Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Heartless_18    28/09/2015    3 recensioni
Lei: Samantha Jackson, denominata psicopatica disadattata.
Lui: Sven Clark, denominato stronzo di professione.
L'apparenza inganna, e Sam lo sa bene.
Un angelo.
E' questo l'aggettivo che gli ha affibbiato la prima volta che i suoi occhi si sono puntati su di lui.
Peccato che poi questo angelo abbia aperto bocca, rivelando la sua natura da demonio.
Il problema? Per Sam è già troppo tardi, anche se cercherà invano di combattere contro la forza dell'attrazione che la spinge irrimediabilmente verso di lui.
Ma anche Sam sa di non essere un angioletto, quindi quale coppia più perfetta di due diavoli che indossano maschere da angeli?
“Tutto il mio cuore è suo; Gli appartiene e con lui rimarrebbe, anche se il fato destinasse il resto di me a stargli per sempre lontano.”
-Charlotte Brontё, Jane Eye.
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Per un pomeriggio intero,Dee mi costrinse a girare per negozi  con la sua amabile compagnia.
In caso non sapeste cosa voglia dire fare shopping con lei,forse rende meglio il concetto ammettere che avrei preferito farmi trapassare lo stomaco con una lama.
Dee quando si ritrovava circondata da boutique,perdeva la ragione.
Non c’era modo di tenerla ferma un attimo,e di arrestare la sua corsa disperata verso qualunque vetrina incrociasse il suo sguardo.
In uno dei rari momenti di pausa che mi concesse,ci sedemmo su una delle panchine nel bel mezzo di un parco,in pieno centro,con la compagnia di una tazza di cioccolata calda tra le mani.
Quando un barbone venne a chiederci se potevamo donargli un omaggio,pensai di regalarle lei con tanto di fiocco gigante legato in testa.
Il problema era che non fossi sicura avrebbe apprezzato,e non me la sentivo di esporre lui a una simile tortura solo per tirarmi fuori da quella situazione.
“Non mi hai ancora detto qual è il luogo dell’appuntamento.” bevvi un sorso dalla tazza,ustionandomi la lingua a causa del gesto troppo affrettato.
Mi ritrovai a sventolarmela nel tentativo di farla raffreddare,prendendo a imprecare poco elegantemente.
Dee si schiarì la voce,ma restò vaga nella risposta. Forse un po’ troppo per non farmi insospettire. “Sarà una sorpresa..” fece con un risolino nervoso,prima di distrarsi prendendo un sorso di cioccolata dalla sua tazza,ricordandosi però di soffiarci dentro,evitando così di fare la mia fine.
La guardai sospettosa. “Non c’è dietro niente di losco di cui poi debba vendicarmi,vero?”
Scosse la testa vigorosamente,con così tanta energia che ebbi paura che presto le sarebbe rotolata via.
Sospirai e archiviai l’intera faccenda,decidendo di non fasciarmi la testa prima di rompermela.
***
La sera arrivò troppo in fretta per i miei gusti,soprattutto dopo essere caduta in un rapido pisolino pomeridiano.
Quando Dee irruppe in casa già vestita di tutto punto,non ero sicura di sentirmi pronta per affrontare un simile sforzo.
“Sam non posso credere che tu debba ancora sistemarti,datti una mossa!” mi tirò via le coperte,prima di scuotermi da un braccio in modo che mi decidessi ad alzarmi.
Lo feci,ma le ringhiai contro.
“Vedi di non iniziare a urtare il mio sistema nervoso prima che la serata sia conclusa!”
Era già stato un gran passo avanti alzarmi,pretendere che fossi anche di buon umore mi sembrava volere troppo.
Per l’ora successiva presi il ruolo di un manichino,che Dee si divertì ad addobbare a suo piacimento.
A risultato finale,non indossavo nulla di così sconveniente che mi avrebbe permesso di prenderla e lanciarla dalla finestra.
Indossavo un pantacollant nero e un maglioncino color carne che mi arrivava fino a metà coscia,con uno scollo a V niente male.
Rimasi stupita del fatto che non mi avesse imposto di vestirmi da battona di strada.
Non si concentrò molto sul trucco,solamente perché non c’era abbastanza tempo per farlo. E in ogni caso i miei occhi verdi,modestamente,erano già stupendi da soli.
