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Autore: Robigna88    30/09/2015    2 recensioni
MEGA CROSSOVER TRA Supernatural/The Originals/The Vampire Diaries/Constantine
Quando Elijah viene rapito da sua madre, Esther, e Mikael torna di nuovo dal regno dei morti intenzionato ad eliminare Niklaus, quest'ultimo, come il minore dei Winchester, sa non gli resta altro da fare che chiamare i rinforzi.
Quando Dean diventa Demon-Dean, Cass sta per esaurire la sua grazia e Sam si ritrova da solo nel momento peggiore della sua vita, sa che c'è solo una persona che può aiutarlo.
I rinforzi hanno due begli occhi nocciola, le fossette sulle guance, un caratterino per nulla facile e si chiamano Allison Morgan.
Riuscirà Allison ad aiutare la famiglia degli Originali e la famiglia dei cacciatori? E quanto la sua presenza peserà sui vari equilibri?
Genere: Drammatico, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elijah, Hayley, Klaus, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The family Business'
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NDA: Lasciatemi un commento con tutte le vostre idee e le vostre opinioni e mi farete felice. Buona lettura, Roby.

TFB


28.

 

 

 

 

 

“Un’altra firma qui e…” l’uomo attese che Allison finisse di firmare, poi sorrise compiaciuto rimettendo la cartelletta nella borsa da lavoro grigia e consumata. “Congratulazioni signora Morgan, è proprietaria di un bellissimo ristorante.”

Allison sorrise stringendo in mano quelle che erano le sue copie e sospirò salutando con un cenno del capo l’uomo mentre usciva lasciandola sola, seduta al bancone di quello che era, ufficialmente, il suo ristorante; il Rousseau’s. Solo che, a parte lei e lui, che era stato incaricato di venderglielo e riscuotere il cospicuo assegno, erano le uniche due persone a saperlo.

Camille uscì in quel momento dalla cucina e le riservò un sorriso cordiale approcciandola al bancone. “Allison, non sapevo che fossi in città.”

“Vado e vengo,” rispose la cacciatrice mettendo giù i documenti. “Sono tornata da due settimane circa, ma non vivo più dai Mikaelson.”

La bionda piegò poco il capo recuperando un bicchiere bagnato che asciugò senza staccare gli occhi da lei. “Cos’è successo?”

“Niente in particolare” Allison sospirò. “Avevo bisogno della mia indipendenza e così ho comprato una piccola villetta poco fuori città.”

“Quindi non c’entra niente il dramma amoroso fatto di triangoli tra te ed Elijah?”

“No, anche se ad alcuni sembra così” la cacciatrice si passò la lingua sulle labbra, poi si mordicchiò l’interno della guancia e infine parlò. “Camille, devo dirti una cosa.”

“Dimmi pure,” le disse l’altra. “Vuoi qualcosa da bere?”

“Una soda sarebbe perfetta, grazie” la donna fece un grosso respiro, e si prese un attimo per trovare le parole giuste. “Cami, ho appena comprato questo ristorante.”

La mano della barista si fermò a mezz’aria, prima ancora che iniziasse a riempire il bicchiere. I suoi occhi chiari si spalancarono stupiti e aprì la bocca diverse volte prima di emettere un suono. “Perché?” chiese semplicemente alla fine.

La sua interlocutrice si strinse nelle spalle. “Perché mi piace e perché se non lo avessi comprato io l’avrebbe fatto un tizio del Minnesota che voleva trasformarlo in una sala scommesse.”

“Che vuol dire?”

“Da quando le legittime proprietarie sono morte questo posto non appartiene a nessuno. Ci sei tu a gestirlo, ma risultava essere di proprietà della città e quindi chiunque poteva acquistarlo. Questo ristorante è un punto di riferimento per i turisti e anche per gli abitanti di New Orleans e non volevo che lo abbattessero per farne una bettola di scommettitori. So che tu non hai i soldi necessari a comprarlo, quindi l’ho fatto io” spiegò.

“E tu avevi i soldi necessari? Quanto diavolo è costato?”

“Mezzo milione di dollari,” dichiarò Allison sorridendo appena. “Sì, li avevo.”

“Come?”

“Sono un’orfana, i miei genitori erano benestanti, per così dire… e visto che mio fratello è, tecnicamente morto, anche quello che spettava a lui è andato a me.”

