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Autore: AndreMCPro    30/09/2015    3 recensioni
E se gli anime, i manga, i libri e i videogiochi non fossero pura fantasia? E se i creatori di tutti questi fossero stati ispirati da qualcos'altro? Immaginate: se esistono infiniti universi, non potrebbero essercene alcuni in cui tutte queste cose, che secondo noi sono frutto della fantasia, esistono davvero? Ma questo vale anche per le fanfiction, milioni di mondi paralleli a quelli delle opere originali.
E se vi siete inseriti nella vostra stessa storia? Ecco cosa è successo a me...
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Alternative Dimensions'
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Alternative Dimensions
Il Diario della Profezia

Cap.2 Nuvole Cubiche
 
Mi sveglio dopo non so quanto tempo e la prima cosa su cui fisso gli occhi è un cielo azzurro con alcune nuvole molto sfocate… ma sbattendo gli occhi mi rendo conto che l’unica cosa sfocata è la mia vista. Muovendo le mani su quella che sembra sabbia trovo i miei occhiali e li indosso senza pensarci due volte. Solo allora capisco: le nuvole sono formate da cubi.
«Andrea…» Mi chiama mio fratello. È sdraiato sulla sabbia accanto a me e anche lui sta fissando il cielo. «Le nuvole sono strane…»
Inarco un sopracciglio. Andiamo, le nuvole hanno sempre delle forme strane! E poi non credo siano cubi veri e propri. Ma devo ammettere che guardarle mi provoca una strana sensazione, la quale mi fa rispondere a quella sua frase.
«È vero…»
«Andrea…» Ripete.
«Che c’è?»
«Le nuvole…»
«Sì, sono strane, ho capito!»
«No. Sono CUBICHE!»
«Certo…» Rispondo sarcastico. Come già detto, non possono essere cubi perfetti. Non siamo mica su Minecraft.
Vedo mio fratello che si mette a sedere. «Andrea…»
«Che vuoi ancora?»
«Qui tutto è cubico…» Conclude con un filo di voce.
«COSA?» Mi alzo anche io e rimango a bocca aperta. È vero! È tutto cubico tranne noi! Che stupido… noi ci siamo davvero a Minecraftia!
«Ma siamo…»
Non ho neppure il tempo di finire la frase che mio fratello mi sferra un pugno sulla spalla.
«Ehi! E questo perché?»
«È colpa tua. Sapevi dove voleva portarci e mi hai tirato in mezzo senza neanche avvertirmi!»
«Ma ha fatto tutto lui!»
Un altro pugno.
«Tu sei qui. A lui penserò più tardi»
«Smettila! Mi hai già tolto un cuore!»
«Ne hai altri nove» Mi risponde con voce minacciosa senza nemmeno voltarsi.
Passa un po’di tempo durante il quale nessuno dei due osa proferire parola.
«E adesso come facciamo a tornare indietro?» Esordisce Massimo. «Il nostro lavoro, i nostri amici… CASA…»
«E io come faccio a saperlo? Prima o poi tornerà a prenderci, spero…»
«E io attenderò con ansia quel momento... Ma ora che facciamo?»
Ci fu un attimo di silenzio
«Legna» Dico alzandomi.
«Mi hai tolto le parole di bocca…» Si alza anche lui. «Io abbatto qualche albero, tu cerca del cibo»
«Ok»
Inizio a vagare nei dintorni mentre mio fratello si dirige verso la foresta vicina. Sulla spiaggia ci sono delle palme da cocco che sradico completamente ottenendo cinque Noci di Cocco, ma tra gli alberi trovo soltanto un maledettissimo Scheletro che però atterro prima che possa attaccarmi. In pratica non torno indietro a mani vuote ma poco ci manca.
Ho decisamente bisogno di un’arma.
«Massimo, mi passi un po’ di legna?»
Me ne getta uno stack.
«Ma che…»
«Già che ci sei fai anche un’ascia. E qualche cassa, dato che a quanto pare ho le mani impegnate»
Mi mostra le mani. Entrambe sono occupate da dei blocchi di legno.
Inarco un sopracciglio senza capire al momento. Spezzo un blocco e rimetto insieme quello che ottengo, dopodiché piazzo a terra il Banco da Lavoro, faccio una cassa e la posiziono lì a fianco. Massimo ci butta immediatamente dentro tutta la legna.
Procedo. Faccio una Spada, un Piccone e un’Ascia, di cui l’ultima la getto a lui. Il resto lo tengo io.
«Beh, il cibo?»
Per tutta risposta gli lancio addosso una Noce di Cocco, che si spezza all’impatto. Lui mi punta l’ascia contro.
«Dopo facciamo i conti»
Roteo la spada, sorridendo. Ho io l’arma migliore, fino a prova contraria.
«Sì, sì, poi quando ti lascio a dormire fuori ne riparliamo»
Con un ultima rotazione abbasso la spada, mentre lui riprende a rompere blocchi.
