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Autore: ehitsfrannie    28/09/2015    2 recensioni
Grace è un'aspirante giornalista costretta a tornare nella sua città natale per trovare uno scoop che non le faccia perdere il lavoro. Grace è anche la cugina di Stiles e, una volta venuta a conoscenza della cotta che suo cugino prova per Derek Hale, decide di aiutarlo nella sua conquista. Ma non tutto andrà secondo i piani...
Tratto dal testo:
[-Ami Stiles?-
Derek alzò gli occhi su Peter di scatto, come preso in fragrante. Ma la sua espressione era dura, impenetrabile, e non lasciava trapelare alcun sentimento. -Come devo dirtelo? Io non amo Stiles!-
-Lo sai cosa ho sentito non appena l'hai detto?- chiese Peter facendosi più vicino. -Il tuo cuore ha iniziato a battere più forte dopo le parole: "Io non amo".-
-Non significa nulla.-
-Puoi anche raccontarmi una balla ma non puoi mentire a te stesso.- replicò lo zio, mentre Derek spostava lo sguardo da un'altra parte. Peter però era sicuro di averlo in pugno. -Tu lo ami.-
Derek tacque. Un gelido silenzio li avvolse, e fu proprio allora che Stiles fece un passo indietro e lo scalino cigolò, tradendo la sua presenza.]
Genere: Azione, Comico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo III

 

Erano ormai le undici e mezzo quando la famiglia Morrison-Stilinski rientrò a casa scossa, stanca ma soprattutto affamata.
John si era lasciato cadere sul divano e da lì non si era più mosso, Stiles si era trascinato in cucina per preparare qualcosa da mangiare e Grace era salita in camera per mettere su carta tutto ciò che aveva raccolto quel giorno per distrarsi dalle immagini sconcertanti alle quali aveva assistito poco prima.
Infatti non appena lei, Stiles e Scott erano arrivati sul luogo dell'incidente, avevano trovato l'ambulanza coperta di sangue e molti agenti (tra cui John) già sul posto. C'erano anche i soccorsi e stavano trasportando i feriti in un'altra autolettiga.
A quel punto, Scott si era allontanato con la scusa di non sentirsi bene ed era sparito nel bosco. Grace e Stiles si erano avvicinati allo sceriffo Stilinski, ma in quel momento era comparsa una ragazza completamente nuda davanti a loro. Lydia, ovviamente.
Grace, per immenso sollievo di Stiles, non aveva fatto domande. Era troppo sconcertata per dire qualcosa. Anche se il suo lavoro la metteva continuamente davanti a nuove sfide, questo non significava che lei fosse pronta al sovrannaturale (ma d'altronde, chi lo era?), e fu per questo che Stiles decise di non parlarle dei licantropi a meno che non fosse stato estremamente necessario.
Una volta a casa, Grace aveva contattato il suo direttore dicendogli che aveva assistito al funerale (tralasciando il fatto che l'avevano praticamente spinta via appena la cerimonia era iniziata) e che molto presto lui avrebbe avuto l'articolo che desiderava. Aveva riguardato le sue foto e stilato una lista nella quale si era appuntata il prossimo obbiettivo: cercare il presunto sopravvissuto che aveva messo fine alla vita di Kate e si era poi nascosto, aspettando che le acque si calmassero. Stava per scrivere di una possibile intervista con un parente della defunta, ma qualcosa dentro di lei la bloccò.
Le loro espressioni, quei volti, il nuovo arrivato. Grace era certa che, dopo il funerale, la famiglia Argent non avrebbe più divulgato nessuna informazione sull'accaduto. Avrebbe potuto chiedere un favore a Scott, incontrare Allison in segreto e farsi dire qualcosa di più, ma sapeva che non era una buona idea.
Prima di poter decidere, Stiles gridò di venire a tavola. Il richiamo del suo stomaco fu più forte di qualsiasi dovere giornalistico, quindi scese di corsa le scale e andò a svegliare lo zio, che nel frattempo si era appisolato in soggiorno. Si sedettero tutti a tavola e fecero passare la pentola fumante di spaghetti al pomodoro.
-Wow, Stiles! Cucini spesso?- chiese Grace sinceramente stupita che il cugino sapesse cucinare anche solo della pasta.
John rispose al posto suo, grattugiando del formaggio. -Sì, è proprio bravo a cucinare, se non fosse che mi prepara tutto cibo salutare. Alcune volte avrei proprio voglia di una buona bistecca!-
-Scusa se tengo alla tua salute!- si giustificò Stiles con la bocca piena di spaghetti, mentre il sugo di pomodoro gli colava dalle labbra fino al mento.
-Che cosa ne pensi, Grace?-
La ragazza allungò un tovagliolo in direzione del cugino e alzò le spalle. -Sono vegetariana.-
Lo sceriffo roteò gli occhi, mentre il figlio sorrideva vittorioso. La conversazione continuò tranquillamente, fino a quando Grace non riprese parola.
-A che ora finisci le lezioni domani?-
-Alle quattro e mezza.-
-Se non viene messo in punizione.- replicò John mettendo i piatti sul lavabo, al che il figlio gli faceva una smorfia.
Grace sorrise. -Perfetto! Così ti vengo a prendere e poi magari puoi aiutarmi con le ricerche.-
Stiles aggrottò le sopracciglia. -Ricerche? Quali ricerche?-
-Sugli Hale, ovviamente!-
Il cugino deglutì rumorosamente. Ovviamente, non aveva alcuna intenzione né voglia di investigare con la cugina della famiglia del ragazzo di cui era innamorato, ma nonostante ciò non ribatté. Discutere con Grace non sarebbe servito a nulla: avrebbe trovato una soluzione il giorno dopo, quando sarebbe stato più fresco e riposato.

