Film > Hercules
Segui la storia  |       
Autore: blackmiranda    28/09/2015    11 recensioni
Cinque mesi dopo la sonora sconfitta, Ade riesce finalmente ad uscire dal fiume infernale in cui Ercole l'ha scaraventato. Purtroppo per lui, i progetti di vendetta dovranno attendere: una nuova minaccia si profila all'orizzonte, preannunciata da una profezia delle Parche, unita a quella che ha tutta l'aria di essere una proposta di matrimonio...
“E' molto semplice, fiorellino. Vedi, sono in giro da un bel po', e, anche a seguito di recenti avvenimenti non molto piacevoli, mi sono ritrovato, come dire, un po' solo. E così ho pensato, ehi, perché non cercare moglie?”
Persefone rimase interdetta. La situazione si faceva sempre più surreale, minuto dopo minuto.
“Tu... vorresti sposarmi?” balbettò incredula.

Questa è la storia di Ade e Persefone, ovvero di un matrimonio complicato. Molto complicato.
Genere: Comico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ade, Ercole, Megara, Persefone
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Farewell


 

 

“Non so davvero cosa pensare di questa storia.” confessò Ercole alla moglie dopo essersi meticolosamente tolto di dosso ogni traccia di sangue. Aveva i capelli fradici, che gli scendevano in lunghi boccoli scuri sulla fronte e sul collo.

Megara gli si avvicinò, sollevando la mano destra ad accarezzargli una guancia. “Io fossi in te rinuncerei a cercare di comprendere gli dei.” gli disse dolcemente.

Lui la osservò intensamente, come se volesse imprimersi per bene in mente ogni singolo lineamento del suo volto. “Non voglio lasciarvi.” mormorò abbassando lo sguardo. “Tu e Macaria...siete la cosa più importante della mia vita. Tutto quello che voglio è vivere una vita normale...insieme a voi.”

Meg ridacchiò. “Noi saremo qui ad aspettarti quando tornerai.” lo rassicurò con voce vellutata. “Questa...sembra una cosa davvero seria, e nelle condizioni in cui sono hanno bisogno di te.” aggiunse, mentre lui le posava una mano sul braccio, sottile come un ramo d'ulivo.

Herc sospirò pesantemente. “Lo so. Sembra incredibile ma è così.”

Meg annuì. “Non avrei mai pensato, in tutta la mia vita, che sarebbe arrivato il giorno in cui avrei visto il grande e possente Zeus mendicare alla mia porta.” Fece una smorfia. “E io che pensavo di aver visto tutto, nella vita..!”

Il giovane le strinse i fianchi snelli. “Stai attenta, mentre sarò via.” si raccomandò guardandola negli occhi, quegli occhi viola che amava così tanto.

Lei gli sorrise. “Sta' tranquillo. Il rischio peggiore che correrò sarà che Bacco e gli altri mi ripuliscano la dispensa.” scherzò. “E poi, Phil farà la guardia.”

Questa volta riuscì a strappargli un sorriso. “Almeno Ade sarà con me. Non partirei mai se così non fosse.”

“Goditelo. Sarà uno spasso.” ironizzò Megara, sfiorandogli le labbra con le sue. “Coraggio, la poveretta che si è sposato sembrava ansiosa di partire al più presto...” disse facendo per dirigersi verso l'uscita della camera. Ercole le afferrò con delicatezza un braccio, facendola tornare sui suoi passi, e la baciò di nuovo, stringendola tra le braccia muscolose.

 

***

 

“Non puoi semplicemente spiegare a Zeus dove è questo posto?” chiese Demetra, le mani puntate sui fianchi prosperosi.

Persefone sbuffò. “No, non posso.” rispose laconica, evitando di guardare la madre negli occhi. Sapeva perfettamente cosa significasse essere l'unica in grado di guidarli alla falce di Crono: sarebbe dovuta partire e lasciare le comodità della villa di cui aveva ampiamente goduto durante quei giorni, dopo aver tanto patito. Ma soprattutto, avrebbe dovuto lasciare sua madre un'altra volta.

“Come sarebbe che non puoi? Hai visto il posto, no? Gaia ti ha spiegato come arrivarci, o no?” la incalzò Demetra, mentre Hestia e Hera le osservavano in silenzio. Persefone corrugò la fronte. Nonostante la villa fosse di dimensioni mastodontiche, sembrava impossibile sostenere una conversazione in privato tra quelle mura.

“Gaia mi ha solo detto che si trova al di là del mare, a ovest. E so che è un promontorio. Nient'altro.” spiegò la ragazza per l'ennesima volta, cercando di mantenere un tono calmo e controllato.

