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Autore: Seele Gletscher    28/09/2015    1 recensioni
{ Rating verde/ 1019 parole/ Slice of life/ Famigliare/ Shounen'ai/ Coppia: MataTen/ AU/ Pg: Matsukaze Tenma, Hayato Matatagi, pg inventato per fare il figlioletto/ Romantico/ Fanfiction partecipante al contest "And this, kids, is how I met your father" indetto da _hirondelle }
Pieno inverno, mese di gennaio, neve che si posava sempre di più tra le strade della città, soprattutto nel giardino di casa Matsukaze e Matatagi.
Hayato era in piedi, pensieroso e stava rivoltando il suo sguardo al paesaggio fuori dalla finestra, chiusa per non far entrare aria gelida dentro casa, mentre dall'altra parte Tenma era vicino al fuoco del camino con il loro figlio adottivo. Stava giocando insieme a lui, sorridente come quando vedeva il bambino divertirsi un mondo - ergo spessissime volte- persino con le cose più semplici, come la sua piccola pianta, nata da un semplice seme di fagiolo.
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Matatagi Hayato, Matsukaze Tenma
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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I love him like I love you, my son.


Fanfiction partecipante al contest "And this, kids, is how I met your father" indetto da _hirondelle

 


 

Pieno inverno, mese di gennaio, neve che si posava sempre di più tra le strade della città, soprattutto nel giardino di casa Matsukaze e Matatagi.
Hayato era in piedi, pensieroso e stava rivoltando il suo sguardo al paesaggio fuori dalla finestra, chiusa per non far entrare aria gelida dentro casa, mentre dall'altra parte Tenma era vicino al fuoco del camino con il loro figlio adottivo. Stava giocando insieme a lui, sorridente come quando vedeva il bambino divertirsi un mondo - ergo spessissime volte- persino con le cose più semplici, come la sua piccola pianta, nata da un semplice seme di fagiolo.
Gli addobbi natalizi erano ormai stati tolti: non servivano più a nulla in quel periodo, ma l'ambiente manteneva un aspetto confortevole ed accogliente grazie al calore sprigionato dal camino, che acquietava gli animi, intiepidendoli con le sue fiamme scoppiettanti.
Il divano di pelle rappresentava un piccolo paradiso per Tenma, che ci dormiva sopra quando Hayato era a lavoro nel turno di notte. Soleva aspettarlo lì quando succedeva, ma finiva sempre per chiudere gli occhi e suo marito era costretto a portarlo in braccio nella stanza matrimoniale, una volta tornato a casa -non che gli dispiacesse, affatto-. Amava quando non voleva restare da solo e quando lo chiamava solo per sentirlo e per sapere se stesse bene o meno.
« Papà! La pianta sta crescendo! È cresciuta una fogliolina! » gridò contento il piccolo, suscitando felicità nell'animo del castano, ma l'altro uomo invece non sembrava così gioioso.
Hayato li guardò, sembrava isolarsi da quel gruppetto così amorevole e buffo da vedere; era triste soprattutto perché non riusciva a stare quanto avrebbe voluto con suo figlio. Gli sarebbe piaciuto passare del tempo libero con lui, ma non gli era quasi mai permesso per via del lavoro.
In quel momento arrivò una telefonata sul suo cellulare: purtroppo era il suo datore di lavoro che lo cercava.
« Sì? »
« Signor Matatagi, ci sono problemi nell'ufficio, dovrebbe venire urgentemente. »
« Va bene, vengo subito. » chiuse la chiamata.
Dentro si sé Hayato era arrabbiato, non poteva stare neanche un po' di tempo con suo figlio che il lavoro era sempre all'angolo ad aspettare.
« Tenma, purtroppo devo andare a lavoro, ci sono dei problemi. » avvertì lui mettendosi già il cappotto, il cappello e i guanti.
« Oh, okay amore, ti aspetto. » gli rispose l'altro, preoccupato per la mole di lavoro di cui doveva occuparsi, e che lo teneva lontano da loro.
Se ne andò poi, facendo sorrisi finti e quando uscì dalla casa, un'enorme tempesta di turbamenti lo inghiottì.

