo aver espresso i nostri sentimenti come nemmeno lo stesso Badante Malisperi (di nuovo, il famoso mago poeta) avrebbe mai saputo fare è... nessuna. Terribilmente anti-romanzesco... Eppure io sono felice di aver scritto quella lettera d'amore a Draco Malfoy, e mi cullo nell'illusione che lui sia riuscito per un attimo a superare tutti i suoi numerosi pregiudizi e ad essere contento. O almeno, se nemmeno quello ha saputo fare, spero che abbia fatto assaggiare il cioccolatino a Tiger e Goyle e che questi siano allergici al peperoncino, così mi toglierò l'immensa soddisfazione di...


Weasley” disse una voce.

Ginny Weasley fece un balzo tale che rischiò di far cadere un intero scaffale di libri della biblioteca.

Malfoy?” esalò con un filo di voce, stupefatta.

Draco Malfoy era di fronte a lei con un'espressione piuttosto accigliata e dubbiosa, strisciando nervosamente un piede sul pavimento.

Hai scritto tu questa?” le chiese, allungandole la lettera. Ginny non la prese.

Beh, sì. C'è la mia firma.” rispose.

Lui parve sorpreso dalla risposta diretta e apparentemente tranquilla di lei. Quindi si decise a smettere di rovistare a vuoto nella tasca, come stava facendo, e ne estrasse un cioccolatino. Che le porse.

Ginny lo guardò perplessa.

Metti che sia avvelenato, Weasley” disse Draco “E non posso sacrificare Tiger e Goyle, altrimenti le loro madri potrebbero attentare alla mia salute.”

Lei rise, rilassò i muscoli, e con fare civettuolo prese il cioccolatino dalla sua mano, lo scartò e lo portò alla bocca. Poi si fermò.

Metti che l'abbia avvelenato tu, Malfoy...” esclamò, ma non sembrava arrabbiata o impaurita. Lo posò sul tavolo, accanto alle pergamene su cui stava scrivendo, e concluse: “Meglio che lasciamo perdere la roba da mangiare. Ti auguro ufficialmente buon San Valentino, Malfoy. Spero che la mia lettera ti abbia reso almeno un po'... felice... Perché insomma, in questo periodo mi sembravi, beh, decisamente abbattuto.”

Lui s'incupì e guardò da un'altra parte. Ma Ginny continuò.

Qualsiasi cosa tu stia facendo, spero... che starai un po' meglio, ora. Auguri...”

Draco Malfoy sembrava del tutto incapace di fare qualsiasi cosa che non fosse fissare di qua e di là con aria nervosa, ma all'improvviso alzò la testa verso Ginny Weasley, atteggiò per un istante le sue labbra al ghigno che tutti conoscevano (e che non si vedeva da tanto tempo), e disse:

A te, Weasley...”

Poi si voltò e uscì dalla biblioteca, con la lettera in mano.

Ginny Weasley e Draco Malfoy non furono mai insieme, poiché dopo la guerra (che sarebbe scoppiata di lì a pochi mesi) lei sposò un rinato Harry Potter e lui una delle tante streghe purosangue che frequentavano la buona società, e nessuno dei due si pentì della scelta fatta. Ma nessuno dei due si dimenticò mai di quello che era successo in quel famoso San Valentino, e la moglie di Draco Malfoy, la mattina del suo primo 14 Febbraio da sposata, si ritrovò appoggiata sul cuscino una breve ma terribilmente appassionata lettera d'amore...


Fine.


  
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