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Autore: CyanideLovers    28/09/2015    4 recensioni
Salve gente! Ebbene si, sono tornata con una nuova, serissima, storia.
Dal testo:
Lei era sulla porta: Un piede sulla terra, con Tom, e uno nel mondo delle ombre con Julian. Il ragazzo dai capelli argentei la strinse per un momento a se. Per un momento pensò che l'avrebbe baciata con uno dei suoi meravigliosi e letali baci ricchi di passione, o sconvolgenti e pieni di sentimento come quello che si erano scambiati nella caverna. Ma lui non fece nulla. Appoggiò la bocca sulla sua fronte, nel più casto dei baci, per poi spingerla via con violenza. Jenny sentì mancare l'aria per la sorpresa. Guardò verso la porta: Julian le lanciò ancora uno sguardo per poi chiudersi la porta alle spalle.
Rimase immobile per un secondo, senza avere il coraggio di muoversi.
Si avete capito benissimo! Qui Julian alla fine de ''L'ultima mossa'' non muore....e mi sono chiesta allora, e se Julian riuscisse a catturare Jenny e a portarla con se nel mondo delle ombre?
Spero che la storia sia di vostro gradimento, fatemi sapere che ne pensate :)
Much love♥
PS: Ho messo il raiting arancione, onestamente non so se potrebbe cambiare, ma non credo.
Genere: Dark, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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fear

Girl,
Your final journey has just begun
your destiny chose the reaper.
No fear, destination darkness
The Rasmus – No fear




Luna. Luna grandiosa. Luna piena, paffuta, candida, che illuminava la notte come fosse giorno, che diffondeva la sua luce ovunque e portava gioia, gioia, gioia. E con essa le grida a squarciagola della notte, il soffio selvatico e dolce del vento tra gli alberi secolari, il gemito vacuo delle stelle, il muggito a denti stretti del riflesso sull'acqua.
Con i suoi tenui raggi giocava ad infiltrarsi attraverso i vetri di una finestra, danzando nella piccola stanza con un bagliore etereo.
 La ragazza aprì gli occhi di scatto, il cuore le palpitava nel petto. Portando il dorso della mano alla fronte, la trovò madida di sudore. Le piccole goccioline sembravano risplendere come cristalli nell’impalpabile chiarore lunare. Fissò la piccola sveglia sul comodino accanto al letto, segnava le due del mattino.
Notte, è sempre notte. Che siano le due del mattino o le due del pomeriggio, non esiste altro che notte. Si chiese: ma cosa ci sarà mai la fuori? Era stanca di stare chiusa in casa, senza mai poter uscire. Si girò e rigirò a lungo nel letto, ma infine dovette arrendersi: non si sarebbe mai più addormentata.
L'incubo l'aveva spaventata, ma non riusciva a ricordarsi di cosa si trattasse. Probabilmente il suo inconscio le aveva ricordato la litigata con Julian. Quella sera, a cena, si era fatta scappare che avrebbe voluto prendere un po' di sole, che le mancava la sua citta, i suoi amici. La reazione dell'uomo ombra era stata decisamente esagerata. Si era infuriato, e per tutta la cena non le aveva rivolto la parola. Quando Jenny gli chiese cosa avesse, lui aveva iniziato ad urlare che, visto che le mancava tanto il sole, forse le avrebbe fatto bene una gita sul sole.
Il tutto si era concluso con una sfuriata da parte di entrambi e da quel momento , Jenny, giurò che non le avrebbe mai più rivolto la parola. Era davvero stanca del suo modo di fare, dei suoi continui sbalzi d'umore che peggioravano di giorno in giorno. Aveva nostalgia della vita a cui era stata strappata contro la sua volontà e, per quanto si sforzasse, Julian non gliela poteva restituire.
 
