Adam parcheggiò la Ferrari lungo la strada, difronte al centro. Si trattava di un edificio ad un piano in vetro e cemento, con l'intonaco lucido e una grossa scritta sul lato: "Keiki Kane Centre". Farsi visitare lì costava molto più di quanto l'ottantacinque percento degli hawaiani si potesse permettere, ma di certo i Sig.ri Noshimuri non avevano ristrettezze economiche, sopratutto se si trattava della loro famiglia. Adam aprì la portiera a sua moglie ed entrarono insieme nel piccolo ospedale. La signora alla reception sorrise, controllò l'appuntamento sul grosso Mac che troneggiava sulla scrivania, e indicò loro la strada. Lo studio del Dr. Hugman, medico di fama mondiale, si trovava nel seminterrato ed era una delle cose più fredde e distaccate che si potessero immaginare. A Kono ricordò la stanza degli interrogatori che avevano al quartier generale. -Benvenuti-, salutò il Dr. Hugman con un espressione che non lasciava scampo alle emozioni. -Sig.ra Noshimuri si cambi pure-. Kono fu cambiata, interrogata e visitata, mentre Adam aspettava impaziente seduto su uno sgabbello rivestito di TNT. Guardò sua moglie oltrepassare l'arco che divideva in due parti la stanza, e gli sembrò più fiduciosa di prima. Si abbracciarono e lui spostò lo sgabello vicino al lettino di lei, che sorrise guardando come suo marito avesse ordinatamente ripiegato i vestiti firmati che era stata costretta a togliersi. Aspettarono in silenzio il dottore.
-Sig. Noshimuri, Sig.ra Noshimuri, mi vedo costretto ad informarvi che, a causa del considerevole numero di aborti naturali ripetuti ed inspiegabili, ci troviamo oggi di fronte ad un caso di infertilità senza possibilità di trattamento-. Ancora una volta, nonostante stesse spezzando il cuore di una giovane coppia, l'anziano uomo sembrò non provare assolutamente niente. -Mi dispiace-, aggiunse poi. Per un momento Adam e Kono sembrarono non aver capito qual che era stato loro detto. Poi lei si guardò la pancia e scoppiò a piangere mettendosi il viso fra le mani, suo marito ebbe giusto il tempo di stringerla a sè prima di iniziare a sua volta a piangere. Il telefono di Kono squillò.