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Autore: Sharon9395    29/09/2015    2 recensioni
La vita tra i Candidi non era male: tranquilla, dedita alla verità, all’onestà e alla giustizia.
Kat teneva sì alla giustizia e alla verità. Ma dentro di se sentiva la spinta verso una vita diversa. Una vita spericolata, una vita degna di essere vissuta.
Il test era stato chiaro. O meglio… inconcludente. Quindi doveva scegliere da sola. Magari tra i Candidi o tra gli Abneganti sarebbe stata al sicuro, la avrebbero aiutata. Ma quella, sapeva in cuor suo, non essere la sua strada.
Voleva sentirsi utile, completa e, soprattutto, libera. E tutto questo poteva trovarlo solo in una fazione: gli Intrepidi.
Afferrò con decisione il coltello, si procurò un piccolo taglio nella parte interna della mano e lasciò cadere il suo sangue sui carboni ardenti. Il suono prodotto, fece serpeggiare lungo la sua schiena un brivido freddo. Kat aveva scelto e, ormai, non poteva più tornare indietro.
“La fazione prima del sangue”.
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Eric, Four/Quattro (Tobias), Tris, Un po' tutti, Zeke
Note: Missing Moments, Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo VIII
 
La luna era ancora alta quando Kat si svegliò. Aprì la finestra del salotto e fece entrare l’aria pungente all’interno dell’appartamento.
In cucina cominciò a preparare la colazione anche per Clarke che si svegliò poco dopo. Si accomodarono al tavolo e mangiarono dei biscotti che aveva portato Daphne e due tazze fumanti di caffè.
Kat quando finì si alzò dal tavolo e andò in camera per cambiarsi: indossò i soliti pantaloni neri con una maglia a manica lunga e gli scarponi.
<< Ciao, ci vediamo a pranzo >> salutò l’amica che stava ancora finendo molto lentamente la sua colazione.
<< Ciao >> rispose questa con la bocca impastata e stropicciandosi gli occhi.
Uscì di casa e l’aria fredda le graffiò il viso con violenza. Rientrò velocemente e afferrò al volo la giacca di pelle indossandola prima di uscire di nuovo.
Kat alzò gli occhi al cielo: era sereno e il sole stava sorgendo spuntando dai tetti dei palazzi ammassati l’uno sull’altro.
S’incamminò verso il Pozzo dove i Capifazione ed altri Intrepidi si dovevano riunire per prepararsi all’arrivo degli iniziati.
Era il giorno della Cerimonia della Scelta, si aspettavano che non più di dieci ragazzi sarebbero riusciti a superare la prima fase della selezione e infatti stavano trasportando nei dormitori dieci letti, dieci paia di lenzuola e dieci cuscini.
 
<< Kat, Lauren andate a prendere dei vestiti nel deposito, metteteli in questi sacchi e portateli nei dormitori >>  ordinò Max appena la vide arrivare.
Lauren aveva diciotto anni come lei, avevano fatto l’iniziazione insieme. Kat la seguì, stavano salendo sulle scale che si arrampicavano sulle pareti del Pozzo collegando diversi locali.
Entrarono in uno degli antri adibito come deposito. Presero dieci abiti da uomo e dieci da donna ficcandoli separatamente nei sacchi. Scesero nuovamente le scale. Nel dormitorio sistemarono i vestiti su un tavolo e una volta finito, tornarono al Pozzo.
Era arrivato anche Eric che stava, stranamente, parlando con Quattro. Entrambi fecero segno alle ragazze di avvicinarsi.
<< Allora, Lauren tu stai qui con Quattro e aspettate che arrivino per segnare i nomi. Tu, invece – disse rivolgendosi a Kat – vai con Sue a controllare gli iniziati sul treno e poi, con lui, fate fare il solito e stupido “giro turistico”. Tutto chiaro? >>
Lei annuì, anche perché se non avesse capito non avrebbe di certo ripetuto. Dopo continuarono con i preparativi: trasportarono una rete gigante sotto l’entrata della fazione per sistemarla.
Qualche ora più tardi Kat e Sue presero il treno e arrivarono al Centro un palazzo nero, il più alto della città, che alle estremità aveva due guglie quasi impossibili da notare se non si alzava la testa per osservarlo meglio. Qui ogni anno si teneva la Cerimonia della Scelta che doveva essere terminata siccome molti dei ragazzi Intrepidi stavano correndo verso il treno seguiti dai trasfazione.
Un ragazzino Erudito dai capelli rossi non riuscì a raggiungerlo e nonostante qualcuno cercasse di aiutarlo, questo restò indietro accasciandosi dalla disperazione sulle proprie ginocchia. Anche un’altra ragazzina vestita di bianco e nero non riusciva ad aggrapparsi al treno così Kat le allungò il braccio; odiava quel momento dell’iniziazione, molti rimanevano indietro: ricordò come anche per lei non fu semplice e che se non fosse stato per Eric, probabilmente in quel momento si sarebbe trovata tra gli Esclusi nella miseria.
A sua volta, la Candida, dopo aver ringraziato Kat, aiutò una ragazzina Abnegante dai capelli biondi a salire.
<< Dove stiamo andando? >> le chiese la Candida.
