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Autore: Anna2    29/09/2015    2 recensioni
Non avrei mai immaginato tutto questo.
Non avrei mai pensato tutto questo.
E, sono sicura sia solo un sogno, queste cose non esistono.
Non esiste che un mostro di non-so-quanti-metri ti rincorra presso delle collinette vicino a una delle spiagge di Long Island, per di più con una ragazzina alta quanto un puffo a tuo fianco.
Il petto mi faceva male, e il cuore batteva così forte che credevo che stesse per scappare dalla cassa toracica, e giuro su tutto quello che c’è di bello nel mondo che i polmoni bruciavano tantissimo – come cazzo ci sono finita, fra parentesi?
Ah, sì, giusto.
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Gli Dèi, Nuova generazione di Semidei
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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-Chapter Seven.
«Mamma Oca racconta
come è morto
»
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{nicholas jäger; P.O.V.
 

Li ho convocati tutti nel mio meraviglioso ufficio nella Casa Grande.
«Benvenuti nel mio mondo!» esclamo allargando le braccia, mostrando ciò che c’è attorno a me.
Questa è la mia tana. E’ praticamente il posto migliore di tutto il campo... per me. Qui organizzo le tabelle di marcia da fare nella settimana, che sistemo sempre sulla scrivania.
Mi sono ricordato solo ora che venerdì i figli di Ares hanno fatto schifo a correre – devo appuntarmi di assegnare loro tre ore di corsa in più. Qui è anche il posto in cui bevo le mie bevande gassate preferite. Infatti c’è un po’ di disordine per colpa delle lattine di vario genere qua e là. Per non parlare delle action figures dei personaggi di Five Nights at Freddy’s – un gioco abbastanza famoso di qualche anno fà, sparse sulle mensole a decorare tutto.
Sulle pareti invece ci sono: coccarde, premi, medaglie. E un’enorme dedica in mezzo alla parete dietro di me che abbellisce l’intero ufficio con su scritto: “Al migliore – non che unico – allenatore del Campo Mezzo—Sangue!” by Chirone.
E poi beh qualche selfie attaccati alle pareti fatti con papà, Persefone, Nico e Hazel nell’Ade. Che bella famiglia che siamo.
«Nicholas...» incalza quell’idiota di Christian distraendomi dall’ammirare la mia tana «Che cazzo vuoi?»
«Bella domanda Mr muscolo dei miei anfibi» dico io accarezzando il mio Black Cute Cake che ho sulle gambe.
«La morte di quella povera ragazzina mi ha fatto riaffiorare brutti ricordi... quindi ragazzi oggi vi racconterò la storia di come sono morto».
Chris e Flame iniziano a gemere di frustrazione alla notizia. Anna, Lou, Emily e quella cosa che dovrebbe essere mia sorella, si fanno arrivare la mascella fin sotto il pavimento dalla sorpresa.
«Wo wo! Frena, cosa?» esclama Louis atterrito.
«Come...? Cosa? Perché? Quando?» biascica invece Anna.
«Eri... morto?!» dice atterrita la mia sorellastra.
Christian e Flame invece roteano gli occhi «Nich, ci avrai raccontato questa storia più di nove volte da quando sei risorto!» interviene Flame incrociando le braccia.
Cerco di calmarmi, non voglio fare spargimenti di sangue rovinando il parquet. Perché quello è mogano. Anche se l’unica cosa che ci divide è la scrivania.
«La mia ninfa – Larch – mi ha detto che per sentirmi meglio con me stesso devo assolutamente raccontare la mia storia!»
«Ma non ogni volta!» esclamano ancora all’unisono.
«STATE ZITTI ALTRIMENTI VI SPEDISCO A LAVARE I PIATTI DA MIO PADRE MISERI IDIOTI!» rispondo – molto gentilmente.
I due tacciono leggermente spaventati, e sorrido soddisfatto.
«Ma... cioè... signore lei è un fantasma?» chiede Emily timidamente. Le vedo già i lacrimoni agli occhi, oh no ora piange.
«No cara, non sono un fantasma. Sono reale». Dico. Lei fa un respiro profondo cercando di reprimere le lacrime.
Mi fa così pena.
Louis, Anna e la mia sorellastra iniziano a scambiarsi sguardi preoccupati, sono seduti tutti quanti sul il mio divano/letto – perché sì, anche io mi riposo –. Emily si porta le ginocchia al petto, iniziando a piagnucolare. Con disagio le sorrido – ma più lo faccio più sembra che voglia piangere, lascio perdere. Fisso i due cretini che con noia aspettano che io inizi a parlare.
«Allora, occorrono spiegazioni. Iniziamo dal principio: sono nato a Berlino in Germania nel 1920. Mia madre si chiamava Erika Jäger, era un’archeologa, quindi viaggiava molto per il mondo. Se ricordo bene aveva la pelle bianca quasi quanto quella di Anna Soter, solo con un colorito più vivo—»
«Ehi! Questo è razzismo all’incontrario!» si lamenta lei incrociando le braccia, mentre gli altri sghignazzano – risollevando il morale di tutti.