Avrebbe mentito a sé stessa se si fosse detta che sua madre era una donna facile da sopportare: le aveva fatto saltare i nervi non meno di una manciata di ore prima..! Sapeva che una parte di lei gioiva alla prospettiva di levarsela un po' dai piedi, e questo la faceva sentire dannatamente in colpa.

Provava una strana sensazione all'idea di partire: da un lato era sgomenta, dall'altro credeva fermamente che, se Gaia l'aveva scelta come sua messaggera, qualcosa voleva dire per forza. Precisamente non sapeva cosa, ma sospettava che si aggirasse attorno al Sei la prescelta e solo tu puoi salvare tutti.

Era pronta ad andare incontro al suo destino.

Peccato che a sua madre la cosa non andasse propriamente a genio.

Demetra non sapeva bene cosa replicare. “Kore, mia dolce Kore...io...ho paura per te.” confessò alla fine in tono rassegnato, come se la cosa non fosse già evidente.

Persefone allungò una mano e la posò sull'avambraccio della madre. “Mamma, non preoccuparti per me. Ci sarà Ercole a proteggermi, e l'hai visto con i Centimani, li ha massacrati in quattro e quattr'otto!” esclamò cercando di rassicurarla. “Non sarà certo peggio del viaggio che abbiamo dovuto affrontare per arrivare a Tebe. Almeno questa volta avremo dei soldi, e cibo, e acqua...”

Demetra annuì, mentre Hera le sfiorava la spalla destra. “Tua figlia ha ragione, cara. Puoi fidarti di Ercole. Lei fa in tutto e per tutto parte della sua famiglia, in fondo...”

“Già, non ci avevo pensato!” fece la fanciulla, gli occhi che le si illuminavano. “Ercole è mio nipote, perché Zeus e Ade sono fratelli. E tu e mamma siete sorelle, quindi io sono pure sua cugina...” Corrugò la fronte. “Wow, non ci avevo mai fatto caso ma...le nostre genealogie sono parecchio incasinate.”

“Ah, la cara vecchia tradizione dell'endogamia.” intervenne Ade, schiarendosi la voce rauca. “Se ci pensi, Seph, questo spiega molte cose.”

Lei si girò nella sua direzione. “Scusa, qualcuno ti ha interpellato?” chiese in tono noncurante, guardandolo appena. “Oh, mi ero quasi dimenticata.” fece poi rigirandosi verso la madre. “Torno subito mamma, vado a salutare Adone!” disse in tono squillante, esaminando la reazione di Ade con la coda dell'occhio.

Lo vide digrignare i denti, e tanto le bastò. Trotterellò in cerca del ragazzo con un sorriso soddisfatto stampato in faccia.

 

***

 

I preparativi per il viaggio durarono tutto il giorno e gran parte della sera. Alla fine, vedendo il sole tramontare, Ercole e Zeus decisero che sarebbe stato più saggio partire la mattina dopo, all'alba. Quella giornata era stata faticosa per tutti, anche per coloro che non avevano combattuto contro i Centimani come Ares o Apollo. Sembrava che un'altra caratteristica della specie umana fosse quella di stancarsi in continuazione, anche senza fare alcunché. O forse erano gli ex-dei ad essere pigri per natura.

Quando gli abitanti della villa si addormentarono, le carcasse dei Centimani abbattuti bruciavano ancora, rischiarando la notte con la luce spettrale emessa dalle fiamme fameliche.

Persefone, accoccolata sotto le coperte, faticò a prendere sonno: la sua mente era divisa tra il ricordo dei mostri fatti a pezzi da Ercole quella mattina e il dolce addio dato ad Adone quella sera. Socchiuse gli occhi, cercando di focalizzarsi sul ricordo più piacevole.

Adone si era fatto pregare prima di concederle un rapido bacio. Il suo primo bacio! Ade sarebbe stato furente se fosse venuto a saperlo, e Adone in effetti aveva espresso più di qualche riserva all'idea di mettere di nuovo le mani su qualcosa che sapeva appartenere ad un altro. La ragazza aveva dovuto rassicurarlo più volte, poi blandirlo, infine supplicarlo...ma aveva ottenuto quello che voleva, infine. E, giurò a sé stessa, qualsiasi cosa sarebbe successa, avrebbe sempre e comunque serbato gelosamente il ricordo di quel fusto da paura che le passava un braccio dietro la schiena e si chinava a baciarla...le sue labbra morbide e calde posate sulla sua bocca appena socchiusa...avrebbe voluto restare tra le sue braccia per l'eternità.