<< Al quartier generale >> spiegò Kat che si allontanò con Sue per controllare il resto degli iniziati.
La maggior parte erano figli d’Intrepidi, mentre solo 9 erano trasfazione: Eruditi, Candidi e un Abnegante. Nessun Pacifico.
 
Quando furono arrivati, iniziarono a buttarsi fuori dal treno; Kat e Sue furono le prime. Notarono che una ragazza era precipitata schiantandosi sul terreno, mentre un’altra si reggeva precariamente al cornicione ed un amico cercava di aiutarla disperatamente
Lei non poteva farci nulla, quella era prima fase della selezione. Una selezione crudele, ma necessaria. La vita tra gli Intrepidi non era fatta per i deboli di cuore, bisognava avere coraggio e riuscire a salvarsi da soli. Tra l’altro se l’avesse aiutata c’era anche Max che l’avrebbe sicuramente richiamata: loro non dovevano in alcun modo interferire con l’iniziazione; e Kat aveva già interferito abbastanza aiutando la Candida. Quindi voltò lo sguardo dall’altra parte e con Sue si posizionarono accanto al Capofazione.
 
<< Attenzione – li richiamò Max – sono uno dei capi della vostra fazione, mi chiamo Max. Diversi piani più sotto si trova l’entrata per le residenze. Se non avete la forza di buttarvi, questo non è il posto giusto per voi. Chi comincia? >>
Il silenzio imperava nell’aria. Avevano paura. Insomma era un grosso e oscuro buco nel pavimento del palazzo sottostante che era rimasto senza tetto e chissà quanto era profondo.
Gli iniziati sembravano preoccupati. I loro visi avevano cambiato colore.
<< C’è dell’acqua lì sotto? >> domandò una ragazza vestita di blu con l’aria preoccupata.
<< Lo scoprirete >> gli rispose inarcando il sopracciglio.
Continuavano a guardarsi tra loro, sperando che qualcuno avesse il fegato di offrirsi volontario. Poi, dopo un po’, si senti una voce femminile dire << Vado io>>. Era l’Abnegante.
Si avvicinò al ciglio e guardò in basso. Kat aveva rivisto in quel gesto se stessa due anni prima. La convinzione che sarebbe atterrata al sicuro la aveva spinta a proporsi e probabilmente per quella ragazzina fu lo stesso.
<< Entro oggi >> le mise fretta Max.
La ragazza si girò verso il Capofazione che con un gesto della mano la invitò a buttarsi. Si tolse il maglione grigio che aveva in dosso e un ragazzo, un Candido, a giudicare dagli abiti le gridò << Si Rigida togli pure! Anzi, no, rimetti, và >> e cominciò a ridere con i suoi vicini.
Kat lo fulminò con lo sguardo e lui tornò in silenzio.
L’Abnegante guardò di nuovo sotto di se e poi, senza pensarci ancora, si gettò nel vuoto.
Man mano tutti si fecero coraggio e saltarono. L’ultima fu una ragazza impostata, robusta, con capelli neri e corti e la frangetta lunga che le ricadeva sugli occhi, anche lei Candida.
Dopo il Capofazione se ne andò, mentre Sue e Kat si gettarono nel vuoto. Col passare del tempo era diventato perfino divertente buttarsi e librarsi nell’aria. Pensava che volare doveva essere la cosa più vicina alla libertà.
Quando furono giù, Kat accompagnò, insieme a Quattro, i trasfazione a fare il giro della quartier generale.
<< Di solito lavoro al centro di controllo, ma per quest’anno sarò il vostro istruttore insieme a Kat. Io mi chiamo Quattro >> iniziò a spiegare, mentre Kat rimaneva in silenzio, non era brava con le parole e poi l’amico incuteva molta più paura di lei.
<< Uno, due e tre erano già presi? >> chiese con insolenza la Candida.
Quattro fece finta di nulla e continuò la sua spiegazione << Vi porteremo al Pozzo, un posto a cui vi affezionerete con il tempo. E’…>>
<< Il Pozzo? Che nome arguto…>> lo interruppe di nuovo la Candida che strappò un sorriso anche a Kat. Quattro prima guardò torvo l’amica che si giustificò << Infondo non ha torto! >>, poi si avvicinò alla ragazzina e le chiese << Come ti chiami? >>
<< Christina >> rispose con un po’ d’esitazione.
<< Bene, Christina – continuò l’Intrepido – se avessi voluto sopportare l’impertinenza dei Candidi li avrei scelti. Perciò, qui, devi imparare a tenere a freno la lingua >>. Così dicendo cominciò a camminare in testa al gruppo con a fianco Kat alla quale disse << Anche tu devi ancora imparare a tenere a freno la lingua >>.
Continuarono a camminare fin quando non arrivarono di fronte ad un portone che l’Intrepido aprì con entrambe le braccia con fare teatrale.
<< Questo è il Pozzo >> spiegò Kat ammiccando  alla Candida che rispose << Oh, ora capisco >>.
