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Autore: StewyT    28/09/2015    7 recensioni
Chi era quello che vedeva in quell'orribile specchio a forma di stella? Impossibile. Non poteva essere Magnus, Alec era sicuro di... essere Alec.
Si guardò ancora una volta, e poi alzò una mano, pensando che non avrebbe visto niente dallo specchio, invece anche la mano di Magnus riflessa si alzò. Sospirò ancora e poi si diede uno schiaffone fortissimo, che lo avrebbe fatto piangere, se non fosse già stato sul punto di farlo.
Il riflesso fece la stessa cosa.
Non aveva senso, non era possibile, Alec era nel corpo di Magnus?
[..]
“Non ci credo” urlò Magnus dalla finestra.
Si era svegliato alle sette a causa della sveglia partita con ben trenta minuti di anticipo; Presidente non era saltato sul letto a fargli le solite coccole; casa sua che non era più casa sua.
“Cosa cazzo è successo?” urlò di nuovo Magnus, o meglio il suo cervello, dal corpo di Alec.
“Non ne ho la più pallida idea” Alec scosse la testa che non era sua. “Sei nel mio corpo mentre io sono nel tuo.. In più hai uno di quei problemi mattutini che non ho intenzione di...placare. E non so come risolvere la cosa. Dimmi che è un incubo!".
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane, Un po' tutti
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Odio.
 
“Questa è un'altra delle tante cose che non ti perdonerò mai, Jace Herondale!” sbuffò Alec nell'orecchio del migliore amico.
Prese la bottiglia di birra che aveva avanti e iniziò a sorseggiarla velocemente, l'unico rimedio a quella serata orribile era bere fino a quando non si sarebbe dimenticato chi era, con chi era e chi gli stava seduto di fronte.
Come si era fatto convincere da Jace e Iz ad uscire con loro quella sera, nemmeno se lo spiegava; sapeva solo che quella era una delle tante serate organizzate da Jace che andavano dimenticate molto velocemente.
Si guardò attorno; il tavolo prenotato da Taki era circondato da persone che sopportava minimamente, l'unico che proprio gli stava sulle scatole ce lo aveva seduto avanti.
Iz, sua sorella, seduta al suo fianco parlava fitto fitto con Simon, stupido chitarrista che riusciva a sopportare per la sua nerdaggine e la sua simpatia; al suo fianco prendeva posto Jordan, ottimo batterista e bel ragazzo al momento intento a baciare la sua bellissima ragazza Maia. Dall'altro lato di Alec c'era invece il suo stronzo migliore amico, Jace, il ragazzo più sexy e deficiente di tutti: sapeva di essere bello e ostentava le sue capacità come se non ci fosse stato un domani. Dopo aver fatto un occhiolino ad Alec che borbottava strane imprecazioni si girò verso la sua ragazza, Clary; la storia tra lui e la rossa tutto fuoco era una cosa abbastanza complicata e comica che aveva spinto Jace in crisi per un po', per lo meno fino a quando entrambi non avevano deciso di fregarsene delle circostanze – la madre di Clary, Jocelyn, era stata sposata con il  patrigno di Jace e i due ragazzi si erano persino ritrovati a vivere assieme per un certo periodo della loro infanzia -.
Dall'altra parte del tavolo c'erano Jonathan, bassista e fratello carismatico di Clary che ridacchiava con Ragnor uno strano chitarrista -che sembrava costantemente malato- dalla pelle più verdognola che rosa, nonché uno degli amici più stretti dell'essere che tanto odiava e lo stava fissando in quel preciso momento. Dulcis in fundo, gli occhi di Alec si posarono su Magnus Bane che gli lanciò uno dei suoi tanti sorrisi stronzi che facevano venire al povero ragazzo dagli occhi blu una voglia incredibile di spaccargli la faccia.
Lo odiava da morire e sì, c'era un motivo per tutto quell'odio, ma il ragazzo solitario provava continuamente a dimenticarlo, perché sebbene fosso odioso e orribile e stronzo, quel Magnus era anche un gran bel pezzo di cantante e ovviamente... ragazzo. 