Adone...i loro nomi si assomigliano, per giunta...eppure non potrebbero essere più diversi..., pensò confusamente, la mente che iniziava a cedere alle lusinghe del sonno. Per un istante, appena una frazione di secondo, cercò di immaginarsi come sarebbe stato se invece di ricevere un bacio da Adone, l'avesse ricevuto da...

Rabbrividì, lasciandosi sfuggire un gemito disgustato. Si rigirò nel letto, cercando di scacciare l'immagine di Ade dalla mente. Piuttosto mi butto io stessa nello Stige, si disse augurandosi che quella bruttissima immagine non le provocasse degli incubi. Dopotutto, l'indomani all'alba sarebbe dovuta partire...

“In tutta onestà, speravo che foste già partiti. Non ti avevo detto che stavano arrivando i Centimani e di fuggire il più lontano possibile?!” la rimproverò seccamente Gaia, e la ragazza se la ritrovò di fronte all'improvviso, in tutta la sua enormità.

Persefone deglutì nervosamente. “Non è stata colpa mia, sono gli altri che non mi hanno voluta ascoltare...” si giustificò, guardandosi attorno allibita: l'illusione di trovarsi all'aria aperta in pieno giorno era davvero convincente, e ci sarebbe cascata in pieno se non fosse stata cosciente del fatto che fino a pochi istanti prima si trovava al buio nella propria camera da letto.

Gaia si produsse in un suono molto poco amichevole. “Forse ho sbagliato a fidarmi di te.” disse, e Persefone sbiancò. “No, no, non hai sbagliato! Stasera abbiamo fatto i bagagli e domani partiamo, lo giuro!” si affrettò a precisare, gesticolando animatamente.

“E chi sarebbero, dunque, i tuoi compagni di viaggio?” brontolò la dea dai lunghissimi capelli scuri.

La ragazza tirò un mezzo respiro di sollievo. “Dunque, siamo io, Zeus, Poseidone, Ade, e Ercole che viene a farci da scorta. Ah, e forse viene anche il suo cavallo, non ho capito bene...”

Gaia parve rilassarsi. “Bene. Molto bene. Non siete poi così senza speranza, in fondo.”

Persefone sorrise timidamente. “Dovremo attraversare il mare, vero? A ovest? Questo significa che il posto è nella terra a ovest, nella penisola o nell'isola vicina, giusto?”

“Quante domande!” esclamò la dea, di nuovo infastidita. “Ti basti sapere che è a occidente. I locali lo chiamano Drepanon. Ma vi ci vorrà molto per arrivarci. Quando vi sarete messi in moto, ti darò nuove istruzioni.” tagliò corto, e Persefone avvertì inconsciamente che il tempo a loro disposizione stava già per concludersi.

“Aspetta! Ho un'altra domanda da farti...” esclamò precipitosamente, iniziando a correre nel futile tentativo di avvicinarsi alla dea. “Perché ci stai aiutando, e perché mi hai scelta? Non voglio suonare ingrata, è solo che...”

Gaia si mise a ridere fragorosamente e Persefone cadde bocconi, mentre la terra tremava sotto i suoi piedi. “Piccola impertinente! Farò come mi pare e piace, o devo rendere conto a te delle mie azioni?” replicò Gaia, seguitando a ridere di gusto, mentre il suolo sotto di lei continuava a rollare.

“Scusa! Scusa! Ritiro tutto!” gridò Persefone, cercando di aggrapparsi all'erba per non rotolare via.

Gaia continuò, imperterrita: “Ma guardati! E tu dovresti essere una dea? Alzati, su! Un tempo eri la padrona di ogni cosa che aveva radici nel suolo, dico bene? O ti sei già dimenticata chi sei veramente?”

La ragazza avvertì una pungente sensazione di vergogna nascerle alla base del collo. Si raddrizzò, staccando le mani tremanti dal prato, tentando disperatamente di riprendere l'equilibrio.

Oh oh oh oh!” rideva intanto Gaia. “Piccola Kore, forse un giorno la tua domanda riceverà risposta...sempre che tu sia ancora viva per ascoltarla!”

“Con tutto il rispetto, non è una cosa molto carina da dire!” esclamò Persefone, incapace di trattenersi.

