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Autore: cin75    30/09/2015    7 recensioni
Questa sarà una raccolta di storie, di pezzi di vita, di tanti "diversi" Jared e Jensen. A volte saranno storie tristi, a volte comiche, a volte romantiche. Saranno quello che mi ispirerà il mio animo nel momento in cui le scrivo. Quindi sperate sempre che io sia felice!!
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jared Padalecki, Jensen Ackles
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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UN ERRORE IMBARAZZANTE

Jared sentì la porta dell’appartamento sbattere con un tonfo secco. Un attimo dopo vide entrare Jensen.
“Cavolo!” pensò allarmato. “Questa volta sono davvero  nei guai!”

Il maggiore lanciò la sua giacca sul divano e non disse una parola. Si limitò solo a squadrare il compagno che era restato fermo immobile dove era e sembrava stesse cercando le parole per giustificare quello che era successo.
“Jensen, lo so…sei arrabbiato….deluso…lo so. Ne hai tutti i motivi , ma …”
“Ma cosa?” lo fermò l’altro.
“Ma lasciami spiegare, per favore. Non è come pensi!” provò a mediare con la furia che vedeva sul volto di Jensen.
“Spiegare? Spiegare?? No!!” lo rassicurò rabbioso. “Credimi, ora non voglio né sentirti, e tanto meno vederti. Quindi lascia stare e ti prego per un po’, per un bel po’,  fa come se io non esistessi, ok?!” fece ancora il biondo, sorpassandolo e cercando di raggiungere quella che non sarebbe più stata la loro camera da letto per parecchio tempo.
Ma Jared lo raggiunse velocemente e lo fermò per un braccio , costringendolo a voltarsi e a guardarlo.
“Ascoltami, ti prego!” supplicò ancora. “Io…”
“Non ti voglio ascoltare, Jared. Anzi , non ti voglio nemmeno vedere adesso.” lo rimproverò e poi mentre cercava di andare ancora via, si fermò e si girò verso il compagno che lo guardava amareggiato. “Hai idea di come mi sono sentito? Hai idea di quello che ho provato a starmene seduto in quel vagone, sorridendo come un imbecille ad ogni stramaledetto estraneo che faceva capolino nella cabina, pensando che ogni volta dovevi essere tu ad entrare?  Tu…” fece ora, più furioso. “Tu mi hai detto di prendere quel treno. Di aspettarti. Di mettere addirittura gli stessi vestiti che indossavo quel giorno. Tu mi hai detto che avremmo festeggiato il nostro terzo anniversario nell’esatto posto in cui tutto era iniziato!” faceva mentre la voce si assottigliava per la rabbia e la delusione.
“E doveva essere così, piccolo!”
“Non….non osare chiamarmi così. Non ti azzardare a chiamarmi “piccolo” o ti giuro che ti prendo a pugni, Jared!” lo minacciò seriamente convinto che nello stato d’animo in cui era, lo avrebbe fatto di sicuro. “Come hai potuto, Jared?! Come hai potuto farmi una cosa del genere? Dimenticarti di una cosa che avevi perfino organizzato tu? Come….” Ma non riuscì a concludere, sinceramente, ferito.
“Per favore…posso…..posso parlare? Puoi farmi spiegare?” provò ad intervenire Jared avvicinandosi al compagno. “Per favore!” chiese ancora più colpevole.

Jensen lo guardò e non potè negare che Jared sembrava davvero ferito e in colpa mentre gli chiedeva di avere la possibilità di spiegarsi.
“Hai due minuti. Dopo di che puoi cominciare a scegliere il divano o la poltrona dello studio ….per stanotte e per quelle che verranno!” fu la concessione offerta.
Jensen si impose davanti al giovane compagno incrociando le braccia al petto e anche se , in quel momento e con quel broncio infuriato, Jared, non riusciva a non trovarlo incredibilmente sexy, il giovane si costrinse a focalizzare il cervello e tutta la sua attenzione su quello che doveva dire per tirarsi fuori dal quel guaio apocalittico.
“Io…non ho dimenticato il nostro anniversario. Lo giuro.” Iniziò con calma , dopo aver preso fiato. “Avevo organizzato tutto. Tutto fino all’ultimo dettaglio.”
“Il che comprendeva il darmi buca su quel treno?” fece sarcastico Jensen.
“No!!” esclamò. “No! Jensen, no!” si ostinava a ripetere. “Io ho solo fatto un solo tremendo stupido errore.” ammise alla fine e a Jensen parve perfino che Jared stesse arrossendo. “Io non mi sono ricordato che in questo periodo, la compagnia ferroviaria che usiamo , raddoppia le corse, mettendone una che parte prima e così quando sono arrivato in stazione, ho visto il treno che era in partenza e ci sono salito senza rendermi conto che quella era la prima corsa..” cominciò ad imbarazzarsi. “..e non la nostra solita corsa.”
Jensen lo guardava sbalordito. Era una storia assurda, comicamente assurda ma talmente inconcepibile che sarebbe stato stupido da parte di Jared inventarla.