La ignoro mio malgrado «Dicevo. Aveva anche il mio stesso colore di capelli e occhi, la sua corporatura non la ricordo, ma era molto atletica».
Chris e Flame ridacchiano – probabilmente si sono appena ricordati le leggere sessioni di allenamento.
«Quando ha conosciuto papà, era in Sicilia, Italia. Lei con la sua squadra di esplorazione si trovarono in un tempio dedicato ad Ade. Lei ha sempre trovato Ade un dio tanto misterioso, quanto affascinante. Gli fece un offerta, dandogli in sacrificio della carne di capra che avrebbe dovuto mangiare per pranzo. Ade affascinato dalla bellezza di mamma, decise di manifestarsi a lei. S’innamorarono all’istante, e Ade cominciò a corteggiarla, e quando tornò in Germania... ehm come dirlo in modo carino per voi? Siete minorenni dopo tutto...
Beh si “accoppiarono” e poi ovviamente sono sbucato fuori io. Fantastico no? Comunque, ovviamente essendo il più simpatico, e anche quello che non vuole distruggere l’intera umanità, Ade mi adora. Ma per lui ero anche pericoloso. Convinse mia madre a trasferirci in America, nei dintorni di New York. Il mio pro zio Jared ci diede il permesso di usare la sua villa immersa nel nulla. Lì ci lavoravano alcune persone, ricordo ancora il nome: il cuoco Emanuel, Roselyn la cameriera, Antony il maggiordomo e Martin il giardiniere. Erano una bella squadra, già. Ma tanto ora sono morti.
Comunque, mia madre era una grande patita di educazione fisica! Ah mi faceva fare certe cose all’età di sette anni. Ve ne illustro alcune: Alle 6 dovevo essere fuori casa, anche se pioveva o nevicava, per la corsa mattutina più le 50 flessioni, poi colazione vegan e salutare cucinata dal nostro cuoco. Dalle 8 alle 11 mia madre mi faceva da insegnante e tra una materia e l’altra dovevo fare circa 1000 addominali in tutto. In seguito combattimento corpo a corpo, dove lei mi batteva quasi sempre, per poi pranzo che di solito era la carne che cacciavo la sera prima. Dopo pranzo facevo un ora di sollevamento pesi e poi avevo mezz’ora libera dove dormivo o mi facevo una doccia. Dopo di che andavamo del bosco vicino casa con alcuni oggetti che mi dava e dovevo sopravvivere e procurare il pranzo per il giorno dopo che poteva essere cervi, conigli o uccelli vari. Non potevo rincasare finche non catturavo qualcosa, molte volte con il freddo mi sono ritrovato a dormire fuori ma questo mi ha solo fortificato. Per cena se ritornavo a casa o no mangiavo, frutta e/o verdura. Se rincasavo, prima di andare a dormire dovevo fare allenamento con armi bianche, dove potevamo ferirci, infatti ho ancora qualche cicatrice ma, sono minuscole. Ma! Nei week-end mi portava a fare equitazione, nella stalla – ecco il perché della mia fissazione per i pony» dico, per poi accarezzare Black Cute Cake, e guardarlo con orgoglio.
Poi distolgo lo sguardo per vedere la reazione dei ragazzi.
Anna ha la bocca aperta e mi fissa sconcertata – sembra aver sudato al solo pensiero di quelle cose che ho fatto. Gigi ha il volto pieno di preoccupazione. A mia sorella quasi sono usciti gli occhi fuori dalle orbite, Emily ha smesso di piangere per fissarmi anche lei sorpresa con occhioni rossi dalle lacrime. Gli imbecilli invece rimangono sempre sconcertati dai miei vecchi allenamenti. Ora che ci penso potrei metterli in atto anche qui! Sì che idea.
«Continuando... ho avuto un’infanzia bellissima. Ma poi un giorno un satiro ha suonato al portone della villa dicendo: “Ehi salve signora sono qui per portare via suo figlio e darlo in pasto ai mostri, dove si trova?”, si okay forse ho parafrasato troppo, ma in sostanza è ciò che ha detto.
Papà mi raccontò che la mamma lo evocò usando il mio sangue. Mi domando ancora come fece. Comunque mamma riuscì ad evocarlo e a chiedergli perché cazzo non gli avesse detto che prima o poi sarebbe venuto un satiro a prendermi.
Hanno risolto la questione alla fine. E dopo altri venti minuti lei mi ha spiegato la questione, mi ha aiutato a preparare le valige. E quando siamo scesi, abbiamo sorpreso il satiro mentre mangiucchiava il tavolo di legno levigato a mano. Mamma mi ha salutato dicendo che ci saremo rivisti presto».
Sospiro interrompendomi, perché ora arriva il bello.
