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Autore: Xiides    28/09/2015    5 recensioni
“non credevo che l’avesse fatto sul serio, fino a che non accadde di nuovo...”
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Bonnie, Freddy, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Furry
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Salve a tutti, sono Xiides e questa è la mia prima storia che scrivo. L’altra volta ero su EFP (che novità) a cercare delle fanfiction sulle mie ship preferite. Non ero mai entrata nel fandom di Five Nights At Freddy’s ma mi sono innamorata brutalmente della Fronnie, ovvero Bonnie x Freddy. Ovviamente non ho trovato nessuna storia riguardante loro due...quindi quale metodo migliore che non crearne una da me? Per tutte le shippatrici come me dell'orsetto e il coniglio viola (omg sono bellissimi), creerò una storia basata sulla versione human dei due, spero che vi piaccia. Gradisco recensioni anche negative così poi saprò come modificare gli errori mentre andrò avanti con essa. BUONA LETTURA <3


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CAPITOLO 1
La prima notte


Sabato sera era sempre pieno di baccano e gente. Avrebbero chiuso il ristorante verso le 22.00 come ogni volta, con qualche sgarro di minuti ogni tanto per via dei flussi di bambini che i genitori dovevano tirare via di peso dalle sedie sotto i lunghi tavoli davanti al palco, allestiti prima da una fila di cappellini festivi a forma di cono e poi da rimasugli di pizza o tovagliette sporche di panna della torta di compleanno portata in sala delle orette prima per festeggiare i compleanni dei vari marmocchi.
La Freddy Fazbear’s Pizza era famosa per l’intrattenimento di piccoli ma anche adulti. L’attrazione principale erano gli animatronics che portavano piatti ai tavoli, ma la maggior parte del tempo stavano sul palco a cantare e suonare.
Come dal nome del ristorante, la mascotte ufficiale era Freddy Fazbear, un ragazzo dalle orecchie da orso, nonché cantante della band che ogni sera si esibiva sul palco. I suoi “colleghi” erano altri due ragazzi, uno mezzo volpe dai capelli rossi e l’altro un coniglio con un taglio medio-lungo viola, da dove uscivano due orecchie lunghe, raccolto in un codino, e una ragazza abbastanza minuta di nome Chica, vestita in modo tale da avere le sembianze di un pulcino, o papera, gialla. Erano loro i protagonisti lì, anche se i bambini avevano preferenze nell’orso che si faceva pubblicità dal cartello messo fuori dal locale con lui in primo piano e gli altri dietro di se.
Il ristorante era formato da una sala enorme al centro dell’edificio dove si mangiava sulle tavolate lunghe e da piccole stanze intorno ad essa, come i bagni, la cucina e gli uffici della guardia e del proprietario abbastanza distanti tra loro e collegati da dei corridoi dalle pareti a scacchi bianchi e neri. Non era un luogo molto illuminato se non artificialmente da luci colorate che dovevano “dare un atmosfera da festa” e non c’erano nemmeno molte finestre se non verso l’ingresso affianco alla porta per entrare in quel meraviglioso mondo “dove la fantasia e il divertimento prendono vita”, come scritto sul deplian pubblicitario.
La domenica era chiuso e, per pulire, il sabato sera si chiudeva prima lasciando ai bambini souvenir di pupazzi a forma dei loro amici robotici che li avevano fatti divertire mentre mangiavano quella pizza deliziosa. Per fortuna verso mezzanotte non c’era più nessuno e le luci si erano tutte spente lasciando la piena oscurità.
“Ok ragazzi io sul serio sono stanco morto...” disse Bonnie muovendosi tutto di un tratto e passandosi una mano in mezzo alle due orecchie che ora gli si erano quasi addormentate in testa a furia di tenerle dritte per tutte quelle ore. Si controlla i vestiti lasciando andare la chitarra pesantissima che si adagia con un fracasso sul palco e spalanca gli occhi notando che era tutto sporco di sugo sulla camicia rosa “Sul serio!?” sbotta continuando a fissare le macchie rosse di pizza che i bambini gli avevano lasciato quando erano saliti sul palco per salutarlo. “Aye, non dire nemmeno una parola te! Non ti hanno nascosto la benda almeno!” il ragazzo volpe stava girando disperatamente in salone controllando sotto ogni sedia o tavolo. I suoi accessori da pirata erano facilmente rimuovibili e quindi i piccoli lo torturavano indossandoli loro e poi lasciandoli da qualche