Mi costrinse i capelli neri in una lunga coda alta,in modo da valorizzare i lineamenti del viso,che a suo parere erano perfetti.
Non commentai e non replicai,tutto pur di far sì che quella serata si concludesse il più presto possibile.
 
Il tragitto in macchina fu teso,e mi risultò difficile ascoltare la terribile musica di Dee per tutta la durata del viaggio.
I suoi gusti erano nettamente diversi ai miei,così come i nostri caratteri.
Lei era di una dolcezza smisurata,e distribuiva sorrisi ovunque,mentre io gli unici sorrisi che mi sforzavo di fare era quando dovevo chiedere ai miei genitori più soldi di quelli che mi dessero regolarmente. Un vero strazio.
Non avevo idea di quanto mancasse prima di giungere a destinazione,ma il mio stomaco mi avvisò con un brontolio che avesse la necessità di assumere cibo.
Non mi importava di dove ci trovassimo e se saremmo arrivate in ritardo,io avevo fame,di conseguenza avrei mangiato.
Guardai il paesaggio che scorreva al di fuori del finestrino,e quando notai un fast food qualche metro più avanti,mi illuminai.
“Gira di qua!” urlai a Dee,prima di afferrare il volante e sterzare verso sinistra.
Quasi non ci schiantammo contro un cassonetto della spazzatura,ma tutto sommato eravamo ancora vive.
“Sei per caso impazzita?” chiese oltraggiata,con il viso contorto in una maschera di stupore.
Feci spallucce e non mi curai più di tanto dell’accaduto,scendendo dalla macchina come se non avessi appena attentato alle nostre vite.
Dee rimase paralizzata all’interno della macchina,ma francamente non mi importava se mi avrebbe fatto compagnia o meno. L’importante era che io mi sfamassi.
Presi posto in un tavolo,prima di guardare in direzione dei menù per decidere cosa ordinare.
Quel panino col pollo sembrava invitante..ma quell’hamburger mi avrebbe fatta uscire di testa. Cosa scegliere? Che dramma.
Intanto Dee mi raggiunse,sedendosi di fronte a me con ancora un espressione leggermente traumatizzata.
“Avanti Dee,sei ancora viva!” sbottai,alzando gli occhi al cielo per il suo essere così melodrammatica.
“Sicuramente non per merito tuo” ribatté piccata,appoggiando la sua enorme borsa al suo fianco. Sospirò e si lasciò cadere sul comodo divanetto,mentre io aspettavo impazientemente che qualcuno mi degnasse della sua attenzione.
Insomma,non entravo in un fast food per fare salotto,quanto diavolo ci mettevano?
“Buonasera signorina,cosa posso portarle?”
Come se qualcuno avesse finalmente ascoltato le mie preghiere,mi si piazzò davanti un ragazzo dall’aspetto simpatico,che mi ricordava un po’ uno gnomo da giardino vista la sua scarsa altezza.
Mi sforzai di trattenere una risata,e Dee sembrò fare lo stesso.
“Prendo un cheeseburger e..” venni distratta dalla porta d’entrata del fast food,che sbatté alle spalle di un ragazzo, e che ragazzo.
Non ero mai stata una ragazza facilmente sorprendibile,o una di quelle con gli ormoni a palla che sbavavano dietro qualunque esemplare di sesso maschile.
Ma quella volta mi ritrovai a farlo,perché chi stava camminando con nonchalance per il locale, non poteva che essere un Dio.
Insomma,pensavo esistessero solo nei libri quei ragazzi da tenebrosi capelli neri,occhi altrettanto scuri paralizzanti,e un fisico da svenimento immediato con conseguente commozione celebrale.
Quello che avevo a pochi metri di distanza era il più bell’angelo che avessi mai visto.
“Vuole anche dell’acqua?”
La voce dello gnomo da giardino,la sentii solo in lontananza,come se non facesse parte del mondo in cui ero finita.
Quando vidi quel Dio sceso in terra sorridere,provocando due adorabili fossette ai lati della bocca,pensai che la mia vita avesse raggiunto il culmine della soddisfazione.