Si alzò e indossò la vestaglia. I boccoli dorati le ricaddero lungo il corpo, sulla camicia da notte color cipria, e la avvolgevano come ,un tempo, faceva il sole.
Il corridoio era sempre illuminato a giorno, nulla sembrava essere cambiato.
Mentre camminava, scansando qualche lampada di troppo, ripensò alle sue due ultime settimane in quel luogo: Julian si era dato un gran da fare per darle tutto ciò che avesse mai desiderato. Ogni giorno, apriva una porta diversa della sua gigantesca casa ed era come entrare in un mondo diverso; un mondo fatto di colori, di suoni.
Tuttavia, erano sempre solo loro due.
Chissà cosa faceva tutto da solo, pensò svoltando l'angolo, diventando malinconica all'idea di tutti quegli anni che doveva aver passato da solo. Poteva quasi vederlo: un ragazzo dal viso d'angelo, avvolto in un'eterna oscurità…gli occhi velati da un sentimento inspiegabile, come se cercasse costantemente qualcosa, mentre osservava i colori così brillanti della terra. Forse, pensò, era stato un po' indelicato iniziare a parlare della sua famiglia proprio a lui che non ne aveva mai avuta una.
Non sapeva dove stesse andando, ma aveva voglia di camminare. Così non si curò di capire dove fosse veramente. Superò qualche porta, svoltò qualche curva, come se stesse percorrendo un labirinto. Non le interessava sapere neanche come avrebbe fatto a ritrovare la sua stanza. 
Poi si fermo. Uno spettacolo incredibile l'aveva appena incantata.
Guardando da una delle poche finestre della casa, poteva vedere lo scenario che aveva scorto una volta nella casa di carta: montagne illuminate da una luce verdastra, sferzate da soffi di vento che, normalmente,  avrebbero fatto volare via una casa. E la luna: così grande da sembrare innaturale.
Normalmente si sarebbe spaventata perchè sembrava più uno scenario post-apocalittico che un paesaggio, ma in quelle cinque settimane aveva visto talmente tante cose assurde che la cosa non la sconvolse, anzi, la incantò. 
Non sapeva dire quanto tempo fosse stata davanti a quella finestra, ma sussultò quando si accorse della persona dietro di lei. Avvolta nell'oscurità, la figura di Julian era una sagoma nera che si fondeva con il muro.  Solo i suoi occhi dondolavano silenziosi, osservandola e studiandola.
La prima cosa che notò, prima ancora di voltarsi, furono i brividi che le percorrevano lungo il corpo. Cos'era quella sensazione di paura primordiale? Sapeva benissimo che, per quanto minaccioso si facesse, Julian on le avrebbe mai fatto del male. Lui la osservava silenzioso, tanto che per un momento si chiese se fosse veramente li, o se fosse solo un'allucinazione da sonno.
-Oh..- quando, finalmente, ruppe il silenzio, Jenny si sentì quasi cadere. -Tu non dovresti stare qui.-
Le ricordò la prima volta che lo aveva conosciuto. Forte, ammaliante, sembrava avvolgerla pur restando distante. La voce del lupo che incanta Cappuccetto Rosso, mentre si affila le zanne.
-Ah Julian…- Non se ne era accorta, ma aveva risposto molto, molto dopo. Cercò comunque di mantenere un contegno: non aveva intensione di perdonarlo così facilmente. Ma era incantata dai suoi occhi, non riusciva a far altro che fissarli. 
Come gli occhi di una tigre, tanto belli quanto minacciosi.
-Dovresti fare attenzione…è pericoloso gironzolare nella tana del lupo cattivo.- La sua voce urlava pericolo.
In quel momento desiderò scappare via. Non ne capiva il motivo, ma si sentiva come se dovesse saltarle alla gola da un momento all'altro.
-I-io avevo voglia di fare due passi, non ho pensato a dove andavo.- Fu più forte di lei e non riuscì a non balbettare.
-Dovresti fare attenzione- ripeté. Solo che questa volta sorrise mostrando i denti: L'adrenalina nel suo corpo la faceva tremare tutta. Non si era mai sentita così minacciata da Julian, voleva correre, ma il suo corpo sembrava come paralizzato.
-Dovresti fare attenzione. Un lupo non ci pensa molto prima di strapparti il collo-
Ed era questo che sembrava Julian. Un lupo affamato pronto a divorarla in un sol boccone.
Ho paura. Ho paura. Ho paura.
Non pensava ad altro.
Il corridoio si era fatto ancora più buio. Ne era sicura, se avesse alzato la mano, non ne avrebbe visto il palmo. Se qualcuno le avesse chiesto: Ma che vuol dire "buio pesto"? Lei avrebbe potuto rispondere "Vuol dire questo" perché non esisteva al mondo un'oscurità simile. Era terrorizzata e lui, adesso, era così vicino che avrebbe potuto contare i suoi denti bianchi che, con quel buio, brillavano bianchi e lucenti.
L'afferrò per le braccia, stringendola così forte, così velocemente, da lasciarla senza fiato. Sentii il sangue gelarsi: il dolore era incredibilmente forte.
-Ho un'incredibile voglia di divorarti- i suoi denti erano spalancati vicino al suo collo, i capelli, anche se non li vedeva, le solleticavano la guancia. -Proprio non resisto. Sei così morbida e fragile, potrei romperti in un secondo-
Ci provava con tutte le sue forze a districarsi, ma le sue braccia erano così forti che non riusciva a spostarlo di un millimetro. Non era come quando la trattenne nella sua stanza da letto: quella volta, anche se la teneva stretta, era stato comunque delicato, attento a non farle del male. 
-Impara che sono fatto interamente di morte, dalla testa ai piedi, che è un cadavere quello che ti ama, ti adora e non ti lascerà mai più, mai più- - le sussurrò all'orecchio, e Jenny giurò che stesse ghignando in modo crudele. Le diede un forte strattone e avvicinò ancora le sue labbra contro il collo.
Era crudele, cattivo, malvagio.
Solo che non pensava fino a quel punto.
Strinse gli occhi, e iniziò a piangere. Non avrebbe mai pensato che un giorno Julian l'avrebbe uccisa. Perchè ne era sicura: Julian, il quel momento, era più serio che mai. L'avrebbe uccisa. In modo spietato ed inumano, divorandola viva proprio in quel momento, proprio quando iniziava a fidarsi di lui. Poteva vederlo pentre affondava le sue zanne nel suo collo, mentre il sangue iniziava a sgorgare a fiumi, non lasciandole emettere neanche un grido, tanto la terrorizzava. L'oscurità era schiacciante, le faceva avere visioni tremende. Il suo cervello non faceva che lavorare:erano passati una manciata di secondi e le aveva già fatto vedere una decina di varianti su come sarebbe morta. 
Ma Julian non lo fece. Non la uccise. Avvolta com'era da quel buio così oprimente, non capì subito cosa era successa ma, in una frazione di secondo, si ritrovò contro il muro, mentre un dolore lancinante le percorreva tutta la schiena. La testa le doleva, e non riusciva a capire cosa fosse successo. Guardò nella sua direzione ma era già scomparso. In quella oscurità era sola, completamente sola.
 