«Siamo partiti con dei cavalli pronti a raggiungere Long Island. E’ stato un viaggio duro, mi ero persino rotto una gamba, e proprio quando eravamo vicini a raggiungere il campo un mostro ci attaccò. Il satiro – che per carità, nulla di personale eh, ma mi stava abbastanza sulle balle – ha lottato con tutte le “forze” per cercare di farmi raggiungere i confini del campo, ma poi alla fine ha tirato Le cuoia in un modo abbastanza tragicomico. Nemmeno il tempo di avvicinarsi al mostro che è stato schiacciato. Va be’, sorvoliamo.
Naturalmente dopo essersi occupato del satiro che non ce ne importa niente, è passato a me. Un ragazzino cercò di difendermi, ma il mostro quasi lo uccise; a quel punto ho cercato di difenderlo con tutto me stesso utilizzando la spada del ragazzo. Riuscì a sopravvivere.
Poi, tempo dopo, arrivarono i soccorsi, ma io ero già morto. Ah ci tengo a dirti Anna Soter, che il ragazzino era un figlio di Zeus».
Ha il volto leggermente sconvolto, poi tutti spostano lo sguardo verso di lei «Hai salvato un mio fratello?»
Annuisco, poi tutti danno di nuovo l’attenzione e me «Già, anche se non sapevo che lo fosse. Ma di questa cosa ne parliamo dopo.
Col mio gesto eroico papà mi diede la possibilità di rimanere con lui nel suo palazzo. Persefone fece l’isterica dicendo che non mi voleva minacciandomi, ma alla fine gli sono simpatico. Lo so.
I primi cinquanta anni furono noiosi. Anche se poi lì ho incontrato il figlio di Zeus, Derek. Mi ringraziò per averlo salvato.
Insomma non potevo fare chissà che cosa nel palazzo. Era bello e molto, ma dovevo stare sempre nascosto, e rompevo sempre Ade per farmi sapere cosa succedeva qui “fuori”. Dovete sapere che Ermes ci teneva aggiornati andando nell’Ade quasi sempre, quindi dovevo nascondermi molto bene poiché dovevo stare nei campi Elisi e non in giro nell’Ade. Dopo che se ne andava, potevo andare da papà per farmi dire tutto.
Dopo un paio di anni, papà mi chiese: “Figlio, ti piacerebbe risorgere e continuare a vivere?”. Ovviamente risposi di sì. Anche se lui ci rimase un po’ male, voleva che io diventassi il suo braccio destro. Ma mi accontentò.
Quando poi riuscì a risorgere, grazie al enorme e misterioso potere di papà, non mi disse di entrare nel campo Mezzo—Sangue, ma di cercare Lupa e di entrare nel Campo Giove ma, non sapevo il perché».
Detto questo, mostro il tatuaggio che i romani mi fecero: SPQR, senza il simbolo di mio padre, e poi le sette linee sotto.
«Interessante» commenta Lou «Ho notato che qui s’indossano delle collane, invece i romani marchiano la pelle».
«Sì, non sapete che dolore ogni volta», interviene Flame accarezzandosi il braccio dove ha il suo tatuaggio.
«Sì Lou, qui si da’ delle palline di terracotta con sopra un qualcosa di significativo per ricapitolare l’intero anno alla fine di tutto. Sempre se si riesce a sopravvivere.
Comunque, non mi dilungherò molto su cosa ho fatto nel Campo Giove. Non dico che sia brutto, ma vi assicuro che è molto diverso ed estremamente militare. Voi che vi lamentare tanto di me. L’unica parentesi che apro è quella di Octavian. Un mio vecchio amico che ora non c’è più.
Era una specie di oracolo, leggeva il futuro utilizzando degli orsetti squarciati».
I due idioti si mettono a ridere, mentre gli altri rimangono sgomenti.
«Si lo so, può sembrare strano ma è così. Octavian era, diciamoci la verità, abbastanza antipatico a tutti. Ma quando era con me – ci tengo a sottolineare che di solito ci incontravamo in segreto, poi facevamo parte anche della stessa coorte, vederci insieme non era stranissimo – era leggermente più sopportabile. E avevamo un saluto davvero molto carino che facevamo anche davanti gli altri. L’ho insegnato anche a Chris e Flame, avanti chi vuole farlo con me tra voi due?»
Li invito a braccia aperte, i due sbiancano di colpo, tanto che la loro faccia potrebbe somigliare a quella di un fantasma o di Anna Soter, no, lei non si batte, scusate.
Non ne capisco il motivo.
«Oh per Ares! Nich non puoi chiederci una cosa simile!»
«Se lo faccio davanti Anna Stygeros perderò la mia dignità!»
«Ragazzi se uno dei due non si presenta qui faccio come il fiore in cui si era reincarnato quel satiro che è venuto a prendermi: vi butto nel Tartaro!»
I due sanno che lo avrei davvero fatto, così calmano i bollenti spiriti.
«Chris fallo tu ti prego!»
«No! Io non lo faccio. Neanche se ci fosse Ares a chiedermelo!»
Aggrotto la fronte «Ragazzi ora conto—»
Chris si alza rosso in viso «Questa me la paghi Erriquez!» lo avvisa puntandogli il dito contro.