“O-oh si.. acqua certo.. tanta acqua.” mi ritrovai a farneticare,senza staccare gli occhi da quell’ essere paradisiaco.
“Perfetto.” lo gnomo annuì e,con un sorriso,se ne andò.
Non gli prestai molta attenzione,quasi non mi accorsi di dove fosse finito.
“Sam, mi spieghi che cosa stai..”
“Taci,non interrompere questo momento di beatitudine visiva.” la zittii frapponendo un dito davanti al suo volto.
Sospirò arrendendosi a parlare,limitandosi a seguire il mio sguardo per capire quale fosse il motivo di quella mia momentanea sospensione dal mondo.
“Oh mio Dio..” commentò,dando voce alla stessa presente all’interno della mia testa.
Era la frase che mi ripetevo da almeno dieci minuti senza interruzioni.
Mi sentii quasi gelosa del fatto che stessi condividendo quel bene di Dio con lei.
Avrei preferito non lo degnasse neanche della più minima attenzione,ma era evidentemente impossibile sperarlo se ti ritrovavi davanti agli occhi uno come..quello.
“Ecco a lei la sua ordinazione.”
Lo gnomo mi appoggiò sotto il naso un piatto con quanto avevo richiesto,accompagnato da una bottiglietta d’acqua ghiacciata.
Un attimo..quando era andato via e quando era ritornato?
Mi guardai intorno stralunata,come se mi fossi risvegliata dal mondo delle meraviglie solo in quell’istante.
Mi schiarii la voce e feci finta che nulla fosse successo,iniziando a mangiare cercando di non far scontrare il mio sguardo con la sua persona.
Avrei potuto soffocare.
Mangiai in fretta e furia,spaventata dalle sensazioni disarmanti che avevo provato quando l’avevo visto.
Forse aveva ragione Trent.. avrei dovuto trovare qualcuno con cui sfogare i miei istinti sessuali repressi.
“Mi farei sbattere da lui in questo momento,su questo stesso tavolo..” quasi rigurgitai quanto stavo ingerendo,quando sentii Dee parlare con quell’aria sognante da pazza psicopatica.
Aveva ancora gli occhi che le brillavano,rivolti verso quel ragazzo!
Quello stesso ragazzo che avevo decretato fosse mio senza neanche conoscerlo.
“Dee!” esclamai oltraggiata,lanciandole dietro un pezzo di panino,che prontamente cercò di levarsi dai capelli con gesti impacciati e frenetici.
Per lo meno distolse l’attenzione da lui..
“Dai andiamo,ho finito di mangiare.” annunciai in fretta e furia,prima di alzarmi dal tavolo e darmi velocemente una ripulita.
Lasciai i soldi sul tavolo e feci per uscire dal locale,ma quando il mio sguardo finì nuovamente su di lui,intento a ridere in compagnia di un amico,avvertii la necessità di bere ancora.
Tornai indietro e bevvi qualche altro sorso dalla bottiglietta,prima di lasciarla là e andarmene.
Quasi avvertii un tuffo al cuore alla consapevolezza che non l’avrei più rivisto,ma si sa,a volte il destino è imprevedibile.
 
***
 
“Ora tu mi spieghi se è uno scherzo.”
Mi trovavo davanti a una delle più grandi piste di pattinaggio di Londra,la City Ice Pavilion.
Fin qua nulla di divertente,se non fosse stato per il fatto che io non avessi neanche idea di come mettere piede su una pista ghiacciata.
L’idea di stare in movimento su un qualcosa che non fossero le mie gambe,mi faceva rabbrividire.
E se mi fossi schiantata contro un vetro? Solo immaginarmelo mi faceva drizzare i capelli sulla nuca.
Dee si schiarì la voce. “Sapevo che se te lo avessi detto avresti reagito così..” sospirò.
“Forse,se lo avessi saputo prima,avrei reagito meno peggio. Non dico meglio,ma sicuramente non avrei avuto l’impulso di tagliarti la gola con una lama.”
In quell’istante ero sicura che i miei occhi stessero fiammeggiando,mentre la fissavo come a volerla realmente uccidere.
Non ero preparata psicologicamente per sostenere una situazione del genere.
Per lei sarebbe stato facile,dopotutto era brava a fare qualsiasi cosa,ma io ero una frana in qualunque attività che comportasse femminilità ed eleganza.
