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Autore: areon    14/02/2009    7 recensioni
Naruto si chiese se ci fosse al mondo qualcuno che lo amasse, ma nel momento stesso in cui si pose la domanda, si rese conto di conoscere già la risposta.
Sasuke.
“Grazie.”
Sorrise.
“Teme.”
“Dobe.”
Ed incrociarono le armi.

Dedicata alla persona a cui appartiene il mio cuore.
Genere: Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Naruto si chiese se ci fosse al mondo qualcuno che lo amasse, ma nel momento stesso in cui si pose la domanda, si rese conto di conoscere già la risposta.
Sasuke.
“Grazie.”
Sorrise.
“Teme.”
“Dobe.”
Ed incrociarono le armi.
Dedicata alla persona a cui appartiene il mio cuore.

Rating: giallo
Genere: malinconico, triste, romantico, introspettivo
Note: yaoi, shonen-ai, one-shot, song-fic
Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha

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- LA MIA RISPOSTA -

e nello specchio quante volte ho chiesto se
c'è ancora un po' d'amore anche per me
Ora so
che la mia risposta sei tu
perchè
vivo di te
Ora so
che c'è una risposta per me
per me
sei tu
[Laura Pausini, La mia risposta]

Sostanzialmente, Naruto aveva avuto un’infanzia difficile, che l’aveva portato a porsi determinate domande in età abbastanza tenera. Ad esempio, perché tutti lo odiassero. O ancora, perché nessuno gli avesse mai spiegato chi fossero i suoi genitori.
Ma ce n’era una che lo assillava più di ogni altra: spesso, forse troppo spesso, si chiedeva se qualcuno gli volesse bene, se ci fosse al mondo una sola persona che provasse anche solo un briciolo d’affetto nei suoi confronti.
Poi, con il tempo, era cresciuto, e si era reso conto che, in fondo, non tutti lo odiavano: Iruka-sensei gli voleva bene come un padre, e poi c’erano il Sandaime Hokage, Sakura-chan, Kakashi-sensei… e poi c’era lui. Sasuke Uchiha.
Decisamente, se avesse dovuto fare una lista delle persona che non sopportava, lui sarebbe stato al primo posto.
Però, con il tempo, era comparso anche in un’altra “lista”: quella delle persone simpatiche, a cui voleva bene e, soprattutto, da cui si sentiva amato. Strano a dirsi, dato che litigavano tutti i giorni.
Forse, il loro era il classico rapporto di amore-odio.
Lo odiava, perché gli era sempre superiore, sempre un passo avanti.
Eppure lo amava, perché… non lo sapeva nemmeno lui, il perché.
Semplicemente, lo amava. Era più forte di lui. Non poteva farne a meno.
In breve tempo, amarlo gli era diventato indispensabile come l’aria che respirava, come una droga estremamente dolce di cui non riusciva e non voleva fare a meno, di quelle che quando sei in astinenza ti sembra quasi che il cuore possa scoppiare da un momento all’altro.
Eppure, quando si rese pienamente conto dei sentimenti che provava per lui, ne fu spaventato: aveva paura. Paura di essere di nuovo odiato e rifiutato, paura che qualcuno potesse scoprirlo, paura di quello stesso sentimento che chiunque altro avrebbe considerato malato, ma che a lui sembrava bellissimo. Perché innamorarsi del proprio migliore amico non era certo normale, eppure al cuor non si comanda.
E lui amava, non poteva fare altro, e si nascondeva dietro una maschera di rivalità e di falso odio.
E poi, lui se n’era andato. Semplicemente, aveva raccolto le proprie cose in uno zaino, ed aveva abbandonato tutto e tutti. Ma soprattutto, aveva abbandonato Naruto. Aveva preferito la vendetta all’affetto.
E lui, stupido, illuso, tradito, l’aveva inseguito, e gli aveva detto tutto. Tutto ciò che pensava, tutto ciò che sentiva, tutto ciò che provava.
Ed era stato amato, anche se solo per un tempo breve, brevissimo, forse fin troppo.
Ed aveva sofferto, quando era stato lasciato di nuovo.
Ed era tornato indietro a testa bassa, triste, sconfitto.
Ma non aveva rinunciato ad inseguirlo, e gli si era presentato di fronte, tre anni più tardi, con nel cuore la speranza, l’amore, la paura e la tristezza che aveva già provato infinite volte prima d’allora.
“Perché continui a cercarmi?” aveva chiesto lui.
Ingenuo, per una volta nella sua vita, o forse soltanto cieco. Non vi è peggior sordo di chi non vuol sentire, e Sasuke non voleva vedere.
Perché continui a cercarmi?
Stupido, come la sua domanda, di cui conosceva la risposta ancor prima di porla.
“Per te.”
Due semplici parole, capaci però di stupirlo.
Ma lo stupore se n’era andato in fretta, lasciando posto alla solita freddezza.
“Stupido.” gli aveva risposto. “E se io decidessi di spezzare qui, ora il nostro legame?”
“Se è così, perché non l’hai spezzato allora, quel legame?”
“Non volevo dargli la soddisfazione di vedermi raggiungere il potere seguendo i suoi desideri. Ognuno ha il suo sogno. Il mio è questo, ma se il tuo è diventare Hokage, perché perdi il tuo tempo ad inseguire me, al posto di allenarti?”
“Come può qualcuno che non è riuscito a salvare un amico diventare Hokage?”
Per Naruto, gli amici erano alla base di tutto. Ma Sasuke non era solo un amico. Era importante quanto l’aria che respirava. Anzi, di più. Sasuke era la sua aria, la sua anima, il suo cuore, il suo amore, la sua droga, il suo sale della vita. E non vi avrebbe mai rinunciato, per nulla al mondo. Anche a costo di inseguirlo per mari e per monti, fino alla fine dei propri giorni. Anche a costo di morire per lui. Anche a costo di essere tradito o ucciso da lui. Perché a lui non riusciva a rinunciare.
Sasuke balzò giù dall’altura e gli si avvicinò, fulmineo. Ma Naruto non si mosse.
“Grazie.” gli disse. Fu un sussurro, cosicché, nonostante il silenzio tombale, lo udì solo Naruto.
Sorrise.
“Teme.”
“Dobe.”
Ed incrociarono le armi, ancora una volta.
Perché il loro era un destino di odio, ma anche un destino di amore, ed avrebbero continuato ad amarsi ed ad odiarsi fino alla fine dei loro giorni, ed oltre, perché la vita non finisce con la morte, ma continua anche in questa. Perché loro due si amavano ed erano fatti per amarsi, ma non potevano farlo alla luce del giorno. Perché il loro era un sentimento malato e assurdo, ma allo stesso tempo anche puro e bellissimo. Perché non meritavano di essere amati, ma allo stesso tempo erano degni di ciò che provavano l’uno per l’altro. Perché ad unirli era il filo rosso del destino, un filo rosso come il sangue e come l’amore.

Amami quando lo merito meno, perché sarà quando ne ho più bisogno.
[Anonimo]
   
 
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