 

**

Grace sbuffò innervosita. Spense il motore e scese dalla macchina, guardandosi attorno perplessa.
Si trovava davanti al liceo di Beacon Hills da ormai mezz'ora, ma di Stiles non vi era traccia. Aveva provato a chiamarlo, ma in venti chiamate l'unica a rispondere era la segreteria.
A quel punto, Grace si era finalmente decisa ad entrare nel liceo e capire per quale motivo Stiles non si facesse vivo. Che se la fosse data a gambe con Scott per ignorarla? Passò davanti alla sua jeep azzurra coperta da uno spesso strato di polvere e scosse la testa.
Stiles doveva essere per forza a scuola.
Quando varcò il portone di ingresso un sorriso le si dipinse in volto e per un attimo si dimenticò ciò che doveva fare. Il suo vecchio liceo, il luogo in cui era cresciuta e aveva fatto le peggiori trasgressioni era ancora lì, proprio come lo aveva lasciato, con i lunghi corridoi delimitati da numerosissimi armadietti blu.
Percorse l'atrio, guardando i premi nella bacheca e le fotografie delle vecchie classi. Le pareti erano sporadicamente interrotte dalle porte marroni delle classi, nelle quali Grace sbirciò dai vetri sperando di scrutare Stiles in qualche banco solitario.
Purtroppo, la sua ricerca si stava rivelando infruttuosa. Si fermò nel mezzo del corridoio e sospirò, cercando di ragionare su dove potesse essersi cacciato il cugino.
D'un tratto si ricordò del diario e, roteando gli occhi, si avviò a passo spedito verso l'aula di chimica., nella quale trovò esattamente chi cercava. Dietro il pannello di vetro della porta, il professor Harris correggeva tutto concentrato le verifiche alla scrivania, mentre Stiles era quasi disteso sul banco e fissava con noia l'orologio alla parete, sorreggendosi la testa con la mano. Grace sorrise vittoriosa, per poi ricordarsi che il cellulare di suo cugino era spento e che di certo lei non poteva piombare nell'aula e giustificarsi dicendo che doveva prendere suo cugino perché era stanca di aspettare in parcheggio.
Si morse le labbra, indecisa sul da farsi. Sarebbe potuta entrare, ma cosa avrebbe detto? Avrebbe potuto far finta di star male e poi correre verso il parcheggio con Stiles a seguito.
No, nessuna di quelle idee poteva andar bene.
Spostò lo sguardo dall'aula all'ambiente attorno a sé, fino a quando i suoi occhi non incrociarono il sistema di emergenza attaccato al muro. Fiduciosa, si avvicinò all'affare rosso e, non appena schiacciò il pulsante, un assordante sirena incominciò a suonare.
Non mancava poco che Stiles si addormentasse ma l'allarme ebbe l'effetto di farlo balzare in piedi. Il professor Harris, invece, alzò lentamente la testa dai documenti e puntò lo sguardo sul suo alunno che nel frattempo aveva afferrato lo zaino e si stava avviando verso l'uscita della classe.
-Non così in fretta, signor Stilinski.- lo apostrofò l'insegnante frapponendosi tra l'uscita e Stiles. -Non hai ancora finito di scontare la sua punizione.-
-Non può tenermi qui!-
-Cosa ne sai tu?-
-Perché se così facesse e mi accadesse qualcosa la colpa cadrebbe su di lei.- rispose Stiles con un sorrisetto di scherno. -Non vogliano che Stiles rimanga intrappolato tra le fiamme e Mr. Harris finisca in prigione, vero?-
L'insegnante esitò, serrando le mascelle. Tuttavia, lasciò la via libera a Stiles che, orgoglioso, corse a perdifiato verso
l'uscita più vicina.
Accese il cellulare e una volta uscito si guardò intorno, cercando la sua jeep. Quando la individuò scese gli scalini così velocemente da rischiare di piantare il naso e la raggiunse felice, aprendo lo sportello e buttando lo zaino nel posto del passeggero.
Prima di poter salire, il suo cellulare iniziò a squillare.
-Ciao Stiles, sono Allison.-
-Ehi, Allison! Novità?-
-Sì, dobbiamo subito intervenire. Mi hanno fatto molte domande su Lydia e su come è stata morsa da Peter e poi hanno mandato un uomo in missione.-
Stiles aggrottò le sopracciglia, confuso. -In missione? Chi era?-
-Era vestito da vice-sceriffo.-
-L'hanno mandato in centrale per Isaac...-
-Aveva anche una scatola con qualcosa sopra, un simbolo che ho visto anche in un libro.-
-Di cosa si tratta?-
-Non ne ho idea, adesso ti invio la foto.-
Quando l'immagine arrivò, Stiles fece un lungo sospiro. -E' strozzalupo, vogliono ucciderlo.-
Allison tacque dall'altra parte del telefono.
-Devi riuscire a rallentarlo, non importa come. Ci aggiorniamo più tardi.-
