Fanfic su artisti musicali > 5 Seconds of Summer
Segui la storia  |       
Autore: Nanek    28/09/2015    4 recensioni
Perché, nonostante questo, Mary piange davanti allo schermo del suo portatile? Perché ancora una volta si lascia schiacciare dall’insicurezza? Perché crede che Bryana dovrebbe stare con Ashton e non lei? Perché, ancora una volta, crede agli altri e non all’unica persona che conta?
Un messaggio per Ashton.
“Forse dovremmo lasciarci.”
*
Più passano i minuti, più la voce di Michael sembra avere ragione per l’ennesima volta, dato che Layla è appena sparita e lei è ad una festa da sballo, completamente sola.
La sua amica si sta allontanando con un ragazzo che mai ha visto, senza ricordarsi di lei, del fatto che sia lì davanti, come se fosse solo un'ombra.
Un messaggio a Michael.
“Ti prego, vieni qui, vieni a prendermi.”
*
Luke è sempre stato il suo più grande sogno e, da ingenua, ha sempre creduto che lui fosse quello per lei, colui che ci sarebbe sempre stato, colui che l'avrebbe amata davvero, colui che non avrebbe mai cambiato i suoi sentimenti così forti.
Non avrebbe mai creduto di arrivare a pensare che lui... potrebbe davvero cambiare idea su di lei.
Un messaggio per Luke.
“Non voglio che ti stanchi di me.”
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Luke Hemmings, Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
1. The girl who cried wolf
 
Image and video hosting by TinyPic
 
 
*Se siete lettrici di How I met your mother e Tomorrow never dies, leggete le note autrice alla fine*
 
 
Every time you say to me it's over
You just wanna start again, it's just lies
The girl who cries wolf every day
Ignored by gravity, but in the end, don't ask why.

 
Il campanello di casa di Mary suona insistentemente, appena venti minuti dopo l’invio di quel messaggio. Il che è comprensibile, dato che da casa di Ashton a quella via, sono venti minuti esatti.
Non ha perso tempo, lui.
Non perde mai tempo, lui, quando si tratta di Mary, quando si parla della loro relazione.
E lei si chiede ancora che cosa ci trovi di così speciale in lei. Non crede di meritare così tante attenzioni, preoccupazioni, così tanto amore da un ragazzo meraviglioso come lui.
Un ragazzo che, al leggere quel messaggio, non ha esitato neanche un secondo a prendere la macchina e precipitarsi lì, a casa sua, a suonare il campanello come un dannato, spaventando un po’ Holly, la mamma di Mary.
«Ashton, quanta fretta!»
«Scusa, Holly, devi scusarmi, ma tua figlia mi farà andare fuori di testa, prima o poi»
«Tipico di Mary, tranquillo, è nella norma» la voce di Martine, la sorella maggiore di Mary, che si rivolge in tono scherzoso al ragazzo davanti a lei, ragazzo che non ha proprio tempo da perdere.
Sale le scale, Mary lo sente.
Lo sente come corre, lo sente che arriva sempre più velocemente verso di lei.
Lo sente aprire la porta di camera sua con facilità. Sente il suo fiato corto. Sente i suoi occhi verdi contro di lei, lei che gli dà le spalle, distesa di lato sul suo letto a stringere il suo coniglietto di peluche. Il computer ancora acceso, ancora su quella pagina maledetta, ancora sulla sua scrivania.
«Ora tu mi dai un motivo per non andare di matto» dice lui a denti stretti, perché l’ansia e la paura che tiene dentro le vuole nascondere, vuole dimostrarsi forte, capace di difendersi, capace di essere un duro, perché lui non sospetta minimamente il motivo di quel messaggio.
Perché lui, nella sua testa, la vede già tra le braccia di un altro.
Perché, per quanto possa essere impossibile da credere per Mary, Ashton ha una paura folle che lei si innamori di un altro ragazzo.
«Perché sei qui? Non ti ho invitato a casa mia» e lui stringe i pugni, cercando di non fare mosse troppo azzardate, come piangere, per esempio.
«Perché vuoi lasciarmi?» chiede semplicemente, con il cuore in gola, con l’agitazione nelle vene «Abbi il coraggio di guardarmi in faccia e dirmi perché mi stai lasciando, cazzo!» e impreca duramente, aspettando che lei si alzi da quel letto.
Ma quando quegli occhi fissano i suoi, dentro di lui sente qualcosa di strano, come se non fosse quello lo sguardo che si stava aspettando.
Avrebbe immaginato di tutto, Ashton.
Un sorriso beffardo, uno sguardo divertito, pure una risatina soffocata.
Ma non si sarebbe mai aspettato di vedere quegli occhi rossi e gonfi, con il mascara colato un po’ e le labbra rivolte verso il basso.
«Mary…» ed è un sussurro, prima di avvicinarsi a lei ed avvolgerla in un abbraccio, sentendo come lei si tenga stretta al suo petto, cominciando a singhiozzare di nuovo.
Perché piange? Perché piange se vuole lasciarlo?
«Ash…» e tra i singhiozzi la sua voce è debole, appena udibile, mentre lui le accarezza i capelli, baciandole la testa preoccupato, lasciando che il silenzio si impossessi di loro per qualche minuto.
«Portami via, solo per un po’.»