“Ti prego Sam non arrabbiarti! Avevo davvero bisogno di te stasera,e se te l’avessi detto non avresti mai accettato.. per favore, non prendertela.” si attaccò al mio braccio e incominciò a lagnarsi. Mi sembrò quasi di scorgere una lacrima,il che mi bastò come scusante. Non era mia intenzione farla piangere,per lo meno non ora.
Se la serata fosse stata un disastro totale..allora forse dopo avrei potuto farci un pensierino.
Sospirai rassegnata,prima di impiantarmi un sorriso. “Avanti,andiamo piagnucolona.” entrammo nella struttura,e l’aria fredda mi sferzò il viso.
Rimase accoccolata contro il mio braccio fino a quando non sembrò scorgere una figura familiare,sventolando una mano in sua direzione.
“Trey!” urlò con la sua vocina delicata,nel tentativo di farsi notare.
Il ragazzo si girò in nostra direzione,facendoci cenno di avvicinarci.
Intanto che avanzavamo,mi presi tempo per fargli una radiografia completa e decretare se fosse un coglione o meno.
Aveva splendenti occhi verdi smeraldo,e lucenti capelli castani con un taglio alla moicana. Aveva l’aria simpatica,e un sorriso davvero notevole.
Avrei potuto accettarlo..
“Lei è Sam,la mia migliore amica.” mi presentò Dee,mentre l’altro mi porgeva la mano sorridendo “Piacere,io sono Trey.”
Strinsi la sua mano e continuai a scrutarlo con gli occhi ridotti a due fessure,decretando se la mia prima impressione fosse stata giusta.
“Piacere Trey,io sono Sam. La stessa che giocherà a ping pong con le tue palle se farai soffrire Dee.” feci con un finto sorriso innocente,aumentando la stretta.
Un piccolo avvertimento non guastava mai.
Lo vidi sgranare gli occhi stupito e sorpreso,prima di aprirsi in una risata seguito da altri due sue amici alle sue spalle,e una ragazza.
Quella ragazza mi sembrava la versione femminile di..oddio era bellissima.
Capelli neri simili ai miei,con la sola differenza che i suoi occhi fossero azzurri.
Se non fosse stato per gli occhi,avrei detto fosse stata la copia di quel ragazzo.
Accidenti Sam smettila di pensarci,cominci a diventare ridicola e petulante!
“Io sono Amy.” mi si presentò,porgendomi la mano con un sorriso mozzafiato.
Demmo il via alle presentazioni e,oltre a Trey ed Amy,conobbi Jay,un ragazzo muscoloso alto almeno un metro e novanta,dalle movenze spavalde e sicure,e Gaz,che etichettai come idiota completo.
Dava l’impressione di essere un ninfomane solo a fissarlo.
“Allora..” parlò Trey,strofinandosi le mani tra di loro “Che ne dite di pattinare un po’?”
Tutti approvarono entusiasti,scendendo dalle grosse scalinate.
In quanto a me,rimasi in silenzio e non persi occasione per lanciare un altro sguardo truce a Dee,che abbassò la testa intimorita, seguendo lo stesso ragazzo che aveva la colpa di starmi facendo attraversare le pene dell’inferno.
Avevo la netta impressione che,per quanto potesse essere simpatico,avrei giocato ugualmente a ping pong con le sue palle nel solo tentativo di riscattarmi per quella serata.
Mi infilai le mani nei capelli una volta accertatami che nessuno mi vedesse,etichettandomi così come pazza incontrollabile con problemi d’ira.
Seguii gli altri fino ad un box,dove un anziano signore chiedeva il numero di scarpe in modo da distribuire i pattini appropriati.
Erano in momenti come quelli,che mi veniva da desiderare le cose più improbabili,tipo non essere dotata di un paio di piedi.
In quel modo non avrei dovuto pattinare e sarebbero stati tutti felici e contenti.
“Il suo numero, signorina?” mi chiese gentilmente l’uomo,rimanendo in attesa di una risposta.
Avanti Sam pensa,che scusa puoi inventarti?
“Un 38.” rispose Dee al mio posto,sorridendomi innocentemente mentre si allacciava quei dannati cosi.