Alec sbuffò e dopo aver lanciato uno sguardo scocciato che sembrava dire 'Cosa avrai mai da guardare' all'altro, tirò fuori il proprio cellulare e prese a leggere uno dei suoi romanzi preferiti, Ritratto dell'artista da giovane, di Joyce; lo amava così tanto che nonostante le diverse copie di diverse edizioni che esponeva in camera propria, aveva deciso di comprarne anche una copia in ebook per poterla leggere ovunque. Se non era ossessione quella...
Stephen Dedalus era diventato il suo piccolo piacere privato, il suo giovane, adulto, eroe; e per sfuggire dalle risate e i discorsi privi di senso di quelle persone attorno alla tavola non trovava modo migliore se non quello di rifugiarsi tra le sue braccia.
 
Cercare adagio, umilmente, costantemente, di esprimere, di tornare a spremere dalla terra bruta o da ciò ch'essa genera, dai suoni, dalle forme e dai colori, che sono alle porte della prigione della nostra anima, un'immagine di quella bellezza che siamo giunti a comprendere: questa è l'arte.
 
Alec sospirò: quella era arte. Le parole, i suoni e le immagini che Joyce riusciva a ricreare. Dio! Se avesse potuto riportarlo in vita ed incontrarlo per parlare di quel libro, probabilmente sarebbe morto d'emozione prima di dire mezza parola.
Sorrise tra sé e sé e trascinò il dito verso la nuova pagina.
“Alexander!” Isabelle si girò verso di lui e lo ammonì “Posa questo cellulare! Sei sempre a leggere”. Gli sembrava di risentire la voce di sua madre che durante le vacanze estive si lamentava di vederlo sempre steso su quel divano a leggere. Come se leggere fosse una cosa brutta, poi!
“Ehi” Alec si lamentò quando Jace gli tirò il cellulare dalle mani e sorrise.
“Sei qui per socializzare” disse con quel suo sorriso bastardo stampato sul viso.
“Lightworm non sa socializzare” si intromise Magnus sorridendo dall'alto della sua magnificenza.
“E tu che ne sai di quello che so o non so fare?” chiese Alec, acido come al solito.
“Guardati! Sei lì a fare chi sa cosa con quel cellulare quando potresti parlare con degli esseri umani reali”.
Come se chi aveva scritto quel libro non lo fosse stato.
“E con chi? Siete tutti divisi in coppiette e mi annoio” sbuffò “Vado a prendere un'altra birra”. Si alzò lanciando una maledizione mentale a Magnus che scosse la testa e poi si girò verso Clary.
Il ragazzo si avvicinò al bancone e prese un'altra bella birra fresca. Gli piaceva quando il sapore amarognolo e le bolle ballerine gli finivano in gola e lo solleticavano tutto.
Sbuffando tornò al suo posto che trovò occupato dal ragazzo tutto capelli neri e glitter, occhi a mandorla verdi e sorriso meraviglioso antipatico.
“Ti dispiace?” alzò un sopracciglio, ma Alec decise di lasciar perdere e andò a sedersi al posto dell'altro; Ragnor gli sorrise e chissà come gli rivolse la parola.
“Non lo sopporti proprio,  eh? Non sei l'unico” scoppiò a ridere quando Magnus gli rivolse uno sguardo di fuoco e gli urlò un “Taci, stronzo!”.
“Ci credo” sbuffò Alec prendendo un altro sorso di birra.
Gli altri continuavano a parlare, qualcuno ogni tanto gli rivolgeva la parola e gli faceva qualche domanda.
Non era strano, né asociale, semplicemente quella sera non aveva per niente voglia di stare con qualcuno che non fosse il proprio migliore amico, ma a quanto pareva l'altro non aveva lo stesso desiderio.
Appoggiò il gomito sul tavolo e iniziò ad ascoltare tanto svogliatamente le parole dei suoi amici che parlavano del più e del meno: chi parlava di nuove chitarre, chi di quale fosse il basso migliore e della meravigliosa voce di Magnus. Per un motivo o l'altro doveva sempre stare al centro dell'attenzione, quell'essere strano. Come faceva ad essere così tanto odioso? 