Chiuse la chiamata e fece per salire nella jeep, se non fosse che una macchina dietro di lui suonò il clacson per attirare l'attenzione. -Non si ringrazia mica?-
Stiles si girò verso la voce che lo aveva chiamato e sorrise in direzione della cugina. -Scommettevo che fossi stata tu! Scusa se ti ho fatta aspettare.-
-Be', in effetti c'è un modo in cui puoi farti perdonare.-
Stiles alzò gli occhi al cielo. -Che cosa ti serve?-
-Ho deciso di intervistare Peter Hale per il mio articolo.- affermò la ragazza. -Ma non ho idea di dove trovarlo. Tu sai dove si trova?-
Il giovane spostò lo sguardo sui suoi piedi. -Veramente, non so proprio dove si sia cacciato.- borbottò, poco convincente.
Grace esalò un lungo sospiro, e aprì la portiera del passeggero invitando Stiles a salire. Stiles si avvicinò cautamente, ma alla fine si sedette di fianco alla cugina e chiuse la portiera.
-Stiles.- incominciò Grace, guardandolo dritto negli occhi. -Le punizioni e la tua situazione sociale non sono state le uniche cose che ho letto nel tuo diario.-
Stiles iniziò a giocare nervosamente con il lembo del suo maglione, senza staccare gli occhi da esso. Il cuore batteva così forte che riusciva a sentirlo rimbombare dentro le sue orecchie.
-Sei innamorato di Derek Hale, non è vero? E' per questo che non vuoi aiutarmi.-
Stiles tacque.
-Non te ne devi vergognare. Ehi, guardami.- lo incitò, prendendolo per il mento e girando il suo volto verso di lei, in modo tale che la guardasse negli occhi. Mollò la presa, e sorrise notando che Stiles non spostava lo sguardo.
-Puoi parlarmene, se ti va. Se non ti va, è lo stesso, sai dove trovarmi. Ma ora si tratta di me, Stiles. Ho bisogno di quell'intervista.- Grace fece una pausa, cercando le parole adatte. -Non sono qui a Beacon solo per un articolo. Il mio capo vuole licenziarmi, e se non torno a New York con qualcosa di soddisfacente perdo il lavoro e non sai quanti altri dietro di me non vedono l'ora che questo accada per soffiarmi il posto.-
Stiles rimase chiuso nel suo mutismo, la rabbia iniziale si era subito tramutata in delusione, palpabile nel suo volto.
Grace sentì qualcosa incrinarsi dentro di lei, e dopo tutto quel tempo si rese conto che Stiles le era mancato veramente da impazzire. Stiles non era solo un adolescente, Stiles era un ragazzo con un grande cuore con un mare di ironia che però, in occasioni del genere, veniva prosciugato lasciando scoprire solo un muro di fragilità e insicurezza. Le venne una grande voglia di abbracciarlo.
-Mi basta anche un semplice indizio, so che ce l'hai. Poi mi arrangerò. Forse non mi merito la tua fiducia, ma chiedo solo un piccola spinta. Che io ci riesca o meno, ti prometto che troveremo il modo di farti uscire dal guscio.-
Stiles corrugò la fronte, sinceramente stupito. -Stai dicendo che mi aiuteresti a...?-
-A dichiararti, a conquistarlo, tutto quello che vuoi. E se ancora non ti vuole, è un idiota.-
Stiles accennò una debole risata, che però fece tirare un sospiro di sollievo a Grace. Forse era perdonata.
-D'accordo.- cedette infine il ragazzo. -C'è una casa nel bosco, a qualche chilometri dal campo di lacrosse. E' la casa degli Hale alla quale Kate ha dato fuoco.-
Grace annuì, un po' incerta. -E come mi potrebbe guidare a Peter una casa distrutta da un incendio?-
-Hai chiesto una spinta, e io te l'ho data.- ribadì Stiles sorridendo soddisfatto.
Grace roteò gli occhi, senza smettere però di sorridere. Subito dopo il cellulare di Stiles cominciò a squillare nuovamente, e quando egli lo tirò fuori dalla tasca entrambi rimasero interdetti nel vedere il nome sulla schermo.
Derek.
-Avanti, rispondi.- lo incitò Grace fiduciosa, dandogli una piccola gomitata sulla spalla. Stiles sospirò, prese coraggio e rispose cercando di tremare il meno possibile. -Pronto?-
-Stiles, sono Derek. Dobbiamo andare in centrale.-
-D'accordo...dove sei?-
-Poco distante da lì. Avanti, muoviti, non abbiamo molto tempo.-
Stiles deglutì e abbassò lo sguardo. -Arrivo, dammi un secondo.-
-Non ce l'abbiamo, un secondo.-
Il ragazzo annuì e mise giù la chiamata.
-Cavolo, quel giovanotto ti fa proprio un brutto effetto.-
Stiles rise nervosamente e aprì la portiera, pronto ad uscire. -Devo andare...uhm, a casa di Scott. Derek è rimasto a piedi e Scott non può portarlo a casa.-
Grace alzò un sopracciglio perplessa, ma non replicò. Salutò il cugino e fece inversione, ignara di ciò che le sarebbe successo da lì a poco.

