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Autore: Arya Tata Montrose    28/09/2015    1 recensioni
Negli ultimi giorni, le famiglie Arlet e Jaeger si erano viste ben poco e, qualche volta, anche gli Springer sparivano per ore dietro la pesante porta della Torretta. I bambini le avevano dato quel nome, così come avevano nominato tutte le loro case, per gioco.
A volte, addirittura, si vedevano uscire da quella casa alla mattina, dopo giorni, esausti, per poi ritornarvi dopo qualche ora. La paura era troppa.

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[AruAni] [Si suppone angst] [562 words]
Genere: Angst, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annie Leonhardt, Armin Arlart
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ultimo Fiato

 
 
Negli ultimi giorni, le famiglie Arlet e Jaeger si erano viste ben poco e, qualche volta, anche gli Springer sparivano per ore dietro la pesante porta della Torretta. I bambini le avevano dato quel nome, così come avevano nominato tutte le loro case, per gioco.
A volte, addirittura, si vedevano uscire da quella casa alla mattina, dopo giorni, esausti, per poi ritornarvi dopo qualche ora. La paura era troppa.
 
Di tanto in tanto, le candele si muovevano, producendo uno strano effetto alle ombre che stanziavano da ore sulla piccola panca accanto al letto matrimoniale. La porta della camera si aprì quel tanto che bastava a far passare Mikasa con un vassoio di tè che distribuì tra i vari occupanti, tenendo per ultimo un infreddolito e stanco Armin, sdraiato da giorni in quel letto, senza la forza di alzarsi.
Annie gli teneva le mani racchiuse nelle sue un po’ più piccole ma così calde che quando lui ci pensava, non poteva fare a meno di sciogliersi in un mesto sorriso carico d’amarezza; sentiva che presto non avrebbe più avuto questo onore. Annie gli lasciò le mani solo per permettergli di gustarsi la sua tazza di tè, e quando le mani dell’uomo incontrarono il calore della tazza, gli venne istintivo ricordare il freddo diamante in cui la sua amata era stata imprigionata per anni. Delle lacrime gli scesero sulle guance silenziose com’era in quel momento la stanza.
«Una volta,» sussurrò Nina al fratello «qui si faceva solo festa.» Mentre ora nessuno fiata.
Il suo tono era pieno di tristezza e roco, vinto dalle migliaia di lacrime versate nei giorni precedenti. Oliver annuì, stringendo la ragazzina in un abbraccio.
 
Quando finì la sua tazza di tè, Armin sorrise, rievocando mille ricordi felici. I figli gattonarono sul letto fino a raggiungere l’uomo, e lo abbracciarono. Tutti gli altri, esclusa Annie, rivolsero un amaro cenno di saluto ad Armin, sorridente, felice di poterli salutare tutti per un’ultima volta.
«Olly, Nina, vi voglio tanto bene. Ricordatelo, sempre.» Poi, anche i figli, in lacrime, uscirono dalla stanza.
 
Annie si sedette accanto al marito, con la sua solita espressione fiera ed impassibile incrinata dagli occhi lucidi e dal nodo che le si era creato alla gola. Non ce la faceva, voleva vederlo ancora sorriderle, scrivere, giocare con Oliver e Nina e riprendere quell’idiota di Eren. Voleva che vedesse Oliver sposarsi, che vedesse i suoi nipoti e che insegnasse anche a loro tutte le cose belle che aveva imparato e che raccontasse loro di tutte le sue mille avventure.
«Dovrai farlo tu, per me.» sussurrò Armin. Era fatto così, lui capiva sempre quello che pensava; era sempre stato così.
«Ho avuto una bella vita e la famiglia più bella di tutte. Sono felice, sii felice anche tu.» le accarezzò una guancia e si alzò per darle un bacio leggero; poi sorrise. La mano cadde, un attimo prima che quegl’occhi azzurri si chiudessero per sempre.
 
Nessuno aveva mai visto Annie piangere, nemmeno in quei giorni. Quando la porta si aprì, rivelando la donna dal cuore di leone piangere sommessamente, tutti capirono. E non ci fu bisogno di parole.
Oliver e Nina si strinsero alla madre, mentre tutti sorridevano amaramente al ricordo di quel ragazzino imbranato, intelligente e buono che aveva chiesto ad Annie la sua mano in un modo talmente impacciato da ricevere un ‘sì’ sommerso in una risata.
Ci mancherai, Armin.

 
[562 words]
Angolo dell'autrice malandata
Allora gente, buona sera. Sono qui oggi per postare questa cosa, nella speranza che possiate apprezzare questo scritto che giace nel mio pc da qualcosa come due mesi. Se vi è piaciuta, ringraziate quella demtente della Nana che aveva bisogno di istruzioni sull'editing ♥︎
In ogni caso, grazie a voi che siete venuti e l'avete letta. 
Piccole note: faccio veramente pena e la mia unica rassicurazione è la sopracitata Nana (link), quindi mi farebbe piacere sapere se ha ragione o è solo una sporca bugiarda. Se vi siete chiesti del "malandata" di prima... beh, ho il braccio rotto, quindi sarete contenti che non vi ammorbo più di tanto. 

Baci, 
Tata
(perchè gli abbracci sono copyrigth di Gianni Morandi)

 
   
 
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