Mi alzo soddisfatto raggiungendo Chris. Ci battiamo il cinque, dopo di che ci diamo un’amichevole schiaffo sulle chiappe. Oh beh io ho fatto forte, come facevamo io e Octy, lui invece ha solo sfiorato.
Ritorna a posto, ancora più rosso di prima, non saprei dire se per la rabbia o per vergogna, poi rivolge un’occhiataccia a Flame che sta sghignazzando sotto i baffi. Non vedo il motivo di tutto ciò.
Mi soffermo sulle facce degli altri: tutti e quattro rossi come peperoni e stralunati. Sopratutto Anna Soter ha assunto un colorito che va anche oltre al rosso.
Sorrido, lasciandoli perdere «Okay, andiamo oltre. Quando fu il mio ultimo giorno al Campo Giove stavo salutando Octavian con il nostro saluto, mi comparve in testa il segno di papà in greco, mi aveva riconosciuto.
A quel punto pensai: “Che sfiga papà! Potevi aspettare fuori!”
Mentre tutti i miei amici romani – compreso Octavian – andarono su tutte le furie. Octavian che prima mi stava dicendo addio mi gridò contro: “A morte il Greco!”
Ero ovviamente pronto a combattere contro tutti ma poi un fulmine mi colpì facendomi scomparire. A quel punto pensai “Wow, eccoci di nuovo! Sono morto”.
E invece di ritrovarmi nell’Ade, mi ritrovai sull’Olimpo. E dinanzi a me c’erano gli dei: altissimi, possenti e con i volti giudicatori. Mi ricordo sopratutto di Zeus, pronto a incenerirmi con la sua folgore.
Per fortuna c’era papà che cercava di far cambiare idea a Zeus, senza scadere nelle suppliche.
C’era anche Athena che continuava a dire: “Ma tu dovresti essere morto!”
Ade si è giustificando dicendo che voleva rendermi immortale e farmi diventare, come dicevo, il suo braccio destro. E che mi ha riconosciuto per sbaglio, certo. Non è stata colpa di Persefone! No!
Zeus però sembrava irremovibile, così papà giocò la sua ultima mossa, senza compromettere la sua dignità.
“Andiamo fratellino! Glielo devi! Ha salvato uno dei tuoi figli!”
Iniziarono a discutere: “Eh ma non conta! Non lo avrebbe salvato se avesse saputo che era mio figlio” e papà: “Non è vero!” e via dicendo.
E’ per questo che poi  è nata questa stupida leggenda che i figli di Ade e di Zeus non vanno d’accordo.
Zeus però alla fine mi diede due opportunità, e cito testuali parole: “O diventi il nuovo allenatore del Campo Mezzo—Sangue o muori”.
Al quel punto non avevo molta scelta, gli risposi: “Guardi, sarei molto tentato di scegliere la seconda opzione. Ma farei un torto a tutti, quindi opterò per la prima”.
Ma dopo Athena fece una specie di sommossa, insomma non mi voleva proprio vivo. E Zeus dopo essersi rotto le divine scatole decise di metterla a voti.
Chi fosse a favore che io diventassi l’istruttore del campo doveva alzare la mano. Chi invece no, poteva stare fermo. E’ come quando le due Anne sono venute per la prima volta qui.
Ad ogni modo, vi illustro chi ha votato e chi no: Zeus, no, ovvio. Era no, è inutile che ve lo dica, lei odia i semidei. Poseidone ha votato sì.  Demetra ha votato sì solo se avessi mangiato i suoi cereali ogni mattina—»
«Ma se li butti i cereali!» mi interrompe mia sorella.
«Seh, ma abbassa la voce! Sono vivo solo per quei cereali. Comunque, Ares ha votato no. Athena continuava a dire: “Tu dovresti essere morto!” quindi no. Apollo sì. Artemide no, perché sono un maschio. Efesto sì. Afrodite ha votato sì, dicendo che sono carino. Ermes sì. Dionisio si è espresso con un: “Ah quindi avrò altri casini al campo? Certo che voto NO!”
E in fine papà ha votato sì. Mi sono salvato, tutto a posto.
Zeus mi ha nominato nuovo istruttore, e probabilmente lo sarò finché non tirerò le cuoia di nuovo.
“Nicholas Jäger ti consacro, bla bla a diventare il nuovo istruttore bla bla. Ora sparisci!”
Sbagliò persino la pronuncia del mio nome, ma va bene.
E mi fece scomparire per davvero, ritrovandomi sopra il tavolo da ping pong nella casa grande, con Dionisio già seduto a suo posto con la Diet-Coke in mano. Chirone invece c’era, e gli venne un attacco di cuore quando mi vide la prima volta. Commisi l’errore nel momento in cui sono sbucato sul tavolo, di lamentarmi con Zeus. Oh beh lamentarmi, ho semplicemente gridato che la mia valigia non era con me e che mi servivano vestiti. E lui dal soffitto mi fece cadere i vestiti addosso e lo spazzolino e poi come ciliegina sulla torta, la valigia vuota sulla testa. E mi ha causato una cicatrice, almeno ora è coperta dai capelli». Dico accarezzandomi la testa dove c’è la cicatrice.