Davvero non sono un buon padre? Mi sono sposato solo per completare la mia vita? Tenma si arrabbierà di questo un giorno?, tutti questi pensieri lo assillavano, non riusciva a toglierseli facilmente dopo tutti gli incarichi che doveva fare a lavoro, soprattutto in quel maledetto periodo, e non era la prima volta che succedeva.
Già in passato aveva problemi di questo tipo, era sempre sposato con il castano ma negli anni scorsi tutto questo non accadeva. Solo quell'anno non c'era un minimo di tregua.
I pensieri continuavano a scontrarsi nella testa, la sua preoccupazione gli stava facendo del male emotivo. Anche se era tra i più bravi programmatori informatici dell'azienda di cui si occupava, quel giorno non riusciva ad avere una mente lucida.
Passarono alcune ore, il cielo iniziava a diventare più scuro e la leggera luce del sole se ne stava andando lentamente, però Hayato appariva sempre più preoccupato, iniziava a sudare dalla paura. Quelle pareti bianche dell'ufficio erano nero per lui, sembrava avere tutti contro in quella stanza, fino a quando non arrivò una telefonata sul suo cellulare:
« Pronto? »
« Hey amore. » era Tenma che lo aveva chiamato, era molto preoccupato per la sua improvvisa uscita.
« Matsukaze-kun, ora sono a lavoro, ho quasi finito le pratiche e tra un'oretta sarò a casa, tranquillo. » rispose il moro abbastanza affannato.
« Amore, sono già sotto il tuo ufficio con l'auto, ti sto solo aspettando. »
« Ah, allora finisco queste ultime cose e scendo, poi ti devo dire una cosa importante. »
« D'accordo, ti aspetto. » il castano riattaccò.
Hayato si sentiva più sollevato in quel momento, poteva parlargli senza problemi delle sue preoccupazioni finalmente.
Finì gli ultimi preparativi e scese, guardando felice Tenma, anche lui sorridente, con sempre il suo giubbotto che usava a calcio sulle sue spalle, una felpa, i guanti, un cappello ed un pantalone pesante. Per il giubbotto non c'era molto da dire, era il solito maniaco del calcio che Hayato conosceva tanto bene, queste cose non poteva vietarle, specialmente a lui visto che gli piaceva tanto come si comportava con un pallone.
Entrarono nella macchina, la strada era ghiacciata ma le ruote erano state incatenate per non permettere al veicolo di scivolare e di causare un incidente.
Tutto ad un tratto, Matsukaze chiese:
« Amore, prima volevi dirmi qualcosa, posso sapere? »
« E-Ecco...- in quel momento, Matatagi fece un respiro profondo e poi cercò di spiegare. - il fatto è che non penso di essere un buon padre, non riesco più a stare con te e nostro figlio in questi giorni, non riesco ad aggiungermi al vostro divertimento. Non riesco a far altro che invidiarvi e- » in quel momento, l'altro lo interruppe:
« Amore, non ti devi preoccupare di questo. »
« P-Perché non dovrei? »
« Se fosse veramente così, allora non riusciresti neanche a farci vivere insieme. E poi un vero padre non sarebbe così preoccupato per quello che sta facendo di bene a tutti noi, non credi? »
Hayato non riuscì a trattenere il sorriso, quella volta poteva stare veramente tranquillo grazie alle sue parole, voleva dire che come padre stava facendo quello che doveva fare, anche se con molte esitazioni.
Arrivarono a casa, i due andarono in camera da letto a cambiarsi e subito dopo andarono in salone, dove li aspettava il bambino, davanti al fuoco del camino per riscaldarsi.
Il calore li stava prendendo in pieno, era una sensazione meravigliosa quella che stavano provando in quel momento.
Si sedettero sul divano insieme al figlioletto ed accesero la tv, ma poi il piccolo attirò la loro attenzione, chiedendo:
« Papà, perché ho due padri e non una madre? » ed Hayato, non potendo dire altro, disse semplicemente.



 


« Non c'è bisogno di una madre se si ha due padri si amano così tanto, come noi amiamo te. »





 


*P h o b i a's Angle*
Ciao ragazzi, sono P h o b i a su un altro account per pubblicare questa fic per un contest e forse sempre qui pubblicherò una raccolta sempre per un altro contest.
Non vi preoccupate, non scomparirò da questo sito solo per delle sospensioni, alla fine cercherò di aspettare fino a quando non mi riattiveranno il mio account principale.
Alla fine ecco la fic per il contest indetto da _hirondelle, ringrazio tutti quelli che recensiranno questa fic.
Allora...che la paura sia con voi!

 

   
 
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