 
You say you wanna, but do you wanna run away?
Your great escape, oh yeah
Where you going? Always running
Find a way to call it quits again.

 
«Ti va di andare al mare?» propone lui, una volta entrati entrambi nella macchina nera.
Mary annuisce appena, guardandosi i piedi, senza emettere un solo suono.
Il mare è a circa mezz’ora da casa sua.
Eppure, nessuno dei due sa cosa dire.
Nessuno dei due trova il coraggio di iniziare quel discorso, come se temessero di giungere ad una conclusione troppo dura da reggere.
Ashton guida, sospira a volte, spiando con la coda dell’occhio la sua ragazza, intenta a fissare un punto indefinito fuori dal finestrino.
Le luci fioche vanno mano a mano aumentando, più si avvicinano al centro della città.
Ma Ashton non sa aspettare.
«Perché scappi da me? Perché nell’arco di un’ora decidi di lasciarmi senza neanche una motivazione?» Mary sobbalza appena, cercando di non togliere lo sguardo dal finestrino.
Mentre le parole di Ashton le entrano dentro lente.
«Ho paura di perderti davvero, Mary. Per quanto possa sembrarti assurdo» deglutisce appena «Quando ho letto quel messaggio, pensavo di trovarti con un altro ragazzo, prima, in camera tua. Lo so, sono uno sciocco a pensarlo. Ma dimmi, Mary, dimmi che cosa dovevo pensare? Pensavo stessimo bene insieme, pensavo di essere l’amore di cui hai bisogno. Ho pensato tante, troppe, cose mentre arrivavo da te» e lei ancora tace, nonostante il semaforo rosso e gli occhi di Ashton che cercano i suoi.
«Vorrei sapere il perché di quel messaggio, Mary. Non riesco a sopportare il tuo silenzio e la tristezza nei tuoi occhi» e la macchina riparte.
Ashton sospira.
Ma, Mary, finalmente comincia a dire qualcosa.

 
So look at me in the eye
Is anyone there at all
Is anyone there at all
Cause I'm not dreaming
So look at me in the eye
Is anyone there at all
Is anyone there at all
Cause I'm not leaving

 
«Stavo guardando in giro, mi annoiavo. Jade è ad una festa e Vane è… boh, sparita. Forse è con Luke» divaga un po’ «Mi sono ritrovata a… non lo so, ma… ho trovato una pagina, un po’ vecchia, dedicata a te… e a Bryana» e al sentire quel nome, Ashton resta impassibile, solo con un po’ di rabbia dentro verso quel nome, il nome che porta ancora scompiglio tra loro.
«Lo so che non posso piacere a tutti. Lo so che quello che importa siamo solo io e te. Scusa, Ashton, se sono una sciocca. Ma… io non lo so. Non lo so perché quando vedo le tue foto con lei… credo che la nostra relazione sia un errore, credo che tu meriti una ragazza come lei, come Bryana: bella, bionda, una modella, un viso perfetto… la voce da gallina, ma quella è trascurabile, in confronto con tutto il resto» quella battutina fa sorridere Ashton, un po’ rassicurato da quelle parole, perché lei, almeno, non sta dicendo che si vede con un altro, ma ancora un po’ teso dalla paura che tutto finisca per colpa di qualche foto.
«Io non lo so perché, Ashton. Io non so perché faccio queste cose, non so perché ti ho scritto quel messaggio, non so perché agisco senza pensare. Però, Ashton, credo di amarti a tal punto che farei di tutto, pure lasciarti andare, pur di non essere un errore nella tua vita» una lacrima solca la guancia a Mary, la mano di Ashton che si appoggia alla sua gamba, stringendola piano, con fare dolce e gentile.

 
Does it have to be this tragedy?
This endless lost parade
A castle of facade of make believe
The truth is spelled out in your eyes
Why don't you just reach out and make it clear to me?
What are you telling me?
 