<< E’ una caverna, come potete vedere. Sopra di voi si elevano metri e metri di pareti di roccia irregolari. Lì ci sono antri per le scorte di cibo, abiti, attrezzature e attività ricreative. Ognuno di questi è collegato da stretti canali e gradini scavati nella pietra >> continuò, mentre gli iniziati guardavano in alto con i volti illuminati dallo stupore.
<< Ma non ci sono protezioni >> osservò l’Abnegante.
<< No, infatti. Non ne avrete bisogno >> rispose tranquillamente.
Successivamente li guidarono verso lo Strapiombo.
<< Di qua – disse Kat facendoli spostare verso destra – attenti a dove mettete i piedi perché, beh, questo è lo Strapiombo >> . Davanti ai ragazzi si palesò un grosso burrone e nel silenzio imperante si sentiva lo scorrere del fiume provenire dal profondo burrone. << Questo ci ricorda che c’è una grande differenza tra coraggio ed idiozia – gridò Quattro facendo rimbombare la propria voce sulle pareti - Saltare da qui per gioco è un modo stupido di mettere fine alla vostra vita. E’ già successo e ancora succederà. Siete avvertiti. Ora andiamo in mensa >>. Li portarono dalla parte opposta del Pozzo attraverso un varco aperto nel muro roccioso.
Appena entrarono tutti gli Intrepidi si alzarono dai tavoli e gridando, applaudendo e battendo i piedi diedero il benvenuto ai nuovi iniziati che nel fracasso si accomodarono ai tavoli vuoti. Kat e Quattro raggiunsero il loro solito tavolo dove gli altri stavano aspettando proprio loro.
<< Lunga mattinata, eh? >>  chiese a Clarke.
<< Già >> rispose mentre tagliava l’hamburger nel suo piatto. Kat cominciò a mangiare, poi per fare conversazione, trovava imbarazzante quel silenzio, chiese  << Zeke, sei stato in perlustrazione?>>
<< Si, ma non è successo nulla di interessante. Le cose strane accadono solo quando ci sei tu. >> rispose lui.
Zeke, come Kat, lavorava nei gruppi di controllo degli Esclusi e avevano turni a dir poco stressanti. Spesso si imbattevano in ragazzini che usavano armi trovate per caso o rubate da qualche parte e che minacciavano i più deboli per aver in cambio un pezzo di pane.
Era un lavoro non solo di controllo, ma anche umano. Perché si veniva a contatto con una delle pecche più grandi della città e del sistema delle fazioni: emarginare chi non era adatto a nessuna di queste.
Al loro tavolo si aggiunsero degli iniziati, tra i quali vi erano sia la Candida che l’Abnegante. Quest’ultima si accomodò proprio vicino a Quattro. Stava fissando gli hamburger nel piatto al centro del tavolo con aria curiosa.
<< E’ di carne di manzo. Metti sopra questa: è più buona >> suggerì Quattro passandole la salsa, mentre Kat e Clarke si scambiarono un’occhiata divertita.
<< Che c’è? Non ha mai visto un hamburger ? >> chiese ridendo Christina.
<< No, a vedere l’ho visto. Non l’ ho mai mangiato, però >> rispose.
Poi, intervenì un ragazzo, spiegando che gli Abneganti mangiano solo cibi semplici e privi di grassi. Era stato sicuramente un Erudito.
La candida schernì anche lui dicendo << Quale manuale hai ingoiato? >> e scoppiarono a ridere.
<< Devi essere sicura di te per avere come amica una Candida >> rimandò l’erudita.
<< Perché cos’hanno di male i Candidi? >> intervenne Kat mettendolo, palesemente, in imbarazzo.
<< Beh non hanno peli sulla lingua, non hanno filtri. Noi Eruditi possiamo parlarle, ci basiamo sui fatti >> continuò il ragazzo.
Quattro, infastidito da quei discorsi li rimproverò, allora Tris fece la fatidica domanda << Tu sei un trasfazione come noi? >>
Lui lasciò cadere la forchetta nel piatto e pulendosi il labbro inferiore con un fazzoletto rispose
<< Cosa ti fa pensare che tu possa farmi delle domande? >>
La ragazza per un momento si zittì. Kat, Zeke e Clarke si scambiarono un’ altra occhiata d’intesa.
<< Magari, perché sei così disponibile >> disse lei.
Kat scoppiò a ridere insieme ai suoi amici, Quattro, invece, li guardò torvo e si rimise a mangiare.
<<  Lasciatelo perdere, è stressato – fece Clarke – come vi chiamate? Io sono Clarke, lei è Kat sicuramente la conoscete già, e l’idiota che sta divorando gli hamburger è Zeke >>.
Gli iniziati si presentarono a loro volta: Christina; l’abnegante, Tris; e i due ragazzi erano Al e Will.
All’improvviso si aprirono le porte e piombò il silenzio in tutta la mensa.
<< E dai! E’ solo Eric! – gridò Kat – Mi hanno sentita tutti, vero? >> fece rivolta a Zeke che le era accanto e che annuì con sguardo preoccupato.
Il Capofazione si diresse verso di loro e si sedette accanto a Quattro << Ciao. Si ti hanno sentita tutti >> disse.