parte in giro per il ristorante. Gli mancava anche uno stivale ma di quello ancora ancora non gli importava. La benda era segno di orgoglio per lui. La ragazza bionda si mette una mano sullo stomaco girandosi verso la cucina con aria sognante sperando vivamente che si fossero dimenticati di chiudere a chiave la porta per scroccare qualche pezzettino almeno di mozzarella che la avrebbe fatta stare meglio. “Chica stai andando in cucina?” chiese Freddy avvicinandosi a lei mentre si metteva a posto il papillon che aveva trovato a terra ai suoi piedi invece che legato al suo collo come doveva essere “Mi cercheresti di là la spilla..?” di solito indossava una spilla a forma di orsetto molto tenero sulla sinistra del gilet proprio alla fine della scollatura dove si allacciava. Ognuno di loro aveva una spilla di quel genere apparte Foxy che a quanto pare doveva essere l’antagonista di turno visto che non era nemmeno mai apparso nelle pubblicità e lo tenevano rinchiuso in una stanza solo per lui con tende e cuscini chiamata “Pirate Cove”. Durante lo show c’erano molte discussioni tra lui e Freddy e i bambini dovevano scegliere da che parte stare. Ovviamente non erano conversazioni vere quelle che facevano sul palco ma anche al di fuori della finzione loro due non si stavano proprio simpatici visto che Foxy non accettava per nulla che “quello stupido orso” come lo chiamava lui, avesse il potere.
Freddy in effetti non incuteva timore al contrario del pirata grande e grosso che aveva l’aria del cattivo. Un boss per lui doveva essere autoritario e non un orsetto da compagnia che i bambini usano per addormentarsi e stringere nella culla o il lettino a castello. “Che ti importa della spilla, aye almeno ora sei meno ridicolo” la volpe si gira verso di lui con la benda ritrovata appesa all’uncino e lo guarda accennandogli un sorrisetto malizioso e stronzo allo stesso momento. L’orso lo guarda male assottigliando i suoi occhi azzurro luminoso mentre si avvicina al generatore e accende le luci di tutto il ristorante spostando la leva verso il basso. All’improvviso il posto diventa molto più confortevole rispetto all’oscurità che regnava prima. Lascia andare tutti a fare quello che dovevano fare come ogni sera mentre lui si siede sul palco lasciandosi dondolare le gambe avanti e indietro. Sposta un ciuffo castano chiaro dall’occhio che era stato coperto e si mette a leggere cautamente gli spartiti che aveva trovato dietro le quinte. “Fred..?” gli appare davanti il ragazzo dai capelli lunghi viola e lo guarda mentre se li lega in una coda con un elastico rosso “Dove hai preso i miei spartiti e perché li stai leggendo..?” Le sue orecchie da orso si drizzano appena lo sente e spalanca gli occhi dai led azzurri nascondendosi i fogli dietro la schiena e guardandolo con un sorriso nervosissimo e quasi in preda da un tic all’occhio “Pff che cosa stai dicendo Bon! Non ho fatto proprio nulla hehe-“. Sapeva che non era per nulla convincente quindi cambia del tutto espressione arrossendo imbarazzato e porgendogli i fogli tutti scarabocchiati in matita con delle parole sotto le note. Il coniglio afferra i fogli delicatamente guardandoli e notando che sotto ai pentagrammi c’erano scritte delle frasi abbozzate in brutta. Possibile che il boss stava scrivendo una nuova canzone con i suoi spartiti..? D’altronde era stato costruito per cantare ed era abbastanza bravo a comporre. “Ti ho sentito suonare un pezzo nuovo l’altra notte e credevo che sarebbe stata una buona occasione per portare delle novità sul palco...” si gratta imbarazzato il collo girando altrove lo sguardo e sentendosi un vuoto sulla testa capisce che gli era stato appena tolto il suo amato cappello. Bonnie si china verso di lui sorridendogli dolcemente con i suoi soliti occhi rosso intenso e fa girare il cappello del ragazzo avanti a se su un dito. “Dovremo passare molto tempo assieme quindi..?”

“Mi sembra una fantastica idea...”

 




NOTA DELL’AUTRICE
È un po’ corto come inizio ma era una specie di introduzione..*cerca di convincere se stessa e avere autostima*. Mi scuso in anticipo per gli errori di battitura che troverete perchè, abbiate pietà di me(?) devo rileggermi tutta la storia per scovarli tutti. Gradisco qualsiasi tipo di recensione perché i giudizi per me sono molto importanti! Grazie per aver letto e alla prossima! ---Xiides

   
 
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