«Comunque durante il primo anno al campo era abbastanza dura. Nessuno voleva prendermi sul serio, poi un giorno li feci svegliare alle cinque di mattina per fare una bella corsa di trenta giri di campo e ho conquistato il rispetto di tutti. Ah la corsa, quanto la amo!
Qui ogni tanto faccio quei tornei, ricordi Chris?»
Lui invece di rispondermi fissa con cattiveria una delle mie action figures.
«Si, grazie per la partecipazione La Rue. Ad ogni modo, io organizzo questi tornei e insomma e chi vince diventa il mio protetto. Fu lì che incontrai Johnathan Broflovski, il mio migliore amico!»
«Oh povero John...» interviene ora Chris.
Lo trucido con lo sguardo «Che intendi dire?»
Fa un mezzo sorriso rilassandosi sul divano a braccia incrociate «Niente capo, continua».
Gli tiro un’altra occhiataccia prima di continuare «Insomma è lui che ha vinto per ben sei anni di seguito. Per il momento è il campione indiscusso. E beh in tutto questo tempo ci siamo avvicinati molto. E poi non è carino? Andiamo!
Ma purtroppo l’anno in cui diventai amico di John... morì anche Octavian», i due cretini emettono un verso stanco mentre alzano gli occhi al soffitto, mentre nella stanza cade il buio.
«All’epoca ci fu una guerra contro Madre Terra: Gea. Io non partecipai, per carità, già aiutai i romani a disintegrare il trono di Crono a fianco di Jason Grace anni or sono. Octavian comunque morì proprio durante questa guerra. Ammetto che ci rimasi male, e al suo funerale buttai una rosa nera sulla sua tomba... mentre tutti ridevano».
E in quel momento ritorna la luce.
«Come ridevano?» chiede Louis.
«Ve l’ho detto. Octavian non piaceva a molti. Quindi al suo funerale tutti ridevano. Tranne me che stavo tipo piangendo, ma fa niente».
«Ma lui voleva ucciderti!» interviene Anna Soter «Come potevi stare male?»
«Abbiamo risolto poi nell’Ade. Ci incontriamo spesso, facciamo lunghe chiacchierate sul senso della vita. E poi mi ha sempre detto che sono l’unico greco che non truciderebbe e torturerebbe, mi ha chiesto scusa».
Annuisce, ma sembra ancora più confusa di prima.
«Ritornando a Johnathan», cambio argomento sorridendo a tutti «è sorprendente il fatto che sia così forte a differenza dei figli di Ares che, fatemelo dire, sono dei pigri che non si applicano», ovviamente lo faccio apposta a dare tutte quelle frecciatine a Christian, ma l’unica soddisfazione che mi dà è una semplice smorfia.
Sospiro «E’ il migliore in poche parole. E credo proprio che quando compirà la maggiore età chiederò all’Olimpo di farlo diventare il mio aiutante! Ah, personcina che mi ritrovo come sorella devi sapere, che a volte John, almeno una volta al mese, o settimana dipende, dorme nella nostra cabina».
Tutti avvampano, mia sorella boccheggia leggermente «Ma... no cioè, non voglio saperlo. Andrò a dormire nella Cabina 1, Anna preparami un letto!»
Roteo gli occhi, non capendo la sue preoccupazioni.
«E inoltre—»
«Basta!» mi interrompe Flame alzandosi dal divano «Mi stai facendo venire il mal di testa con le tue chiacchiere. Vado dai figli di Apollo!» e fa per andarsene.
«Aspetta! Ma ne abbiamo una qui!» gli fa notare Lou indicando Emily, che è in preda al panico.
«Fa niente!» sbotta per poi uscire.
Dire che gliela farò pagare è poco. Ma arriverà il momento.
«Bene! Avevo finito ma lui non sa aspettare! Ad ogni modo, ci sono domande?»
Anna, mia sorella e Lou alzano la mano. Vorrei ignorarli ma, ho voglia di sentire ciò che dicono.
«Louis! Illuminami!»
«Ma sai suonare qualche strumento?» mentre me lo chiede, inclina la testa.
Lo guardo con perplessità «Ehm, la mamma mi faceva fare delle lezioni di violino dopo equitazione nel week-end. Ma perché?»
«Niente, curiosità. E poi trovo interessante il fatto che tutti e tre suonate degli strumenti».
«Wow, rallenta! Come sai che io e Flame sappiamo suonare degli strumenti?» interviene Christian guardandolo con occhi sgranati.
«Prima che il signor Nicholas iniziasse a parlare della sua storia – e a volte anche durante – mimavi di suonare una chitarra. Flame invece teneva il tempo picchiettando la mano sulla scrivania di Nicholas, ho pensato che sapesse suonare la batteria».
Chris si ritira con la sua solita faccia da: “Perché esisto?” e si guarda in giro.
«Credevo fosse un tic nervoso» dice Anna Soter sporgendosi per guardare stupita Christian, sembra... affascinata? Nah è una mia impressione.
«Sorella, vuoi dire qualcosa anche tu?» mi intrometto cambiando argomento.