“Che culo” disse Magnus, indicando qualcuno a Ragnor che si girò; Clary rise e annuì, Alec si girò, giusto perché quando si parlava di quello e non guardava, Jace gli chiedeva come mai non lo avesse fatto. Quella volta sarebbe stato meglio fregarsene e non guardare, probabilmente. Il sedere che stava indicando Magnnus non era di certo di una donna. Un ragazzo alto, muscoloso e molto ben piazzato si allontanava nei suoi skinny jeans neri che lasciavano vedere alla perfezione una forma rotonda e soda. Alec arrossì e immediatamente si girò.
“Cosa?” chiese Magnus “Non ti piace quello che vedi?” alzò un sopracciglio e gli sorrise con malizia. “Ma non hai una ragazza, tu?” gli chiese di getto, senza neanche pensarci su. Ecco, faceva sempre qualche errore.
“E quindi? Non è mica un reato guardare i culi degli altri”
“La tua ragazza è donna...” asserì Alec “Oh che Dio mi aiuti. Cosa vuoi?” sbuffò verso Magnus. “In realtà sei stato tu a riempirmi di domande, piccolo Alec”
“Piccola?” alzò un sopracciglio e puntò gli occhi in quelli verdi “Dove è la tua ragazza ora?” domandò. Ma cosa gli fregava di Camille? Oh di lei niente.
“Non qui”
“Lo avevo notato” alzò gli occhi al cielo e si spinse sul tavolo per prendere delle patatine dal piatto della sorella che gli sorrise e si alzò “Io e Simon andiamo ad ordinare. Volete qualcosa?”
“Birra” disse Alec “E Jace, rivoglio il mio cellulare”
“No” disse lui sorridendo “Non te lo darò tanto facilmente”
“Ah no?” occhi blu si alzò e si avvicinò all'amico biondo, mettendo la mano sul suo collo sudaticcio “Jace Herondale dammi il mio cellulare o giuro su tutti gli Angeli che prima ti faccio svenire e poi ti butto in un lago pieno di anat-”
“No” lo interruppe Jace “Non pronunciare quella parola” cacciò il cellulare dalla sua tasca, sotto lo sguardo divertito di Clary, e Alec lo ringraziò sussurrando al suo orecchio “Anatra” e corse verso il suo posto ridacchiando, pronto a tornare alla sua  dolce lettura.
“Ti dispiace?” Magnus interruppe il  lungo filo di pensieri di Dedalo prendendo un sorso dalla sua birra.
“Sì, mi dispiace” sbuffò Alec posando il cellulare. Stava leggermente esagerando; più provava a non pensare alla sua presenza, più quello gli ricordava prepotentemente che era lì, proprio per farlo impazzire.
 “Al Lightworm che tanto disprezzi dispiace se tu bevi la sua birra, quindi sei pregato di non farlo più. Tieniti anche la sua bottiglia” rispose occhi blu arrossendo per la rabbia.
“Dio! Perché sono venuto stasera!?” chiese più a sé stesso che a chi lo stava ascoltando.
“Alexander ho un consiglio per te: scopa di più perché, cazzo, sei proprio acido! Dio mio, hai bisogno di molti ma molti orgasmi per riprenderti, amico mio”
“Non sono amico tuo e non ho bisogno di riprendermi da niente” sbuffò alzandosi.
“Vado a prendere un po' d'aria fresca, Jace avvisami quando vuoi lasciarmi libero e permettermi di andare via” lanciò uno sguardo di sfida al ragazzo dagli occhi verdi, e uno di rabbia all'amico, prima di mettere la sua felpa e uscire fuori all'aria fresca.
L'inverno gli piaceva; poteva nascondersi nei suoi maglioni caldi, farsi schiarire le idee dall'aria gelida, osservare la bellezza della pioggia e della neve.
La primavera e l'estate invece.. non gli stavano poi chi sa quanto simpatiche; odiava il caldo, il sole gli dava fastidio e non poter tenere i suoi maglioni consunti ed extralarge lo imbestialiva.