Gaia acquietò la propria ilarità, sorridendo sardonica. “Non mi sono mai fatta tanti scrupoli nella mia lunghissima vita, ragazzina. C'è questa possibilità, cosa credi? Che Urano stia scherzando, con voi? Che sia un gran simpaticone? C'è una ragione per cui i suoi stessi figli si sono rivoltati contro di lui. L'unico motivo per cui non vi ha ancora uccisi è che vuole vedervi umiliati e sconfitti. Ma appena si renderà conto di ciò che avete intenzione di fare...” Non finì la frase, ma il suo tono di voce la diceva lunga.

Persefone abbassò il capo, i lunghi capelli bianchi che le ricadevano in pesanti ciocche sul viso. “Capisco.” si limitò a dire, con voce fioca.

“Per questo è essenziale che partiate al più presto. E che tu sia forte. Lo dico per te, sai.” ripeté la dea seccamente. “E ora, mia cara, il nostro tempo è definitivamente scaduto.” annunciò, sparendo progressivamente dalla sua vista.
 

Quando la ragazza aprì gli occhi, le sembrò di essersi appena addormentata. Il bagliore che entrava dalla finestra della stanza, tuttavia, le suggeriva il contrario. Il suo stomaco si contrasse per il nervosismo.

Rimase lunga distesa nel letto, gli occhi fissi al soffitto, soppesando le parole che Gaia le aveva rivolto nel sonno.

Non aveva realmente considerato l'idea che quel viaggio sarebbe stato pericoloso. Tutta presa com'era dalla convinzione di essere speciale e che tutto dipendesse da lei, non ci aveva proprio fatto caso. Ma Ercole sarebbe stato con lei, giusto? Non avrebbe lasciato che le accadesse niente di male...

Qualcuno bussò alla sua porta. “Signorina? Padron Ercole la aspetta in cortile...” la informò la voce anonima al di là dell'uscio.

Avrebbe voluto che Adone la accompagnasse in quel viaggio, ma sapeva che non sarebbe mai potuto accadere. Improvvisamente, aveva paura. Si alzò lentamente dal letto, scostando le coperte dal proprio corpo, e si sorprese del freddo che percepì tutto intorno a sé.

Era l'alba di un nuovo giorno, un giorno che avrebbe segnato l'inizio di un nuovo capitolo della sua vita. Mentre si preparava ad uscire, si chiese quando e se sarebbe di nuovo riuscita a trovare un po' di pace. Troppe cose erano cambiate nella sua vita ultimamente, e troppo in fretta.

Quando uscì dalla porta principale della villa, si accorse che tutti gli occhi erano puntati su di lei. Sua madre le si avvicinò, avviluppandola in un mantello di lana, stringendole la mano destra tra le proprie. “Fai buon viaggio, cara. E sta' attenta. E copriti, non vorrai ammalarti...”

Le gettò le braccia al collo, mentre gli occhi le si inumidivano e il cuore accelerava i battiti. “Non preoccuparti, mamma. Peggio dell'Oltretomba non può essere...” cercò di sdrammatizzare, ma il tremolio nella sua voce la tradì.

Gli altri ex-dei, i servitori, i genitori adottivi di Ercole con la moglie: tutti le augurarono buon viaggio, e si commosse nel vedere che forse, in fondo, sua madre non era l'unica a volerle bene, a quel mondo.

Si girò in direzione del cancello dorato, ancora tutto storto e ammaccato. Ercole la fissava con sguardo determinato, una mano posata sulla criniera azzurra del suo destriero alato. Zeus, Poseidone e Ade stavano un po' in disparte, tutti e tre, ironicamente, con un'espressione truce in volto e le braccia incrociate sul petto.

“Stiamo tutti aspettando te, Riccioli d'oro.” interloquì Ade con voce stanca, due grosse mezzelune scure sotto gli occhi.

Persefone incrociò le braccia a sua volta, unendosi a loro.

Ercole fece un timido sorriso. “Immagino che sia ora di andare.” disse, e nessuno replicò. Si incamminarono lentamente, accompagnati dai saluti della folla, il sole che sorgeva alle loro spalle.

 









Ciao a tutte! Chiedo scusa per il ritardo. Come potete certo immaginare, sono ricominciati i corsi, e prima ho fatto gli esami. :) Spero che il capitolo vi sia piaciuto. Mi rendo conto che in questi ultimi capitoli lo humor scarseggia...purtroppo quando si arriva alla parte "seria" della trama è faticoso inserirlo senza mandare a quel paese tutta la suspence. :) Spero comunque di non avervi annoiate! 
Un bacione grande e grazie per aver letto. ^^

   
 
Leggi le 11 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Hercules / Vai alla pagina dell'autore: blackmiranda