«Sì... così tu e Johnathan siete migliori amici?»
«Già. Figurati che a volte m’invita a casa sua».
Dire casa è una bestemmia, è più grande dell’intero Olimpo. Ma lasciamo perdere.
«E che fai a casa di Johnathan?» chiede ancora, con aria da finta innocente.
Chris ridacchia, ma io lo lapido subito con lo sguardo.
Sorrido impertinente «E tu cosa hai intenzione di fare nella cabina di Anna Soter?»
Le due arrossiscono, e gli altri tre aggrottano la fronte.
«Cosa intendi?» chiedono all’unisono.
Sorrido ancora accarezzando Black Cute Cake, «Oh, lo sapete», le accuso non sapendo nemmeno io ciò che dico.
Le due restano in silenzio ma con una smorfia sul viso guardandosi un attimo in faccia, poi ricordo che anche Anna Soter voleva farmi una domanda.
«Comunque, figlia di Zeus, volevi chiedermi qualcosa?»
«Sì. In tutti quegli anni in cui sei rimasto nell’Ade hai incontrato tua madre?» chiede con tono abbastanza strano, come se stesse facendo di tutto per mantenere calma.
Almeno ha fatto una domanda intelligente.
«Sì. Ho rincontrato la mamma prima che andasse nei campi Elisi. Ha condotto una vita tranquilla. E ha detto che era fiera di me». Dico contento. Esamino un po’ tutti, sembrano stanchi e annoiati.
Sospiro per poi appoggiare il mio pony sulla scrivania, e mi alzo allargando le braccia «Ora! mocciosi, levatevi dalle palle»
Il gruppetto di ragazzi esclamano un: “Hallelujah”. Li ignoro, ma poi ad un tratto mi ricordo il vero motivo per il quale li ho convocati qui.
Che dire, ops.
«Wo wo, ragazzi fermi!» esclamo. Christian è già sulla soglia della porta. Tutti si impietriscono. Si girano con sguardi assassini. Sorrido di rimando «Mi sono dimenticato di raccontarvi una piccolissima cosa».
Tutti sbraitano, ma la voce di Mr Muscolo è quella che sovrasta le altre.
«Poi ci lasci in pace?» chiede lui ringhiando con i denti.
«Certo, se non ti metto in punizione prima» dico facendo spallucce. Il suo sguardo sicuro cade, e poi insieme a gli altri si siede di nuovo sul divano.
«Mi sono ricordato che il motivo principale per il quale vi ho fatti venire qui non era solo raccontarvi della mia vita. Ma anche di un sogno che ho fatto pochi giorni fa».
Il viso di tutti si fa preoccupato, ad eccezion fatta per Chris, che continua a fare il mimo dei poveri e strimpellare una chitarra che non c’è. 
«C’entra con il sogno che ho fatto io?» chiede mia sorella. Annuisco guardandola serio.
«Sì, è grave ragazzi, molto grave» continuo agitando la testa.
«Se è così grave perché non ce ne hai parlato prima?» interviene Lou incrociando le gambe.
Che domanda intelligente, mi piace sempre meno questo ragazzo.
«Beh, la mia magnificenza mi ha pervaso nel raccontarvi questo avvenimento».
«Si chiama egocentrismo» s’intromette Chris.
«Almeno io posso permettermelo» lo stuzzico, lui si limita fissare il soffitto, per poi battere nervosamente il piede sul mio parquet.
«Nich, vuoi illuminarci o no?» dice Anna Soter, anche lei che picchietta la gamba in un modo nervoso.
Le sorrido «Ma certo, allora: nel sogno io mi sono ritrovato in una stanza buia, dove vi era la dea della notte Nyx. Accanto a lei c’era anche un uomo, che giurerei di averlo visto da qualche parte, ma a chi importa. Per come si parlavano tra di loro, era lui l’idiota della situazione. Poi è entrata quella che Octavian aveva visto, la madre di Apollo e Artemide, Leto. L’ho riconosciuta perché l’avevo già vista da qualche parte in passato. Era però abbastanza irriconoscibile, strana: i capelli biondi sembravano bianchi, la sua pelle era colore avorio. Non di certo uno spettacolo per gli occhi, ma va be. Si erano messi a parlare di come conquistare l’Olimpo. Vi giuro ragazzi, i loro discorsi non avevano senso, ma al tempo stesso erano inquietanti, e poi insomma vederli lì grandi – ma che dico? Enormi, incutevano abbastanza timore persino a me. Sembravano pieni di rancore e odio, e erano decisi a scaraventare via l’Olimpo.
Poi beh Nyx probabilmente avvertendo la mia presenza, ha iniziato a sbraitare dicendo cose come: “I Mezzosangue impiccioni non mi sono mai piaciuti”, e si era avvicinata a me. Preso dal panico – ho usato il viaggio nell’ombra».
Mi fermo per contemplare le facce dei presenti, sembrano sconvolti.
«Hai usato il viaggio nell’ombra in sogno? Si può?» chiede mia sorella.