**

 

Stiles parcheggiò l'auto di fianco alla centrale di polizia. Proprio come un silente ma vigile guardiano, tutte le luci erano accese, e dalle finestre il ragazzo e Derek riuscirono chiaramente a distinguere una figura femminile in divisa che sfogliava distrattamente un fascicolo.
Stiles spostò lo sguardo da lei a Derek. -Bene. Le chiavi di tutte le celle sono nell'ufficio di mio padre, in una cassetta di sicurezza. Ma dobbiamo illudere la sorveglianza.-
-La distraggo io.- rispose semplicemente lui, slacciandosi la cintura di sicurezza con un netto gesto e aprendo la portiera.
Stiles non ci pensò due volte a prenderlo per il giubbotto in pelle e trattenerlo. -Woah woah, tu? Non puoi andare lì dentro!- Derek si fermò, ma con il risultato di incendiare con lo sguardo prima la mano di Stiles e poi lui stesso con lo sguardo. Il più giovane si inumidì le labbra e ritrasse la mano. -D'accordo, ora tolgo la mano.-
Voglio solo proteggerti. E' così difficile da credere, Derek?
-Comunque, sono stato scagionato.-
-Ma sei stato un indiziato.-
-Sono innocente però.-
-Tu? Già, certo! L'innocente dell'anno!- la fragorosa risata di Stiles, però, non mosse Derek di una virgola e la sua espressione non cambiò. Stiles smise subito di ridere e roteò gli occhi al cielo. -Va bene, qual è il piano?-
-Io la distraggo.-
-Okay, come? Con un bel pugno in faccia?-
Derek fece una smorfia. -Parlandole, idiota.-
-E come romperai il ghiaccio? Dai, fammi un esempio.-
Il viso imperscrutabile di Derek rimase tale e dalle sue labbra non uscì una sillaba.
-Silenzio di tomba. Be', che dire, funzionerà di certo. Altre idee?-
L'uomo fece un sorriso di scherno al più giovane, decisamente irritato. -Posso dare a te un pugno in faccia.-
Stiles esitò, pensando a qualcosa per rimbeccarlo, ma non venendogli in mente nulla fece segno al suo innamorato di scendere ed entrare in azione.
Derek entrò con sicurezza, ma proseguì con cautela quando vide che ad accoglierlo non vi era nessuno. Si avvicinò alla scrivania e subito la donna di prima fece capolino dal suo ufficio, ancora con gli occhi puntati sul suo fascicolo.
-Buonasera, posso esserle...- disse questa con tono repentino, il quale cambiò subito non appena i suoi occhi su puntarono su Derek. Incuriosita ed affascinata, chiuse i documenti e si sporse dalla scrivania. -...d'aiuto?-
-Ehi, ciao...dovevo chiedere una cosa ma...temo di essermela dimenticata.- rispose Derek, cercando di sfoderare tutte le sue “doti” d'attore, mentre Stiles osservava la scena dallo stipite della porta. -Non mi aspettavo di trovare qualcuno così...-
-Qualcuno come me?-
-...stavo per dire di una tale bellezza, ma alla fine è la stessa cosa.-
L'adolescente alzò gli occhi al cielo. Era così evidente che Derek la stesse prendendo in giro che non si diede neanche modo di provare gelosia.