Kat continuava a mangiare tranquillamente come se nulla fosse e quando finì il boccone rispose
<< Ciao, Eric. Come mai qui? I tuoi amici sono proprio all’altro tavolo >>. Avevano ricominciato a scambiarsi frecciatine, nonostante le sere precedenti. Si sedette tra Kat e Quattro e chiese cambiando argomento << Oh, ma appena ti ho vista dovevo venire a salutarti di persona. Perché non mi presentate i nuovi arrivati? >>.
Quattro, dopo avergli presentato i ragazzi, chiese << Non hai risposto alla domanda di Kat: perché sei qui? >>
<< Max ha detto che ti sta cercando per parlarti, ma tu non ti fai trovare mai >> rispose Eric curioso di sapere se i suoi sospetti fossero fondati: gli avevano offerto di nuovo un posto da Capofazione e lui sembrava continuare a rifiutare.
Quattro spostò lo sguardo sul piatto e poi guardando dritto negli occhi dell’altro ragazzo disse <>.
Eric sembrava stupito, nessuno rinunciava ad un incarico come quello per l’ennesima volta, o meglio nessuno vi aveva mai rinunciato.
<< Quindi mi vuoi far credere che non ti interessa? >> chiese con sarcasmo. Kat guardava nervosamente verso l’amico. Non riusciva nemmeno lei a capire pienamente perché si ostinasse a rifiutare l’incarico più ambito.
<< E’ da due anni che non mi interessa >> rispose senza batter ciglio.
Eric non sembrava soddisfatto della risposta, ma lasciò perdere e disse << Bene, speriamo lo capisca anche lui >>.
Guardò per un’ultima volta Kat che ricambiò e si allontanò.
Continuarono a chiacchierare finché, vedendo arrivare il Capofazione Max, presero a sbattere i bicchieri sui tavoli.
<< Iniziati- cominciò Max – in piedi. Avete scelto di unirvi alla fazione dei guerrieri a cui è affidata la difesa della città e dei suoi abitanti. Noi crediamo negli atti di coraggio ordinario. Nel coraggio che spinge una persona in difesa di un’altra. rispettate questo credo. Rendeteci fieri >>.
Così dicendo sparì con al seguito altri Intrepidi che erano arrivati con lui e il brusio delle voci che si affollavano le une sulle altre riprese.
Kat e Clarke, dopo aver finito la propria cena, salutarono i ragazzi e uscirono dalla mensa.
<< Io devo andare un attimo da… - esitò Kat prima di continuare – da Eric >>.
<< A fare? >> chiese curiosa l’amica.
Si passò la mano fra i capelli abbassando lievemente lo sguardo e disse << Non so. Me lo dirà, immagino >>. L’amica annuì senza chiedere ulteriori spiegazioni e se ne andò, mentre l’altra scrutando nella folla di gente, iniziò a farsi strada per trovare il Capofazione.
<< Ciao, Kat! >> la salutò Sue mentre le passava accanto << Eric ti stava cercando >>.
<< Davvero? E ora dov’è? >> chiese con fretta.
<< Lì – la ragazza indicava un gruppo di Intrepidi poco più avanti di lei – lo vedi? >>
Kat guardò nella direzione indicata dalla mano e allontanandosi la ringraziò. Era con i suoi antipatici “amici” e questo le metteva ansia: li detestava uno per uno, non avrebbe voluto averci a che fare; li considerava come la peste nera da evitare assolutamente se non si voleva essere contagiati.
Si avvicinò con il cuore a mille (quella era la reazione che le provocavano gli spiacevoli incontri) e lo chiamò quasi sussurrando << Eric >>. Lui non l’aveva sentita ne avvicinarsi ne parlare, perciò continuava discutere, ma Luc, invece, l’aveva notata e disse << Ehi, che piacevole sorpresa >>. Kat sentì l’imbarazzo che stava per palesarsi sul suo volto con il solito rossore che pervadeva le guance. Fece un respiro e poi rispose, mentre quello continuava a fissarla e gli altri si erano girati essendosi accorti della presenza della ragazza, e rispose << Taci. Non sono qui per te. Eric, che c’è? >>. Il Capofazione le afferrò il braccio e la allontanò dal gruppo.
<< Devi venire con me dai trasfazione >> disse.
<< Perché? >> chiese, non aveva molta voglia di restare da sola con lui ancora una volta.
<< Devo dare delle informazioni e li dobbiamo accompagnare ai dormitori >>.
<< E io a cosa servo? >> chiese con impertinenza.
<< E’ un ordine, non ti ho chiesto il permesso. Spieghi tu il resto delle cose, io non ho voglia di parlarci >> rispose in modo arrogante.
Kat si rassegnò, se era un ordine, non poteva farci più di tanto a meno che non volesse trovarsi nei guai.
Al centro del Pozzo si radunarono gli iniziati e li guidarono lungo i corridoi finché non arrivarono davanti alla porta d’ingresso dei dormitori. Si fermarono lì ed Eric cominciò a parlare con il classico tono di superiorità arricchito dalle solite arroganza e freddezza che intimorivano i suoi interlocutori   << Per chi non lo sa io sono Eric, uno dei cinque capifazione; lei, la conoscete già. Qui prendiamo  l’iniziazione molto seriamente, perciò mi sono offerto volontario come sovrintendete della maggior parte del vostro lavoro. Ora, Kat vi spiegherà il resto >>.