Non sapeva dire quanto fosse rimasta lì, per terra e dolorante. Non riusciva  a pensare a nulla, se non al dolore e a quello che era successo. Prima il suo cervello aveva lavorato così velocemente da farle dubitare che il tempo si fosse fermato, mentre adesso era diventato una lavagna bianca. Quando i suoi occhi si abituarono all'oscurità, e ci volle un bel po' di tempo dato che era buio pesto, dovette sforzarsi di alzarsi per riuscire a correre fino alla sua stanza.
Non riuscì a chiedersi neanche come avesse fatto a ritrovare la strada, non le importava. Le bastava chiudere a chiave la porta dietro di se, non le importava nulla, voleva solo sentirsi al sicuro, cancellare quella sensazione di gelo sotto la pelle. Quando fu dentro corse sotto la doccia. Aveva così tanto freddo che per un momento pensò che le si fossero gelate le ossa e che potessero spezzarsi da un momento all'altro.
Rimase rannicchiata dietro il letto per tutta la notte e, quando si addormentò, non fece che sognare un lupo famelico che cercava di divorarla, non importava che strada prendesse, lui riusciva sempre a trovarla.

















Ebbene si, sono tornata. Domando umilmente perdono per il mio ritardo, purtroppo il tempo che ho a disposizione è davvero limitato. Prometto che cercherò di ritagliarmi più tempo per la scrittura ( che, tra l'altro, mi mancava cavolo) Un ringraziamento speciale va a Aspirina Effervescente, che mi aiuta sempre a non impazzire completamente mentre scrivo, e a tutte quelle persone che mi hanno fatto notare che, forse, un anno di pausa dalla scrittura, lasciando a metà una storia, era un po' esagerato. Grazie per non avermi rigato la macchina, lo apprezzo molto <3 

Detto questo vi annuncio che ho creato una pagina su deviantart dove pubblico questa storia e, ogni tanto, qualche fan art sul gioco proibito. 
Poi, visto che in molti me lo hanno chiesto ma in questo momento non ricordo chi, vi lascio anche il link del mio account di facebook, per favore, se mi aggiungete,  scrivetemi in un messaggio privato chi siete, altrimenti magari non vi aggiungo, e mi dispiacerebbe

Link Deviantart: http://cyanidelovers30.deviantart.com/
Link Facebook: https://www.facebook.com/JekaNicoNico

Ps: ho fatto qualche modifica al capitolo precedente, volevo solo avvisarvi, adios
   
 
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