“È terribile…”

“Sì lo è… ma è andata così.” Allison le prese di mano la soda e bevve un lungo sorso dalla bottiglia. “Ad ogni modo,” continuò cambiando discorso “ovviamente puoi restare. Io lavorerò fianco a fianco con te di tanto in tanto ma sarai comunque tu a gestire tutto. Volevo solo che sapessi la novità da me prima che ti arrivi una comunicazione scritta da parte delle competenti autorità.”

Camille sorrise. “Grazie per la premura, e anche per il ristorante. Voglio che tu sappia che ti consulterò prima di prendere qualunque decisione importante.”

“Decisione in merito a cosa?”

La voce era inconfondibile, la leggerezza con cui si era intromessa in una conversazione privata anche.

“Klaus,” disse Allison voltandosi verso di lui, trovandosi davanti non solo l’Ibrido ma anche Elijah. “Questa è una conversazione privata.”

“Privata?” chiese lui di rimando. “Allora non dovreste parlarne al bancone di un bar in un ristorante, chiunque potrebbe ascoltare. Non credi, Allison?”

Lei annuì, poi bevve un altro sorso di soda prima di alzarsi. “Hai ragione” gli disse. “Ma vedi, visto che io al contrario di voi non ho nulla da nascondere, non ho pensato che forse era meglio nascondersi da qualche parte, come ad esempio in un cimitero o in un vicolo buio, per parlarne.”

Camille osservò la cacciatrice e l’Ibrido scambiarsi un’occhiata che sembrò durare in eterno. Elijah invece stava in silenzio, le mani nelle tasche dei suoi pantaloni eleganti. Negli occhi, puntati su Allison, una dolcezza tutta riservata a lei.

Allison ha comprato il ristorante” disse sentendo il bisogno di interrompere quel momento, qualunque cosa stesse succedendo. “È ufficialmente il mio capo.”

“Ah” sospirò Niklaus mettendosi a sedere. “Fare il boss è sempre piaciuto ad Allison. È una questione caratteriale credo.”

La diretta interessata rise, tirando fuori dalla tasca il suo cellulare. “Già, alcuni nascono con certe attitudini. Essere autoritari come me, dolci come Camille, manipolatori come voi due… gli inseparabili fratelli Originali.”

Sempre e per sempre…” mormorò il più giovane dei due.

Allison” intervenne finalmente Elijah. “Potrei parlarti per un attimo?”

“No,” gli disse lei. Poi lentamente si avvicinò a Klaus. “E tu prendi il tuo sempre e per sempre e vai a farti fottere.”

Lui sfidò quello sguardo nocciola ed infuriato per un istante, un’espressione vagamente divertita sul viso. La guardò fin quando lei non si allontanò, con un gesto calmo prese dei documenti sul bancone e sorrise a Camille prima di voltarsi e lasciare il ristorante. Elijah dietro di lei.

 

 

 

 

****

 

 

 

 

 

Allison, fermati!” Elijah la afferrò per un braccio costringendola a voltarsi ma senza ribellarsi quando lei si liberò dalla presa con un gesto brusco. Gli faceva male che non si facesse neppure toccare, ma la furia che leggeva nel suo sguardo gli suggeriva di non insistere.

“Che cosa vuoi?” gli chiese lei, con quella voce rauca e sensuale pervasa da un leggero tremito. “Non ho tempo adesso.”

L’Originale sospirò indietreggiano di qualche passo. Voleva guardarla meglio, perdersi in quel viso bellissimo circondato da onde castane scuro che le incorniciavano gli occhi nocciola e quelle dannate fossette sulle guance.

Era bella, bellissima. Bella più di qualunque altra donna avesse mai amato, o forse era solo il fatto che, in quel particolare modo, non aveva mai amato. Era uno di quei sentimenti capaci di consumare qualcuno e quel suo distacco lo logorava già un po’ dentro.

Ricordò con un velo di malinconia uno dei pomeriggi che avevano trascorso insieme, anni prima quando lui l’aveva raggiunta a Los Angeles.

 

 

 

LOS ANGELES – TRE ANNI PRIMA

 

Allison gemette stringendo le mani di Elijah che stringevano le sue. Gli baciò il collo prima di spostarsi sulla sua parte di letto e rise fissando il soffitto.

“Cavolo Mikaleson,” gli disse. “Credo che mi mancherai quando sarai ripartito.”