Le sorrisi ironicamente,celando un avvertimento di morte.
“Grazie mille.” sibilai tra i denti,afferrando bruscamente i pattini che mi erano stati porsi.
Ci misi più tempo di quanto avessi pensato per infilarli,e per alzarmi in posizione eretta,ce ne impiegai il doppio.
Di quel passo sarei entrata in pista all’orario di chiusura.
Non che mi fosse dispiaciuto..
Quando alzai lo sguardo,di Dee e del suo prode cavaliere non c’era più traccia.
Abbandonata così al mio crude destino..quale infamia!
Trattenni un insulto in mezzo ai denti e mi alzai.
Vacillai un po’,ma per fortuna Amy mi aiutò a ritrovare l’equilibrio prima che finissi con il culo appiccicato a terra,senza più speranza di rialzarmi.
“Il fatto che tu mi abbia appena salvata da morte certa,ti ha fatto salire di livello.”
Rise della mia battuta,prima di avvolgermi il fianco con un suo esile braccio,e guidarmi lentamente verso la pista con passetti corti.
Quando arrivò il momento di toccare il ghiaccio,scese in pista prima di me,in modo da sorreggermi se mai fossi caduta.
Avanzai con sicurezza,perché a vedere lei era sembrato tutto così facile..mi dovetti aggrappare al corrimano alla mia destra per evitare di fratturarmi il cranio con effetto immediato.
“Sei troppo tesa,devi scioglierti un po’.” mi rimproverò,mentre cercava di farmi rilassare con dei massaggi sul collo in modo da migliorare la mia postura.
“Come faccio a sciogliermi se,ad ogni passo,ho la visione di me con il culo appiccicato al ghiaccio?”
Mi aggrappai al corrimano in modo da acquistare maggior sicurezza.
Il mio intento sarebbe stato quello di passare là la mia intera serata,a piantare radici come un albero,ma lei non sembrava esser d’accordo con il mio prototipo di idea.
“Su Sam non è così difficile come credi,lasciati andare!” detto ciò,prese a trotterellare con la stessa eleganza di una farfalla,dimenandosi in giravolte a mezz’aria e atterraggi perfetti.
Ero più che sicura che quello non fosse solo il frutto del ‘lasciarsi andare’,ma che ci fosse della pratica dietro.
Borbottai parole incomprensibili persino alle mie orecchie,lamentandomi per la sua bravura.
Presi coraggio e feci per staccarmi dal corrimano,ma non feci due passi che mi sentii cadere.
“Presa!” alzai gli occhi e incontrai quelli di Jay, il ragazzo muscoloso e simpatico.
“Sei il mio eroe.” feci ammirata,con gli occhi che mi brillavano per l’incredibile salvataggio.
“Avanti ragazzina,prova a fare un passo.” mi afferrò per le mani e,con l’aiuto di Amy,provò a farmi acquistare familiarità con la pista.
Di Dee e Trey neanche l’ombra,ma era meglio in quel modo.
Almeno non avrei esposto Dee a un ambulante pericolo pubblico..
Amy ad un certo punto,troppo presa dal ridere per la mia goffaggine,mi lasciò nelle mani di Jay,mettendosi da parte.
“Non devi piegarti così in avanti,ti assicuri la caduta se..e metti dritte quelle gambe!”
Il mio maestro non era esattamente dei più accondiscendenti e pazienti,tant’è che dovetti decidere tra il mettermi a piangere per la sua crudeltà,o tappargli la bocca con un calcio rotante.
“Amy, ma lui è cattivo!” mi lamentai come una bambina,pretendendo di averla indietro affinché mi aiutasse. Jay cominciava a farmi sentire a disagio,e un incapace totale.
Amy rise,di una risata che però scemò presto quando puntò lo sguardo alle mie spalle. Divenne tutto d’un tratto seria,riportandosi sugli attenti e assumendo una postura severa e minacciosa.
Dove diamine era finito il dolce angioletto?
“Chi non muore si rivede.” commentò sarcastica,incrociando le braccia al petto con una smorfia ironica e scocciata.
“Non dirmi che ti sono mancato, sorellina.”
Quella voce maschile mi fece accapponare la pelle e irrigidire tutti i muscoli.