Kat fece un passo avanti, lei non aveva bisogno di incutere timore negli altri per farsi rispettare, era già simpatica alla maggior parte degli iniziati, per questo Eric le aveva chiesto di andare con lui, o almeno questa era la spiegazione apparente.
<< Ogni mattina dovrete farvi trovare pronti alle otto nei locali per gli allenamenti che dureranno fino alle sei di sera. Avrete una pausa pranzo e da dopo le sei potrete fare quello che vi pare. Potete uscire dai dormitori solo con un membro effettivo degli Intrepidi >> aveva appena terminato ed Eric continuò << Troverete dieci letti, ci aspettavamo che foste di più, ma, invece siete nove >>. Quella precisazione era necessaria affinché capissero che facevano sul serio e che non erano ammessi errori.
<< Ma eravamo dodici >> fece notare Christina.
<< C’è sempre qualcuno che non riesce ad arrivare qua - rispose inarcando il sopracciglio come se dovesse essere una cosa ovvia – domani mattina riceverete le altre direttive. Ora, potete andare >>.
Aveva deciso di mantenere la grande sorpresa per il giorno dopo. Nessuno ne sapeva niente eccetto lui e gli altri capifazione.
Gli iniziati entrarono nel dormitorio, mentre Kat ed Eric si allontanarono tornando al Pozzo. Stavano attraversando a ritroso i corridoi bui illuminati da qualche luce blu quando la ragazza chiese << Quali altre informazioni devi dare? E perché domani e non oggi? >>
<< Lo scoprirai >> rispose maliziosamente.
Non domandò altro, non le avrebbe risposto comunque e continuarono a camminare silenziosamente. Arrivarono al Pozzo dove gli amici di Eric erano ancora lì ad aspettare che ritornasse. Kat non aveva la minima intenzione di avvicinarsi nuovamente a quel gruppo così salutò Eric e si allontanò dirigendosi verso casa.
Il buio imperava nella notte e il cielo era coperto da grandi nuvolosi grigi. L’aria era umida e profumava di pioggia, infatti delle goccioline cominciarono a cadere e a bagnare Kat.
Quando arrivò a casa era bagnata fradicia, la lieve pioggia si era trasformata in un temporale. Trovò Clarke ancora sveglia sul divano che gustava una cioccolata calda.
<< Ciao >> la salutò Kat, mentre andava in camera sua ad indossare quello che lei chiamava pigiama, ma che in realtà era solo l’ennesima tuta nera con la solita felpa oversize.
Tornò in salotto e si accomodò sulla sua poltrona. Stava per cominciare a leggere quando Clarke le chiese << Cosa hai fatto? >>
Kat distolse lo sguardo dalle pagine e rispose << Abbiamo portato i trasfazione nel dormitorio >>. L’amica sembrava insoddisfatta, le sembrava che Kat fosse cambiata, che avesse comportamenti insoliti: spariva in continuazione con Eric.
<< Passi molto tempo con lui ultimamente. E’ solo per il fatto dell’iniziazione e della Squadra Speciale o c’è qualcosa che io non so? >> chiese nuovamente Clarke.
<< No, niente, lavoriamo insieme, non posso ignorarlo >> rispose.
<< Non mi convinci >> continuò insistendo. Clarke era brava a far parlare Kat, bastava assillarla tanto da farle desiderare di far finire la discussione che confessava tutto come un bambino colto durante una marachella.
<< Cosa dovrebbe esserci? Una relazione? Ma ti senti bene? >> fece infastidita.
<< No, ma magari vi state riavvicinando come amici >>
<< No. E’ solo lavoro. Credimi >>.
<< Va bene, niente più domande. Io vado a dormire. Buonanotte >>. Kat ricambiò e continuò la sua lettura, fin quando il sonno la vinse facendola mettere a dormire sulla poltrona con il libro ancora fra le mani.
 
Il mattino seguente la sveglia suonò alle sei. Kat aprì gli occhi e si accorse di essersi addormentata sulla poltrona. Raccolse il libro che era caduto a terra durante la notte e lo posò sul tavolino. Ancora assonnata si recò in bagno, dove si gettò ripetutamente in faccia dell’acqua gelida per svegliarsi dal torpore mattutino. Dopo essersi lavata e cambiata, uscì di casa per andare in mensa, non avendo voglia di preparare la colazione.
L’aria era anch’essa gelida, ma sperava che per il resto della giornata si riscaldasse, nonostante ci fosse qualche nuvola grigia ancora all’orizzonte.
Quando arrivò trovò Zeke seduto al tavolo e lo raggiunse, dopo aver preso un bicchiere di latte e una brioche.
<< Buongiorno >> la salutò con un gran sorriso.
<< Ciao, che fai già qui? >> chiese Kat.
<< Tra poco ho il turno >> spiegò.
La ragazza annuì e cominciò a mangiare. La mensa era quasi deserta, era ancora presto. Il pieno ci sarebbe stato tra le sette e le nove.