Elijah si girò verso di lei e allungò una mano passandole due dita sulle labbra. “Credimi, il sentimento è reciproco” sussurrò abbozzando un sorriso. “Stasera vorrei portarti a cena.”

Lei incrociò il suo guardo prima di sollevare la testa sorreggendola con la mano. “A cena fuori?”

“Sì, un bel ristorante per una bella signora. Vorrei vederti con un bel vestito e vorrei tenerti la mano per tutta la sera.”

Allison sorrise. “Sotto tutta la passione si nasconde un animo romantico allora.”

“Se avessi l’anima direi di sì” scherzò lui, ma nei suoi occhi si poteva leggere una lieve malinconia.

Hey” mormorò la donna poggiandogli una mano sulla guancia. “L’animo umano è pieno di potere ma non sono del tutto certa che sia ciò che fa di qualcuno una persona. Ho visto esseri soprannaturali comportarsi più umanamente e decentemente di tanti esseri umani, Elijah. Come te per esempio… Non hai l’anima ma sei più compassionevole, appassionato e buono di tanti uomini.”

L’Originale si prese un attimo per perdersi negli occhi belli e lucidi di Allison. Quello sguardo era pieno di ombre, colpa di un passato piuttosto ingombrante, un passato che gli aveva raccontato con molta tristezza. “Sei bellissima sai?”

“Più di tutte le donne che hai incrociato nel corso dei secoli?” la donna rise.

“Sì” ammise lui serio. “sì, molto di più.”

 

 

Allison, ho bisogno di chiederti un favore” mormorò ritornando al presente. “Ma prima vorrei chiederti scusa.”

“Non serve,” rispose lei. “Non ti crederei comunque quindi dimmi solo cosa vuoi.”

“Quando eri in coma, abbiamo avuto dei problemi con il corpo che ospita Rebekah e abbiamo chiesto l’aiuto di una donna, Josephine LaRue.”

Allison corrugò la fronte. “Questo nome dovrebbe dirmi qualcosa?”

“Non credo che tu la conosca, ma lei ha molta voglia di conoscere te,” Elijah fece un grosso respiro cercando di essere più chiaro possibile. “Non so perché, ma ha saputo che… ha saputo che siamo in contatto e mi ha chiesto di estenderti un invito a cena per questa sera.”

“Gentile da parte sua…” la donna guardò il suo cellulare; quattro messaggi di Diego, due chiamate perse di Sam e un messaggio vocale da parte di John Constantine. Pensando al suo amico umano si disse che forse era arrivato il momento di dare e pretendere qualcosa in cambio. “Okay, va bene. Ti aiuterò, ma tu devi aiutare me prima.”

 

 

 

 

 

****

 

 

 

 

 

Quell’addio si stava rivelando più complicato di quanto pensasse. Mentre Elijah soggiogava, su richiesta della cacciatrice, Diego affinché lasciasse la città e si dimenticasse di lei e di tutto, Allison pensò che era stanca di dire addio, ma era consapevole che probabilmente le cose non sarebbero mai cambiate.

“Vivrai la tua vita felice e non metterai piede a New Orleans per lungo lungo tempo. Qui non ti sei trovato bene e così hai pensato che era meglio trasferirsi in un posto lontano e diverso, magari l’Europa.”

“Credo che mi trasferirò in Europa” disse Diego come in trance. Poi, quando Elijah indietreggiò di qualche passo, chiuse ed aprì gli occhi due volte tornando lucido.

“Salve,” disse guardando Allison. “Prendete quello che volete, il locale sta per chiudere, quindi offre la casa.”

Sparì dietro la porta della cucina ed Allison trattenne a stento le lacrime. Il mento le tremava, ma si sforzò di mantenere il controllo e fissò gli occhi sul vampiro Originale.

“Grazie,” gli disse. “Mandami l’indirizzo con un messaggino, ci vediamo alle otto in punto.”

Elijah annuì deglutendo a vuoto. “Allison” la chiamò in un sussurro e lei si fermò senza voltarsi. “Perché hai voluto che lo soggiogassi affinchè se ne andasse, affinchè si dimenticasse di tutto, di te…”

“Perché è un brav’uomo e il mio è un pessimo mondo.”

Il vampiro sentì l’urgenza di avvicinarsi e stringerla forte. Stringere la fragilità che sentiva nelle sue parole… invece rimase immobile mentre lei se ne andava.

 

 

 

   
 
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