You say you wanna, but do you wanna run away?
Your great escape, oh yeah
Where you going? Always running
Find a way to call it quits again

 
E quei minuti passano più veloci dell’inizio.
Ashton guida, togliendo la mano dalla gamba di Mary solo per cambiare marcia, per poi cercarle la mano e stringerla, accarezzandola con il pollice, senza aggiungere altro a quella confessione.
Mary un po’ singhiozza, un po’ si asciuga le lacrime con un fazzoletto, si guarda nello specchietto, vedendoci quello che gli occhi di Ashton definiscono «Il viso più bello del mondo», cerca di togliere il trucco colato, cerca di calmare il respiro, soprattutto quando si rende conto quanto poco manchi al loro arrivo.
La spiaggia è deserta, mentre camminano l’uno accanto all’altra, uniti solo grazie alle loro dita intrecciate.
Lasciano la macchina poco distante, mentre il vento scompiglia un po’ i loro capelli, lasciando che il rumore delle onde sia l’unico rumore nelle loro orecchie, mentre mille pensieri rumorosi riempiono la testa.
Raggiungono l’acqua, ancora silenziosi, ancora con il cuore in gola, soprattutto Mary, dato che Ashton non ha detto nulla dopo quella confessione.
«Credo dovresti parlare, però» sussurra piano, sentendolo sorridere un po’ a quella richiesta.
Ashton si sposta i capelli, prima di perdere lo sguardo in un punto indefinito verso l’acqua.
«Dimmi cosa dovrei dire, Mary. Perché a volte mi sembra tu sia sorda, o forse fingi di non capirmi quando ti dico che io amo te, solo te, e non me ne frega un cazzo di nessun’altra se non te»
«Ashton… io… mi dispiace»
«Ho bisogno di sapere una cosa, Mary, prima di dirti davvero quello che sto pensando. Ho bisogno di sapere se sono solo in questa relazione, o se ci sei anche tu. Ho bisogno di sapere se mi ami, ho bisogno di sentirmelo dire»
«Ashton, come puoi davvero mettere in dubbio…»
«Dimmelo, Mary, dimmelo e basta»
Un sospiro.
«Ti amo, Ashton, non ho mai amato nessuno così tanto da avere male al cuore. Non amerò mai nessuno come amo te, Ashton. Sei… sei l’unica persona che conta davvero» e Mary arrossisce, perché lei odia dirgli le cose così apertamente, come se i suoi sentimenti fossero ingenui, sciocchi, da confessare a voce alta, lei preferisce i gesti, le piccole cose, i baci sulla punta del naso, i mille post it segnati dalla sua calligrafia. E, Ashton, lo sa che lei lo sta odiando per averla costretta a tanto.
Sorride, infatti, pure un po’ compiaciuto, mentre estrae dalla tasca il cellulare, lasciando che le note di quella canzone si mescolino al cullare delle onde.
Le note di The girl who cried wolf, che fanno commuovere Mary, che ha già gli occhi lucidi al sentire quella melodia.
Mary che si porta una mano alle labbra, quando Ashton le porge la mano, invitandola a ballare con lui.

 
So look at me in the eye
Is anyone there at all
Is anyone there at all
Cause I'm not dreaming
So look at me in the eye
Is anyone there at all
Is anyone there at all
Cause I'm not leaving

 
Le mani di Ashton si intrecciano dietro la schiena di Mary, mentre lei gli porta le braccia attorno al collo, gli occhi bassi, il cuore che batte forte, le gambe che tremano un po’.
«Guardami negli occhi» le sussurra appena, notando quegli occhi marroni alzarsi sui suoi, quegli occhi lucidi, ancora un po’ gonfi, quegli occhi che resterebbe a fissare per tutta la sua esistenza.
Le bacia la fronte, sorridendole tenero.
«Credevo volessi lasciarmi, Mary. Stavo già andando fuori di testa al pensiero di dover vivere senza di te. Te lo ripeterò finché avrò fiato, te lo scriverò in qualsiasi pezzo di carta, in qualsiasi parete, te lo dirò fino a che tu non ti stancherai di me: io ti amo, Mary, e non mi interessa niente delle modelle, delle bionde, o di qualsiasi altra donna al di fuori di te –e, okay, di mia mamma e di mia sorella, ma loro non contano adesso» sorride ancora, sentendo il viso di Mary appoggiarsi al suo petto.
Le bacia la testa, stringendola ancora tra le sue braccia, continuando a sussurrarle quelle parole.
«Non c’è niente senza di te, non c’è niente senza i tuoi commenti ironici, non c’è niente senza le nostre litigate, senza i tuoi brutti modi di trattarmi a volte, senza la tua espressione sconvolta quando ti tocco il sedere» e la sua mano compie quel gesto velocemente, facendo scontrare nuovamente i suoi occhi su quelli di Mary, indignati da quell’azione azzardata.
«Irwin!» lo rimprovera, ridendo con lui.
«Non c’è niente senza la tua voce stridula, come adesso» le sistema con l’indice la frangetta «Non c’è niente senza i tuoi dettagli, senza le cose che facciamo solo noi, come andare da Tiger a cercare oggetti strani, come andare all’IKEA per la casa che tu stai già immaginando, la casa che io già sto progettando di trovare e condividere con te e nessun’altra. Non c’è niente senza la tua voglia di coccole in quel periodo del mese, non c’è niente senza la tua vena maliziosa, che nasconde per un po’ il tuo lato timido. Non c’è niente, la notte, quando ti guardo dormire, sicuro di essere il motivo per cui non soffri più di insonnia. Non c’è niente, neanche nei miei sogni, se tu mi allontani» le bacia la guancia, sollevandola da terra nonostante le lamentele da parte di lei.