«Va beh, diciamo che siamo pari. Il sole sta calando, vedi quello che devi fare»
Mi allontano, tuffandomi in acqua. In realtà io non so nuotare, ma a quanto pare in questo mondo mi riesce lo stesso. Mi immergo e uccido qualche calamaro, giusto per avere un altro po’ di cibo.
Nuotando trovo una grotta sul fondale. Getto ciò che ho trovato sulla riva, e poi raggiungo il buco. Sembra non esserci un granché, ma ne approfitto per prendere un po’ di pietra. Riemergo e vedo sulla spiaggia una piccola casetta in legno striminzita. Peccato che il sole sia già tramontato e un Creeper mi si sta avvicinando a nuoto.
Fuggo all’istante e entro in casa, chiudendomi la porta alle spalle. Massimo piazza un blocco di terra davanti ad essa per bloccarla.
«Pietra?» Mi chiede. Io mi volto verso il Banco da lavoro e crafto una Fornace, poi gliela lancio. La piazza sul lato sinistro della porta di ingresso. Mi guardo intorno, notando che banco da lavoro e fornace sono ai lati opposti della sala.
Dopo un minuto di apprensione per il completo buio Massimo piazza una torcia sulla parete, e così posso vedere il resto della stanza. È decisamente ben arredata, devo dire!
Il pavimento è in assi di legno. In un angolo della stanza ci sono un tavolino e due sedie. Massimo va nell’angolo opposto e si arrampica su delle scalette, salendo sul soffitto e piazzando torce anche all’esterno.
Nel frattempo vado a vedere nella cassa e ci trovo quattro ciotole di legno.
«Beh?»
«Mi auguro che tu abbia trovato dei funghi nella foresta…» Mi risponde scendendo e notando che ho aperto la cassa.
«No… ma ho dei calamari»
Lui si stringe nelle spalle «Le usiamo come piatti»
Cuciniamo i calamari e mangiamo seduti al tavolo. Poi lo guardo negli occhi e lui fa lo stesso.
«E adesso?» Chiedo. Lui si mette a ridere. Inarco un sopracciglio, confuso.
«Facciamo l’Inventario…» Mi risponde ridacchiando.
Inizio a ridere anch’io scuotendo la testa. In effetti secondo le Imprese del gioco sarebbe la prima cosa da fare.
La sua espressione cambia all’improvviso in una maschera di rabbia. Prende l’Ascia di Legno che aveva posato sul tavolo e la lancia nella mia direzione. Abbasso la testa spaventato e l’attrezzo si rompe al contatto con il muro.
«Ma sai pazzo?» Grido, e allo stesso tempo una voce dietro di me mi fa’ sussultare.
«Siamo aggressivi, eh?»
Mi volto. Dietro di me c’è il Dottore, un po’ sbiadito.
«È un ologramma… per sua fortuna»
«Beh? Non volevate vivere un’avventura?»
Mio fratello si alza e afferrala sedia, pronto per lanciargliela addosso.
«Nonono fermo!» Gli dico alzandomi a mia volta. «Ci sono anche io di qua!»
A quel punto lui sbatte la sedia a terra e sbuffa, dicendo: «Non ne vale la pena» Dopodiché si volta.
«Però, vi siete organizzati bene! È una casa molto accogliente… se non contiamo gli occupanti…»
Un’occhiataccia di mio fratello sembra zittirlo. Ma dubito che il Dottore si sarebbe fermato se avesse avuo altro da dire.
«Perché siamo qui?» Gli chiedo.
«Domanda interessante… ma credo che sia sbagliata. Semmai dovreste chiedervi QUANDO siete. Ecco, questa domanda è molto più interessante!»
«Cosa…?» Mormoro allibito.
«Su, basta domande ora» Dice sorridendo. «Volevo assicurarmi che steste bene… ma vedendo come vi siete organizzati non credo di dovermi preoccupare. Ah, vi consiglio di andare a dormire… domani sarà una luuuunga giornata!»
Punta il cacciavite sonico verso la sua sinistra e scompare, ignorando la mia richiesta di aspettare. Massimo lancia un Blocco di Legno che si piazza sulla parete.
«Ehi!» Lo richiamo di nuovo, ma lo vedo con le mani strette a pugno che sembra stare per esplodere di rabbia.
«Calmo, fai un respiro profondo…»
«L’ho già fatto trenta volte» Mi risponde secco. «Quell’uomo ha il potere di farmi innervosire»
«Beh… uomo…»
«Va beh hai capito!»
«Piuttosto…» Inizio a dire sedendomi di nuovo. «Cosa voleva dire con…»
Un tonfo sordo mi fa’ voltare. Mi è caduto qualcosa dalla tasca dei Jeans.
È un libro, quello che mi ha lanciato il Dottore prima di teleportarci qui.
Lo raccolgo. È legato da un sottile spago.
«Che cos’è?» Mi chiede, ancora un po’ nervoso. Tolgo lo spago e gli mostro il titolo del libro: “Alternative Dimensions – A journey into a cubic world”
«E da quando l’hai stampato? E addirittura rilegato?»
«Non l’ho fatto… È questo il punto»
«Te l’ha dato lui?»
