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Autore: RobertaShaira    29/09/2015    1 recensioni
Piccola one shot nata dopo aver visto lo sneak peek della quinta stagione
SPOILER
in cui Emma, ormai diventata l'Oscuro, è intrappolata in una caverna dietro le sbarre che le vietano di usare i suoi poteri.
Genere: Angst, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Emma Swan
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Chiusa in gabbia da ormai troppo tempo, era sé stessa ma non lo era più. L’oscurità era entrata in lei ed ora non vedeva altro. I suoi occhi innocenti, il suo cuore puro, tutto di lei era diventato nero come la pece. Nonostante tutto questo, era tremendamente lucida. Ricordava tutto di quello che era stata, di chi aveva amato, un lucido ricordo di sfocate emozioni. 
Iniziava a capire Rumple, adesso. Capiva perché era sempre stato così contaminato dal suo lato malvagio, semplicemente non poteva farne a meno. Il cuore dell’Oscuro contiene il male del mondo, la tenebra nella sua essenza, il male puro e semplice, e porta con sé un potere immenso al quale è impossibile resistere. Al quale, in realtà, l’Oscuro non aveva alcuna voglia di resistere. Ed ora era lei l’Oscuro.
Un rumore sordo la sviò da quei pensieri. Sentì arrivare qualcuno in lontananza. Un uomo si avvicinava con una torcia in una mano e un vassoio in un'altra. Finalmente una distrazione da quella noiosa, orrenda e fastidiosa monotonia. L’uomo attaccò la torcia al muro e introdusse il vassoio nella cella, Emma guardò schifata quella sottospecie di cibo che le aveva portato.. premuroso a volere che si cibasse, eh si, l’avrebbe fatto, non di certo con quella brodaglia però. 
Allungò la mano e gli strappò il cuore in un attimo. Era questo, ormai. Un mostro. Con quella consapevolezza vivida come non mai, stritolò il cuore senza pensarci troppo e l’uomo si accasciò a terra senza vita. 
Ed ecco che tornò la noia. Quella distrazione le era servita a svagare la mente ma ora si ritrovava di nuovo nella situazione di prima.
Da quella cella non riusciva a vedere molto, c’era solo tanta roccia a circondarla. Con le mani sulle sbarre, come a volerle levigare per crearsi una via d’uscita, lo sguardo le cadde sulla fiamma della torcia portata dall’uomo. La fissò per un tempo che le sembrò infinito, si perse in quei colori cangianti che la trascinavano nei meandri della sua mente. 
La stessa fiamma le aleggiava davanti agli occhi, una piccola fiammella proprio quello stesso giorno di qualche anno prima. Era da poco passata la mezzanotte ed Emma fissava quella candelina senza sapere bene cosa desiderare, fino a quando non si lasciò andare con la mente a quello che aveva voluto da tutta la vita e soffiò per spegnere la fiamma. Proprio in quel momento, la vita aveva bussato alla sua porta nelle vesti di un ragazzino simpatico e strampalato che da quel momento in poi le avrebbe ridato speranza, le avrebbe ridato una famiglia, le avrebbe ridato speranza, ma soprattutto le avrebbe dato amore. Quante cose erano cambiate in quei pochi anni. La donna cinica e senza speranze aveva imparato a fare qualcosa che non avrebbe mai creduto possibile fare: credere. Credere nelle persone, nelle emozioni, nell’impossibile, ma soprattutto in sé stessa. Era stata la Salvatrice, aveva in sé magia pura, era il risultato del vero amore, la cosa più potente del mondo. O almeno così aveva creduto, fin quando non era stata invasa da quell’oscurità. Era quella la cosa più potente, ora. 
Stava ancora fissando la fiamma della torcia quando si rese conto di quello che era appena accaduto. Aveva ricordato quelle emozioni, aveva rivissuto quel momento in cui aveva visto Henry per la prima volta, e quella patina che in tutto quel tempo aveva avvolto le sue emozioni si era un po’ scalfita. Da dietro le sbarre soffiò magicamente sulla torcia, che si spense. A bassa voce, come per non farsi sentire dall’oscurità che le aveva invaso il cuore, un “Buon compleanno Emma” le sfiorò le labbra. Una lacrima le accarezzò il viso e rimase a fissare la torcia spenta, specchio di quello che era rimasto di lei. La sua fiamma non esisteva più, il suo cuore si era tramutato in cenere. 
In quella gabbia che ormai era la sua casa risuonarono delle parole che sembravano venire dall’oscurità che le aveva invaso il cuore..
“Addio, Emma.”
   
 
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