 
Is anyone there at all? Is anyone there at all?
Is anyone there at all? Cause I'm not dreaming

Look at me in the eye, is anyone there at all?
Is anyone there at all? I'm not dreaming
Look at me in the eye, is anyone there at all?
Is anyone there at all? Cause I'm not leaving

 
«Mettimi giù, Ashton!» ma lui le bacia le labbra, non le permette di parlare, lasciando che quelle note finali riempiano quel momento.
Le bacia le labbra, stringendola a sé, sentendo le dita di Mary tra i suoi capelli, sentendo quelle lacrime bagnargli le guance pure a lui.
Perché Mary piange pure quando è felice, lui lo sa.
«Dimmi che non te ne vai» le sussurra tra un bacio e l’altro.
«Tu, dopo, mi metti giù?»
«Dimmelo, Mary»
«No, non me ne vado. Non scappo più, Ashton. Te lo giuro» e si sente mettere a terra, le labbra di Ashton che le rubano ancora un bacio, mentre la sua dannata mano va a toccarle ancora sotto la schiena.
«Irwin! Cazzo!» impreca, sentendolo ridere come una bambina, vedendolo correre via, lontano da lei, mentre la incita a rincorrerlo.
«Prendimi, Mary!»
«Ti uccido appena ti ho sotto mano!»
«Sto già tremando! Aiuto!» e Mary ride anche lei, cominciando ad inseguirlo per la spiaggia, chiamandolo con tutti i nomi possibili, notando come lui rallenti, come ad aspettarla, per poterla prendere tra le sue braccia, per poterla tenere così vicina a lui.
E quando si trova in quel petto, lei alza lo sguardo, guardandolo negli occhi.
Lei non se ne va, lui non se ne va.
E questo non è un sogno.




 
Note di Nanek
Allora.
So benissimo di essere sparita nel nulla, so benissimo di aver scritto la parola “sospesa” e di non aver detto nulla in proposito, lo so e mi rendo conto che magari è stato un colpo basso, una sorpresa poco carina.
Eppure oggi sono qui, per il semplice motivo che questa mini long l’ho scritta tutta, sono appena 4 capitoli, cosa li tengo a fare se è finita? Quindi, prendendo un po’ di coraggio, ho deciso di tornare per aggiornarla e concluderla il prima possibile.
Resta però che le altre 2 long che ho in corso sono… ferme, sospese.
Per quanto riguarda How I met your mother: alcune di voi mi hanno già chiesto che succede, perché ho sospeso, domande più che lecite. Perdonatemi, però, se non vi darò un perché.
Lasciate perdere il perché, solo… abbiate pazienza, se volete, abbiate pazienza e prima o poi, forse, tornerò anche con quella ff lì. Ma, per il momento, HIMYM è sospesa a tempo indeterminato.
Mi dispiace davvero tanto, posso giurarlo, mettere quel “sospesa” non è stato facile neanche per me.
Per quanto riguarda Tomorrow never dies: è sempre lo stesso discorso appena citato, più o meno; io e Jade ci scusiamo, ci dispiace davvero, dato che eravamo alla fine, ma purtroppo va così: io e Jade abbiamo bisogno di tempo, tutte e due, e preferiamo lasciare così piuttosto che scrivere cose oscene che non piacerebbero a noi e a chi legge.
Per il resto, questo capitolo era sui Mash, con niente meno che The girl who cried wolf.
Se avete voglia di lasciare una recensione, sarò lieta di leggere.
Mi scuso ancora.
Grazie per ogni cosa <3
Nanek

 
 
 
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > 5 Seconds of Summer / Vai alla pagina dell'autore: Nanek