«Sì»
«Allora dagli una letta»
«Ma lo conosco a memoria!»
«Andrea… leggi. Se te l’ha dato ci sarà un motivo… Anche perché sembra molto vecchio»
«D’accordo» Sospiro slegando la cordicella e gettandola sul tavolo.Al contatto con il mobile si spezza in tre parti uguali.
«Ma che…»
Massimo la guarda, sorridendo: «Penso che stanotte andrò a pesca!»
Lo ignoro e apro il libro, iniziando a leggere con attenzione. Nel frattempo Massimo crafta una canna da pesca e sale sul tetto.
 
«Ehi, sveglia, è mattina! Preparati, devi andare a scuola»
«Ancora cinque minuti…» Mormoro, mezzo addormentato.
Un pugno sulla spalla. Mi sveglio di soprassalto rendendomi conto di essere ancora in Minecraft… e di essermi addormentato su una sedia scomodissima. Quanto vorrei aver trovato qualche pecora… almeno avremmo avuto delle sedie decenti!
Scocco un’occhiataccia a mio fratello e faccio per uscire. Lui mi richiama.
«Prendi»
Mi lancia una Spada di Pietra. La prendo al volo e annuisco, per poi uscire.
Apro la porta ed esco. Un Creeper mi si avvicina.
«Lasciami in pace» Mormoro mozzandogli la testa. Vado a sciacquarmi la faccia in riva al mare. Poi mi guardo intorno.
Il posto in cui siamo capitati mi sembra familiare… Una foresta vicino al mare con una spiaggia di medie dimensioni. Faccio qualche passi verso casa e mi rendo conto del perché di quella sensazione.
Quella è la stessa spiaggia in cui sono arrivati Sam e gli altri… però manca la macchina di Matt. Vuol dire che non sono ancora comparsi…
Corro a casa e trovo Massimo che sta uscendo di casa.
«Ecco, appena in tempo! Mi serve una mano per piazzare qualche blocco…»
«Scordatelo. Ho pessime notizie! Dobbiamo andarcene subito!»
«Perché?»
«Hai presente il libro?»
«Sì, quindi?»
«La descrizione del luogo in cui arrivano»
«Sì, Andrea. Dove vuoi arrivare?»
«Guardai intorno. È lo stesso posto. Non possiamo restare. La storia verrebbe alterata»
«Sì, sì, punti fissi nel tempo eccetera eccetera. Che due scatole… Però…» Si guarda intorno. «I conti non mi tornano. Dov’è la tua armatura arcana?»
Rimango a fissarlo. Non ci avevo pensato… Per farmi un’armatura del genere non basterebbero sei mesi!
«Vuol dire che siamo qui prima di loro, giusto?»
«Dobbiamo comunque smontare tutto e trasferirci. Ah, e ripiantare le piante…» Gli dico indicando la foresta.
«Cavolo…» Fa’ lui guardando il bosco. «Ne ho anche abbattute parecchie… ma come facciamo a portare via tutto?»
«Tu inizia a ripiantare. Io cerco il cuoio, così facciamo l’Inventario una volta per tutte»
Parto in direzione opposta a dove avevo trovato il Cocco. Fortunatamente, il primo Mob che trovo è una tranquilla e molto utile Mucca. Un colpo secco di spada e la faccio fuori, e mentre il suo corpo si dissolve raccolgo la carne e la pelle che mi ha droppato. Rispettivamente, 3 e 2. Perfetto!
Torno verso casa tenendo in bella vista il cuoio.
«Quando hai finito con le piante inizia a smontare casa»
«Sissignore» Mi risponde scocciato. Io nel frattempo crafto una cassa e la metto al centro tra le due pelli, ottenendo due Inventari. Torno fuori e ne lancio uno a Massimo. Poi indosso anche il mio.
Quando mio fratello apre la piccola cassa si ritrova davanti la schermata dell’inventario.
«Ecco, adesso si ragiona!» Dice richiudendola.
Mi allontano per recuperare il cibo che mi aveva droppato la mucca, poi quando torno aiuto mio fratello a smontare casa. Tempo di finire il tutto è già passata mezza giornata.
«Andiamo ad Atlantis? Non vedo l’ora di vederla!»
Schiarisco la voce.
«Voglio proprio vedere la piazza principale!»
Schiarisco di nuovo la voce, con più forza.
«Che c’è?»
«L’ho costruita io… E se siamo appena arrivati…»
«…ancora non esiste…» Conclude lui amareggiato. «Dove andiamo, allora?»
«A Enderia… sperando che ci sia almeno quella»
«In che direzione, allora?»  Mi chiede con un sospiro sconsolato.
«Seconda stella a destra e poi dritti fino al mattino!»
«Che?» Mi fa’ lui.
«A Sud. Muoviamoci»
Partiamo attraverso la foresta, spade ponte e agganciate alle cinture.
«Se non ricordo male ci dovremmo mettere un giorno e mezzo, fermandoci la notte»
«Va bene… lo sai che gli accampamenti sono il mio forte, no?»
Scuoto la testa, sconsolato, e trattengo una risata.
  
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