“Sei troppo tesa!” si lamentò Jay,ma non gli prestai attenzione.
Quella voce aveva risvegliato in me una sensazione familiare.
Come a rallentatore,mi girai in direzione di quella voce.
Per prima cosa vidi un ammasso di boccoli biondi aggrapparsi al suo braccio,e in secondo luogo.. vidi lui.
Non ci potevo credere,era lo stesso ragazzo del fast food!
Nel fissarlo,il sangue quasi mi andò al cervello.
Da vicino,la visuale era ancora più mozzafiato.
I muscoli non troppo accentuati,ma che comunque spiccavano da sotto la t-shirt nera a maniche corte,il sorrisetto impertinente,gli occhi caldi, i lineamenti freddi..
L’unica cosa a stonare in quella visuale,era quella dannata ragazzina dall’espressione altezzosa,attaccata al suo braccio.
“Affatto. Piuttosto,chi è lei?” chiese Amy con fare freddo,accennando poi alla ragazza con un cenno del capo.
“Ehi amico,possibile che tu sia sempre in compagnia?” Jay sembrò ritornare il simpatico ragazzo di un tempo,lo stesso che avevo conosciuto prima che si trasformasse in maestro demoralizza alunni.
Il ragazzo oggetto dei miei interessi fece spallucce,continuando a sorridere impertinente.
“Sorellina,ti presento la mia ragazza..”
“Fammi indovinare,tu sei Amelia! Anzi no,Audrey” era chiaro che Amy si stesse prendendo gioco di lei,ma lei sembrava così tonta da non accorgersene.
“Ho capito,tu sei Sidney!”
“Finiscila Amy.” lo sguardo ammonitore che il fratello le lanciò sembrò riuscire a paralizzare anche me,fu tremendo.
Ma,aspettate un momento,il mio cervello stava caricando..
Amy e il ragazzo misterioso erano fratelli?!
Mi sentii diventare paonazza una volta appresa la realtà,e indietreggiai per appoggiarmi con la schiena al corrimano prima di rotolare a terra.
Avevo parlato con sua sorella,senza averne la più pallida idea..
Il destino si stava forse divertendo a giocare con me?!
“Lei si chiama Valery,e ora andrà a farsi un giro.” il sorriso che rivolse a quella che dovette essere la sua ragazza,era dei più finti di quel mondo.
Se ne sarebbe reso conto anche un cieco.
“Da quante ore sarebbe la tua ragazza?” lo prese ancora in giro Amy,con lo stesso sguardo freddo ma al contempo divertito.
“Due..credo.” commentò lui con una smorfia,prima di ridere assieme a Jay.
Amy gli riprese entrambi,schiaffeggiandoli ma senza alcun risultato.
“E fino a quanto ancora lo sarà?” chiese Jay ridendo,piegandosi letteralmente in due dalle risate.
Il ragazzo,di cui non sapevo ancora il nome,sembrò pensarci su storcendo la bocca,prima di domandare divertito: “Quante ore mancano fino a domattina?”
Fu una fitta al cuore,perché quel ragazzo così bello era in realtà uno stronzo colossale.
Quella ragazza,seppur a primo impatto l’avessi detestata,non meritava di esser presa in giro.
Quando,poco prima,lo vidi al fast food,lo definii come ‘l’angelo più bello che avessi mai visto’. Sarebbe stato meglio definirlo come ‘diavolo più bello che avessi mai visto’.
“Che stronzo..” sussurrai tra i denti ad alta voce,senza neanche rendermene conto.
Fu in quel momento che i miei occhi si scontrarono con i suoi,freddi e al contempo caldi.
Mantenni lo sguardo con perseveranza,cercando di non mostrare segni di disagio e timore. Non avrei di certo vacillato per uno stronzo dall’ego improponibile,solo perché era il più bel ragazzo che avessi mai visto.
“E lei chi è?” domandò rivolto verso Jay,con un sopracciglio inarcato in segno di irritazione.
Il fatto che non mi avesse neanche rivolto direttamente la parola,non fece che scaldarmi di più.
Mi schiarii la voce tossendo. “Io sono qui,potresti anche chiederlo a me.”
“Bene,come ti chiami ragazzina?”