<< Sai se Clarke ha da fare sta sera? >> le chiese Zeke con non curanza, ma lei aveva capito perfettamente dove volesse andare a parare. L’aveva sempre saputo, solo Clarke sembrava far finta di nulla.
<< No, ma credo sia libera. Perché non glielo chiedi tu stesso? >> fece ammiccando.
<< Dai, non scherzare, lo sai che non mi vede in quel modo… >> rispose con un po’ di delusione nella voce.
<< Sono sicura che ti sbagli. Tu non hai mai provato a chiederle di uscire da SOLI >> e sottolineò quella parola per fargli capire che le solite uscite tra amici non contavano nulla.
<< Beh una volta gliel’ho chiesto e sai com’è andata a finire. Ho fatto un gran casino…>> Zeke abbassò lo sguardo sulla pancetta che aveva nel piatto.
<< Primo è stato due anni fa. Secondo c’era quella stupida che ti veniva dietro come un cane e ci provava in ogni occasione. E’ stata colpa della tipa se quella serata è andata male, non tua. Beh, un po’ anche tua, insomma ti sei lasciato baciare, mentre avevi invitato Clarke… ma sono cose che si possono superare >>
<< Questo non mi aiuta, Kat. Chiediglielo tu per me >> disse con l’espressione da disperato sul volto.
<< Cavolo! Sei un Intrepido e hai paura di una cosa così?! Oggi pomeriggio, dopo il turno va da lei e chiediglielo tu stesso! >> rispose alzando la voce.
Il ragazzo si arrese e disse << Si, hai ragione. Glielo chiederò. Ora, vado >>. Lo salutò e lo osservò mentre si allontanava con il sorriso stampatole sul volto.
Tornò alla sua colazione e quando ebbe finito uscì dalla mensa. Attraversò il solito varco e si trovò subito al Pozzo. Tutti gli allenatori erano lì. C’era anche Eric seduto su un masso con la solita cupa espressione da duro. Gli si avvicinò e disse << Ehi, ciao >>.  Le fece spazio per farla sedere accanto.
<< Ciao, Kat – le rispose – Quattro, va a svegliarli. Li voglio qui entro due minuti >>.
Quattro eseguì gli ordini e sparì nel corridoio che conduceva al dormitorio.
<< C’è qualcosa che non va? >> chiese.
Lui la guardò negli occhi per un momento e poi rispose << No, tutto apposto >>.
<< Bene. Qual è la sorpresa? >> chiese cercando di fare conversazione, anche se Eric non sembrava essere disposto a parlare.
<< Lo vedrai >> rispose secco.
<< Dai, che ti costa dirmelo? >> insistette.
<< Cosa ti fa pensare di poterti prendere tutta questa confidenza? >> domandò lui guardandola torvo.
<< Beh, innanzitutto, ad una domanda non si risponde con un’altra domanda, poi, io so alcune cose che tu mi hai detto, quindi penso di potermi prendere “tutta questa confidenza” >> rispose impertinente.
Eric alzò lo sguardo verso l’alto e disse << Sei assurda >>.
 
Poco dopo Quattro arrivò con gli iniziati e prese a spiegare loro come si sarebbe svolto l’addestramento. Ci sarebbero stati tre moduli: uno fisico, uno emotivo ed uno mentale.
Alla fine, dopo averli superati tutti, sarebbero stati assegnati o al Comando, o alla guardia della recinzione o alla sorveglianza degli esclusi.
<< E determinerà anche chi sarà eliminato e finirà tra gli esclusi >> disse Eric alzandosi dal masso e interrompendo Quattro.
I ragazzi, sbigottiti, come gli altri allenatori, cominciarono a vociare e bisbigliare tra loro.
Christina,la ex- Candida, chiese << E perché non ce l’avete detto prima? >>
<< E’ una regola nuova >> disse Eric.
<< Una regola nuova? Dovevate informar…>>.
Il Capofazione la bloccò << Perché così non avresti scelto noi? Per paura?- caricò quella parola di disprezzo – Se è così tanto vale che tu te ne vada subito. Se sei davvero un’Intrepida non ti importerà di fallire. Voi avete scelto noi. Ora, tocca a noi scegliere voi >>.
Chiuse il discorso lapidario e scortarono gli iniziati in palestra. Avrebbero cominciato con le armi. Erano appesi sul muro una serie di bersagli quadrati di compensato con un cerchio rosso che ne indicava il centro.
Quattro diede la prima dimostrazione: si posizionò davanti al bersaglio divaricando le gambe e stringendo con entrambe le mani la pistola; con un colpo deciso centrò in pieno il cerchio.
I ragazzi restarono muti, quasi sorpresi dalla precisione del colpo. Kat distribuì insieme all’amico le pistole agli iniziati che presero tutti il proprio posto. La maggior parte di loro stava fallendo miseramente, ma dopotutto era la prima volta che vedevano da vicino un’arma. Eric si avvicinò a Kat che stava appoggiata ad un muro mentre osservava gli iniziati e le disse << Ti ricordi il primo giorno? >>.
<< Sei diventato sentimentale? >> lo schernì.