Quatto quatto, attraversò a carponi il corridoio. Proseguì sicuro verso la cella di sicurezza, ma dalle spalle qualcuno lo afferrò e gli tappò saldamente la bocca con la mano, puntandogli una siringa di strozzalupo sul collo.
Stiles spalancò gli occhi, sconcertato, dimenandosi sotto la presa d'acciaio del falso vice-sceriffo che però non accennò a lasciarlo andare. Stiles decise di prendere massime misure. Allungò il braccio verso il muro e spinse giù la leva dell'allarme d'emergenza, mentre la sirena cominciava a suonare all'impazzata e il sistema mandava veloci fasci rossi che si proiettavano su tutto il corridoio: solo allora, infatti, l'uomo mollò la presa su Stiles, lasciandolo cadere di schiena sul freddo pavimento.
Quando si girò verso la cella di sicurezza, però, spalancò la bocca. La cella era aperta, Isaac era scappato. Anzi, forse non lo era davvero.
Il falso vice-sceriffo venne infatti scaraventato contro il muro da una bestia tanto alta e possente quanto agile e veloce, che sfogò la sua rabbia contro l'uomo e lottando contro di lui. Stiles si rannicchiò dietro la scrivania, con le goccioline di sudore che scendevano veloci lungo il viso e il cuore che batteva all'impazzata. Che fare? Isaac il licantropo aveva steso l'uomo, che stava svenuto su un angolo, e ora si stava avvicinando furtivo verso di lui.
Chiuse gli occhi, passandosi la lingua sulle labbra umide.
Aiutami.
E fu ascoltato.
Una scarpa nera aveva rotto in mille pezzi la siringa di strozzalupo che era scivolata dalle dita del cacciatore degli Argent, attirando l'attenzione del lupo. Isaac, però, non sembrò badare al suo Alfa, e si preparò per lanciarsi contro Stiles.
Derek fece allora uscire gli artigli dai polpastrelli, i canini crebbero lunghi, lucenti e affilati; gli occhi mutavano dal verde smeraldo al rosso rubino e un sonoro e terrorizzante ruggito gli uscì dalla gola.
Quando Stiles riaprì gli occhi, Isaac si era rannicchiato spaventato ed innocente come un agnellino contro il muro. Davanti a lui, Derek stava ritto e trionfante.
Il ragazzo lo guardò spaventato, ma anche ammirato. Soprattutto ammirato, e in qualche modo grato che lui, proprio lui, fosse intervenuto. Derek gli aveva salvato la vita, e Stiles proprio non riusciva ad interpretare quel gesto in modo oggettivo.
-Come...come hai fatto?!-
Derek si voltò verso di lui, un sorrisetto orgoglioso e trionfante ad illuminargli il volto. -Io sono l'Alpha.-
Giusto, certo. Che idiota sono.
-Qualcuno vuole spiegarmi cosa diavolo sta succedendo?!-
Gli occhi di Stiles, Derek, e solo in seguito anche quelli di Isaac si puntarono sulla giovane donna che stava in piedi davanti alla stanza, con gli occhi spalancati e la bocca aperta a metà.
Oh, merda.





