La fisso con espressione sarcastica «Ma va? Non lo sapevi? Mh, ops».
Lei sospira profondamente, i presenti si guardano in giro.
«Insomma è tutto vero? Stanno cercando di rovesciare l’Olimpo?» la voce di Anna Soter mi arriva abbastanza nervosa.
Abbasso gli occhi «Purtroppo credo di sì» mi limito a dire.
«Signor Nich, poi cos’è accaduto?» chiede Emily.
«Io… sono capitato in un Burger King, ringrazio Tyche per questo, avevo fame, ma sono le sette? No perché anche ora non scherzo in fatto di appetito»
«Nich!» mi rimproverano un po’ tutti «Ora possiamo andare?» chiede poi Chris con tono annoiato.
Ma pensa te, io dico che ci sono persone che vogliono distruggere l’Olimpo e lui vuole andarsene. Bah.
«No, perché il Burger King in cui sono capitato era vicino all’Empire State Building – mi sono chiesto se gli dei avrebbero gradito della coca cola, e quindi ci sono andato. Non mi hanno aperto, avrei voluto pure raccontare a loro il mio sogno, ma non mi hanno dato il tempo. Si erano come barricati lì dentro, sentivo Afrodite gridare di voler riavere il suo shampoo al miele e fragole. Anche se Zeus si è fatto vivo solo per gridarmi di andarmene via. Allora li ho mandati al Tartaro e ho bevuto io la coca cola. Durante la mia breve passeggiata quel buon vecchio e simpatico—»
Come un calcio nell’utero mentre hai il ciclo se fossi femmina .
«Ares, che mi ha raggiunto» concludo lasciando della suspense tra di loro, e guardo il viso di Chris, che non mostra sentimenti quando pronuncio la parola del suo paparino. Dico io ragazzo mio, dovresti dimostrare delle emozioni ogni tanto!
«Quindi?» dice Christian, per poi sbadigliare.
«Ha detto che siamo vicini a una nuova guerra, e che lui vuole che tu assieme ai tuoi fratelli dovete ammazzare tutti. E poi mi ha strappato via la coca cola e se l’ha bevuta lui, vecchio idiota! Ehm...» concludo poi tossendo, sperando che quel cerebroleso di Ares non mi abbia sentito.
«Siamo in pericolo in pratica» dice Anna Soter con nervosismo nella voce.
Cala il silenzio nella mia stanza, non voglio pensare negativo, anche per alcuni potrebbe risultare strano per un figlio di Ade.
«Non dovete preoccuparvi però, gli dei sapranno cosa fare».
Sinceramente? Ne dubito, ma la speranza è l’ultima a morire giusto?  



 
{anna stygeros; P.O.V. }

Come ogni mattina mi sono svegliata presto grazie alle urla di Nich e sono andata a fare colazione con Anna. Come ogni mattina ci siamo fermate a parlare con Lou, Emy e Mirko. Come ogni mattina abbiamo fatto allenamento. Ma questa mattina è stata diversa… mancava Flame Erriquez! Non c’era, non era fuori la cabina 9 a darmi il buongiorno, non era a colazione a offrirmi il solito succo alla mela, non era all’arena a porgermi la spada migliore della giornata. Alcuni giorni stava al Campo Giove ma mi avvisava sempre il giorno prima. Dopo un duro allenamento con Nich decido di andare in cabina a cambiarmi per poi andare a pranzo, quindi mi avvio dall’arena alla Cabina 13.
Forse Flame sta facendo qualcosa di importante ma quando ho chiesto a Leo mi ha risposto che non lo vedeva dalla sera prima e di non preoccuparmi. Sinceramente mi è simpatico, anche se ha dato fuoco ad Anna, ma non l’ha fatto apposta. Poi è così dolce con me, mi ascolta sempre e mi aiuta se sono in difficoltà (non mi ha mai preso in giro per la mia altezza!).
Sono arrivata già fuori la cabina e apro la porta, entro e mi avvio verso le scale ma una voce da fuori la porta mi ferma di scatto «Mi Vida!»  Mi giro e Flame apre la porta sorridendomi «Ehi Flamy» ricambio il sorriso.
«Scusa se non mi sono fatto vedere stamattina ma…» si controlla le tasche ma non trova niente «Sono sicuro di averlo portato» incomincia a arrossire e a toccarsi più o meno ovunque. Ridacchio e metto una mano davanti la bocca; è proprio maldestro. Mi guarda e dice «Scusa, vida ci vediamo tra 10 minuti fuori la mensa, okay?» Senza smettere di ridere gli faccio segno di si e lui corre fuori e chiudo la porta. Chissà cosa ha dimenticato, spero per lui che sia una caramella.

 
o 0 O 0 o
 
Sto aspettando Flame da due minuti fuori la mensa, i ragazzi del campo stanno arrivando piano piano, ma neanche una traccia. «Anna!»  Sento la mia amica Soter venirmi vicino e con aria serena mi chiede «Chi cerchi?» La guardo è le rispondo semplicemente «Flame» e il suo sorriso cade, facendo diventare le sue labbra una linea.