<< Non usare quel tono con me >> rispose con superbia avvicinando troppo il suo viso a quello di Kat involontariamente. Distolsero gli sguardi e  restarono in silenzio per qualche secondo. Kat tornò in dietro nel tempo con il pensiero. Ricordò che lei fu l’unica a centrare il bersaglio al primo colpo. Aveva dimostrato una certa dote naturale con le armi.
<< Si, me lo ricordo >> rispose.
Notò una ragazzina che  non riusciva a far andare a buon fine nemmeno un tiro, così, allontanandosi da Eric,  andò da quello.
<< Come ti chiami? >> chiese.
<< Myra… io non ci riesco proprio… >> disse quella desolata e anche spaventata da Kat.
<< Prima di tutto, se vuoi sopravvivere qui, non devi mai e poi mai dire “non ce la faccio”. Secondo, sei in una posizione totalmente sbagliata. Dammi la pistola >>.
Myra gliela consegnò e l’Intrepida prendendo il suo posto cominciò a spiegarle come doveva impugnare l’arma e la giusta posizione del resto del corpo. Poi, con un colpo secco, centrò in pieno il bersaglio.
<< Ecco, prova tu, adesso >> disse porgendo la pistola alla ragazza. Questa si posizionò, divaricò le gambe e mantenne le braccia tese davanti a se.
<< Fissa l’obiettivo e non lasciarti distrarre da nient’altro >> la spronò Kat. Myra fissò il bersaglio per qualche secondo e poi sparò prendendo il quadrante.
<< Decisamente meglio. Almeno il colpo non è andato a vuoto. Continua >> le ordinò allontanandosi.
Stava facendo il giro della palestra fermandosi a guardare tutti gli iniziati. Nessuno ancora era riuscito a centrare bene il bersaglio, ma erano solo all’inizio.   
 
A fine addestramento, si recò insieme a Quattro in mensa, lì trovarono Clarke e Zeke che avevano già iniziato a mangiare. Si sederono anche loro e Clarke chiese << Com’è andato questo primo giorno? >>
<< Non male >> rispose Kat.
<< Non male, se Eric ci avesse informati delle nuove “regole” >> continuò Quattro che era decisamente infastidito. Spiegarono della classifica e della eliminazione di coloro che non sarebbero riusciti ad ottenere un determinato punteggio.
Dopo aver finito di pranzare ognuno tornò ai propri impegni: Clarke e Zeke tornarono insieme a casa – Kat sperò che l’amico si decidesse a chiedere a Clarke di uscire, invece di continuare a nascondersi – mentre Quattro tornò in palestra per continuare l’addestramento degli iniziati e Kat, invece andò a fare il suo turno di sorveglianza che proseguì tranquillamente per il resto del pomeriggio, così ebbe la possibilità di riflettere su alcune cose.
Com’è possibile che mi abbia chiesto se ricordavo del nostro primo giorno? Si sta comportando in modo insolito. Forse, è perché mi ha rivelato tutti quegli eventi del passato… o perché… nah, non può essere. Togliti questi strani pensieri dalla testa, Kat! Ordinò a se stessa. Non aveva intenzione di indugiarci troppo, così tornò a concentrarsi su quello che le accadeva intorno. Era nel gruppo con i suoi compagni. La giornata era soleggiata e la temperatura era tiepida, le nuvole si erano, ormai, dileguate. Nel silenzio si poteva ascoltare il frusciare del leggero vento e il cinguettare dell’uccello cardinale, un tipo di passero rosso e nero dal becco arancione.
Quando il turno terminò, Kat prese il treno di ritorno per casa. Clarke non era ancora tornata, così, dopo essersi lavata e cambiata, decise di preparare la cena.
Aprì la dispensa, afferrò un barattolo con della carne in scatola e versandola nella pentola la fece riscaldare. Apparecchiò la tavola e mentre stava controllando la carne, sentì la porta aprirsi. Clarke entrò in cucina guidata dal profumo del cibo e salutò l’amica.
Kat preparò i piatti e iniziò a mangiare, mentre l’altra era ancora in bagno a lavarsi.
Questa tornò in cucina con indosso un vestito e truccata con un filo di eye-liner. Kat sorridendole esclamò << A quanto pare si è deciso! >>. Clarke abbassò lo sguardo arrossendo e disse << Si… ma, un momento, tu come fai a saperlo? >>
<< Io so sempre tutto! – rispose – dove andrete? >>
<< Al Pozzo, credo… insomma  non ci sono molti posti dove andare >> così dicendo si sedette a tavola e cominciò a mangiare in silenzio.
<< Viene lui o vi incontrate da qualche parte? >> continuò a chiedere curiosa.
<< Viene lui… >> e Clarke diventò di nuovo rossa.
<< Bene. Devo farvi due raccomandazioni >> la prese in giro dandole una pacca sulla spalla. Quando terminarono la cena, entrambe andarono in salotto a guardare il televisore, mentre aspettavano l’arrivo di Zeke.
Dopo una buona mezz’ora questo arrivò. Lo fecero entrare e si sedette accanto a Clarke. Intanto Kat li stava fissando con l’espressione soddisfatta stampata sul volto.
<< Zeke, vuoi qualcosa? >> gli chiese.
<< No, no >> rispose imbarazzato.