Si fece schiaffeggiare da una folata di vento primaverile -per lo meno in primavera ancora c'era qualche acquazzone e a lui piaceva incredibilmente la pioggia; oh certo, solo quando era rifugiato in casa. Odiava uscire con la pioggia. Odiava gli ombrelli… 
Prese a passeggiare per la strada deserta; avanti e dietro, dietro e avanti, pensando a quanto insolente fosse quel Bane. E pensare che un tempo gli era persino stato simpatico!
Si conoscevano dalle medie – e da quel periodo più o meno lui lo chiamava Lightworm, nemmeno si ricordava più perché, ormai- ma avevano iniziato ad uscire assieme  dal secondo anno di liceo, quando Clary, la migliore amica di Magnus, si era fidanzata con Jace, il proprio migliore amico, e da quel momento Alec si era ritrovato all'inferno. 
A dire il vero, battute cattive a parte, il ragazzo non era poi così antipatico e la band di cui faceva parte – e a cui prendevano parte quasi tutti gli altri seduti a quel tavolo- era addirittura molto molto orecchiabile, soprattutto quando si cimentava in cover di band rock o metal. La sua ragazza, Camille, bambola bionda  e perfetta, gli stava molto più antipatica, ma comunque all'inzio non era chi sa quanto schifoso uscire con loro, anche perché bene o male Jace allora riusciva ancora a staccare gli occhi da Clary per qualche secondo. 
Le cose erano peggiorate tutto d'un botto dopo la festa di Capodanno a casa Bane due anni prima. 
Erano tutti assieme, ovviamente, e tutti ubriachi e divertiti; tutti compreso Alec e Magnus – quest'ultimo molto molto molto più brillo del primo. Stavano giocando al gioco della bottiglia -che Alexander aveva sempre odiato- ed avevano ricevuto entrambi un obbligo: dovevano baciarsi.
Alec era riuscito ad ottenere uno sconto di pena, ovvero, un bacio nello sgabuzzino, dove contava di convincere Magnus non baciarlo affatto.
Erano entrati nel famigerato sgabuzzino dove tanti altri baci erano stati consumati e  Alec, con gli occhi più brillanti che mai e parole biascicate aveva sussurrato all'orecchio di Magnus “diciamo che ci siamo baciati e la finiamo qui”. Ma ovviamente Magnus, un po' perché era brillo, un po' perché quel gioco lo divertiva oltremodo, e un po' perché adorava (segretamente) le labbra di Alec, doveva onorare il proprio obbligo e quindi senza neanche che occhi blu se ne accorgesse lo aveva baciato.
Diciamo che non fu solo quel bacio a cambiare qualcosa nel cervello di Alec: lui il giorno dopo lo ricordava perfettamente, e ricordava anche il sapore sulle labbra dell'altro – che a dire il vero non gli era dispiaciuto poi tanto- , che invece non ricordava neanche di aver baciato un ragazzo la sera precedente. Certo, Alec non si aspettava una dichiarazione d'amore dopo quell'obbligo, ma neanche una delle tante prese in giro e un “Non partecipi mai ai nostri giochi stupidi, né ci parli. Cosa vieni a fare alle nostre feste? Resta a casa e spendi meglio il tuo poco tempo.” detto con più cattiveria che simpatia.
Era  quello il motivo per cui non partecipava mai a quei maledetti giochi! 
Tirò fuori dalla propria giacca un pacchetto di sigarette intatto, che aveva nascosto lì giusto per casi particolari in cui aveva bisogno di sfogarsi e rilassarsi -la nicotina lo aiutava davvero molto, anche se comunque si sentiva in colpa ogni volta che buttava dentro un po' di sapore amarognolo perché 'fumare fa male agli atleti' e bene o male lui lo era; in più si sentiva sempre più ipocrita ad ogni tiro: se avesse visto Isabelle o Jace fumare li avrebbe rimbeccati e rimproverati.-.