E in un certo senso spiegava perché Jared era già a casa!!

Jared era palesemente in imbarazzo mentre finiva il suo racconto.
“Io non ho mancato al nostro anniversario, Jensen. Io non ti ho dato buca. Dio! non lo avrei mai fatto. Non l’ho mai fatto!!” affermò con decisa enfasi sperando che almeno questo il compagno glielo facesse passare per buono. “Io ho… Dio! come’è imbarazzante!” disse passandosi una mano sul viso accaldato dall’agitazione. “ Io ho sbagliato treno!!” ammise alla fine. “Ho solo….purtroppo….sbagliato treno!!” e tirò un enorme sospiro, sollevato almeno di essere riuscito ad arrivare alla fine del suo racconto.
Jensen lo fissava. Gli occhi stretti in una fessura verde brillante. Le labbra contratte in una smorfia di indecisione. Lo sguardo perplesso e incredulo.
“Tu….cosa?” chiese il biondo.
“Io …ho …sbagliato….treno!” confessò di nuovo. “Avrei voluto chiamarti, ma tutti quei cavi elettrici e i sottopassi…..”
“Davvero?!” fece ancora più incredulo.
“Sì!” ammise abbattuto.
“Hai sbagliato treno?!” e il giovane annuì colpevole. “Tu hai organizzato tutto e poi vai a sbagliare …treno!?” fece ancora tra l’incerto e lo scettico.
“Sì, Jensen. Mi ero accorto di essere in ritardo e così quando sono arrivato al binario, sono salito sul treno che stava per partire, convinto di aver preso quello giusto!” disse ancora.

Per un attimo ci fu silenzio. Per un attimo i loro occhi si incontrarono  e si scontrarono in una muta ricerca di sincerità richiesta e concessa.
Poi accadde quello che Jared non si sarebbe mai aspettato e che lo lasciò letteralmente senza parole.
Jensen scoppiò a ridere. Ma a ridere di cuore, di gusto. Il ragazzo rideva talmente forte che ad un certo punto dovette tenersi il fianco dal dolore che sentiva alla milza e aveva le lacrime agli occhi.

Jared lo guardò sbalordito e sorpreso mentre Jensen si sbellicava , letteralmente, dalle risate.
“Ma…..ma cosa…cosa…” balbettò incerto.
“Hai ….sbagliato…treno…” diceva tra una risata e l’altra. “Oddio!!....” e rideva ancora. “Non posso crederci. Mr. “Quest’anno organizzo tutto io!”, è saltato sul treno sbagliato!!!” diceva ridendo ancora di cuore.
Jared anche se non se rendeva conto, sorrideva, ma più che altro la sua era una risata nervosa perché aveva pensato che avrebbe dovuto penare parecchio per farsi perdonare da Jensen per quel casino.
E ora, invece, il compagno era di fronte a lui, piegato in due dalle risate, e …rideva. Di lui.

“Oddio!!” esclamò alla fine Jensen, mentre cercava di riprendere un certo contegno.
“Tu….tu….non sei…più arrabbiato?...con me?” azzardò Jared,usando tutta la sua aria innocente.
“Oh!, sì che lo sono!!” Disse invece mentre sorrideva ancora. “… e dovrai impegnarti molto per farti perdonare, ma questa storia è…..è talmente assurda che non può non essere vera!!” confessò al giovane che finalmente riusciva a respirare di nuovo in maniera più regolare, dato che il pericolo, quello vero, sembrava essere scampato.
Ne avrebbe trovati di modi e mezzi per farsi perdonare dal suo amato e incredibile Jensen!!