<< Okay, andate. Aspettate il mio permesso? La mia benedizione? Avete entrambi. Su, andate >> disse ad entrambi cacciandoli di casa.
Quando chiuse la porta, spiò dalla finestra e li vide incamminarsi l’uno distante dall’altra. Ora fanno anche i timidi! Pensò.  
 
Kat decise di uscire anche lei, così dopo aver riordinato tutto, si cambiò e andò al Pozzo.
C’erano tantissimi Intrepidi che passavano il tempo insieme ai loro amici. Fece un giro incontrando molti visi conosciuti. Poi, andò in un piccolo bar e ordinò una birra. Mentre gustava la sua birra, sentì qualcuno avvicinarsi.
<< A quanto pare quei due ci hanno abbandonati >> disse Quattro sedendosi accanto a lei.
<< Già. Stanno proprio bene insieme >> rispose sorridendogli.
Un silenzio imbarazzante piombò fra loro due, mentre la musica continuava a suonare ad alto volume. Ordinarono altre due birre e uscirono da quel buco allontanandosi dal fracasso.
<< Oggi ho visto che parlavi con Eric. Cosa vi dicevate? >> le chiese.
<< Niente di che >> rispose bevendo un altro sorso dalla bottiglia.
Quattro non insistette più di tanto e Kat si sentì sollevata, non era in vena di dare spiegazioni.
<< Sai che ti dico? Mi faccio un tatuaggio >> esordì di punto in bianco la ragazza.
<< E cosa vorresti tatuarti? >>
<< Un’aquila che prende il volo spezzando delle catene >> spiegò con lo sguardo illuminato.
<< Bello >> commentò Quattro.
 
 
Da Tori trovarono Tris, Christina, Will e Al, così Quattro preferì aspettarla fuori. Kat li salutò e si scusò con l’ ex-abnegante per il comportamento di Eric << Sai, è solo che vuole farsi rispettare niente di più >> le spiegò.
Christina le domandò << Come mai una ragazza forte, determinata e simpatica come te sta con uno come lui? >>
Kat restò sorpresa da quella domanda e arrossì nuovamente << No, no. Non stiamo insieme. Lavoriamo insieme, tutto qui - rispose velocemente e gesticolando all’impazzata - Tris che tatuaggio vuoi farti? >> le chiese per cambiare argomento.
<< Quei tre corvi che volano >>.
<< Molto belli, davvero. Che ne dite di fare un allenamento extra? Non lo deve sapere nessuno, però - propose alle due iniziate che si scambiarono una veloce occhiata d’intesa – potreste migliorare tanto >>.
Si guardarono di nuovo e poi Christina rispose << Si, ma perché vuoi aiutarci? >>
<< Perché mi siete simpatiche >> disse sorridendo ad entrambe.
<< Okay, ci stiamo >> risposero in coro.
<< Perfetto, sta notte, alle 2:00 in palestra >> le salutò e raggiunse Tori che la stava chiamando.
Entrò nella stanza dove si trovava la tatuatrice, c’era una poltrona in un angolo dove si sdraiò e tanti altri attrezzi di cui ignorava l’utilità. Tori prese una sedia, si posizionò davanti a lei e le puntò addosso una luce a led.
<< Allora, cosa vuoi? >> le chiese. Kat spiegò, qual era la sua idea, mentre Tori aveva lo sguardo perso, ma la stava ascoltando. Stava solo focalizzando le parole e cercare di immaginare il disegno che la ragazza stava descrivendo.
<< Okay, ho capito. Sarai soddisfatta >> disse e cominciò a lavorare.
Sentiva un leggero fastidio come se qualcosa le pizzicasse la pelle. Quando terminò, Tori le mostrò ad uno specchio il tatuaggio; era esattamente come l’aveva immaginato: sulla clavicola c’era una piccola aquila che stava spiccando il volo, mentre rompeva le catene che aveva alle zampe.
<< E’ bellissimo. Grazie >> disse soddisfatta.
Pagò la tatuatrice e uscì dal locale.
Quattro era in piedi appoggiato al muro e Kat gli mostrò il nuovo tatuaggio. Scesero le scale e fecero un giro tra la gente accalcata nel Pozzo. C’era anche Eric, ma evitarono di avvicinarsi o di farsi notare da lui e decisero di tornare a casa. I due fecero la stessa strada per qualche metro fin quando non si divisero e si salutarono.
Arrivata a casa, si cambiò velocemente e impostò la sveglia per l’una e mezza, così non avrebbe rischiato di ritardare o addirittura di non svegliarsi affatto. Si infilò sotto le coperte e calò in un sonno profondo.
 
 
 
 
Angolo autrice:
Ciao! Eccovi il nuovo capitolo appena “sfornato”. Qui la storia di Kat inizia ad intrecciarsi con quella di Tris e degli altri personaggi. Finalmente è arrivato il libro, così posso essere più precisa. Spero vi piaccia, anche se non è accaduto nulla di eclatante, ma il prossimo riserverà alcune sorprese, quindi questo è una sorta di introduzione.
Ringrazio tutti coloro che leggono, recensiscono e aggiungono la storia alle preferite/ seguite.
Al prossimo aggiornamento, un bacio :)
  
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