La accese e iniziò a gustarla lentamente, mentre piccole nuvole di fumo gli si formavano attorno; si sedette sul marciapiede e iniziò a guardare una ad una tutte le macchine che passavano di lì; sorrise ricordando quando lui, Iz e Jace, inseparabili già da piccoli, si prendevano a pugni e schiaffi giocando a 'macchina gialla' che improvvisamente si trasformava in 'macchina bianca' o 'verde' o 'rossa' o di qualsiasi altro colore pur di riempire di cazzotti uno degli altri.
Quei tempi erano finiti, purtroppo; erano cresciuti, stavano prendendo le loro strade. Jace era fidanzato, Isabelle era diventata una fiera e bellissima donna, e lui? Lui a malapena aveva detto a qualcuno di essere gay. Non che fosse una cosa negativa, ma la reazione della sua famiglia! Oh quella si che lo sarebbe stata. 
Aveva anche provato a guardare qualche ragazza, ma niente, era più forte di lui, non riusciva ad essere attratto da loro e inizialmente se ne era fatto anche una malattia. Era doloroso non poter dire niente di sé stesso, fingere di essere qualcun altro e fare apprezzamenti su delle ragazze che neanche considerava, per paura di essere scoperto dal suo migliore amico.
Izzy era l'unica che lo sapeva e non era stato neanche Alec a dirlo di sua spontanea volontà; lo aveva scoperto in uno dei modi più assurdi, orribili e comici del mondo. Stavano guardando un film, uno di quelli pieno di attori e attrici strafighe e Iz aveva sospirato e sussurrato un 'WoW' alla vista di uno dei sederi tondi tondi di un attore, seguita subito dopo da Alec che immediatamente si era tappato la bocca ed era arrossito come mai in vita sua.
Anche se avere uno di quei problemini mentre guardi un film con tua sorella non è la cosa migliore del mondo, era stato liberatorio poter dire almeno a qualcuno quello che era. 
Il rapporto tra loro due non era cambiato per niente, anzi, forse si era rafforzato perfino; ma sapeva che non sarebbe stato uguale con i genitori, se lo avessero saputo.
“Hey” Jace uscì dalla porta di Taki e sorridendo gli diede uno schiaffo sulla spalla; il giovane si affrettò a nascondere la sigaretta.
“Hey”
“A cosa pensavi?”
“A niente” rispose lui.
“Che ti succede? Perché non vuoi stare dentro?”
“Mi annoio” rispose, incredibilmente  irritato.
“Entra dentro su! Ci stiamo tutti divertendo, non capisco perché tu odi tutti”
“Non odio nessuno” rispose Alec sbuffando “ma avrei preferito starmene a casa”
“Come sempre” rispose Magnus, uscendo a sua volta dalla porta.
“Perchè deve sempre seguirti?” chiese occhi blu scocciato.
“Non lo sto seguendo e non l'ho mai fatto in vita mia”
“A parte quando te lo chiedeva Clary e non provare a dire che non lo ha mai fatto!”  Magnus sorrise alle parole di Jace e alzò le mani in segno di resa.
“Entra, dai” riprovò Jace, ma Alec era fermamente convinto che non sarebbe riuscito a fargli fare quello che voleva, quella volta.
“Tra due minuti”. 
Jace annuì e gli diede un'altra pacca sulla spalla; a forze di pacche non avrebbe più funzionato!
Purtroppo quella volta Magnus non lo seguì, anzi, si sedette al fianco di Alec -che come avrebbe giurato il ragazzo dalla pelle ambrata e gli occhi magnetici- si allontanò di qualche metro.
Alec tirò fuori la sua sigaretta e vedendo che c'erano pochi altri tiri sbuffò; prese quello che c'era e poi buttò il mozzicone per strada.
“Non dovresti fumare” parlò Magnus, con una sigaretta tra le labbra.
“Non fumavo”
“Era una sigaretta” rispose.
“Mi serve per rilassarmi”
“Ci sono altri modi molto più.. divertenti per farlo” Magnus ridacchiò malizioso e Alec per poco non arrossì. Non capiva perché gli riservasse sempre quelle battute strane.