«Ah, perché? Non puoi aspettarlo dentro con me, dai che la carne arrosto finisce» guardo di nuovo avanti a me cercando l’argentino.
«Primo, la carne non finirà mai e due mi sono data appuntamento con lui qui» Sbuffa e mi gira la testa verso di lei con la mano sulla mia guancia
«Ma che ti importa di lui? Dai andiamo dentro insieme, mica mi vuoi lasciare sola» dice facendo il broncio.
«Scusa Anna, se tra cinque minuti non si presenta vengo dentro» le dico ritornando a guardare avanti.
 Se ne va dicendo piano un “Okay ciao” e va verso Chris che è appena arrivato. Cerco con lo sguardo il rossiccio ma niente. Forse dovrei entrare e lasciarlo. Mentre aspetto passano tre minuti e passano Louis con Mirko e Francis con Emily. Stanno arrivando nello stesso momento tutta la cabina di Afrodite e di Atena,  mi giro per entrare  visto che Flame non c’è, ma dopo un paio di passi sento Flame urlare «VIDA!» mi giro e vado verso di lui facendo segno di fermarsi e noto che tutti i mezzosangue che ci sono attorno ci guardano con occhi tra sorpreso e schifo.
«Anna, lo so che ci conosciamo da poco ma, tu sei cosi carina e…» dice tremando e respirando a mala pena.
«Flame cosa dici?» sono confusa, se questo è uno scherzo mi vendicherò amaramente. Poi con poco grazia si mette in ginocchio davanti a me e dalla tasca prende una scatolina piccola «Anna».
Impallidisco, apro la bocca ma metto subito una mano avanti. Ma cosa sta succedendo? La testa mi si riempie di domande, Anna alle mie spalle urla «LEI NON è PRONTA!» proprio mentre Flame apre la scatolina.
«Accetta il mio regalo», nella scatolina di pelle nera c’è un cuscinino porpora con sopra un orecchino, precisamente un dilatatore piccolo a spirale: è tutto nero con fantasia a teschi e stelle bianchi. Faccio un respiro e guardandomi un attimo intorno vedo i figli di Afrodite molto delusi e i figli di Atena sollevati. Ritorno a incrociare gli occhi di Flame e sorrido, lui è visibilmente preoccupato ma prendo l’orecchino in mano e faccio un gran sorriso.
«Grazie Flame, questo orecchino è perfetto!»
«Non è solo un orecchino» dice alzandosi e guardandomi con un sorrisetto, nel frattempo tempo la folla intorno a noi si sta dileguando.
Lo guardo un po’ confusa è chiedo «Come non è un orecchino?»
«Mettilo nella mano destra e passalo alla sinistra, poi capirai» poi dietro di lui appare Leo che gli dice «Flame devi partire, è tutto pronto».
Senza pensare faccio quello che ha detto e l’orecchino si allunga, nelle mie mani si forma un elsa di pelle nera e il pomolo è un teschio di pietra nera con occhi verdi; la guardia è lunga e nera con decorazioni di pietre preziose sui toni del verde mentre la lama è proprio come quella di Nicholas, di ghiaccio dello Stige. Mi trovo molto bene a maneggiarla, è perfetta per me.
Entusiasta dico «Dei, Flame è… Wow, dove l’hai presa?»
«L’ho fatta io per te, vida io devo andare. Ci vediamo».
E i gira per andarsene ma lo fermo per la maglia e mettendomi sulle punte gli do un bacio sulla guancia e gli sussurro un grazie. Leo lo tira via e Anna si avvicina a me. «Molto bella la spada, dopo ci alleniamo insieme?» dice mentre cera di rifirarmi un falso sorriso ma vedo che è gelosa.
Scuoto la testa, guardo la spada e poi le dico «Questa la uso ora!»
«Come ora?» mi chiede Anna ma ormai sono già corsa verso l’arena. La muovo avanti a me urlando «FATEMI PASSARE» mentre un gruppo semidei corrono ovunque per non essere colpiti da me.
Ora il campo saprà quanto posso essere pericolosa con una spada buona!



 
:.:..angolo delle due A..:.:
 
Ta dan! Ecco un nuovo capitolo fresco freso – ma quando mai -. Vi era mancata la storia, vero? Ebbene eccola qui in tutta il suo trash e demenzialità.
Non c’è molto da dire sul capitolo, se no che: Sì Nicholas è un gran figo. Prostratevi o la sua ira sarà tremenda! La smetto con le citazioni giuro.
A proposito di citazioni, questa fanfic sta degenerando sempre più per colpa di tutte queste cose, ma lol!!11!  icsdì.
Va be a parte cose stupide, spero che il capitolo abbia fatto ridere, anche se nei capitoli in avanti non sarà molto “comico”, le cose si faranno leggermente più serie, e questo e altro.
Come di consueto, vi ringrazio tutti e dico tutti per seguire questa follia sia in silenzio, che su instagram.
Ci sentiamo presto se Gigi vuole e ciau <3.

-Anna

 
 
   
 
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