Here I Am!
Buonsalve a tutti! Mi scuso per il ritardo, il capitolo era prontro già qualche giorno fa ma OpenOffice mi ha fatto lo scherzetto di trasformare tutto in asterischi e dunque ho dovuto riscriverlo tutto da capo in due giorni. Non chiedetemi come sia successo, sappiate solo che mi dispiace che il capitolo non sia uscito come speravo e che troverò un modo che non muti i miei scritti. Il prossimo sarà un codice a barre, hahaha!
Tornando alla ssssstoria (nogistune!ehitsfrannie), succedono un sacco di cosa interessanti. Grace trova il modo di liberare Stiles dalle grinfie del professor Harris, ma questo non sembra bastare, perché Stiles ce l'ha ancora su con lei per aver letto il suo diario. E inoltre, la nostra ragazza rivela di essere a conoscienza della cotta del cugino per Derek (ahi ahi ahi...) ma promette che si farà perdonare aiutando il ragazzo a conquistare l'uomo dei suoi sogni se il primo la aiuterà a trovare Peter Hale. E anche tra quei due se ne vedranno delle belle nel prossimo capitolo, ma non vi anticipo nulla...alla fine, Grace arriva in centrale (sana e salva, comunque. Significa che Peter non se l'è mangiata né l'ha seppellita viva sotto terra, evviva!) e scopre il casino. 
Che altro dire? Stiamo entrando nel clue della trama, sono emozionata. Non vedo l'ora di pubblicare il resto non appena sarà prontro (prometto di essere più puntuale questa volta :P)
Grazie a tutti coloro che hanno commentato o messo la storia nelle seguite/preferite/ricordate. Non sapete quanto mi faccia piacere sapere che qualcuno apprezza e sostiene il mio lavoro!
Vi auguro una buona settimana, a presto!
Frannie. :)

 

   
 
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