“Neanche tu dovresti fumare”
“Non sto fumando” rispose Magnus.
“Ah no? Allora cosa fai?”
“Assaporo una sigaretta” rispose l'altro prendendo un tiro.
“Allora...cosa ti da fastidio di noi?” chiese Magnus, al che Alec alzò un sopracciglio in segno di domanda.
“Ogni volta che usciamo tutti assieme tu non ci sei, e quando ci sei è come se non ci fossi” si spiegò meglio.
“Non mi piace la compagnia di qualcuno” rispose misterioso; puntò gli occhi sulla strada e una macchina bianca gli sfrecciò avanti. Se ci fosse stato Jace gli avrebbe dato un pugno solo per vendicarsi e ridere un po'.
“Quel qualcuno sarei io? Se non vieni a causa mia..”
“Non vengo perché qualcuno una volta mi ha detto di restare a casa e spendere meglio il mio tempo” sorrise sarcasticamente e sospirò; Magnus sembrò colpito dallo sguardo negli occhi blu del ragazzo; amava gli occhi blu e con quel viso chiaro imbronciato risaltavano ancora di più.
“E comunque tu non c'entri niente”
“Perchè allora sei così acido? Mi odi così tanto, piccolo Lightworm?”
“Dio mio! Perché continui a chiamarmi così?”
“Hai ragione. L'aggettivo piccolo non ti si addice molto” sorrise occhi verdi.
“Perchè sei qui a riempirmi la testa di chiacchiere? Stavo riposando la mente”
“La riposi troppo spesso, per i miei gusti, Lightworm”
“Perchè sei qui a perdere tempo con me? Va via!” rispose e lo guardò con uno sguardo gelido che Magnus non gli aveva mai visto; pensava continuamente cosa avesse contro di lui. Molte volte gli stava persino simpatico, e stare simpatico a Magnus Bane, sommo cantante degli Shadowhunters & The Hight warlock of Brooklyn , non era impresa semplice.
“Perchè dentro stanno tutti limonando e mi annoio” rispose in uno sbuffo.
“Con tutti intendi... tutti? Dio no! Che schifo. Mia sorella con quel Simon, dai!”
“Già, Simon non è un granché ma... hey non esagerare!”.
Alec fece per alzarsi dicendo a stento uno “Devo trascinarla via” ma Magnus lo tirò giù a sedere ridendo. “Ti pare che con 'tutti' intendevo davvero tutti? Insomma Jonathan non limonerebbe mai con Ragnor! Lui è troppo etero e Ragnor troppo gay per i suoi gusti!”.
 Alec sembrò improvvisamente più attento alla conversazione. “Davvero Ragnor è gay?!” chiese curioso.
“Perchè non lo sapevi? Oh Dio, è una femminuccia” rise “lo adoro”. 
Magnus quando iniziava a parlare dei suoi amici cambiava improvvisamente; dalle sue parole traspariva tutto l'amore che provava nei loro confronti.
Per qualche secondo calò il silenzio tra di loro, e chi ha mai detto che il silenzio è una cosa intima e bella? Non c'è niente di più imbarazzante!
Magnus guardava sfacciatamente Alec – era acido e tutto, ma era incredibilmente bello, anche se non ostentava per niente la sua bellezza, a differenza del suo migliore amico; Alec guardava di sottecchi Magnus, cercando di mantenere la sua aria fredda, eppure era difficile non restare completamente catturati da quegli occhi verde-dorato, quella pelle caramello e quelle labbra gonfie, il tutto completato da una chioma meravigliosamente scura e perfettamente ordinata. Era indubbiamente bello, ma era... Magnus Bane.
“Ci sei?” chiese quest'ultimo scuotendolo; Alec si alzò in piedi e lo guardò dall'alto al basso per poi avvicinarsi alla porta.
“Perchè mi odi?” chiese d'un tratto il cantante; Alec si girò verso di lui e puntò gli occhi nei suoi “Non so spiegartelo. Sarebbe troppo lungo e complicato da fare!” rispose alzando le spalle.
“Tu perché mi odi?” chiese a sua volta.