Non chiese altro, si limitò a raggiungere Jensen e a stringerlo forte. Gli chiese ancora scusa, mentre piano prendeva a baciarlo e ad ogni bacio corrispondeva una richiesta sincera di scuse, fin quando insieme non raggiunsero la loro camera.
Jensen si distaccò solo un po’ e guardò malizioso Jared.
“Non è così che ti farai perdonare!” fece spostando lo sguardo sulle mani del compagno che gli stavano aprendo la camicia.
“Lo so!” ammise candidamente Jared, mentre, però, non accennava a fermarsi. “Ma da qualche parte dovrò pur iniziare.” Lo provocò per poi baciarlo in modo lento e languido come sapeva piaceva a Jensen, che infatti , sospirò soddisfatto tra le sue labbra e tra le sue braccia.
“Non basterà questo!” disse quando Jared gli permise di respirare.
“Lo spero tanto, perché avevo in mente molto altro!” disse sorridendogli, mentre chiudeva la porta della loro stanza e iniziava entusiasta, la sua penitenza d’amore.
 
Circa due settimane dopo, Jensen era di nuovo su quel treno, come al solito. Lo stesso treno che lo portava a lavoro ogni giorno  e che ogni giorno lo riportava a casa con Jared. Ma quel giorno Jared non c’era. Non era andato a lavoro perché si sentiva influenzato e Jensen l’aveva convinto a prendersi una  giornata di riposo.
A quell’ora, il vagone era quasi sempre vuoto, tranne che per il controllore all’inizio della carrozza che si fumava la solita sigaretta. Tanto sapeva che nessuno si sarebbe lamentato.
All’improvviso la porta della cabina si aprì.
“Tu che ci fai qui!?” esclamò sorpreso Jensen, nel vedere Jared entrare e chiudersi la porta scorrevole alle spalle. “Non eri malato?!” fece in attesa ancora della prima risposta.
“Mi dispiace. Ho mentito!” confessò sorridendo sensualmente mentre si avvicinava al compagno, dopo aver bloccato la porta della cabina.
“Che …vuoi …fare?!” disse leggermente agitato , Jensen. Anche se iniziava a sentirsi eccitato dalla situazione.
“Voglio festeggiare il nostro anniversario!” rispose con un tono sempre più basso il giovane.
“Il…nostro anniversario….è pass…” stava per dire, quando notò una cosa che lo sorprese tanto da fargli quasi dimenticare che Jared lo stava praticamente stringendo all’angolo della cabina. “Tu…tu hai gli stessi…gli stessi vestiti di quel giorno!” affermò certo del suo ricordo.
“Wow!! Che memoria, amore mio. Quindi, come vedi ….” fece sensuale mentre si avvicinava ancora. “…possiamo festeggiare!” affermò mentre metteva le mani sulla parete ai lati della testa di Jensen, che si ritrovò così, letteralmente , imprigionato dal corpo del compagno.
Jensen deglutì l’eccitazione che sentiva in quel momento. Jared era così vicino. Il suo corpo era così vicino. Le sue labbra erano così meravigliosamente vicine alle sue. Perfino il suo respiro lo avvolgeva come una nebbia profumata.
“Io però…non…indosso quelli…di…di quel giorno!” fece presente mentre gli metteva le mani sui fianchi.
“Non temere, piccolo. A questo possiamo rimediare facilmente!” lo rassicurò, mentre con un movimento veloce e sensuale, spostava le mani e le infilava al di sotto della maglietta e tirandole su, mentre gli accarezzava il torace già affannato, gliela sfilava dalla testa , lasciandolo a petto nudo.
“Buon anniversario, Jensen!” fece ammirando lo splendore ansante che gli stava di fronte.
“Buon anniversario a te, Jared!” rispose Jensen, mentre gli lanciava le braccia al collo e si appropria di quella bocca che non faceva altro che invitare ad essere baciata.
 
Distante da  quella cabina e da quello che stava accadendo al suo interno, il controllore continuava a fumarsi la sua sigaretta.
Conosceva i due ragazzi da tempo e aveva visto Jared entrare nella cabina qualche minuto prima.
Era un uomo di mondo e quindi, sapientemente, intuì, che non era il caso di andare a chiedere il biglietto.
Per questa volta, avrebbe fatto correre e avrebbe atteso di risentire la chiusura della cabina scattare ed aprirsi di nuovo.

 
 


Io sono solo un’anima le cui intenzioni sono buone,
Oh Signore, non lasciare che io sia frainteso)

(Please don’t let me be misunderstood, Nina Simone)
 
   
 
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