“Il mio nome non ti interessa saperlo perché tanto non capiterà che tu debba chiamarmi. Quello che invece dovrebbe interessarti è imparare a contare,dopotutto quanto anni hai? 22? 23? Non credi di essere rimasto un po’ indietro?” sputai fuori quelle parole con l’intento di avvelenare,di far rimanere senza parole chi avevo davanti.
Era sempre stata la mia tattica spiazzare l’avversario con frasi prorompenti nascoste dietro un leggero velo di ironia.
Mi guardò intensamente per qualche istante,con lo sguardo assottigliato in maniera tagliente e riflessiva.
Me lo vidi avvicinare e, per la prima volta, vacillai. Ebbi un fremito.
Mi tirò su il viso dal mento,prima di far scontrare ad una vicinanza sempre più ravvicinata,i miei occhi con i suoi.
“Tesoro,sono curioso di vedere come sfrutti questa tua grinta a letto. Ti ha mai detto nessuno che fa bene sfogare i propri istinti sessuali?”
Rimasi inebetita a fissare il suo sorrisetto impertinente,strafottente.
Non mi accorsi neanche che si fosse allontanato,ma rimasi con gli occhi a fissare il vuoto,precedentemente occupato dalla sua figura.
Mi aveva davvero..era appena riuscito a farmi fessa?
Come aveva fatto a capire il mio punto debole e a volgere la situazione a suo favore?
Ero appena stata battuta da qualcuno in uno scontro verbale.
“Sam, sei stata grande!” Amy si appoggiò alla mia spalla,ridendo a crepapelle sopra di essa senza che io ne avvertissi il motivo.
Cercai di riprendermi dal mio stato vegetativo,provando ad assumere la solita facciata da perfetta maniaca del controllo.
“Perché,che ho fatto?”
“Gli hai risposto a tono! Solitamente nessuno osa farlo con mio fratello.”
“E non mi è difficile immaginare il perché..”
Ero sicura che se il diavolo avesse avuto un nome,avrebbe portato il suo.
“Già..mio fratello è un vero bastardo senza controllo! L’hai visto anche tu. Quella di prima era solo una delle tante ragazze che cade nella sua trappola. Sven è un bravo attore,sa come abbindolare le ragazze e ottenere ciò che vuole. Si mostra gentile,piazza qualche complimento strategico,e in un batter di ciglia sono tutte sue! Non ho idea di come faccia,ma non so se ammirarlo o mostrarmi disgustata per il suo comportamento..”
Ciò che mi disse,servì per aumentare in me un interesse che avrei preferito non alimentare.
Mi girai in direzione di Sven- non mi era sfuggito il suo nome nel monologo di Amy- e lo ritrovai a ridere con la sua ragazza per quella notte.
Mi chiese come facesse lei a non accorgersi che la sua fosse tutta finzione!
La realtà era che si stesse annoiando a morte e che non vedesse l’ora di concludere la serata nel suo letto,per poi non rivederla mai più.
Sapevo che non avrei dovuto,ma non potei evitare di sentirmi irrimediabilmente attratta da lui.
In pochi minuti,avevo sviluppato un’innata antipatia nei suoi confronti,che non aveva però scacciato l’attrazione che avevo provato dal primo momento in cui i miei occhi erano caduti su di lui.
Nel guardarlo,mi accorsi che non avesse la più pallida idea di come si trattasse una ragazza,o quanto meno non sembrava essere intenzionato a farlo per bene.
Per fortuna,io avevo imparato come si doveva trattare un coglione.

 
Eccoci con il primo capitolo ufficiale!
Allora..
La nostra povera piccola Sam ha finalmente incontrato il suo angelo, o sarebbe meglio dire demonio?
Non sa verso quali guai stia andando incontro, ma quando succederà sarà troppo tardi.. sempre se non lo sia già.
Questo ragazzo è riuscito a scatenare in lei un interesse che non provava da tempo, o forse che non aveva mai provato.
Come reagirà a queste nuove emozioni contrastanti? Lo vedremo nei prossimi capitoli!
Aspetto con ansia le vostre recensioni, anche polemiche, tutto pur di migliorarmi.
A presto! Xoxo.

 
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Heartless_18