La notte è scura,
riempie di nero tutto
ciò che circonda
la notte porta
consiglio
così dicono.
Ma chi porta consiglio
alla notte?
Chi riesce a scavare
nelle profondità della sua coscienza?
Quando cala la notte
si spengono i cuori
quando cala la notte
si accende la speranza
perché è di notte che
i sogni
prendono il
sopravvento sulla realtà
ti fustigano dentro
ti fanno entrare
nell’oblio
ti fanno godere
gemere
e urlare
ti fanno male.
Ma li ami
li desideri e vorresti
che non finissero mai
quando poi ti svegli e
volgi lo sguardo verso la notte
e constati che un
disco giallo immobile ti sta fissando
allora capisci che è
tutta una dannata illusione
perché quel disco
giallo che la gente si ostina a chiamare luna
ti guarda beffardo
si prende gioco di te
e ti riporta coi piedi per terra.
Nel labirinto di
quell’oblio
io vidi un lupo.
Solitario.
Assorto.
Triste.
Volgeva il suo sguardo
nell’unico spiraglio d’immenso che la notte dona.
La luna era il suo
conforto.
Ma chi da conforto
alla luna?
Le stelle? Tante piccole
anime che compaiono solo al calar del sole
No. Non le stelle.
In fondo il lupo lo
sa,
tutto ciò in cui ha
creduto si è rivelato un illusione
che lo ha marcito
dentro
lo ha avvilito,
frustrato
amareggiato.
Da quando è nato, il
lupo non ha visto altro se non morte.
Lurida.
Acida.
Violenta. Morte.
Non ha mai veramente
conosciuto l’affetto.
E quando una volta
vide due umani abbracciarsi
si chiese perché la
natura non gli avesse donato l’amore.
Era consapevole di
essere un animale.
Gli animali non amano.
Gli animali non
provano sentimenti che vanno oltre l’istinto di sopravvivenza.
O almeno questo
dicono.
Ma questa lacrima, che
scivola. Dice il contrario. Urla il contrario.
Sparge come polvere la
sua tristezza.
E dimostra che anche
gli animali sanno soffrire.
Anche gli animali
sanno amare.
E anche gli animali
sanno piangere e perdere tutto.
Come lui, come quel
lupo che ha perso la sua battaglia con la vita…
E adesso cosa gli
resta se non una goccia di rugiada da versare ogni notte a mezzanotte?
Cosa gli resta se non
di far compagnia a quella luna che lo continua a fissare?
Quel dannato disco
giallo che si ostina a rimanere lì fermo a sbeffeggiarlo?
Il lupo si chiese come
facciano gli esseri umani a considerarlo romantico.
Però.
Cos’è che il lupo
sentiva guardandola?
Cosa il lupo percepiva
e leggeva dallo sguardo assente della luna?
Cosa lo turbava?
Capì che la luna continuava a fissarlo perché era l’unica cosa
che gli era rimasta.
Si, anche la luna non
aveva più dove aggrapparsi.
Rimase così.
Tutta la notte.
Col muso all’aria ad
assaporare le folate di vento cariche di malinconia.
Ad udire il silenzio.
A morire di vita.
A fare compagnia alla
solitudine.