“Non ti odio, anzi a volte riesci a starmi simpatico nonostante la tua acidità da yogurt scaduto. Sai, sembri davvero scaduto da un anno.”
“Diciotto” rispose Alec “Sono scaduto da diciotto anni”.
Quella era una battuta? Magnus sorrise e annuì. 
“Potrei aiutarti ad esserlo di meno” si offrì lui, facendo arrossire incredibilmente l'altro che chi sa a cosa stava pensando. “Oh intendevo dire che potremmo aiutarti, tutti noi. Quando stai con Iz e Jace non sei così, l'ho notato”.
Alec restò a bocca aperta per qualche secondo.
Magnus aveva notato qualcosa di lui?
Qualcosa che lui di solito non mostrava in pubblico?
Gli piaceva ancora di meno.
“Perchè invece di notare me non ti porti dietro la tua ragazza e limoni con lei, lasciando in pace quelli che come me vogliono stare da soli?”
“Ecco, altro che yogurt! Tu sei proprio un limone, Lightworm!” disse sorridendo Magnus.
“Smettila di chiamarmi così!” urlò quasi Alec, arrossendo.
“E come dovrei chiamarti? Alexander? Alec?”
“In nessun modo! Non dovresti chiamarmi per niente” sbuffò pieno di rabbia, e poi senza degnare di un ulteriore sguardo Magnus entrò dentro, lasciandolo solo.
Cosa aveva fatto, quella volta?
Magnus sospirò e buttò via il mozzicone della propria sigaretta. 
Proprio odiava quando qualcuno lo trattava in quel modo -senza un apparente motivo- e Alec Lightwood lo faceva praticamente da sempre; ed era proprio quella la ragione per cui Magnus non accennava a lasciarlo in pace e continuava a rompergli le scatole. Se doveva essere odiato, voleva che ci fosse un motivo.

Angolo autrice.
O forse farei meglio a dire 'angolo della disagiata malata mentale che a volte ritorna'....
EEEEEEHI! Avevo avvertito il popolo di EFP che stavo per arrivare con una Long Malec AU, ed eccomi qui! LOL
Okay sono terrorizzata da morire, da questa storia; la amo e mi sono divertita tantissimo a scriverla e a commentarla con una brava personcina su twitter che mi subisce di continuo, MA è una storia abbastanza strana che di sicuro incapperà in OOC (ho provato a mantenere i personaggi molto reali ma... beh è difficile!).
(Tra l'altro è la prima AU che scrivo e... ho paura, paura paura D:)
Uhm come mi è venuto la malsana idea di far avvenire questo 'scambio di corpi'? (avrete chiaramente capito dalla piccola descrizione che avviene uno scambio dei corpi, no...?) Chi ha visto BoyGirl: questione di sesso, lo capirà sicuramente lol
Stavo guardando il film e ho pensato 'chissà cosa succederebbe se fossero Alec e Magnus a scambiarsi i corpi'. Quindi sì, ci saranno parecchi riferimenti al film, il titolo stesso lo ricorda.
Uh beh l'universo è chiaramente quello 'di tutti i giorni', insomma;  Alec e Magnus inizialmente non vanno molto d'accordo, ma più avanti si scoprirà il perchè, non uccidetemi! Verranno citati un po' anche altri personaggi (tipo Ragnor, perdonatemi la licenza poetica, ma io lo shippo troppo con Raphael, quindi... E Jonathan, cucciolino mio, lo adoro troppo per non parlare di lui, MA (e qui scatta l'OOC) non distruggerà nessuno, qui lol).
Boh, dovevo scrivervi un sacco di cose ma non le ricordo quindi... la smetto!

Spero di non ritrovarmi orde di demoni sotto al palazzo, giuro che non è colpa mia, ma del mio cervello che pensa ai Malec 24h su 24 D:
Lasciatemi un commentino per farmi sapere se vi fa schifo  e... a chi potrei chiedere aiuto per questa sottospecie di malattia mentale che mi affligge :O
Grazie mille per aver letto, spero di leggere io voi!
StewyT~
  
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